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Autore: Giuls_breath    19/10/2014    0 recensioni
Elena Gilbert era una ragazza come le altre almeno fino a che la sua vita non si è incrociata a quella dei fratelli Salvatore.
Tratto dal secondo capitolo:
"Mamy" sussurra addormentata.
"Amore, torna a dormire" le rispondo con dolcezza "Fai tanti bei sogni, ti voglio bene".
"Secondo te anche il mio papà me ne vuole?"
Sento il mio cuore sbriciolarsi a quella domanda così innocente e una lacrima mi riga il volto.
"Ma certo che te ne vuole. E ora fa' la nanna".
Prima storia sulla mia coppia preferita.
Genere: Drammatico, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Damon Salvatore, Elena Gilbert, Un po' tutti | Coppie: Damon/Elena
Note: AU, OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Never Let Me Go 

Capitolo VI 



 
“Ho bisogno di avere risposte su Damon e non te lo sto chiedendo per favore!” sibilo afferrandolo per la camicia.
“Elena, calmati.” mi dice Stefan con quel tono che nei momenti peggiori ha finito con l’irritarmi ancora di più.
“Calmati un corno!” dico lasciando di colpo i lembi della camicia ed entrando dentro.
“Sei sola?” mi chiede circospetto.
“No, Caroline ed Astrid sono in macchina. Ho bisogno che tu mi dica la verità, adesso.”
“Parla con Damon.”
“Ci ho provato, ma non vuole. Fallo tu per lui, Stefan!” lo imploro guardandolo negli occhi.
Stefan mi da le spalle e lo vedo versarsi da bere… Bourbon?
E’ un gesto che faceva Damon quando era nervoso e doveva rilassarsi.
Mi siedo, accavallo la gamba destra su quella sinistra e lo guardo aspettando che trovi le parole, la forza, il coraggio o qualunque altra cosa sia per parlarmi.
Beve un grosso sorso di quel liquido ambrato che, ricordo essere bruciante poi dice: “Stai cercando di giustificarlo, non è vero?”
“No, Stefan. Il tempo delle giustifiche è finito.
E’ tempo della verità e io mi sono stancata di abbassare la testa e aspettare che gli altri mi vengano incontro!” incrocio le braccia sotto il seno “Pretendo la verità e la pretendo da te adesso.”
“Elena, io ti posso dire solo alcune cose. Il resto te lo deve dire lui.”
Annuisco.
Abbassa lo sguardo e poi lo rialza guardandomi: “Damon se n’è andato per proteggerci. E’ entrato in un brutto giro dal quale sta cercando disperatamente di venirne fuori. Ci ha provato sei anni fa, sparendo.
Mi aveva lasciato solo un numero al quale poterlo trovare nel caso fosse successo qualcosa, il numero era intestato a Giuseppe Salvatore. Nostro padre.
Era già morto all’epoca, ma l’utenza non era stata cancellata così lui ne ha approfittato e molto raramente si è fatto vivo in questi anni. Mi ha detto di non cercarlo a meno che non ci fosse stato un problema grave, per il resto si sarebbe fatto sentire lui.”
“Ma non l’ha fatto.” commento stringendo le braccia.
“Non poteva Elena. E poi c’è un’altra cosa…” si volta e prende dal cassetto qualcosa “Te la dovevo dare subito, ma… non so bene il perché non l’abbia fatto.” si volta tra le mani sembra abbia una lettera.
Sono sorpresa.
“Lui l’aveva scritta tre giorni prima di partire e mi aveva chiesto di dartela… è una lettera…” gliela strappo dalle mani e la apro.
 
Elena, amore mio,
mi sono appena svegliato e reso conto che tu non eri accanto a me.
Mi sono sentito inutile e soprattutto tremendamente angosciato.
Devo partire Elena e sapere di dovermene andare senza poterti dare una spiegazione mi distrugge.

