Film > Le 5 Leggende
Segui la storia  |       
Autore: L0g1c1ta    18/10/2014    2 recensioni
Dieci ragazzi e una professoressa.
Ognuno di loro ha una storia. Ognuno di loro ha un passato.
Passano insieme quattordici giorni di vacanze all'estero e insieme decidono di fare un rito per entrare nel Regno dell'Incubo, risvegliando l'Uomo Nero ed entrando nel suo mondo.
Mano a mano che esplorano il luogo si rendono conto che anche i Guardiani e altri spiriti si trovano costretti ad abitare in quest'isola ove sono ricercati dalla reale padrona del Regno: Macula Sanguinea.
Tra umani e spiriti si cuciranno rapporti d'amicizia o inimicizia.
Riusciranno a tornare a casa?
Riusciranno a sfuggire dalle mani della megera Macula Sanguinea?
Riusciranno a scampare alla morte?
Genere: Angst, Generale, Horror | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: I Cinque Guardiani, Nuovo personaggio, Pitch
Note: AU | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate, Violenza
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
 “…e fu così che i tre malcapitati giunsero fin all’entrata del castello ove ben altri demoni furon intenzionati a squoiar le carni loro e bruciarli al rogo dell’Inferno…”
“Fabi, por favor, basta!” mi sono ufficialmente rotto: da quando siamo usciti dalle cinque torri, Fabi ha cominciato a parlare in questo modo e lo juro, mi sta facendo un botto di paura! Oltre al fatto che quando lei parla non puoi fare a meno di ascoltarla.
Siamo arrivati dentro il vero e proprio castello ed è tutto un po’ più inquietante di come avevo visto alla prima torre: quasi tutto è fatto di pietra, i mobili sono di legno che secondo me sta per crollare, ci sono ragnatele ovunque e se non fosse per il sole che entra dalle finestre, qui non si vedrebbe un cacchio. Fabi si guarda attorno, noi due aspettiamo che dica qualcosa. Lei fa dei passi avanti e, dopo aver controllato ancora con gli occhi, fa altri passi avanti.
“Sembra che non ci sia nessuna trappola. Credo che non ne vedremo in giro” sia io che Mini tiriamo un sospiro di sollievo, manco fossimo stati noi a fare tutto il lavoraccio per uscire dalle torri…
Credo che ci troviamo in una sorta di ingresso con più di tappeto rosso, malcriado, per terra e con un lungo corridoio di fronte a noi. Fabi comincia a muoversi di là e noi la seguiamo a ruota. Mi sento male: Fabi ha fatto tutto questo macello da sola e noi, probabilmente, anzi, sicuramente, non siamo stati per niente di aiuto. Poi dovrò dire a Perla di smetterla di andare tra i boschi.
Todo bien?” annuisco a Mini, anche lei capisce che c’è qualcosa che non va in me. Sto ancora pensando a quanto abbiamo rischiato quando eravamo arrivati alla prima torre e sia io che Mini stavamo calpestando il tappeto rosso… Mi hermana mi stringe la mano, quasi non me ne accorgo. Sulle pareti del corridoio ci sono molti quadri strani con strani esseri dipinti e extrano paisaje. Questo posto non mi piace per niente.
Sento qualcuno tossire alla mia destra. Non è Mini: lei è alla mia sinistra; non è Fabi: lei è di fronte a me. Mi giro. C’è un quadro molto grande con una sorta di fatina dipinta. È in piedi con un ombrello viola, sorride a noi.
“L’hai sentito?” non mi ero accorto che Mini si era fermata vicino a me. L’ha sentito pure lei, lo capisco dal suo sguardo. Ci avviciniamo al quadro. C’è qualcosa di strano, ma non so cosa… D’istinto poggio un dito sopra al quadro, casualment sul piede scalzo della fatina. Il piede è caldo e sento la vena della carne premere sul mio dito. Lancio un grido e corro verso Fabi che, accorta dopo un po’ che ci eravamo fermati, si era avvicinata a noi.
“Fabi! Il…il quadro…la fata è calda!” Fabi alza lo sguardo sopra di me e guarda anche lei la fatina. Alza un sopracciglio e mi guarda con uno sguardo strano, come se volesse dirmi qualcosa di importante, ma non so cosa. Mini sobbalza dietro di me.
“Fabi, lo hai visto?”
“Cosa?”
“La fata! È sparita dal quadro! Si è volatizzata!” lei lancia un altro sguardo al quadro. Ci guarda apatica come sempre.
“Quello veramente sarebbe un paesaggio astratto…” siamo schioccati: non ha visto niente? Pochi secondi fa la fata se n’era andata dal quadro e aveva lasciato dietro di sé un paisaje vuoto e trasparente. Non capisco niente.
“Fabi, anch’io l’ho visto: prima c’era una fata nello specchio e dopo se n’era andata e ora non si vede più niente! Ma non ci credi?” ci guarda perplessa. Non ci crede. Si gira e comincia a camminare.
“Secondo me guardate troppi cartoni animati. Forza, andiamo avanti” siamo schioccati. Dopo tutto quello che ci è capitato non crede a quello che abbiamo visto? Sospiriamo e ci leggiamo nello sguardo: parlare con Fabi è totalmente inùtil… La raggiungiamo dopo un po’. La guardo negli occhi mentre concentra lo sguardo di fronte a sé: ha una faccia molto strana, quasi arrabbiata.
Si ferma. Guardo anch’io: c’è un manichino bianco senza testa di fronte a noi. Il suo collo sembra scheggiato, come se l’avessero decapitato. È vestito con solo un abitino verde, ci blocca la strada per andare avanti verso la porta. Fabi inclina la testa di lato e comincia a ronzare attorno al coso. D’istinto mi tocco il collo, quel manichino mi fa impresiòn. Anche Mini fa lo stesso e la sento deglutire.
“Sembra molto pesante…” dice Fabi, secca. Mi viene un’idea.
“Mini, togliamolo di mezzo!” lei mi capisce e ci lanciamo uno sguardo complice. Lei si mette alla destra del manichino e io alla sinistra. Comincio a tirarlo e lei a spingerlo. Ci mettiamo tutta la nostra forza, ma non succede niente.
“Al, riproviamo” annuisco e riproviamo, ma a parti inverse. Quella cosa dev’essere fatto di ferro: non si sposta di un millimetro! Smettiamo, ansimanti, di spingere e di tirare: quel coso non ha intenzione di farci passare. Mi fanno mal le mani, è una fortuna che non abbia una scheggia nelle dita.
