‘’Sandy papà è stanco, lasciamolo dormire.
Ma mamma. Non lo vedo da così tanto tempo, ti prego. Mi manca così tanto. Papà.’’
Il tempo. Il problema del tempo è che alla fine si esaurisce sempre. E io ne ho avuto la conferma sulla mia pelle. Oggi, qui insieme a voi, voglio ripercorrere la mia storia. Dall’inizio alla fine purtroppo, già perché la mia storia è giunta al termine. Per mio malgrado. E magari può sembrare anche una cosa da egoisti, ma almeno avrei preferito un finale più bello. Ma sicuramente qualcuno lassù ha deciso che la mia vita doveva essere questa, e io ho deciso di viverla, ancora adesso, giorno dopo giorno. E affrontare tutti i problemi e le conseguenze che mi ha portato. Ma come vi ho già preannunciato prima, voglio fare questa cosa insieme a voi. Iniziando dal principio.
27 MARZO 2011
‘’Harry. Harry sveglia,dobbiamo andare. E’ tardi su.’’
Le 7.45. Ho bisogno di dormire. Tra la scuola e i turni in panetteria la mia dose di letargo è visibilmente ridotta. Mamma poi non mi aiuta granché. Anche se oggi è un giorno diverso. Sicuramente Haydn, Nick e Will staranno morendo di gelosia. Mi alzo quasi subito ricordandomi quello che devo fare e dopo un ora siamo già in viaggio. Un paio di anni fa, non so per come, non so per quanto, ho iniziato a cantare. Ascoltavo le canzoni alla radio e succedeva qualcosa dentro di me; sentivo una scarica, che partiva dallo stomaco fino ad arrivare alle corde vocali e lì non potevo, e non posso, fare altro che iniziare a Cantare, vivere quella sorta di energia ed esternarla verso tutti. Tutti, la mia famiglia, i miei amici. E da qui ho deciso di creare il mio gruppo. Gli White Eskimo. Un gruppo figo, andavamo alla grande finché un giorno, davanti la panetteria, ho letto un annuncio: erano le audizioni per un programma televisivo canoro, X-Factor, e vi potevano partecipare tutti, dai sedici anni in su. Bastava chiamare e iscriversi, poi andare lì, nel luogo dove si effettuavano le audizioni e sperare in una sorta di miracolo. E quindi ora sono qui. Sono super carico, so di potercela fare. Con me sono venute mia madre, mia sorella e il mio migliore amico. Non pensavo di trovare tutta questa gente. Colore di pelle, orientamento sessuale, maschi e femmine, adolescenti e adulti, provenienti da città varie, tutti diversi l’uno dall’altro. Tutti accomunati da un unico sogno. Mi danno il mio numero, 165998, ed entro dentro. Qui si inizia a respirare un aria ansiosa e tesa. Ho deciso di portare Isn’t she lovely, del grande Stevie Wonder. Lo adoro. Prima di andare sul palco do un bacio a mamma e vado. Diciamo che lì l’ansia si fa sentire anche dentro di me, ma dopo aver parlato di me, dopo aver cantato e dopo i due si, rimane solo la gioia. ‘’Da oggi si cambia Harry.’’ Continuo a ripeterlo tra me e me.