Anime & Manga > Capitan Harlock
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Autore: kamony    19/10/2014    10 recensioni
Com’era il giovane ed acerbo Harlock prima di diventare il cupo e ramingo pirata, silenzioso e devastato dal rimorso, che solca lo spazio a bordo dell’Arcadia?
Questa è la storia dei suoi albori, di come sia diventato il Capitano di una delle 4 navi Death Shadows con motori a dark matter. Di come si sia guadagnato questo ruolo, della sua bella amicizia con Tochiro Oyama, come ha conosciuto e conquistato il suo primo grande amore... e molto altro ancora!
Genere: Avventura, Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Harlock, Nuovo personaggio, Tochiro
Note: Missing Moments, Movieverse, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'ACROSS THE UNIVERSE'
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-6-

ACCORDI E DISACCORDI

 

Durante l’intera la durata della cena Maya era stata sulle spine.

Tutto si sarebbe aspettata, meno che il famoso ospite di suo padre potesse essere quel tenente che l’aveva scoperta a fare quell’azione dimostrativa nell’hangar. Lo stesso che poi l’aveva inaspettatamente lasciata andare via sorprendendola molto.
Appena l’aveva visto seduto a tavola si era sentita mancare. Essendo, per forza di cose, abituata a dissimulare abbastanza bene le sue emozioni si era contenuta, solo che non era facile cercare di essere naturale di fronte a chi aveva in mano il potere di smascherarla davanti a suo padre.
Ogni tanto lo sbirciava di sottecchi e non aveva potuto fare a meno di notare che avesse un’aria vagamente sorniona. Era ovvio che si stava divertendo alle sue spalle sapendo di avere il coltello dalla parte del manico. Nonostante ciò non sembrava volerla tradire, ormai erano arrivati al dolce e ancora non aveva detto nulla. Anzi aveva fatto conversazione in modo tranquillo e cordiale. Aveva addirittura domandato dei suoi studi, coinvolgendo anche suo padre e sua zia in chiacchiere e convenevoli. All’apparenza sembrava proprio un ospite gentile e ben educato.

Maya voleva capire quali fossero le sue intenzioni ma non era facile. Quel tenente dallo sguardo penetrante, cui neppure lei era rimasta del tutto indifferente, era senza ombra di dubbio il nemico e poco importava se fosse un gran bel ragazzo dai modi affabili. Doveva ammettere però che con lei si era comportato bene. Quando l’aveva colta in flagrante avrebbe potuto consegnarla, invece l’aveva fatta deliberatamente scappare e questa cosa l’aveva parecchio turbata.
Se Harlock l’aveva pensata spesso, Maya aveva fatto altrettanto e la cosa non era andata a genio neppure a lei, perché se avesse potuto scegliere lo avrebbe sicuramente ignorato, ma lui non era esattamente un tipo che passasse inosservato.
Era rimasta molto colpita dal suo sguardo caratterizzato da quelle iridi di un colore davvero particolare. Le ricordavano vagamente le gocce di resina ambrata che sembravano far lacrimare la corteccia dei pini nel boschetto dietro casa. Due occhi penetranti e impossibili da ignorare, perché erano capaci di afferrarti e tenerti stretta, prigioniera, quasi come se fossero ipnotici. E non era solo per via di quel colore così particolare e raro, ma soprattutto perché erano accesi da una luce viva, indice di un’intelligenza spiccata e comunicativa, piena di curiosità che scavava fin nel profondo, non accontentandosi di sfiorare la superficie. Nonostante quella brutta cicatrice che gli solcava il volto, era senza dubbio fascinoso e il suo era uno sguardo che poteva davvero mettere a disagio, perché non era distratto, ma sempre attento e vigile. A dire il vero quello sfregio pareva quasi aumentare il suo carisma. Sarebbe risultato eccessivamente femmineo senza quella imperfezione, che paradossalmente, lo rendeva più intrigante sublimandone la bellezza del volto.
Maya, per tutta la durata della cena, aveva sentito su di sé quegli occhi e volte era stata costretta, suo malgrado, ad abbassare i propri perché non riusciva a sostenere l’intensità che emanavano. Non voleva che lui capisse quanta paura avesse, e in quale difficoltà si trovasse. Non poteva e non voleva dargli questo vantaggio. Era conscia che se suo padre avesse scoperto che faceva parte della Gea Free, sarebbe scoppiato il finimondo, non solo, se lo conosceva bene, sarebbe anche stato capace di denunciarla lui stesso. Purtroppo c’erano varie pendenze in corso per le azioni dimostrative che avevano fatto.

