Gli schizzi rossastri del sangue invadevano l’ambiente.
L’unico occhio che avevo aperto scrutava tutto ciò.
Corpi ammassati l’uno sull’altro.
Stringevo la presa sulla mia spada con entrambe le mani.
Quella spada che mi aveva accompagnato per tutta la mia vita.
L’avevo presa a mio padre, o almeno…
L’uomo che mi aveva allevato quend’ero appena un bambino.
Lo stesso uomo che mi aveva provocato la cicatrice che ho tutt’ora sopra il naso.
La mano destra stringeva forte quell’impugnatura.
La sinistra…
Mi riportava a troppi pensieri.
Era fatta di un metallo indistruttibile.
L’intero avambraccio era di metallo, questo da quando quel bastardo di Donovan me l’aveva strappato…
Avevo provato ad ucciderlo e lui si era vendicato su di me…
Avrei dovuto conficcargli quella maledetta freccia dritta al cuore e non puntare alla gola.
Beh, ma si sa, ognuno di noi sbaglia, ed io non sono da meno.
Magari mi credo troppo orgoglioso…
Troppo superiore forse?
Ma forse lo sono veramente.
Nessuno può contrastarmi o battermi.
Nessuno…
Io sono il più forte, e tutti dovrebbero starmi alla larga.
Odio i deboli, mi innervosiscono, non dovrebbero nemmeno essere nati, o esistere.
Come dico sempre, chi muore in una battaglia che non gli appartiene non dovrebbe nemmeno essere nato.
Una fitta di dolore mi arrivò dritta sul collo.
Il marchio…
Sentivo il sangue fuoriuscire da esso, gli spiriti dovevano essere vicini, e non dovevano essere pochi.
Beh, alla fine parte di quella maledizione poteva essere utile.
Aprii l’occhio destro per poter vedere le anime degli spiriti e mi scagliai contro di loro.
Non importava se tre o quattro frecce mi avevano già colpito su un braccio.
Non importava che le ferite sul viso sanguinassero.
L’unica cosa che importava…
Era dimostrare chi era il più forte e testare me stesso, per arrivare da quel Donovan, preparato al meglio.
La spada arrivò dritta sul cranio di uno di quegli spiriti.
-Bingo…-
Sussurrai prima di prepararmi allo scontro.