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Autore: katyjolinar    19/10/2014    3 recensioni
A Berk, dai tempi in cui si combatteva contro i draghi, si è imparato a gestire le invalidità provocate da questi. Infatti i Berkiani sono maestri nella costruzione di protesi per i mutilati. Ma non tutte le invalidità sono curabili con protesi, e questo lo scoprirà a sue spese Hiccup Horrendous Haddock III, il più giovane mutilato di Berk, in seguito a un incidente avuto insieme al suo drago
Genere: Drammatico, Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Astrid, Hiccup Horrendous Haddock III, Sdentato, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Il tempo passò.
Dagur non si fece più vivo, e a Berk la vita continuò tranquilla, come se nulla fosse accaduto.
Nei mesi successivi, Stoick fece costruire delle stalle per i loro draghi, in modo da tenerli d'occhio e poterli difendere più facilmente.
Hiccup continuava a volare con Sdentato e Astrid, e negli ultimi tempi aveva anche ripreso a fare dei brevi voli da solo col suo drago, riacquistando fiducia in sé stesso e nelle sue capacità.
Astrid lo seguiva da vicino, felice che il suo compagno avesse fatto tutti quei progressi in quasi un anno. Stavano sempre insieme, più innamorati che mai, e gli abitanti di Berk si aspettavano il loro fidanzamento ufficiale da un momento all'altro.
Una mattina di inizio primavera, Hiccup si era alzato di buon'ora ed era sceso a far colazione, insieme a Sdentato. Suo padre era già in piedi e gli aveva preparato la colazione.
"Buongiorno, papà." lo salutò, cercando la sua sedia.
"Buongiorno, figliolo." gli rispose l'uomo, passandogli il piatto con la colazione "Hai programmi per oggi?"
"Il solito... appena Astrid arriva andiamo a farci un volo..." spiegò il ragazzo, consumando la sua colazione.
"Oh... Astrid..." ripeté Stoick, sorridendo "Pensavo di trovarla qui già stamattina... non avete passato la notte insieme?"
"Papà!" esclamò Hiccup, arrossendo "Non è che stiamo sempre insieme! È la mia ragazza, ma mica per questo..."
Stoick rise, posando una mano sulla spalla del figlio.
"Tranquillo, figliolo." lo rassicurò "Pensavo solo che, dato che oggi è il suo compleanno, le avresti fatto un regalo... speciale."
"Ah, già... il suo compleanno..." si ricordò il ragazzo "ci credi che non ho alcuna idea di che regalo fargli?" Stoick si schiarì la voce e Hiccup sospirò, irritato "A parte quello, ovviamente... ma tu guarda se devo discutere con mio padre della mia vita sessuale con la mia ragazza..." borbottò, finendo di fare colazione.
"Beh, state insieme da un anno, all'incirca, no?" domandò l'uomo "Avete entrambi 19 anni, quindi... perché non le chiedi di sposati?"
"Non lo so, papà..." obiettò il giovane "È che... prima di sistemarci vorrei... ecco... lo hai detto tu, abbiamo 19 anni, prima di sistemarci definitivamente vorremmo..."
"Volete godervi la vita ancora per qualche anno." completò Stoick, sorridendo "Non ho detto di sposarsi subito, un paio d'anni di fidanzamento ve li potete fare, così da godervi comunque la vita insieme senza dover fare troppe corse."
Hiccup annuì, pensieroso, mentre Stoick prendeva i piatti vuoti e li metteva nel catino, per lavarli.
In quel momento Astrid entrò in casa, sorridendo ai due.
"Oh... buongiorno signorina Hofferson." la salutò, cordialmente, Stoick "E buon compleanno."
"Grazie, Capo Stoick." ringraziò la ragazza, quindi si avvicinò al suo compagno, ancora seduto al tavolo e gli stampò un bacio sulla guancia.
"Allora? Programmi per oggi?" domandò l'uomo con aria allegra.