Nonostante tutto Harlock non sembrava, almeno per il momento, intenzionato a dire o fare nulla.
Ad un certo punto Ishida fu inaspettatamente raggiunto da un’importantissima telefonata dal quartier generale, che lo costrinse a ritirarsi nel suo studio per ricevere una chiamata ologrammata in share system tramite rete warp
*1. Si scusò con il suo ospite e si alzò da tavola per ritirarsi, fu in quel momento che la ragazza prese una decisione estemporanea.
“Tenente se per lei va bene le servirei il dolce in veranda. Sono certa che mio padre starà via almeno mezz’ora, è sempre così con le share-call. All’aperto inganneremo l’attesa più piacevolmente e così mia zia potrà sparecchiare in santa pace” gli disse, creando l’occasione per rimanere da sola con lui e affrontarlo.

Harlock alzò il sopracciglio sinistro interdetto, avrebbe voluto dir qualcosa ma fu preceduto.
“Ottima idea, fai strada al signore Maya” ne convenne la zia mangiando la foglia. Ingenuamente la donna pensò che la nipote cercasse di star sola con quel bel ragazzo per attaccare bottone e siccome la vedeva sempre troppo presa dallo studio, pensò che l’occasione andasse sfruttata. Quel giovanotto era assai piacente, educato e gentile, inoltre pareva anche avviato ad una brillante carriera militare, cosa poteva volere di più per la sua bambina?
Harlock, per non passare da maleducato, annuì e la assecondò. La seguì in veranda dove la bionda lo fece accomodare su una panca di legno piena di cuscini colorati, quindi gli fece un sorriso di circostanza e se ne andò piantandolo lì.
Il Falco rimase spiazzato, e ora dove era sparita?
Aveva capito perfettamente che voleva rimanere sola con lui, quindi gli sfuggiva il motivo per cui fosse rientrata in casa. La sua curiosità fu appagata quasi subito, era semplicemente andata a prendere il dolce. Un budino alla crema guarnito con purea di frutti di bosco che gli porse andandosi poi a sedere di fronte a lui, sulla sedia a dondolo. Si mise a guardarlo tenendo distrattamente in mano la propria coppetta, in attesa che la consumasse.

“L’hai fatto tu?” le chiese Harlock affondando il cucchiaino nella morbida crema, cominciando a pasticciare senza però assaggiarlo.
“No. Ma lo saprei fare, perché?” gli disse, non capendo neanche lei la ragione di quel non essersi fermata ad un semplice no come risposta.

“Allora non ti offenderai se non lo mangio. Non sono un grande amante dei dolci, se posso ne faccio a meno” ammise continuando a tormentare il budino con il cucchiaio.

“Temo che mia zia rimarrà malissimo se lo riporto indietro” mentì perfidamente, cogliendo al volo quella piccola, ma ghiotta occasione di vendetta, continuando a dargli del lei per mantenere le debite distanze.
Harlock la fissò un attimo e poi abbassò la testa facendo un mezzo sorrisetto divertito, quindi prese una cucchiaiata di quella, che ormai era diventata una pappa di crema e purea, e se la portò alla bocca.
Che avesse capito? Si domandò Maya. Non seppe rispondersi, ma prese a fissarlo mentre consumava quel budino. Era seria e concentrata per studiarlo e cercare di venire a capo di qualcosa. Stava cercando di metterlo a disagio, ma lui sembrava tranquillo e per niente turbato dal suo sguardo fisso e severo. Spazzolò per bene la ciotolina e poi la guardò dritta negli occhi, quindi le chiese “Per caso devo mangiare anche quello?” indicando con il suo cucchiaino la coppetta che lei aveva tra le mani con il budino ancora intatto.
Maya fu davvero tentata di dirgli che sì, avrebbe dovuto mangiarlo tutto, compresa la zuppiera che era nel frigo, ma si trattenne. Era davvero un filibustiere la stava chiaramente tendendo in scacco.
“Naturalmente no” rispose cercando di darsi un tono, voleva sembrare calma, doveva essere calma. Quindi cercò di comportarsi come faceva lui e con tutta tranquillità mangiò il suo dolce, mentre questa volta fu il turno di Harlock di osservare.
Posò la sua coppetta a terra e si mise comodo a braccia conserte, con quella faccia da schiaffi e quel mezzo sorrisino compiaciuto che aveva stampato da quando era arrivata a cena e non le tolse gli occhi di dosso. Lei al contrario di lui era molto a disagio, ma cercò di non darlo a vedere.