Sapere di poterti di nuovo guardare negli occhi tra mesi, anni e trovarti cambiata, diversa, mi uccide.
Ti amo e vorrei il meglio per te eppure sono così tremendamente egoista da desiderare e sperare che tu mi aspetti.
Elena, ti prego di accettare questo mio allontanamento, non vederla – ti imploro – come una fuga perché non lo è! Ti amo immensamente e neanche tutte le lettere del mondo riusciranno a dimostrarlo e neanche centocinquant’ anni su questa Terra basteranno!
La prima volta che ti ho visto eri la ragazza più goffa e al tempo stesso dolce che avessi mai visto, che i miei occhi avessero mai incrociato. Mi hai guardato con quegli occhi grandi e così innocenti che mi hai fatto subito capitolare sebbene il mio sguardo duro e imperscrutabile facciano difficoltà a far comprendere agli altri quelli che sono i miei sentimenti per gli altri.
Ricordi la rosa?
Era il primo gesto romantico fatto in tutta la mia vita. Quello sguardo così dolce e quegli occhi così brillanti hanno riportato la luce nel mio animo buio… un giorno troverò la forza per dirti del mio passato, ma non in questa mia lettera, amore mio.
Avremo il tempo per parlare del passato buio che mi ha marchiato, pensiamo al nostro passato, al nostro presente e a tutto l’amore che mi hai dato e che porterò con me, ovunque vada e che spero un giorno poterti continuare a donare.
Elena, non pretendo che tu capisca questo gesto. Ti chiedo solo di fidarti di me, di avere fiducia nei sentimenti che provo per te, di aspettarmi perché tornerò e non temere, non ti dimenticherò, mai. Te lo giuro!
Ti amo, sei e resterai per sempre l’amore della mia vita,
Damon”
 