“Fabì, di qua non si passa. Credo sia mejor andare da un’altra parte” dice Mini e si volta insieme a me verso l’altra parte del corridoio. Sono d'accordo anch’io. Finchè c’è quel coso non si può fare niente, a meno che non spunti fuori Godzilla ad aiutarci… Fabi non si muove, me ne accorgo dopo un po’. Guarda quel manichino con lo stesso sguardo strano che aveva puntato allo specchio-fata.
Fabi, vamos!” dopo qualche secondo ci segue. Siamo noi a capo del gruppo, finalmente! Ritorniamo all’ingresso. Il corridoio non era l’unica strada da fare: ce ne sono altre che non ricordo di aver visto prima.
“Allora, quale scegliamo?” io e Mini indichiamo la stessa porta, quella meno buia e meno inquietante. Fabi sembra più nervosa del solito. Non si gira, ma butta gli occhi ovunque e questo è molto strano da una chica come lei.
“Possiamo andare laggiù?” chiediamo a Fabi. Lei sembra totalmente indifferente a ciò che stiamo dicendo, ma ci annuisce distrattamente. Non so che ha, ma comincio ad innervosirmi anch’io se continua così. Mini gira la maniglia e apre la porta. Il corridoio è più buio del salone d'ingresso, ma riesco ugualmente a vedere qualcosa…
“Ah!” qualcuno è sbucato all’improvviso dal corridoio e si è buttato addosso a Mini. Sia mi hermana che la persona su cui si è schiantata sopra sono caduti all’indietro, Mini cerca di alzarsi anche se troppo goffamente, infatti ci mette troppo a raggiungerci e a nascondersi dietro di me. Io invece, per lo spavento, mi sono nascosto dietro Fabi e, quasi senza accorgermene, le sto artigliando le spalle. Fabi si libera di me con un calcio che mi fa quasi perdere l’equilibrio.
“…Vigliacchi…” sussurra a noi, credo, forse non ho sentito bene. Intanto la figura si è alzata e si aggiusta il vestito e il cappellino che intanto era caduto vicino a lei. È una chica dai capelli corti e neri. Ha un vestito blu scuro che le arriva fino alle caviglie ed è pieno di dettagli, mi ricorda molto i pochi film dell’Ottocento che vedevo con Mini. Ha anche uno di quei cappellini che le donne usavano quando faceva freddo, insomma, uno di quel genere.
Senorita, estàs bien?” chiede Mini, anche se con impazienza e con un sorriso che dimostra il contrario. Mi spunta un ghigno: Mini quando si offende, si offende e non credo che la sorpresa di prima le sia piaciuta.
Si tranquillizza quando la guarda con più attenzione. Quella ci fissa sbattendo tante volte le ciglia, credo che si sia fatta male o non capisca cosa abbia detto mi hermana.
“Signorina, stai bene?” sbatte ancora di più le palpebre. È molto buio e non riesco quasi a vederla in viso. Annuisce in un modo…refinado e poggia le mani di fronte a sé. Credo di aver capito chi sia.
Lo entiendo! Sei anche tu nella nostra situaciòn e cerchi di uscire da questo castello, no? E ti sei persa come noi tre e non sai cosa fare, come noi!” quella ci fissa interessata, credo che abbia capito cosa stiamo dicendo e annuisce ancora. Mini si tranquillizza e tira con me un sospiro di sollievo. Sorridiamo entrambi: per fortuna che non ci siamo solo noi qui dentro!
“Beh, si… Io volevo solo dare un’occhiata in giro, ma non sapevo che c’era un vero e proprio labirinto in questo castello e così…” abbassa lo sguardo. L’oscurità non mi fa vedere il suo viso.
Cuàl es tu nombre?” cambia il suo sguardo in severo, non credo che ci abbia capito.
“Come ti chiami?” raddrizza la testa.
“Mary”
“Bene, Mary, benvenuta nella compagnia! Io sono Mini, lui è il mio gemello Al e questa piccolina è Fabi” anche se è buio, vedo che sorride. Beh, le fa un viso un po’ inquietante, ma almeno capisco che è una tipa apposto.
“Piacere di conoscervi” dice facendo un veloce cenno con la testa. Sia io che Mini rimaniamo un po’ intontiti: è troppo…formales, per adulti. Questo è un po’ strano, non credo che Mary abbia più di ventitre anni, quindi perché fare così tanto teatro? Bah! Le avranno insegnato così i genitori o qualcosa del genere…
Es un placet
“Anche per me è un piacere”
“…”
Fabi non dice nulla. Sia io che Mini ci giriamo verso di lei, un po’ arrabbiati.
“Fabi, dì qualcosa di carino!”
“…” sia io che Mini facciamo una faccia furiosa: ma què…? Vuole farci fare un’altra delle sue figuracce per la sua testolina un po’ storta? Fabi guarda Mary con un’espressione strana: sembra la stressa espressione strana che ho visto sia con la fata nel quadro sia col manichino, ma questa volta sembra un po’ più cupa e interessata. Sembra che voglia dare un morso alla chica per sapere che sapore abbia. Deglutisco e mi giro verso Mary. Lei invece sembra essere schifata, forse offesa. Ma che dico? Certo che è offesa, mi offenderei pure io!
“Erm…non pensare alla piccola: non è che parli molto…” sembra capire al 100% ciò che dico e rialza la testa con la solita eleganza che ho visto nel saluto che ci ha fatto. Non so, ma credo che sia un po’ snob…
“Senti Mary, stavo pensando che forse sarebbe meglio se venissi con noi” mostra una faccia un po’ perplessa.
“Si, dato che siamo sulla stessa barca, non vedo perché non dovremmo aiutarci a vicenda. Siamo anche noi in un grosso pasticcio ed è meglio se ne usciamo da qui tutti insieme!” anche Mini sembra essere d’accordo con me. Fabi…lasciamo perdere…ha sempre lo stesso sguardo…solo con una strana luce negli occhi.
“Che ne pensi?”
“Sono d’accordo. Cosa avete intenzione di fare?” mi ha prosciugato l’entusiasmo. Già, in effetti, cosa possiamo fare? Mi giro verso Mini, in imbarazzo. Anche lei ricambia con lo stesso sguardo.
“Erm…non lo sappiamo. L’idea sarebbe quella di muoversi qui attorno e cercare un’uscita. Ma non l’abbiamo ancora trovata…” mi sento soffocare. Effettivamente non abbiamo un piano e nemmeno sappiamo o abbiamo la minima idea su cosa fare e la cosa è…vergonzosa. Mary sembra leggermi nel pensiero.
“Se dobbiamo controllare in giro, io sono già giunta da questo corridoio e non ho visto niente d’interessante. Voi avete visto altre strade?”