“Bene, se vuole del caffè…” disse una volta finito il budino, alzandosi per andare a recuperare anche la ciotola di Harlock.
“Sì. Grazie. Nero e senza zucchero” rispose. Era curioso di vedere quanto avrebbe portato avanti quella pantomima da perfetta padrona di casa. Quindi si rilassò e in attesa che tornasse dette un’occhiata al panorama che gli regalava la vista da quella veranda. Era notte e le stelle trapuntavano il cielo che trovò somigliante ad un drappo di stoffa blu scuro, su cui era come se fossero state sparpagliate ad arte alcune manciate di piccoli diamanti, che rilucevano creando un fitto gioco di puntini scintillanti.
Soffiava una leggera brezza, i grilli cantavano e c’era una gran pace. Era estate piena e di tanto in tanto, in lontananza, qualche lucciola illuminava il nero oltre il cancello. Come se qualche frammento di astro fosse caduto dal cielo e danzasse a tratti pigro nell’aria.

C’era poco da fare, la Terra era il pianeta più bello dell’Universo, e poteva perfettamente capire perché gli uomini volessero tornare a viverci. Anche a lui mancava terribilmente, e stare lì seduto a godere di ciò che la natura gli offriva, lo considerò un magnifico regalo che lo stava rilassando molto. Inoltre si stava divertendo come un matto a giocare al gatto con il topo con occhi blu.


Una volta espletata anche la pratica caffè a Maya non restò altro che prendere in mano la situazione. Era meglio se si fosse sbrigata, suo padre sarebbe potuto ritornare da un momento all’altro.
Harlock aveva appena finito di sorseggiare il liquido scuro e la osservava.

A lei fu chiaro che il Falco non avrebbe detto una parola. Così decise di rompere il ghiaccio.
“Hai intenzione di tradirmi?” gli chiese senza mezzi termini, fissandolo seria.
Harlock non rispose. Si alzò con la tazzina in mano e si avvicinò a lei che era rimasta in piedi.
“Forse sì, o forse no. Non ho ancora deciso” disse, sempre con quell’aria sorniona che l’aveva accompagnato tutta la sera innervosendola non poco.
Maya incrociò le braccia al petto in modalità difesa ed evitò il suo sguardo. Stava pensando cosa dire, perché era chiaro che dovesse stare molto attenta e che non dovesse farlo indispettire.
Lui invece la fissava.
Non le avrebbe dato tregua. Non quella sera almeno. Se lo meritava. Lo aveva cosparso di vernice, gli aveva mollato un calcio in uno stinco e lo aveva anche obbligato a mangiare il budino, una lezioncina se la meritava proprio la biondina!
“Ora se vuoi scusarmi” aggiunse sorpassandola “Vado a vedere se tuo padre è libero e a sentire cosa ha da dirmi” e, porgendole la tazzina vuota, la lasciò da sola con i suoi dubbi e i suoi mille pensieri.
Mentre passava oltre la soglia della veranda per entrare in casa, fu investito dal suo profumo e gli venne naturale ed inevitabile pensare che fosse davvero attraente. Ma non solo, era una tipa interessante, non era scontata o sciocchina, sembrava avere carattere, ma voleva capire se ciò che faceva era la semplice ribellione di una ragazza di buona famiglia annoiata, o se c’era dell’altro. Sebbene fosse attratto da lei molto di più di quello che volesse ammettere, non le avrebbe certo permesso di farlo passare nuovamente da stupido, né tanto meno di manovrarlo. Il suo orgoglio sanguinava ancora. Il problema era che lei lo destabilizzava molto. Il suo profumo era inebriante. I suoi occhi luminosi ed espressivi erano accattivanti e poi aveva quella bocca così carnosa, tanto da essere ipnotica. Durante la cena, un paio di volte, s’era perso ad immaginarla incollata alla propria facendo fatica a distogliere la mente da quell’immagine. Proprio perché gli faceva questo effetto, stava ancora più in guardia.