Stringo le labbra, stringendo la lettera al mio petto e sentendo il cuore battere forte.
Rileggo le ultime righe, oh Damon, riesco solo a pensare!
“Perché?” chiedo con un filo di voce “Perché non me l’hai mai fatta vedere?”
“Credo tu lo sappia, Elena. Lo hai sempre saputo e ignorato.” lo guardo non capendo “Ti amavo molto, Elena. Più di quanto fosse lecito.”
Le mie labbra si schiudono per lo stupore “Ma tu eri già sposato!”
“E ti stupisce che io potessi essere innamorato di te?”
“Sì.” rispondo sinceramente “Tu sei sposato con April. Mi stupisco eccome!
Come puoi farle questo?”
“Il mio per te è stato amore a prima vista. Sei la prima ragazza con cui mi sono sentito bene… solo con il tempo ho imparato a limare quell’amore per te, anche se da qualche parte esiste ancora nel mio cuore. Sai perché non ti ho dato la lettera?”
Aspetto la risposta, anche se credo di conoscerla.
“Per gelosia” continua “sì, per la prima volta ero geloso di mio fratello. Io il ragazzo sempre in gamba, studioso, cortese, ben voluto ero geloso del mio scapestrato, irrequieto fratello. Lui aveva l’amore della donna che io avrei voluto che mi amasse!”
“E tu per gelosia non mi hai permesso di leggere una lettera?
Tu per gelosia mi hai forzata a pensare in un certo modo di Damon?
Tu per tutti questi anni mi hai sentito insultare tuo fratello senza dirmi niente? E io dovrei essere.. contenta? Stefan, tu… sei peggio di tuo fratello.” deglutisco cercando di ritrovare le parole, parole che lo possano ferire e fargli capire come io mi senta e mi sia sentita ad essere manipolata da chi credevo un amico.
Apro di nuovo la lettera sperando che altre parole – come per magia – compaiano facendo proseguire la lettera. Non succede però.
Ciò che mi resta è una profonda amarezza da ciò che non è stato.
Delusione perché io mi fidavo di Stefan, delle sue parole, della sua amicizia che era come un’ancora al dolore che rischiava di farmi affogare.
Invece, Damon – seppure in modo infantile e codardo – mi aveva avvertita.
Mi aveva chiesto di aspettarlo, grazie a Stefan questo non c’era stato.
“Ti ringrazio per avermi mostrato la lettera, Stefan.” dico con un tono così calmo da far paura perfino a me, suona come troppo calmo in situazioni come questa “Ora vado, ho da fare.”
Volto le spalle, ma lui mi blocca per un avambraccio “Elena” lo guardo “io e te siamo ancora amici?”
“Non lo so, Stefan. Onestamente, ho bisogno di tempo.
Non so quanto.
Non penso tu possa biasimarmi.”
La presa si allenta fino a lasciarmi libera di raggiungere la porta e raggiungere mia figlia e mia sorella, la prima mi guarda con occhietti inquieti avrebbe voluto entrare, l’altra con occhi vispi e curiosi.
“Tesoro, purtroppo lo zio Stefan non era in casa.” dico lanciando a mia sorella un’occhiata eloquente e spero abbia capito cosa le volevo dire tra le righe “Ho parlato con April.”
“Ah, peccato! Ci ritorniamo però, vero?”
“Tesoro” dice Caroline “andiamo a mangiare un gelato gigante?”
“Sì!”
Per fortuna i bambini riescono ad essere presi subito da altri e non ci rimuginano mai troppo. Ora come ora non so cosa fare, devo parlare con Damon e dirgli che so della lettera, ma cosa gli dirò?
Ti perdono?
Ti ho aspettato anche senza sapere che tu me lo avevi chiesto?
Ti amo in modo disperato?
Scanso un paio di volte appena in tempo delle buche enormi, a parte questi due episodi, riusciamo ad arrivare a New Orleans senza troppi problemi.
Prendiamo tre gelati al cioccolato, vaniglia e panna talmente grandi che se non li mangiamo in fretta finiscono per cadere. Astrid con cinque, sei leccate riesce a ridurre la dimensione mastodontica del gelato, io e Caroline andiamo più lentamente. Anzi, io lo lecco ogni due – tre minuti tanto che lo sento colare verso la mano.
“Mami, se non ti va lo mangio io!” propone Astrid.
“No, amore della zia, due gelati ti fanno male. Lo prendo io!” dice Care.
“Ah, ah.” dico allontanandolo dalla sua portata “Dov’è il tuo concetto di ‘dieta’?”
“Non sono più impegnata al momento quindi posso rimpinzarmi, avanti!”
“Non se ne parla.” protesto.
“Oh, che pensiero gentile!” un’altra voce, inconfondibile, Damon che mi ruba il gelato tra le mani e inizia a leccarlo. “Buonissimo!”
“Oddio, ma che fai mi perseguiti?”
“Sei tu che mi segui?”
Sbuffo “Questa è una battuta vecchia, Damon. Andava di moda qualche anno fa, ora è demodé. E tu sei irritante!”