“Si, dove siamo andati noi c’erano tre porte: questa qui, una bloccata e un’altra libera. Andiamo ed esploriamo!” Mary annuisce con più forza. Sembra avere fretta. Forse vuole uscire da questo posto il più velocemente possibile e, sinceramente, l’appoggio. Ritornando indietro sia io che Mini fulminiamo Fabi per essere stata maleducata. Lei, in risposta, alza le spalle. Non la capirò mai. Mary ci segue e Fabi va dietro di lei. Ritorniamo nel salone d'ingresso e andiamo verso l’unica porta rimasta.
C’è un altro grande corridoio ma illuminato dal sole dell’alba. Riesco a vedere meglio Mary: è una bella chica, ma non del mio genere. È piuttosto alta, ha le mani poggiate di fronte a sé sempre con quell’atteggiamento da reginetta di prima, viso piccolo, occhi…rossi?
Excusame, ma perché hai gli occhi rossi?” anche Mini aveva notato questa cosa strana e l’aveva chiesta al posto mio. Non è la parte bianca dell’occhio ad essere rossa, non è come gli altri occhi stanchi o stressati con le vene rosse che escono fuori, ma è proprio il centro ad essere colorato con un rojo terribilmente acceso. Mi ricorda il sangue di quel cornudo di Ambrogio. Mary rimane sorpresa dalla domanda e non so il perché. Credo che sia un ‘fantasma’ come tutti gli abitanti di questo posto e penso che era una tipa con un botto di soldi quando era ancora viva.
“Questi? Beh, ecco…è un difetto…di famiglia…si…” dice poco convinta e cercando di aggiustare il cappellino che, in realtà, non si è mosso o sfasciato. Questa non me la dice buona…
Seguro? Ne sei certa?” chiedo. Lei sembra essersi innervosita per questa mancanza di fiducia.
“Ovviamente, intendi dire che non ti fidi della mia parola?”
“No, no…non capivo…lascia stare…” questa qui sembra essere sul punto di iniziare una rivoluzione. Solo perché gli ho chiesto qualcosa. Questi fantasmi sono proprio scemi…
“Mary…è un nome…grazioso…” sia io che Mini fissiamo Fabi che, non so proprio il perché, ha cominciato a parlare. Ha uno sguardo orribile: ora che è buio vedo la sua pelle molto più bianca di come la ricordavo, si vedono dei segni scuri sotto gli occhi, segno di una che non ha dormito o di quando la pelle tira molto sulla carne. Ha un sorriso muerto: i lati della bocca si flettono piano, difficili da notare, non sembra nemmeno un sorriso se non fosse per gli occhi che puntano peligrosamente interessati verso Mary. Non so nemmeno il perché ho guardato le sue mani. Le ossa sporgono. È molto più magra di come la ricordavo, fa quasi…paura.
“Ti ringrazio…” il suo sguardo sparisce subito, quasi credo che non l’abbia visto per davvero, se non fosse per la mano di Mini che mi preme e mi fa capire quanto sia preoccupata. I lati della bocca di Fabi si allargano un po’ di più e i suoi occhi sembrano più sereni, ma la pelle è sempre troppo bianca.
“Una piccola curiosità personale, come saresti arrivata in questo castello? Nel bel mezzo del bosco per giunta!” anche Mary capisce che Fabi ha qualcosa di strano e pericoloso negli occhi.
“Per il lato inverso. Credevo che avrei trovato un altro luogo per entrare e avevo ragione” uno spicchio di fuoco brucia negli occhi di Fabi. Deglutisco.
“Capisco… Quindi sarebbe per il lato inverso, sud… Per quale motivo una bella donna come te girovagherebbe in un bosco, nel bel mezzo del nulla? Siamo in una zona di contadini e i tuoi abiti dicono il contrario ai costumi di questo luogo” Mary sembra essere nervosa. Non so se per gli occhi di Fabi o per la domanda.
“Io… cercavo spiriti… da catturare s’intende…” non credo che dica la verità. Quando ero a suonare nella locanda, spesso parlavo con gli uomini e mi raccontavano di questi cacciatori di spiriti scelti da questa padrona, ma nessuno sa a che servono questi spiriti.
Continuano a parlare per molto tempo, manco fossero petto e camicia. Io e Mini ci guardiamo negli occhi. Non servono parole: cosa cacchio sta cercando di fare Fabi? Quegli occhi erano un segnale di peligro. Non so che ha intenzione di fare, ma la vedo molto grigia… Il corridoio sembra infinito e forse non terminerà mai, secondo me. Stringo la mano a Mini e lei ricambia. Forse sarebbe meglio svegliare Fabi e chiederle se per caso siamo finiti in un’altra trappola o no. Mi tranquillizzo quando vedo una porta in fondo, vicino ad una luz. Què suerte!
Apro la porta.
Una biblioteca. Una biblioteca piccola piccola quanto la mia camera a Barcellona. Cioè: un lunghissimo corridoio senza luci per arrivare a esto?!
Què significa esto?
“Ma che significa?”
“Non lo so, Sanz, ma credo che dovremo dare un’occhiata in questi libri”
Ci giriamo scombussolati verso Fabi, intenta a tenere d’occhio Mary.
Què?!”
“Avete capito benissimo”
“Ma è una palla!”
“Che linguaggio volgare!” ci urla Mary, abbastanza furiosa. Comincia a rompermi pure lei. Fabi fa un passo avanti verso una libreria, prende un libro e comincia a sfogliarlo.
“Smettetela di fare i bambini e cominciate a guardarvi attorno. Sono anche in italiano e alcuni in spagnolo, per fortuna” Mini non è d'accordo, come me.
Pero por chè?!” Fabi chiude di scatto il libro e fa un sospiro arrabbiato. Si gira e ci fulmina, quasi letteralmente. Mini deglutisce e si avvicina a me camminando all’indietro. Ok, si è imbestialita.
“Iniziate a cercare tra i libri, Sanz” sottolinea il nostro cognome come se fosse una parolaccia o abbia detto qualcosa di brutto. Io e Mini ci guardiamo negli occhi: non la faremo più arrabbiare, mai più. Mi ricordo cos’ha fatto ad Ambrogio e mi viene da pensare: potrà fare la stessa cosa anche a noi? Guardo la spada che ha dietro la schiena. Potrebbe accoltellarci se si arrabbiasse per davvero?
“Non incominciate a compiangervi: vi aiuto anch’io se vi è gradito. Voi due potreste iniziare da laggiù e noi, invece, da questa parte” Mary non si è accorta di niente. Meglio così. Faccio segno a Mini di andare nell’angolo delle librerie dove la raggiungo subito dopo. Cominciamo a cercare tra i libri un qualcosa che dovrebbe aiutarci a fare qualcosa che non abbiamo ancora capito.
 