Era in una sorta di allerta pericolo continua.

 

 

Mezz’ora dopo Harlock era di nuovo nel salottino con Ishida che aveva terminato la sua telefonata.
Maya invece era in cucina e si mordicchiava nervosamente le unghie.
Quei due si erano rinchiusi e smaniava nell’attesa di scoprire se quel tenente avesse parlato o no.
Poco prima era stato veramente pessimo, si era chiaramente preso gioco di lei e l’aveva lasciata con un palmo di naso, senza darle nessuna certezza. Era preoccupata e molto spaventata. Se avesse spifferato tutto a suo padre sicuramente avrebbe dato di matto. Lei lo amava molto e le dispiaceva tanto mentirgli, la sola idea la faceva star male, ma al momento non poteva agire diversamente.
Credeva in ciò che faceva ed era determinata nel portare avanti la disubbidienza pacifica contro il potere oscuro del neonato governo, ma nello stesso tempo non voleva dar dispiacere al suo unico genitore rimasto in vita, anch’egli purtroppo dalla parte del nemico. Confidava nel tempo. Sperava che con l’organizzazione presto avrebbero accertato i veri intenti della Gaia Sanction, e con in mano le prove schiaccianti, era certa che suo padre si sarebbe schierato con loro. Se Harlock avesse parlato adesso, sarebbe andato tutto a rotoli e il generale si sarebbe infuriato.
Si domandò se forse non avesse sbagliato ad essere stata così imprudente e anche un po’ provocatoria, magari avrebbe dovuto essere più gentile, evitare di fargli mangiare per forza il budino, facendogli dispetto. Avrebbe invece dovuto parlargli e cercare di fargli capire le sue ragioni, non sembrava uno stupido, sicuramente non l’avrebbe appoggiata, né si sarebbe schierato dalla sua parte, ma magari l’avrebbe coperta con suo padre, infondo l’aveva già lasciata scappare... ma ormai era tardi, quelli erano rinchiusi nel salottino e chissà di cosa mai stavano parlando.

In effetti stavano parlando proprio di lei, ma non nei termini che pensava con angoscia Maya.

“Dunque il punto è questo” stava spiegando Ishida ad Harlock “Mia figlia sta preparando la tesi di laurea in giornalismo interplanetario con indirizzo storico, relativo alla Terra e le sue origini
*2. Come saprai sono dislocato in varie basi, non ho una fissa dimora. Ora sono qui, domani potrei essere su Gorianus e tra un anno magari su Prometeo, o vai a sapere dove. Da quando è morta mia moglie la nostra casa su Marte è rimasta chiusa e Maya ha deciso di seguirmi in ogni mio spostamento, sebbene adesso, per via della laurea, abbia scelto la Terra come base primaria. La sua università però è su Marte. Ė lì che risiede il suo relatore ed è lì che si tengono le lezioni pre-tesi di laurea insieme a tutti i professori che si mettono a disposizione per i vari approfondimenti del primo, secondo e terzo stadio della tesi*3. Così, come saprai che c’è l’obbligo assoluto di frequenza di questi corsi”.

Harlock annuì ascoltando, ma non capendo proprio dove volesse andare a parare.

