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Autore: fiore di ren    18/10/2014    0 recensioni
Questo addio è per te. Grazie per avermi insegnato ad amare.
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Questo addio è per te.

Per te che sei stata la prima persona per cui ho lottato, per cui mi sono messa in gioco.
Per te che sei stata la prima persona che ho rincorso senza vergognarmene.
Per te che sei stato l’unico che abbia davvero mai amato con mente, corpo e anima.

Sì, hai capito bene, ti amavo davvero. E ho saputo ammetterlo a me stessa solo dopo che mi hai lasciata. Questo forte sentimento a cui non volevo dare un nome era in me da tempo, così puro e travolgente da spaventarmi. Ne avevo così paura da non volergli lasciare la possibilità di scombussolarmi più di quanto facesse la tua sola presenza nella mia vita. E in fondo ho fatto bene: ne saresti stato sconvolto, e forse saresti scappato ancora prima.

Alla fine ho dovuto per forza farci i conti. Ho dovuto ascoltarlo con attenzione. Ho dovuto dargli il nome che si meritava. Amore. E sai da cosa l’ho capito? Dalla cosa forse più assurda che potresti pensare: non saper spiegare perché stavo con te. Non saper elencare i motivi per cui stavo così bene in tua presenza. Perché ti ero così legata? Perché accettavo la presenza assillante della tua ex? Perché, sebbene stessi male al pensiero che la sentissi e la dovessi vedere, l’idea di lasciarti non mi sfiorava nemmeno? Perché, anche quando mi facevi arrabbiare tantissimo o mi ferivi, bastava un abbraccio o che mi prendessi la mano per dimenticare tutto? Perché passavo ore a pensare a piccole sorprese che ti potessero rendere felice? Perché accettavo ogni compromesso? Perché io, che non ho mai permesso a nessuno negli ultimi quattro anni di diventare troppo importante, ti concedevo qualsiasi cosa ? Perché io che temo il giudizio altrui più di qualsiasi altra cosa, quando ero con te non mi importava cosa pensassero vedendoci baciare, prenderci per mano, o abbracciarci? Perché ogni mia singola azione, ogni mio pensiero, era indirizzato alla tua felicità? Perché, quando qualcuno mi chiedeva cosa trovassi in te di così speciale, non riuscivo a rispondere altro che “è lui”?

Perché non c’era nient’altro da aggiungere. Quella era la chiave di tutto: eri TU, nella tua interezza, difetti compresi, ad avermi stregato. Tu, con la tua semplicità un po’ infantile, col tuo grande cuore, e il tuo senso del dovere. Tu, con il tuo sapermi rispettare, con il tuo saper chiedere scusa. Tu, con la tua dolcezza che non sempre lasciavi trasparire. Tu , che non riuscivi a comunicare bene con le parole, e allora comunicavi con i gesti. Un abbraccio. Una carezza. Una canzone. Una piccola sorpresa. Ogni cosa che facevi parlava per te, e mi trasmetteva quello che sentivi. Persino i tuoi silenzi. Tu, spaventato e scoraggiato dall’ amore, hai ripulito il cuore di una persona che sapeva solo odiare. Tu, che hai sempre detto di non saper amare e di avere il terrore di ferire il partner, avevi insegnato a una come me cosa significasse amare. Amare per davvero.

E, anche se ho il terrore che tu abbia mentito per più di due settimane, io ho amato ogni singola particella del ragazzo che avevo al mio fianco.