 
 
 
 
Dopo aver trovato e letto a metà un libretto sui diversi autori spagnoli meglio conosciuti, mi stufo del tutto. Faccio un luuuuungo sospiro e mi sgranchisco le gambe. Mini attira la mia attenzione. Mi fa segno di stare zitto e mi fa vedere cosa ha trovato: un grosso librone in spagnolo. Leggo il titolo: Leyendas de todo el mundo, Leggende da tutto il mondo. Mi fa segno di avvicinare l’orecchio.
“…Teniamolo per noi…Se Fabi lo trova non ce lo farà tenere…”
Guardo dietro di me. Mary sta guardando in un libro e sembra chiedere delle cose a Fabi, ma lei sembra più interessata alla mora che al libro che tiene in mano la chica. È molto inquietante
“…Què es…?” sorride. Ha un sorriso molto simile al mio, ma più grazioso a mio parere.
“…Un libro su todo le leyendas che ho visto nel teatro di North e tante altre…è fantastico…!...Posso farti vedere Astrea, Adalwin e Calm…!” sembra contenta da impazzire. L’idea mi piace.
“Sanz” sobbalziamo nel sentire la voce di Fabi “avete trovato qualcosa?” Mini nasconde dietro il suo mantello rojo il librone. Peligro cesado.
“Niente di che, voi?”
“Niente. Sembra che dovremo proseguire, a questo punto” spalanco la bocca: dopo tipo mezz’ora di ricerca di un qualcosa che non so finisce il tutto con un: sembra che dovremo proseguire…?! Questa non la mando giù, ma allo stesso tempo non voglio farla arrabbiare de nuevo, quindi sto zitto e sospiro. Anche Mini fa lo stesso.
“Dove andiamo allora? Non ci sono porte” Fabi alza un sopracciglio, apatica. Indica con lo sguardo dietro di noi. Ci giriamo: una porta. Oh… Non l’avevo visto prima. Anzi, per la verità, non avevo fatto molto caso a tutta la stanza e non avevo guardato molti detalles. Mi rigiro e faccio una faccia da cretino per la figuraccia. Io e Mini ci avviciniamo a loro.
Criiii…
Mi giro verso sinistra: non avevo notato nemmeno quel quadro strano. Ha una rosa rossa con tante spine col paesaje scuro in fondo. Ha fatto un rumore strano non appena mi sono messo davanti con mi hermana. Mi giro verso Fabi e Mary: anche loro osservano il quadro, interessata. Fabi sembra la più attenta tra le due.
Crooo…!
Prendo un colpo. La rosa sembra muoversi dentro al quadro e sembra che esca fuori. Non ho il tempo di guardare nessuno, nemmeno per chiedere qualcosa, che quella cosa anormal si getta su di me con dei tentacoli verde scuro spinosi e svelti. Spalanco gli occhi. Sento i piedi bloccarsi al pavimento. Alla mia destra vedo un movimento: Fabi mi ha spinto verso il lato di Mini. Cado all’indietro. Mi rialzo velocemente. Mini è sconvolta, ha gli occhi bloccati di fronte a sé. La pianta ha bloccato, con le sue spine e i suoi tentacoli, la via e dall’altra parte si trovano Fabi e Mary.
“Sanz!” questo ci risveglia dal panico e ci avviciniamo alla pianta.
Ha completamente bloccato la strada. Guardo in alto: non si può nemmeno scavalcarla. Poggio una mano sui tentacoll. La tiro indietro subito: mi sono punto, getto un urlo.
“Cosa diavolo è successo?” Fabi deve aver sentito il mio grido. Mini mi ha raggiunto e mi sta controllando la mano. Mi fa segno che non è niente: è solo un graffietto.
“Niente, Fabi. Mi sono solo punto la mano”
Esta cosa cos’è?!”
“Prima di tutto, fai calmare tua sorella, mi toglie la concentrazione il suo chiocciare”
Mini è sdegnata e rimane a bocca aperta per poi fare un broncio. Mi viene da ridere, nonostante tutto. Passa un po’ di tempo. Sento Fabi fare uno schiocco con la lingua.
“Credo che non possa fare nulla. Vedete qualche buco da voi, qualche apertura?”
Cerchiamo da ogni lato dei tentacoli giganteschi e spinosi. Io cerco a destra, Mini a sinistra. Mi hermana, dopo qualche secondo, si mette in ginocchio emozionata.
“Fabi, c’è un buco. È grande quanto il mio pugno, non credo che potremo usarlo per raggiungerti”
Mi avvicino anch’io al buco che ha visto Mini e constato anch’io che è piccolissimo e vedo delle spine molto lunghe là dentro. Non credo nemmeno che possa metterci una mano. Dopo un po’ vedo un frammento di viso di Fabi. Mi sfugge un sospiro di sollievo.
“Continuo a credere che non possiamo fare nulla a questo punto” Vedo che si rialza in piedi con lentezza.
“Sentite voi due, dal nostro lato di stanza vedo una porta e dal vostro lato lo stesso, mi pare. Quindi credo che dovremo prendere delle strade diverse a questo punto, se vogliamo proseguire” queste parole mi hanno pugnalato al cuore. Anche Mini fa la mia stessa faccia.
“Non esiste! Non ci separiamo!” sento Mary sospirare. Esta qui comincia seriamente a darmi rogna con questa sua snobbità.
“Pensate attentamente: se non possiamo più congiungerci, allora non possiamo far altro di prendere strade diverse e sperare di rincontrarci!” no, no, no. Non esiste. Non esiste. Se ci separiamo finiamo nei guai (sicuramente io e Mini), e se ci saranno ancora delle trappole? Come potremo evitarle? E poi, chi ci dice che ci rincontreremo? E se ci perdiamo? E se succede un guaio a Mini e io non so come ripararlo, com’era accaduto all’ospedale? E se…? No, no, non esiste. Non existe!
“No! Forse c’è un altro modo per ritornare insieme! Forse si può staccare qualche tentacolo”
Detto questo prendo un ramo gigante. Non riesco nemmeno a stringerlo: punge terribilmente. Mi guardo la mano. È piena di puntini rossi e da questi esce sangue. Il mio sangue.
“No, Al, questo è vero: non possiamo far altro che separarci, per il momento. Io vi sconsiglierei di restare ad aspettarci qui. Chissà che vi succederebbe restando in un solo luogo” Perfecto! Anche Fabi è d'accordo?! Oh, no…
“Ma…ma se ci perdiamo?!”
“Trovate da soli una strada di fuga” dice come se fosse la cosa più semplice dell’universo. Certo che!…no.
“Ma…ma se qualcuno vuole farci del male?!” sento un rumore di metallo che cade per terra ai miei piedi. Guardo giù: il coltello di Fabi. Di nuovo quel rumore. Ho capito: Fabi ci sta lanciando i due coltelli dal buco che abbiamo trovato. Io e Mini prendiamo i due coltelli. Sono molto lunghi e anche belli puliti, nonostante siano già stati usati poco fa. Io e mi hermana ci guardiamo negli occhi: esto què diablo significa?
“Badate a non rovinarli: mi ci è voluto un po’ per togliere il sangue del tuo gorilla furioso, Al…” non ho il tempo di alzare la testa che sento il tonfo di una porta che si chiude.


…uh…?
“Hey, ma…non ci avete mica abbandonati qui?!”
Silenzio.
“Fabi…por favor…”
Ancora niente. Io e Mini ci giriamo di scatto verso le nostre due testa.
Oh, mierda…
Involontariamente abbiamo detto la stessa, identica, estupida cosa.
 
 
 
 
 
 
 