“Ebbene io non posso occuparmi di accompagnarla su Marte ogni volta che deve assistere ad una lezione, né posso permettermi che qualcuno l’accompagni in un viaggio interplanetario. Ergo è giunto il momento che la mia bambina impari a guidare un veicolo classe A3 con motore a propulsione fotonica*4, che come tu ben sai è appena un gradino sotto la navigazione in-skip. Così potrà raggiungere Marte da ogni pianeta e in tempi brevi, dato che praticamente viaggerà quasi alla velocità della luce”.
Harlock continuava ad ascoltare e a non capire, ma non fiatò.
“Insomma, Lee ti ha tanto raccomandato per la tua bravura e io non ho il tempo materiale di farlo, quindi vorrei che dessi delle lezioni di guida a mia figlia perché poi possa dare l’esame d’abilitazione per pilotare navette classe A3”.
Ad Harlock si rizzarono i capelli in testa.
“Mi piacerebbe, ma sono impegnatissimo con le mie di lezioni. Come saprà abbiamo tanta teoria e da lunedì si comincia a fare sul serio con il simulatore, per essere pronti per andare a fare direttamente la guida sulle navi nello Spazio, quindi temo proprio, che anche volendo, non potrei occuparmi delle lezioni di sua figlia” disse mostrandosi il più contrito possibile.
Scuola guida a quella? Non ci pensava neppure! Era pericolosa e bugiarda, non voleva essere tirato nel mezzo ai suoi intrallazzi. Era certo che lo avrebbe messo nei guai, meglio defilarsi. Doveva concentrarsi sul suo addestramento e diventare capitano dell’ammiraglia e la bionda era un elemento di distrazione su troppi fronti. Meglio starne alla larga!
“Sono costretto ad insistere” disse Ishida leggermente contrariato. Non era solito chiedere favori, ma se lo faceva, come quasi ogni militare del suo calibro, non si aspettava un diniego come risposta. Secondo la sua mentalità, quel tenente si sarebbe dovuto sentire onorato invece di accampare delle scuse “E comunque dato che non mi piace perdere tempo, né farlo perdere agli altri, sarò coinciso: tu darai lezioni di guida a mia figlia e io chiuderò un occhio sulla scazzottata a cui hai partecipato giorni fa. Tutto chiaro?” concluse scostando con un dito i capelli dall’occhio destro di Harlock e guardando accigliato l’ombra residua del suo livido.
A quel punto il Falco capì che era fregato. Qualche gola profonda aveva parlato e ora se non sottostava a quella specie di ricatto, rischiava la consegna, e se questo fosse accaduto, addio gradi e comando. Inoltre si ricordò anche le parole di Lee e le sue raccomandazioni accorate. Non era proprio il caso di intraprendere una discussione.
“Se la mette in questi termini…” disse appena insofferente. Fare le cose per forza non gli andava proprio a genio e non voleva neppure di far finta di nulla. Doveva sottostare, ma doveva essere chiaro che lo faceva solo per obbligo.
Ishida dal canto suo era pure contento che non facesse i salti di gioia. Questo lo rassicurava sul fronte implicazioni pericolose, insomma preferiva un giovanotto reticente ad uno troppo smanioso di dare lezioni alla sua bambina. Era suo padre, ma era conscio di quanto fosse giovane e bella, per lei voleva il meglio e non certo uno di quei quattro debosciati rissaioli.
“Potrai occuparti delle lezioni nel week end o la sera, a fine addestramento, su questo deciderete assieme voi due, non metto bocca. Consideralo un grosso favore personale che fai a me e non vederci altro. Per mia figlia voglio il meglio e non puoi biasimarmi se insisto perché lo abbia. Infondo dovresti essere lusingato, questo ti fa capire che sei il miglior pilota della base”.

“Con tutto il rispetto mi creda, non mi interessa” replicò secco Harlock “Ma le farò questo favore” aggiunse subito dopo per non farlo innervosire.
Ad Ishida la sua riluttanza piacque, come gli piacque il fatto che non gli interessasse di poterne trarre un qualche vantaggio personale. Pensò che Lee avesse ragione e che fosse davvero il migliore come lui si sperticava a dire ogni volta che ne parlavano.

“Bene allora siamo d’accordo” disse il generale aprendo la porta dello studio facendogli strada per uscire.
Una volta arrivati in sala da pranzo trovarono Maya, che nell’attesa, per ingannare il tempo, stava sistemando i fiori che aveva portato Harlock in un vaso. Dovevano essere per la moglie di Ishida, ma lui non sapeva che fosse morta così alla fine dalla zia erano in qualche modo finti in mano alla ragazza, ed Harlock rimase sorpreso nel vederla sistemarli con grazia in un recipiente di vetro dalla forma strana. Notò che si muoveva con grazia ed era armoniosa. Gli fece piacere che alla fine quei fiori fossero finiti nelle sue mani.

