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Autore: erik3090    19/10/2014    1 recensioni
Questa opera è basata sull'universo di Star Wars ma con una differenza.
Vi faccio una domanda: E se la galassia lontana lontana non fosse poi così lontana nello spazio, ma piuttosto distante nel tempo?
Genere: Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri
Note: What if? | Avvertimenti: Violenza
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Era buio nella sala, nessun rumore, nulla.

Una lampadina dalla debole luce si accese mostrando il volto di una ragazza dai capelli bianchi e dagli occhi con l'iride rossa, dai lineamenti eleganti e perfetti, bellissima.

Mi guardò impassibile finché un ghigno malevolo non cambiò l'espressione sul suo volto, era lo sguardo di un omicida, una luce verde apparve accanto a lei.

 

Mi svegliai di colpo, avevo i brividi quindi mi toccai la maglia, era madida di sudore.

- Cazzo, di nuovo quel sogno! - era un gesto automatico toccarmi per capire se avevo sudato o no la notte prima.

Mi alzai e andai al bagno per cambiarmi e vidi il riflesso del mio viso, un ragazzo cupo dai capelli castani e bagnati di sudore, occhi marroni e stanchi, naso normale non troppo pronunciato e nemmeno piccolo, labbra carnose e screpolate. L'altezza era sempre stato il mio difetto più grande, centosettantatré centimetri che non aiutavano per sembrare serio con le persone di successo.

"Sono un disastro!"

Mi lavai e mi cambiai, uscii dal camper per andare al capanno dei reperti per cominciare a tradurre la tavoletta, anche se mi sembrava una perdita di tempo.

Provai a tradurre le incisioni sulla parte destra che sembravano simili al cuneiforme arcaico, ma tutto ciò che riusci a tradurre furono due frasi.

"Ma che vuol dire? Ora anche le pietre di trentamila anni fa mi sfottono?" ero demotivato.

Kurush mi guardò pensieroso - Hai trovato qualcosa? -

- Nulla di sensato! "Tutto è scelta" e "il cristallo è il cuore"! Ma se non conosco il contesto non hanno alcun senso! - buttai la penna sul tavolo.

- Beh è un inizio, ora è tutta in salita! - sorrise.

Continuai a tradurre le incisioni ma rifacevano solo a una dea che diede alla luce due gemelli per combattere l'oscurità. Un classico trito e ritrito. La giornata finì con un nulla di fatto.

I due giorni che seguirono furono ancora peggio, il caldo era insopportabile e alcuni addetti agli scavi cominciarono a guardarmi in maniera strana come se sapessero qualcosa che io non sapevo. Per non parlare dell'incubo che era ogni giorno più intenso.

Il quarto giorno uno degli scavatori in prova straniero mi si avvicinò. Era di origine giapponese e più giovane di me - Hey, amico, sei un fenomeno! Non ho mai visto nessuno muoversi in quella maniera, eppure io sono stato campione nazionale a Tokio, ma tu batteresti tutti a occhi chiusi! -

- Di che cosa stai parlando? - chiesi perplesso.

- Ma si, tutte le notti quando ti alleni nelle arti marziali, ti hanno visto tutti. - spiegò eccitato.

- Senti, io non sono tuo amico e non ho mai fatto arti marziali in vita mia! Se pensi di fare colpo su un tuo superiore lodandolo allora hai sbagliato persona! - sbottai.

Il ragazzo sembrava turbato - Okay, ma se volevi tenerlo segreto era meglio non esercitarti sopra gli scavi, è una fortuna che nulla si sia rotto, superiore! - disse irritato. Si girò e se ne tornò agli scavi.

"Ma che gli è preso a sto tipo!" pensai.

Andai finalmente a lavorare sulla tavoletta cercando di tradurre i simboli nel centro, speravo di trovare un qualcosa che spiegasse tutto.

Quella notte fu la più strana. Mi misi a letto come tutte le sere nulla di strano, fuori il temporale era particolarmente violento, ma non ci feci caso dopotutto vivo a Londra.

La cosa strana è che mi risvegliai sotto al temporale in uno piccolo buco con in mano un pezzo di calcare dalla forma vagamente ovale grande trenta centimetri e una collanina con una singola pietruzza nera a fare da pendaglio.

Alzai la testa e vidi tutti i partecipanti allo scavo attorno a me con la faccia sbalordita.

- Che cosa stai facendo? - chiese il professore.

"Che cosa sto facendo? Perché sono qui? Che mi succede?" andai nel panico e cominciai a respirare a fatica. Kurush con un po' di fatica entrò nella buca ormai coperta da dieci centimetri di fango e detriti vari e mi mise una mano sulla spalla - Che cosa stai facendo? -

Mi calmai e gli mostrai i due reperti che avevo in mano.

- Io... io non lo so! - risposi.

  
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