Ho amato il tuo lato infantile che usciva nei momenti più impensabili, e mi lasciava piacevolmente spiazzata ogni volta.
Ho amato la tua espressione dolcemente sorpresa ed emozionata di quando ti ho regalato il peluche di Patrick. Ho amato quando mi hai detto che non te lo aspettavi, che nessuno aveva mai fatto un gesto simile per te.
Ho amato quando con voce spezzata dall’emozione mi hai detto che ti avevo fatto ripartire il cuore, che ti sentivi come alla prima cotta.
Ho amato persino il tuo lato a volte troppo adulto e indurito.
Ho amato ogni sonoro battito del tuo cuore. Ogni tremolio della voce. Ogni singolo brivido.
Ho amato quando ti sei fidato di me, e hai appoggiato la tua schiena al mio petto. “Non è da me mettermi di spalle, sto sempre sulla difensiva. Ma con te sto bene anche così.”
Ho amato ogni stupida sfida a Uno, a Scarabeo o alla Wii. Ho amato ogni tuo cambio di espressione quando volevi esultare perché stavi vincendo, ma vedendo il mio broncio, per quanto finto, ti addolcivi e mi dicevi che era solo fortuna. Entrambi sapevamo che eri semplicemente più bravo di me nei quiz, ma facevi sempre in modo di non farmi sentire inferiore. Sempre, non solo quando giocavamo.
Ho amato i tuoi occhi e la loro espressività. Io che non ho mai saputo leggere lo sguardo altrui, comprendevo ogni minima sfumatura del tuo.
Ho amato il sorriso birichino di quando mi prendevi in giro.
Ho amato le tue dolci e grandi mani. Dio quanto le ho amate, e quanto mi mancano. Le ho amate la prima sera quando mi hanno accarezzato lievemente la schiena. Quando mi hanno sfiorato il collo nonostante fossimo in mezzo a mille occhi indiscreti. Quando mi hanno coccolata durante quel temporale dell’otto luglio. La dolcezza con cui passavano tra i miei capelli, e si facevano strada seguite dalle labbra. Quelle mani che, durante la proiezione al cinema di “Mai così vicini”, mi hanno preso il volto con dolcezza solo per far sì che ti guardassi negli occhi mentre mi dicevi che eri davvero felice. Quelle mani che, durante il nostro primo bacio, mi hanno commossa perché tremavano per l’emozione.
Ho amato quelle labbra che mi hanno baciato la fronte tantissime volte quando mi sentivo impaurita dal temporale, dal mio passato. Quelle labbra che, galeotto quel temporale, partite baciando lievemente la testa, piano piano e in silenzio chiedevano il permesso di avvicinarsi alle mie. Quelle labbra che si posavano a lungo sulla mia testa quando volevi trasmettermi che ci tenevi a me e che ti ero mancata. Quelle labbra che mi posavano dolci baci sulle spalle, o sulla parte bassa della schiena, per farmi capire che non avevi fretta, che mi rispettavi, che non mi avresti lasciata solo perché non mi sentivo pronta.
Ho amato gli sguardi che mi lanciavi quando ci vedevamo, come se non ti capacitassi del fatto che fossi lì con te e per te.
Ho amato l’espressione stupita della prima volta che ci siamo rivisti: non ti aspettavi un cambiamento così radicale, vero?
Ho amato quando hai ammesso che ti piacevo.
Ho amato quando mi hai detto che ti avrebbero messo in un manicomio perché quando ci eravamo abbracciati ti era sembrato che il resto del mondo sparisse, che esistessimo solo Noi.
Ho amato ogni film mai finito perché troppo presi a parlare, a coccolarci, a conoscerci di nuovo.
Ho amato ogni attimo di silenzio passato accoccolata a te su un letto o divano che fosse.
Ho amato la devozione, la cura e il rispetto con cui mi trattavi quando cercavamo di più dall’altro, ma io non ero pronta a lasciarmi andare.
Ho amato la tua capacità di ascoltare in silenzio le cose brutte che ho dovuto affrontare, e la tua voglia di aiutare a cancellare quel dolore con affetto.
Ho amato quando mi hai detto che mi avresti insegnato a fare l’amore, e non a subire del sesso.
Ho amato quando ti sei definito per la prima volta il mio ragazzo. Quando hai detto alla mia gattina di lasciarci in pace perché così potevi coccolare la tua ragazza. Quando , in vacanza, ti sei dispiaciuto perché avevo avuto un incubo e volevi che la tua ragazza stesse sempre bene con te.
Ho amato l’apprensione con cui ogni mattina mi chiedevi se avevo dormito, se avevo avuto incubi.
Ho amato la tua espressione fiera e orgogliosa di me quando sei riuscito a farmi amare il temporale, a porre fine ai miei incubi, a rischiare.
Ho amato ogni “tutto ok?” che mi hai sussurrato all’orecchio per paura che mi facessi male, o che mi stessi forzando, quando io ero solo troppo felice di sentirci uniti. Così felice da piangere.
Ho amato ogni volta che mescolavi la passione più sfrenata, alla dolcezza più pura. Ho amato tutte le volte che ti sei lasciato andare, che hai perso il controllo. Quando mi baciavi sulle spalle mentre ti lasciavi travolgere dall’orgasmo. Quando non volevamo staccarci e chiedevamo all’altro di restare ancora uniti.
Ho amato il tuo volto travolto dalla passione, anche quando un po’ ti temevo ancora.
Ho amato il tuo sguardo liquido che mi ricordava la cioccolata calda.
Ho amato ogni tuo bisogno.
Ho amato persino quando esplodevi urlando senza un reale motivo perché poi finivi sempre con l’abbracciarmi da dietro. E Dio solo sa quanto ho amato ogni tuo singolo abbraccio. Quanto le tue spalle larghe e potenti non mi mettessero paura, ma mi facessero sentire protetta. Quanto ogni tuo abbraccio mi facesse sentire come se, finalmente, fossi tornata a casa. Perché il mio cuore era sempre con te, e tu eri diventato la mia casa.
Ho amato le ore trascorse in macchina abbracciati perché incapaci di salutarci. Ho amato ogni “vado via all’ora tot”, che puntualmente non si avverava. Ho amato ogni “a domani”.
Ho amato le tue fragilità e i tuoi difetti perché ci rendevano così simili e allo stesso tempo diversi da farci essere complementari.