"Sì, papà." rispose il giovane, alzandosi dal tavolo e afferrando la mano di Astrid "Andiamo, o faremo tardi. Sdentato?"
Sdentato fece un verso allegro e li seguì fuori, prima che Stoick potesse dire altro.
Poco dopo erano in volo sull'isola, diretti al loro posto speciale: la radura vicino al laghetto circondata dalle rocce.
Astrid fece atterrare Sdentato, quindi Hiccup saltò a terra e aiutò la compagna a scendere. La giovane lo lasciò fare, sorridendogli e facendosi abbracciare.
"Buon compleanno, mia signora." le sussurrò il giovane, all'orecchio, per poi baciarla teneramente.
La ragazza sorrise e ricambiò, stringendolo, poi Hiccup si allontanò e le carezzò una guancia.
"Ehm, io..." balbettò, senza mollarla "Per favore, non ti arrabbiare... io non... non avevo idea di cosa regalarti per il tuo compleanno..."
"Hiccup, non..." lo interruppe lei, ma il giovane le posò un dito sulle labbra e continuò il suo discorso.
"...poi, stamattina, mio padre mi ha dato un'idea..." fece un respiro profondo "ecco... non dico di farlo subito, ma solo di incominciare a prepararci e farlo tra un paio d'anni, quindi, volevo chiederti..." fece un altro respiro profondo e, lentamente, si inginocchiò, continuando a tenere le mani della sua compagna "Astrid Hofferson, vuoi sposarmi?"
Astrid non si mosse, né disse una parola, e il ragazzo cominciò ad essere nervoso.
"A... Astrid?" la chiamò. La sentì respirare profondamente e abbassarsi su di lui, per poi baciarlo profondamente. Hiccup si alzò di nuovo e sorrise "Era un sì?"
"Dannazione, Hiccup! Certo che era un sì, scemo!" esclamò Astrid, saltandogli al collo.
Il giovane la strinse ancora, aspirando il suo profumo.
"Buon compleanno, Astrid." ripeté, baciandole dolcemente una guancia.
"Grazie..." rispose la giovane, allontanandosi leggermente "Ora che dici se tu e Sdentato mi fate vedere un breve volo senza di me?"
Hiccup sospirò e annuì, mentre Sdentato si avvicinava al suo Cavaliere, spingendolo su un fianco per farsi cavalcare. Gli saltò in groppa e afferrò le maniglie della sella, poi si abbassò sulla testa del drago.
"Bene, bello..." lo incitò "Andiamo! Mi fido di te." gli sussurrò. Sdentato fece un verso e spiccò il volo.
Per qualche minuto andò tutto bene, ma poi Hiccup perse il controllo: aveva cominciato a vedere degli strani flash fastidiosi, che di solito vedeva di notte, nel dormiveglia, e questo lo aveva deconcentrato.
Cercò di riprendere il controllo, ma stavano precipitando.
Sdentato urlò e, appena sentì che Hiccup si allontanava dalla sua schiena, si girò e avvolse il ragazzo nelle sue ali.
Caddero sulla riva del lago, alzando un sacco di acqua. Astrid andò loro incontro, allarmata e, quando Sdentato aprì le ali, vide il compagno privo di sensi.
Si inginocchiò, preoccupata, e lo prese per le spalle.
"Hiccup! Hiccup, rispondi!" lo chiamò. Il ragazzo aprì lentamente gli occhi, sbattendo ripetutamente le palpebre e si voltò verso di lei, infine le sorrise.
"Ti ho mai detto che hai degli occhi stupendi?" sussurrò, catrezzandole una guancia.
Astrid rise, felice che fosse ancora vivo, e o strinse.
"Grazie a Odino! Hiccup..." poi si allontanò, guardandolo sorpresa "Cosa... cosa hai detto?"
"Ho detto che hai degli occhi stupendi." ripeté il giovane, senza muoversi e continuando a tenere gli occhi fissi su di lei.
   
 
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