Dopo maledizioni verso i malditi tentacoli, sfuriate, quasi pianti di mi hermana e dopo aver avuto la conferma decisiva che, si, Fabi è stata una gran…lasciamo stare…a lasciarci da soli, ci siamo decisi di continuare da soli.
Al buio.
Stramaledettamente incapaci di capire dove diablo siamo.
Mini si sta preoccupando quanto me: senza Fabi, siamo come senza un super scudo, cioè muertos. Siamo in un lungo e, per fortuna, illuminato con torce rossastre, corridoio. Io e Mini ci rifiutiamo di guardare nelle porte: ci sono solo stanze non molto grandi con un letto sfatto e librerie e…cose simili. C’erano oggetti dei più strani: amuleti, bracciali che non ho mai visto (ho dovuto trattenere Mini, altrimenti gli prendeva tutti, manco fossimo a Pokèmon), anche delle conchiglie e strane brodaglie cucinate da poco. Esto mi fa pensare solo ad una cosa: c’è qualcuno qua dentro.
“Credo che ci siamo persi ufficialmente…”
“Già…”
Non ci sono dubbi: siamo fritti…
“Beh, che facciamo? Consoliamoci un po’!” Ci penso un po’ su. Trovato!
“Guardiamo un po’ nel libro, traduciamolo dallo spagnolo all’italiano!” Io e Mini, molto spesso, ci divertiamo a tradurre i libri e delle frasi dallo spagnolo all’italiano e viceversa. Nessuno sapeva mai per certo che lingua stavamo parlando. Mini sembra super felice di questo, prende il libro nascosto dietro al mantello e cominciamo a vedere le prime pagine: c’è un indice molto lungo. Lo leggiamo un po’, ci sono tantissimi spiriti di ogni luogo geografico. La cosa mi interessa molto.
“Allora… mi ispirano le ‘fate’, tu?”
“Anch’io, forse troviamo anche Astrea!” veramente volevo andare nel capitolo delle fate perché volevo vederne una e capire se sono belle o no, insomma, possono anche essere brutte, chi può dirlo? Questa domanda me la facevo anche da pequeno e ho sempre creduto che fossero belle e piccole. Sfogliamo il libro verso il capitolo sulle fate. Questo libro sembra fatto molto bene: ci sono le figure e non sembra nemmeno troppo vecchio. Quasi tutte le tipe nelle immagini sono muy sexy. Mini comincia a leggere.
“La fata è una creatura leggendaria, presente nelle fiabe o nei miti di origine principalmente italiana e francese ma…”
“Vai avanti: questo lo sapevo anch’io”
Continua a leggiucchiare qualche rigo per conto suo. Io non riesco a leggere bene: è Mini che tiene il libro in mano e sembra che abbia trovato qualcosa d’interessantissimissimo. La sua faccia dice tutto.
Què, què?
Excusame, Al, excusame mucho…” dice fingendo di essere dispiaciuta per qualcosa. Continua a leggere.
“…ogni fata indossa un abito di un solo colore che rispecchia la sua personalità. Inoltre portano gonne lunghissime per coprire eventuali deformità come una parte del corpo bovina o caprina, come code, zoccoli ed alcune persino la testa…”
QUÈ?!” riprendo il libro in mano, con molta poca grazia e rileggo almeno trenta volte quella parte. Non ci posso assolutamente credere. Quando vedrò una fata vera allora controllerò prima se abbia qualche ‘eventuale deformità’, nel caso volessi mettermi con qualcuna di loro. Eppure sembravano così belle…
“…oltre alla vanità e all’egocentrismo che le distingue, sono fortemente permalose ed irascibili, un solo torto può scatenare la loro ira ed il loro dispetto può trasformarle in furie e spingerle a fare maledizioni…”
“Pro memoria: mai diventare il fidanzato di una fata, qualunque essa sia” Entrambi ridiamo. Sono certo che Mini abbia letto questo riquadro per un altro motivo. Lei non vorrebbe mai che io mi innamorassi per davvero di qualcuno. Credo che non le farebbe piacere perché l’abbandonerei o qualcosa del genere. In effetti…nonostante sia stato con molte tipe (di molti paesi europei e non), non ho mai sentito qualcosa che mi facesse attrarre a qualcuno. È un po’ strano, ma è così. meglio per Mini.
“Non fa niente. Guardiamo le streghe!” Anche questo l’ha fatto apposta. Sfogliamo l’indice, troviamo le pagine e ci andiamo. Anche qui ci sono i disegni. Vedo di striscio una befana e una tipa molto carina, ma col naso come se qualcuno le avesse dato un pugno.
“La strega è una figura più o meno mitica presente nella cultura di tanti paesi, popoli antichi e moderni…blabla… Secondo le credenze popolari è una persona ritenuta dedita all’esercizio della stregoneria che possano essere sia benigni che malvagi…blabla…il suo omologo maschile è lo stregone… Questo già lo sapevo! Non c’è niente di nuovo” dice scoraggiata e con un sospiro.
Què c’è poi?”
“Un altro indice con altri nomi di strega. Baba Yaga…Borda…” E continua a parlare e ad elencare nomi. Quasi non ci accorgiamo che i nostri piedi si muovono da soli e continuano a camminare per il corridoio. Ho quasi dimenticato di tutto: Perla, il bosco, Fabi, i tentacoli, Mary…   
“…Bloody Mary…uh…?”
“Bloody Mary?” riguarda con più attenzione il nome.
“Bloody Mary!” sono perplesso.
“Bloody…Mary?!” sono ancora più confuso. Quindi esiste una Mary strega…
“Leggi un po’” ubbidisce.
“Bloody Mary è una strega tipica del folklore del mondo occidentale…”
“Mai sentita…”
“Fammi leggere! Si dice appaia in uno specchio quando il suo nome viene invocato più volte con diverse modalità e che miete le proprie vittime che disturbano il suo riposo nella terza dimensione negli specchi. Mmm… il resto l’hanno strappato ma… Madre de Dios!!!” mi urla nell’orecchio. Per lo spavento ho fatto un balzo all’indietro.
Què què què?!” mi mostra un’immagine della strega. È una tipa coi capelli lunghi legati in una crocchia, un vestito lungo blu scuro, atteggiamento da snob, occhi rossi…uh?
La ririguardo con molta più attenzione. Non ci credo. Non ci credo…
“Al, è Mary. La nostra Mary” dice con uno sguardo scuro.
Passano diversi secondi. Un minuto. Un altro minuto. Il tempo si è fermato. Noi non ci muoviamo. L’immagine di Mary ci guarda con superiorità come per dirci:         Bene bene… Si vede che qualcuno morirà quest’oggi…
“Mini…secondo te Fabi sta bene…?” chiedo innocentemente. Lei ha ancora la testa fissa sull’immagine.
“Io…ecco io…io…veramente…” sento la gola secca, come se non bevessi da giorni. A Mini trema il labbro. Credo che stia per piangere. Anch’io vorrei, ma non ci riesco in nessuno modo. Mi sento crudele, cattivo. Come papa ci dice che siamo veramente.
 
“Sanz, cosa diavolo state facendo?”
“Ci sediamo”
“Siete utili quanto un termosifone nel Sahara…”
“Ma noi non sappiamo fare questa cosa! E se sbagliamo?”
“Potreste almeno guardarmi e imparare…”
 