Potrei dire di non aver amato il modo in cui mi hai lasciato, di aver iniziato ad odiarti, ma ho amato te e il tuo modo di fare persino in un momento come quello. Ho amato la tua maturità e forza nell’affrontarmi di persona pur sapendo che avresti potuto subire di tutto.

Non so quando ho iniziato di preciso ad amarti. So solo che quando mi hai detto che volevi rientrare nella mia vita in punta di piedi, conquistarti la mia fiducia, e scoprirmi con la dolcezza e premura con cui si sfiora un libro prezioso, io ero già persa in te.

E non mi pento di avertelo permesso.

Mi pento solo di non essere abbastanza forte da dirti tutto questo, di dirti quello che provo, di dirti che ti amavo e che, sebbene fossimo una coppia da poco, non mi è mai sembrato sbagliato quel sentimento a cui temevo di dar nome.

Mi pento di non essere abbastanza forte e matura da spedirti questa lettera. Me ne pento perché agisco solo per paura di un tuo giudizio. Perché tu sei sempre stato convinto che non si possa amare qualcuno dopo poco tempo. Prima di stare con te la pensavo allo stesso modo. Ma ora so che l’amore non si misura in tempo, ma solo in emozioni. Si può stare una vita intera con una persona, senza mai amarla davvero. Come si può stare con qualcuno poco tempo e amarlo profondamente.

Me ne pento perché l’ultima cosa che ti ho detto, per quanto vera, ti avrà fatto credere che, se potessi, cancellerei ogni istante trascorso con te. Non potrei mai e poi mai farlo. Anche se davvero ora mi sembra di aver davanti uno sconosciuto, anche se passo le giornate chiedendomi come tu possa essere così diverso ora, come tu possa trattarmi come una bambolina senza sentimenti, io rifarei tutto da capo. Pur sapendo che mi spezzeresti il cuore, accetterei l’invito al cinema che ha dato inizio a tutto ora, domani, e altre mille volte ancora. È meglio un cuore spezzato, che non aver mai provato tutto quello che sei stato in grado di farmi sperimentare emotivamente.

Non ti so dire cosa sia l’amore. So solo dirti che essermi innamorata di Te è stata la cosa più bella e giusta che mi sia mai capitata in ventidue anni.

Grazie per avermi insegnato ad amare.

Grazie per avermi permesso di amarti.

Grazie. E addio. 
   
 
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