“Tesoro, andiamo a vedere qualche vetrina?” propone Care a mia figlia.
La ringrazio con lo sguardo.
“Cosa vuoi, Damon?” ora ero partita io con il piede di guerra.
“Parlarti.” dice semplicemente. “Non ricordavo che il gelato al cioccolato e vaniglia ti piacesse! Anzi ricordo che era proprio il gelato..”
“Damon…” lo richiamo.
Rotea gli occhi. “Okay, senti ho sbagliato a sparire, ma avevo delle attenuanti.”
“Già delle misteriose attenuanti.” dico con una certa enfasi.
“Elena” mi prende il viso tra le mani e i miei occhi si incatenano ai suoi “credimi se avessi avuto un’alternativa, non ti avrei mai lasciata.”
“Ho letto la tua lettera. Stefan, me l’ha fatta leggere… stamattina.” sgrana gli occhi sorpreso “Non sapevo mi avessi scritto.”
“L’ho fatto.” dice con un sorriso amaro dipinto sul viso “Ora come ora le cose che ho scritto ti sembreranno quelle di un idiota, pazzo, egocentrico, immaturo ragazzo” prende un respiro profondo “solo molto innamorato di una ragazza che gli aveva dato tutto il suo cuore e che lo ha calpestato, dilaniato e non può neanche giustificarsi per ciò che ha fatto.” sospira “Le scuse non sono né saranno mai sufficienti per rimediare al mio errore, Elena Gilbert. Ti prego, però… dammi la possibilità di rimediare, di cercare di riempire quel vuoto che c’è stato per tanto tempo nella tua e nella mia vita.”
“Damon…” sussurro “io ho paura.” confesso.
“Di cosa?” chiede accarezzandomi il viso.
“Di… me.” concludo. Anche se non è del tutto vero.
“Elena?” lo guardo “Io so che non sarà facile dimostrarti che non me ne andrò più.
Abbiamo tempo però, okay?
Possiamo recuperare il tempo perduto.”
“Damon” dico riacquistando sicurezza “il punto purtroppo è che il tempo perduto è perduto e resterà tale. In questi anni tante cose mi sono successe, tante sono cambiate.
Io sono cambiata.
Tu eri la mia certezza dopo Caroline, eri il mio porto sicuro, la roccia a cui aggrapparmi quando annaspavo. Poi sei sparito e ho dovuto imparare a nuotare da sola. Anche contro le onde più alte e pericolose.
Ho rischiato più volte di affogare, ma alla fine ce l’ho fatta.
Ti ho amato, molto, Damon, ma le cose – una volta rotte – non si possono incastrare di nuovo e sperare che tornino come prima perché questo non sarà mai possibile.”
Mi guarda come se non avesse capito cosa intendo.
“Damon, tra me e te non potrà esserci mai più nulla.” dico sicura.
Allontana le sue mani dal mio viso.
“Non vuoi darmi neanche una possibilità? Una speranza?
Mi condanni a morte senza che possa chiamare la difesa?”
“Damon, la tua difesa è la verità. Dimmela. Dimmi perché mi hai abbandonata e..”
“E cosa? Le cose rotte si aggiustano e i pezzi tornano a combaciare come per magia? Sei un po’ incoerente, non credi?”
Abbasso lo sguardo, ma lo rialzo subito “Volevo capire, visto che però a te tutto questo ti sta bene” scrollo le spalle “okay, abbiamo finito di parlare.”
Volto le spalle “E’ per la tua sicurezza che l’ho fatto, Elena.
Per te, per Stefan, per le vostre vite!”
“Davvero? Oh che gesto eroico!
Ascolta, qualunque sia la tua motivazione ti prego di parlarmene ora, altrimenti mi costringerai a pensare che tu te ne sia andato per altri motivi.”
Deglutisce “Oh, Elena. Sono stato coinvolto in qualcosa di più grande di me.
Dovevo andar via nella speranza che loro dimenticassero, ma non è stato così. Mi hanno trovato e ora devo pagare quel debito o se la prenderanno con te e… io non posso permetterlo.” dice con tutta l’enfasi possibile.
Lo guardo in volto ed è la prima volta in cui scorgo nei suoi occhi paura e dolore.
Non ci penso su molto che gli accarezzo il viso con entrambe le mani.
Mi osserva, guarda i miei occhi e poi fissa le mie labbra, so a cosa pensa perché per un istante ho pensato anch’io di posare le mie labbra sulle sue e baciarlo con tutta la passione che ho represso in questi anni, ma prima che lui possa anche solo avvicinare il suo viso al mio, poso un dito su quelle sue splendide labbra.
Scuoto la testa.
“Non posso.” dico la più terribile delle bugie.
“Perché?”
“Sono impegnata con un altro, Damon.” mento spudoratamente.
Sgrana appena gli occhi e schiude le labbra, allontana le mie mani dal suo viso, volta le spalle e si stringe forte i capelli.
“E’ tutta colpa mia.” lo sento gemere con un tono – che non dimenticherò mai – pieno di dolore.
 