 
“Non l’abbiamo aiutata a fare nulla per arrivare fin qui…” Fabi non era una mia amica, ma avrei voluto almeno ringraziarla per bene quando aveva dato la lezione ad Ambrogio. Madre de Dios… e io che avevo anche paura che ci facesse lo stesso trattamento.
“Cosa facciamo ora?” questa domanda mi stava per uscire di bocca, ma Mini mi ha preceduto. È vero, ora che non c’è Fabi, cosa facciamo? Che cosa ci accadrà ora? Ci perderemo per sempre in questo castello stregato? Oppure troveremo da soli un’uscita? Mi fa male la testa per tutte queste domande senza risposta. Mi bruciano anche gli occhi, ma non credo che piangerò.
“Io mi rifiuto di credere che sia ancora troppo tardi, Fabi è forte e…e noi la troveremo (forse anche meno malmenata del previsto…) e torneremo a casa!” mi esce un discorso senza né capo né coda. Come diablo riusciamo a trovarla in questo labirinto? E, soprattutto, sarà ancora viva?
“Credi che la vorrà cucinare o qualcosa del genere?” deglutisco: già immagino un calderone strapieno di robaccia verde e con tanti pezzetti di Fabi in mezzo a quel garbuglio. Mi sono sempre rifiutato sul fatto che le streghe mangiassero i bambini, ma ora stiamo parlando di una cierta strega e quindi non so proprio cosa pensare…
“Beh, ecco…non lo so, ma non credo che…WUHAAA!” sono caduto dentro un buco. Non so come abbia fatto a rompere un pezzo di piedra, ma sta di fatto che, mentre mi stavo avvicinando verso Mini, sono caduto dentro e ho sbattuto il fianco destro e un gamba. Sento male, muy mal
Al, estàs bien?!” la sua voce sembra provenire da tutte le parti. È buio e non vedo un granchè, inoltre la testa di Mini blocca la poca luce che c’è in questo buco.
“Mini, dammi una mano!”
“Come scendo?”
“Buttati giù!”
Si butta giù e cade vicino a me, in ginocchio. Le escono delle lacrime e respira con affanno. Provo a rialzarmi, alla fine non mi sono fatto troppo male: solo una strusciata sul fianco. Credo che esca del sangue da lì, infatti sento quel posto troppo sensibile. Anche Mini si rialza e si asciuga le làgrimas. Sulle sue ginocchia ci sono dei graffi.
“Ce la fai a camminare?” annuisce convintissima.
Mi giro un po’ attorno. Non è un simple buco. È un quadrato con una porta in uno dei suoi lati. Mi giro verso Mini, anche lei fa lo stesso. Forse abbiamo trovato qualche pasadizo secreto o qualcosa di simile. Mi avvicino e apro la porta. Un altro corridoio. Sbuffo: questi corredores cominciano a rompermi. Però a questo ne vedo il fondo. Ci sono diverse porte su ogni lato, non riesco a contarle: è troppo buio…
“…ma cosa volevi fare?...La pazza che imita gli uomini?...Ciò che hai fatto è orribile, te l’avevo detto che sarebbe finita male!...” dalla prima porta esce della luce dallo spiraglio. Avevo sentito la voce di una chica arrabbiata. Io e Mini ci avviciniamo curiosi.
“…Diamante, per favore, non è il momento, riportami com’ero prima!...” Perla. Sento la sua voce di bambina da dietro la porta. Guardo dentro lo spiraglio. Non vedo molto, ma riesco a vederla insieme ad un’altra chica coi capelli rosso-castano, molto lunghi, lisci, girata di spalle. Vicino a loro c’è un gigantesco pentolone. Da lì esce uno strano gas blu-azzurro. C’è un’accecante luce giallastra. Mini avvicina l’orecchio alla porta.
“Va bene, ma credimi: Sua Eccellenza s’alternerà molto dopo averti veduta di nuovo” Perla annuisce poco interessata. Si toglie il vestito rattoppato e…scivola nel calderone. Mi avvicino ancora di più alla serratura, se fosse possibile. La tizia coi capelli rosso-castano sembra essere impaciente. Martella il braccio con le dita. Ad un certo punto si alza e si avvicina al calderone. Credo che abbia dato un colpetto alla testa di Perla. Vedo dei capelli rosso fiamma uscire dal calderone e…