Come li sentì arrivare, la ragazza si girò di scatto e lui colse in quei grandi occhi blu una forte e viva preoccupazione. Maya si poggiò contro il tavolo con le mani dietro la schiena, tipo una scolaretta che attende la punizione e li guardò incerta, in attesa di un cenno, una parola, o del verdetto finale.
“Allora mia cara il tenente Harlock qui presente ti farà scuola guida per prendere l’abilitazione a guidare le navette classe A3 a propulsione fotonica. Così potrai andare all’università e fare tutto quello che devi senza che io, o qualcun altro debba accompagnarti. Finalmente sarai indipendente non è magnifico? Sei contenta?”.
Maya guardò Harlock stupita e si rese subito conto che era molto contrariato. Nonostante avesse appena fatto un mezzo sorriso di circostanza, i suoi occhi ambrati, alle parole di suo padre, erano stati attraversati da un lampo di mal celato fastidio. A lei però non importò perché era troppo felice che non l’avesse tradita. Si era tolta un enorme peso dal petto e si sentiva leggera come una piuma. Era stata davvero sui carboni ardenti perché era quasi certa che si fossero trattenuti così tanto, proprio perché lui potesse aver parlato. Non avrebbe mai immaginato che suo padre avrebbe potuto invitare un pilota a cena solo per chiedergli di farle scuola guida. Era una cosa strana e non da lui, ma da quando era morta sua madre era molto cambiato ed era diventato molto più apprensivo, ma anche attento e coinvolto nella sua vita, più di quanto lo fosse mai stato prima.
“Bene mi fa piacere!” disse euforica, sebbene in realtà il suo entusiasmo venisse dallo scampato pericolo.
Harlock rimase serioso e si congedò. Ishida lo salutò cordialmente e poi disse “Cara accompagnalo fuori così vi potete mettere d’accordo tra di voi per i dettagli”.

Una volta all’aria aperta Maya trovò doveroso ringraziarlo, ma lui non le disse nulla, neppure una parola. La ragazza rimase male, ma fece finta di niente. Quindi si scambiarono i numeri di share system call e rimasero d’accordo che si sarebbero visti per la prima lezione due giorni dopo, alle diciannove, esattamente a fine addestramento di lui, agli hangar delle navette classe A2 e A3 nella zona nord ovest di Gladio, e si congedarono.
Alla ragazza fu chiara una cosa, e cioè che Harlock era molto infastidito di doverle dare  fare questa specie scuola giuda, ma lei sapeva con certezza che una volta che fossero stati in volo avrebbe cambiato idea e con questa convinzione, rinfrancata dallo scampato pericolo, sorrise soddisfatta e rientrò in casa.

 

 

 

Nota dell’autrice:

 

Vorrei ulteriormente sottolineare a tutti i lettori, che questa fic non ha niente a che fare con L’Arcadia della mia Giovinezza. A scanso di equivoci è bene chiarire che è tutta un’altra storia, ambientata nel movie verse, e che neppure si ispira lontanamente al lungometraggio sopra citato. Così come la mia Maya e la sua storia d’amore con Harlock è completamente diversa da quella dell’anime, anche se poi la fine è inevitabilmente quella della storia originale, sebbene in questa fic ci fermeremo molto prima dei tragici accadimenti narrati nel film animato. Tutto ciò che non verrà trattato nell’ambito di questa fic, sarà ampliamente trattato nella seconda parte di questa storia, che ho intenzione di scrivere e che sarà molto, ma molto angst, ma che vedrà la luce molto, ma molto più avanti nel tempo. Anche perché sennò una serie che l’aggiò fatta a afà??? (E cmq prima devo scrivere la 2 parte dell’altra  ficcia :P )