, penso, ma non è stata solo tua.
Anche di Stefan.
E ora anche mia.
 
Ma posso fidarmi così di nuovo e di colpo di qualcuno che mi ha lasciata e il cui motivo resta oscuro?
Posso aprirmi e dirgli che ho una figlia?
Sua figlia?
 
Sospiro “Damon, mi dispiace.” dico l’unica cosa a cui penso in questo momento.
Scuote debolmente la testa.
“Dispiace a me, piccola.” si giro e vedo i suoi occhi… lucidi?
E’ possibile?
Avvicina il suo viso al mio, trattengo il respiro, se mi bacia ogni mia resistenza crollerà ne sono certa.
Posa la fronte contro la mia, lo vedo chiudere gli occhi e una lacrima spicca il volo lungo la sua guancia e poi fino a terra, è una frazione di secondo. E’ stato tutto talmente veloce che per un attimo penso di averlo immaginato.
 
Quando riapre gli occhi e li posa sul mio viso, il suo volto è di nuovo una maschera imperscrutabile, dura e con quel sorriso beffardo e che mi ha sempre dato i nervi.
“Non è finita così.
Non lo permetterò.
Ciao tesoro.” dice posando per una frazione di secondo due dita sotto il mento permettendogli così di guardarmi dritto negli occhi e farmi capire quanto quella “minaccia” sia seria.
 
Con quel sorrisetto arrogante e strafottente se ne va.
Caroline mi si avvicina di lì a pochi secondi guardando verso Damon che è salito sulla sua Camaro e sta andando via, mi chiede: “Cos’era tutta quella scena?”
“Niente.” rispondo di getto.
“Se quello era niente allora io sono Michelle Obama!”
“Tu non sei di colore!” sbotto irritata.
“Appunto. Ehi, sveglia, quello è sempre lo stesso Damon, quello che ti ha abbandonata, ricordi?”
“Ti prego, non infierire.” dico cercando di sottrarmi al suo sguardo.
“Io invece in quanto tua sorella, ti voglio bene e voglio vederti serena, okay?
E’ chiaro che con Damon questo non accadrà mai!”
“Oddio ora sei anche una wedding planner?!”
“Wedding no, ma… guarda chi sta giocando con Astrid!” dice spostandosi così che io possa vedere: Astrid è sull’altalena e urla ‘più forte, più forte’ dietro di lei, Kol.
Lo guardo.
Sì, Kol… sarebbe perfetto.
“Allora?” mi chiede Caroline con quella luce che alle volte mi spaventa.
“So cosa fare.” dico avanzando a passo deciso verso di lui.
 
“Elena!” mi saluta Kol sorridendomi sinceramente felice.
“Mami, hai visto come vado in alto?”
“Che brava! Mantieniti forte però, okay?” le dico apprensiva “Kol, ti prego, non così forte.” lo rimprovero bonariamente.
“Sì, hai ragione.” dice lasciando così rallentare la bicicletta fino a farla fermare.
“Mami, posso andare con zia Caroline sullo scivolo?”
“Okay, ma stai attenta…”
“Mamma, lo soooo.” dice agitando le manine.
“Volevo dire, stai attenta a tua zia!” dico sorridendole.
Ride e poi corre verso quella maniaca del controllo, perfezionista quale è mia sorella.
 
Guardo Kol e devo dire che è davvero un bel ragazzo.
Troppo timido e insicuro forse, ma è molto protettivo e dolce nei miei confronti.
“Perché mi fissi?”
“Kol, stavo pensando ad una cosa… t’imploro di non pensar male di me.
Ti andrebbe di uscire insieme qualche volta?”
Il giovane mi fissa incredulo e poi sorride divertito: “Dì la verità è uno scherzo!”
Abbasso la testa e stringo le mani nervosamente poi parlo “Kol, è solo un’uscita tra amici. Non ti chiedo di certo di fidanzarci perché… insomma ognuno ha il cuore e la mente impegnate.”
Sembra convincersi poiché annuisce e poi sorridendomi dice: “Okay, se è così.”
Lo abbraccio.
 
 
*****

Okay e adesso?
Elena e Kol cosa combineranno?
E Damon?

Ipotesi? 
Commenti?
Alla prossima.
  
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