Madre…de…Dios…mi divina
“...Al, què succede...?...Al, stai sbavando…!” cerca di farmi voltare. Le faccio segno di stare ferma. Anche se con rabbia mi lascia fare.
Dal calderone non è riemersa più la Perla che conosco. Non c’è più la nina che avevo visto ogni santo giorno da quando sono arrivato qui. C’è una sorta di dea uscita dal calderone. Sembra in tutto e per tutto Perla, soltanto con almeno quattordici o quindici anni. Il calderone sembra essere piuttosto profondo perché è ritornata su a metà corpo, il resto è magia pura.
È nuda.
Completamente nuda, così come la sua mama l’ha fatta e, chiunque sia, dovrei farle i complimenti non appena l’avrò conosciuta per quel corpo. È la prima volta che vedo una chica desnuda, per davvero, per la primissima volta in tutta la mia vita. Sento la fronte colare. Sento che tra poco sprofonderò nel pavimento e diventerò qualcosa simile a gelatina vivente e frizzante. Il suo seno è piccolo, ma giusto alla forma…
…Al, Madre de Dios, que està sucediendo…?!
Mi ha strattonato lontano di pochi millimetri dalla serratura. Allontano ancora Mini, voglio godermi tutto di lei. E chi diablo se l’aspettava una cosa del genere? La sua pelle è come una perla bianca, forse è per questo che si è fatta chiamare così. È argentea con del rosa sulle guance. Si muove un po’, verso la chica arrabbiata. Mi metto le mani sulla bocca per non urlare. Mini ha ragione: sto sbavando e tra poco avrò un’emorragia, me lo sento. Mentre si muoveva, il seno si era mosso un po’… sto sbavando come un cane affamato di…
“Di grazia, chi siete voi e cosa andate fissando?” era una voce di uomo.
Mi giro verso destra, con le mani d’avanti alla bocca e credo che io sia anche tutto rojo in faccia. Sbatto le palpebre almeno cinque volte. Lui alza un sopracciglio con una certa snobbità. Mi esce una risatina da babbeo, proprio come quando papa ci beccava a fare delle cretinate. Mi rimetto in piedi e involontariamente faccio un sorriso da idiota. Credo che anche Mini abbia la stessa faccia. Indietreggiamo, credo che voglia passare, spero che Perla si sia messa qualcosa. Non si muove di un millimetro. Mi fissa come se mi volesse menare da un secondo all’altro.
“Non v’ho mai veduto di codeste parti”
“Eh…?” questo parla male l’italiano, anzi, muy mal. Guarda in cielo, sempre con la sua aria da excèntrico. Ripunta gli occhi su di me.
“Dico: non vi ho mai visto da queste parti, finora” va meglio. Sono ancora un po’ scosso da tutto quello che è accaduto e senza volerlo esito, senza un valido perché. Insomma, què devo nascondere?
“Beh, ecco…stiamo cercando…Bloody Mary e Fabi…” ci fissa come un assassino che aspetta un errore dalle vittime. Credo che ne abbiamo fatto uno. A un certo punto sembra aver capito qualcosa e si incupisce ancora di più. No entendìa.
“Capisco…quindi presuppongo che siate Cacciatori di spiriti, coloro che dovrebbero disseminare l’angoscia ogni ove e flagello tra noi?” mano a mano che parla ci fa arretrare di un passo. Què diablos quieres de nosotros? Tocco con la schiena la pietra grigia. Ci ha fregato. Sopra di noi c’è il buco dove siamo entrati e la poca luce fa illuminare le rughe del loco.
“Senti, noi non vogliamo guai. Facciamo così, amigo: io esco da questo buco con mia sorella e la ragazza coi capelli rossi e ricci e tutti saranno felici e contenti come in Cenerentola e Biancaneve, ok?” mi guarda perplesso: sembra che non creda alle sue orecchie. Pero què…? Si massaggia gli occhi e sospira.
“I costumi non valorizzano la vostra origine, mi pare…”
“Ok…” dice Mini allungando la ‘k’ “bello mio, allora, ci accontenti? Ce ne possiamo andare?” dice con un sorriso teso. Credo che stia facendo la stessa faccia, por chè esto ci guarda scioccato.
“Voi state convinti che io, Tolomeo Fernandez de la Hynoyosa sovrano del Regno delle due Sicilie, lasci veramente due Cacciatori di spiriti a vagabondare e a diffonder mali tra i miei sudditi e colleghi? E inoltre, per di più…”
Amigo, ti faccio i complimenti per il nome e anche per chi te lo ha dato, ma noi non ci capiamo proprio. Non siamo Cacciatori di spiriti. Beh, si, gli ho sentiti nominare qualche volta, ma credimi: non lo siamo. Siamo finiti qui per sbaglio, perché stavamo cercando una nina (anche se ora è una chica…) che si era persa nel bosco, ma poi siamo stati rinchiusi qui e non sappiamo più come uscirne. Anzi, senti un po’: aiutaci pure, così ce ne andiamo più in fretta e saremo tutti felici come sempre!” sto allargando il sorriso meno convincente che io abbia mai fatto, ma questo non sembra che voglia collaborare: ci guarda increduli, come se lo prendessimo in giro. Forse lo crede veramente…
“Sappiate che l’unico motivo per cui vi lascio ancora in vita è perché trovo il vostro ridicolo lessico moderno insolitamente divertente” ci metto un po’ per assimilare tutto e…uh…?
Què?!” guardo Mini negli occhi: seriamente, què dijiste antes?Mi esce fuori una risatina nervosa.
“È…uno scherzo?” scuote la testa, serio.
“Temo di no” credo che dica per davvero. Sia io che Mini continuiamo ad avere questa faccia da idioti sorridenti.
“Ok…allora noi ce ne andiamo… Al, c’è una scala o…un trampolino…?”
“Temo proprio che dovrei fare velocemente, in modo da non fare uscire troppe urla dalle vostre gole…”
No importa, Mini, fai una scaletta con le dita: io salgo su e poi ti tiro lassù anch’io”
“No, no…prima tu fai la scala”
“Mini, por favor…”
“Insisto!”
“Mini…” continuiamo ad avere queste brutte facce tese e se Mini è per davvero il mio specchio, allora ho uno sguardo horribles.
“Voi due!” il tizio ha lanciato un urlo. Ci giriamo verso di lui. Come pensavo: è arrabbiatissimo. Perché non l’abbiamo ascoltato o forse…no, sento la mia testa vuota.
“Faremo in codesta maniera: prima prenderò tra le mani il tuo collo…” guarda Mini. Non so come, ma i suoi denti stanno lentamente crescendo. Si stanno affilando ed escono da sotto le labbra. Ho paura…Dov’è Fabi? “…e dopo aver concluso il primo piatto con te, passerò al tuo, presumo, fratello e alla fine…” Mini batte i denti, io sto tremando e ci rannicchiamo senza volerlo verso il pavimento. Ci esce dell’aria dalla bocca. Ayuda
“…visto che mi avete alleviato il cuore con le vostre battute, mi sembra lecito ripagarvi com’è giustizia: farò in modo che non sentiate nulla” parla come se stesse descrivendo il modo in cui si costruisce una navicella spaziale. Alguien nos ayude… Comincia a piegarsi vicino a noi, soprattutto vicino a Mini. Ora ho capito.
Ah! UN MALDITO VAMPIRO!!!” urlo indicandolo. Il tizio sembra essersi spaventato e arretra stringendosi le orecchie. Mi sono uscite fuori delle note acute e stridule e credo che siano state penetranti. Sento una porta che si apre e si rinchiude.
Voi! Cosa date facendo?!”
Perla. La mia Perla.
“…Estamos a salvo…” dice Mini battendo i denti. È sbucata fuori la Perla che ho visto quando è uscita dal calderone. Ha un vestito azzurro che sembra costare dieci volte più di me. E io valgo anche un bel po’!
Voi?! Come utilizzate il linguaggio, cagna!” meglio che se la prenda con Perla che con noi...se non fosse un vampiro gli frantumerei il cranio con un pugno per come l’ha chiamata.
“Non è un nemico! Anche lui si ritrova in questo mondo per errore!”
“E come lo sapete?!”
“Questo giovine è mio amico!” l’ha detto senza esitazione e Perla non parla a vanvera quando dice quella parola. Il tizio sembra non crederle. Madre de Dios, credile…
“Possedete prove concrete di ciò che afferma codesta fanciulla?” non ho capito una mazza.
“Vuole sapere se è vero quello che ho detto e se hai…qualcosa che glielo confermi…” mi spiega paziente. Non mi sono mai accorto che la sua voce è così dolce. Mi viene un’idea.
S-si, es cierto! G-gua-guarda qu-qui!” prendo dalla cintura la collana di Perla. Lei sembra sorpresa di vederla. Il tizio la prende in mano. I suoi denti stanno ritornando velocemente com’erano prima. Fiuuu…! La gira è la rigira fra le mani. Annuisce fra sé e sé.
“Ammetto di aver avuto torto. Spero che accettiate il mio perdono per ciò che è accaduto” dice, ma non sembra per niente dispiaciuto. Spero di non rivederlo più esto aquì. Perla ci aiuta a rialzarci.
“Un momento, prima devo prendere una scala per tornare al primo piano. Tutti devono sapere che ci sono altri mortali in questo mondo!” dice mentre se ne và alla ricerca di una scala. Dopo aver sentito la parola ‘mortale’, il tizio ci ha lanciato uno sguardo perplesso. Ricambiamo con un sorriso da idioti.
 
 
 
 
 