Ci tengo a dire a chi legge che questa fic è chiaramente un omaggio ad una giovinezza felice e spensierata (si fa per dire anche perché c’è stata una guerra)  che ho voluto regalare a questo personaggio che è nato e stato concepito come reietto, solitario, silenzioso ed imperscrutabile in ogni sua apparizione, dall’anime fino al film in cui è rappresentato sofferente e sepolto dal dolore dai rimorsi. Ecco per una volta io, personalmente, voglio che stia bene, che sia sereno, che gli capiti una cosa bellissima e che sia anche un po’ felice, e si diverta pure tiè! D’altra parte nel movieverse non sappiamo nulla di questa fase della sua vita quindi, posso anche immaginarmi quello che più mi aggrada, ma soprattutto lo voglio far star bene!!! E questo è l’intento di questa storia :)

 

Il titolo di questo capitolo è anche il titolo di un film del 1999 di Woody Allen, che non ho visto, e a cui non mi sono ispirata, ma che ho ricordato che esiste, l’ho menzionato per specificare :)

 


Glossario:

1 SHARE SYSTEM TRAMITE RETE WARP: Sistema telefonico inventato da me che consente le telefonate ologrammate, ovvero consente di far apparire ologrammi di persone lontane nella stanza di chi riceve, attraverso un’applicazione che ovviamente va accettata da chi la riceve, un po’ come succede per le chiamate face time con i-phone. Il concetto è quello della serie classica in cui l’ologramma di Raflesia si palesava nell’Arcadia, in questo caso lo si può fare solo se si accetta questo tipo di chiamata particolare: la Share-call, altrimenti il telefono viene usato in modalità semplice. La rete warp viene da Star Trek in cui è tutta altra cosa dato che è una propulsione a curvatura, ma mi garbava il nome e lo grabbai![rubai] (sì so fiorentina e spikko in dialetto :D)
2
GIORNALISMO INTERPLANETARIO CON INDIRIZZO STORICO, RELATIVO ALLA TERRA E LE SUE ORIGINI: Indirizzo di studio inventatissimo da me, in pratica: giornalista storica.
3
PRE-TESI DI LAUREA INSIEME A TUTTI I PROFESSORI CHE SI METTONO ADISPOSIZIONE PER I VARI APPROFONDIMENTI DEL PRIMO, SECONDO E TERZO STADIO DELLA TESI: Ho immaginato che nel futuro gli studi siamo più completi e complessi e che la tesi sia divisa in varie fasi, chiamate: stadi, e che ci sia anche una pre-tesi ovvero una serie di corsi specialistici aggiuntivi prima di poter laurearsi.
4
MOTORE A PROPULSIONE FOTONICA: cioè va quasi alla velocità della luce e ciò in pratica (fidatevi ho fatto i conti con la calcolatrice) significa che da Marte alla Terra, con navette classe A3 ci si mette circa un’ora di tempo, considerando che la distanza tra i due pianeti varia in continuazione, quindi una volta sarà un po’ meno di un’ora una volta un po’ di più, eccetera. Insomma prendetela per buona e via! xD




 

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----parecchio al volo e di corsa!!!!----

Auguro una serena domenica a tutti! =D

 

GRAZIE Come ogni volta a TUTTI voi lettori che con affetto continuate a seguire questa ficcia. Un grazie particolare lo dedico a chi ha tempo e voglia di fermarsi a recensire per farmi sapere che cosa pensa o gli trasmette questa storia. Per me è un vero e proprio regalo e lo apprezzo davvero molto! (:

 

Questo Capitolo è dedicato a tutti coloro che amano il Capitano e che lo vogliono vedere felice e sorridente, piuttosto che tormentato e sofferente, perché noi lo amiamo soprattutto così, de-angstizzato! :P


In particolare è dedicato a Wiser che ringrazio di cuore e abbraccio forte!

 

Grazie sempre ad  Azumina la super sartina (che vuole scuoiarmi e cospargermi di sale e c’ha pure ragione!) e a Romina e che abbraccio forte con sincero affetto

 

 

GRAZIE Capitano ♥♥♥ Come te nessuno mai!

 

 

 

––––•••·.·•••––––

 

Per oggi è tutto.
Buona notte, o Buon giorno a voi!
Passo e chiudo.
Che la pace sia sempre con voi!
Alla prossima volta! =D

 

 

 

 

  
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