 
Espera…quindi tu…sei un vampiro?”
“Esatto…ma non ne vado fiera…”
“Ah…e quindi tu, in realtà, avresti questo aspetto, ma prima non ce l’avevi por chè quei delinquentes, che ti avevano picchiata la prima volta, ti avevano trasformata in una bambina per acchiapparti meglio?”
“Esatto ancora una volta”
“E…ora…por chè tutti ci guardano così…?” ogni volta che butto un occhio da qualche parte, vedo solo spiriti di tanti tipi e non solo belle fatine, ma anche altri generi che, juro, non ho mai visto prima. Oltre che sono dei veri chiacchieroni: sento voci ovunque e mi tamponano la testa in una maniera incredibile. Non che ci fissano male, anzi, sembrano felici di sapere che non siamo pericolosi, ma è un po’ imbarazzante avere tutti questi occhi che ti fissano come se fossi un animaletto dello zoo.
“Sono lieti di sapere che non siate dei Cacciatori di spiriti e che vi siano anche altri mortali oltre ai due bambini trovati tempo addietro…”
Què?! Ci sono dei bambini come noi?! Per caso sono un maschio e una femmina e si chiamano Leo e Niki?”
Tutti gli spiriti smettono di parlare e ci guardano meravigliati. Non so perché l’abbiano fatto, ma mi sento nervoso. Non riesco a distinguere bene chi sia chi: ci sono troppi occhi e troppe facce strane. Non capisco perché ci fissano come se avessimo detto l’Ave Maria al contrario. Vedo qualcuno uscire dalla massa. Lo riconosco: è il vecchio della locanda. Ci fissa felicissimo, sembra che sia stracontento di vederci.
“Hey, io vi conosco! Siete i due che c’erano alla locanda ieri sera!” alla parola ‘locanda’, alcuni spiriti hanno cominciato a fulminare il vecchio con lo sguardo. Solo ora noto che ha un boccale di birra in mano. Si gira attorno notando tutte quelle facce brutte.
“Beh, che c’è, gentaccia? Di nuovo con questa storia che non posso uscire da questo postaccio perché è troppo pericoloso? Ritornate nelle vostre tane e morite laggiù, cagnacci rabbiosi! E adesso fatemi passare, questi qui devono venire con me! Ah, comunque ragazzi, io sono Joe, il Vecchio Joe!” si sentono delle lamentele, ma non molte. Alla fine il vecchio passa in mezzo alla folla, zoppicando, e ci tira per un braccio. Dopo diverse svolte e risvolte, siamo arrivati in cima ad una torre. È parecchio alto da quassù: quasi quasi ho le vertigini!
Il cielo è bianco, non si capisce se pioverà o no. Sotto di noi si vedono diverse bancarelle colorate, come se fosse un allegro mercatino. Da sotto gli spiriti si muovono eccitati e in varie direzioni. Credo che ormai tutto il castello sappia che ci siamo anche noi qui.
“Allora, bel panorama, eh? Beh, sarà anche bello, ma io lo trovo troppo noioso. Preferivo stare nel Regno di Halloween, almeno lì c’era la birra!” fissiamo sbalorditi di sotto. Alcuni spiriti addirittura si muovono volando e altri sono o piccolissimi o altissimi, altri grossi e strani e altri ancora sembrano degli esseri umani come noi. Non ho mai visto tanta gente con così tanti colori.
“Sentite voi due, prima di portarvi da Jackie e farvi delle domande, dove diavolo è finita la vostra amica biancastra?” alzo la testa verso il vecchio. Ora mi ricordo di Fabi.
“Senti, non lo so, credo sia con Mary e…”
“Mary? Quella pazza?! Ma che diavolo credeva di fare Jackie?! Voi due: credo che quella lì creda ancora che la vostra amica sia un Cacciatore, così chiamiamo coloro che vogliono catturarci, e credo che stiano ancora girando a vuoto per il castello. Ah, ecco Jimmy! Vecchio mio, eccoti finalmente!”
Ci giriamo. Non l’avevo notato, ma c’è un tizio con un lungo mantello nero dall’altra parte della torre che guarda sotto di lui. Ci avviciniamo insieme a Joe. Anche se l’ha chiamato ‘vecchio’ non lo sembra per niente: avrà al massimo trentacinque anni o giù di lì. Ha un cappello che gli copre la testa e quasi tutta la testa, l’unica cosa che vedo è po’ di barba nera. Sembra felice di quello che sta guardando là sotto.
“Jimmy, eccoti qua! Ti devo chiedere una cosa…” e continuano a parlare allontanandosi da noi. Io gli ignoro. Sono concentrato su quello che ha visto il tizio col cappello. Stava fissando i piedi di una torre: vedo due spiriti grigi scuri, non vedo muy bien cosa sono, che trasportano malamente una persona piuttosto piccola in confronto a loro e se ne vanno dentro la torre.
“Cosa?! Che ha combinato quella pazza?! Peccato… Era la mia preferita!” alzo la testa insieme a Mini che stava guardando insieme a me la strana scena.
Que succede?” chiediamo in coro. La faccia del vecchio sembra pensierosa. Si avvicina a noi, senza zoppicare. Con una mano mi tocca la spalla sinistra e con l’altra la spalla destra di Mini. Sembra che stia per dire qualcosa di grosso.
“Ora rispondetemi velocemente: quanti anni avete?”
“Tutt’e due quindici, siamo gemelli” Joe deglutisce.
“Capisco… Credo che siate abbastanza grandi per capirlo…ecco… La vostra amichetta…come si chiamava?” chiamava…? Perché lo dice al passato…? Oh, no…
“Fabiola…”
“…Cristo, anche il nome era carino…” dice fra sé e sé “Sentite, per farla breve, non credo che ce l’abbia fatta” scuotiamo la testa insieme. Non capiamo.
Què…?” sembra aver perso la pazienza.
“Accidenti, non rendetemi difficile il compito! Insomma, la vostra amichetta è…dai, Mary doveva per forza impicciarsi in queste cose?! Insomma, come vi stavo dicendo…”
“È morta” non me ne ero accorto, ma Jimmy si è fatto avanti e ci ha detto questo. Guardo Mini, le brillano gli occhi e se le brillano gli occhi, allora sta accadendo esto anche a me.
“Jimmy! Potevi essere più delicato! Hai appena sputato in faccia alla loro infanzia!” le escono le lacrime agli occhi, anche a me. Ci abbracciamo e cominciamo seriamente a piangere. Buttiamo per aria un sacco di urla.
 
“Què he hecho?!”
“N-noi…i-io…”
“Què he hecho?!”
 
Què he hecho?!” continuiamo a piangere. Mini affonda la testa nel mio collo, io nei suoi capelli. Cosa dirò a Leo, quando vorrà sapere di sua hermana? Cosa dirò a quel mezzo gay di Gianni? ‘Oh, mi dispiace Gianni, ma tua cugina è morta perché non le siamo stati abbastanza vicino per proteggerla da una strega cattiva!’. Mi bruciano gli occhi.
“Sentite ragazzini, non fateci un lamento funebre: non è stata colpa vostra” Mini si allontana dal mia collo. È un po’ roja in faccia e cerca di cacciare all’indietro le lacrime.
“Hai…hai ragione…non…non è…non è colpa nostra…”
“Infatti, ragazzi…”
“È colpa di Mary!” esce una furia dalla gola di Mini. Anche se un po’ stordito, riesco a capire ciò che dice.
“Ma che…?”
“Per tutta questa storia dei ‘Cacciatori’ e che noi eravamo ‘pericolosi’ e tutte quelle mierde, l’avete ammazzata!”
Mini è furiosa, Joe sembra confuso, forse per la birra, Jimmy sembra non importare ciò che ha detto mi hermana. Penso ad una cosa. Mini aveva ragione: non è colpa nostra, è colpa loro. Loro l’hanno uccisa, loro volevano fare questa roba e loro… Voglio vederla. Anzi, voglio sapere cosa le hanno fatto. Voglio vedere se le hanno fatto del male o forse le hanno dato una forte botta in testa e l’hanno ammazzata velocemente.
“…Voglio vederla…”
“Eh…?”
“Voglio vederla! Voglio vedere il suo corpo! Voglio vedere cosa le avete fatto!!!” anche Mini si unisce al mio coro. Credo che Joe si stia spaccando i timpani, perché si preme le orecchie con entrambe le mani.
“State zitti! Va bene, mocciosi, vi porto da un corpo morto, basta che state zitti! (diavoli, Leo e Niki, anche se più piccoli, non fanno questi capricci!)” detto questo finiamo di urlare e di piangere e Joe acconsente con la testa di portarci da Fabi o da ciò che ne rimane. Siamo soddisfatti. Il vecchio si avvicina a Jimmy.
“Jimmy, andiamo nei sotterranei, prima che questi due ricomincino a piagnucolare!”
  
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Film > Le 5 Leggende / Vai alla pagina dell'autore: L0g1c1ta