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Autore: Scar    16/10/2008    7 recensioni
Tutto ruota attorno al sesso.
E’ stata la frase con cui si è aperta e si è chiusa questa straordinaria serie. Ecco perché l’ho scelta come titolo di una raccolta di one shot che abbracciano un po’ tutte e cinque le stagioni, perché si sa: tutto ruota attorno al sesso. Ma che sia solo sesso oppure amore non sta a noi decidere.
Forse.
Genere: Erotico, Introspettivo, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Brian Kinney, Justin Taylor
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Innanzitutto ringrazio caldamente chi ha recensito la scorsa shot, spero che gradiate anche questa, è la mia puntata preferita in assoluto quindi mi auguro di aver fatto un buon lavoro.
marghe999: Sto cercando di restare per quanto possibile nell'IC, ma non è sempre facile.
the fly: anche a me piace, quegli sguardi alla fine della 307 sono più espliciti di mille parole, e in quei momenti Sunshine è davvero un raggio di sole nel buio della dark .
LaTuM: aspettavo anche la tua recensione per postare la prossima one shot. Non farti più attendere così tanto ç ç

I versi che chiudono la shot sono della sigla finale della 308: Lover's Spit by Broken Social Scene

WHAT THE FUCK ARE YOU DOING HERE?
(308)


L’onda dell’orgasmo mi travolge, e io mi sforzo di non spezzare il contatto visivo con te. Ma è incredibilmente difficile. Ho paura che se chiudo gli occhi anche per un solo istante tu possa sparire. Ma non ne posso fare a meno e li serro giusto il tempo di venire e riprendere fiato.
Mi volto di nuovo verso di te. Anche tu sei venuto e tieni la fronte poggiata sulla schiena del tuo amante occasionale. Il cuore batte velocemente per questa nuova emozione. Sembra che abbiamo fatto sesso noi due anziché con due perfetti sconosciuti di cui non ci frega un cazzo. E sono così felice che non m’importa nemmeno che il coglione inginocchiato ai miei piedi si sia fatto una sega sui miei jeans di Armani nuovi di emporio. Ci sono cose più degne di attenzione al mondo… tipo tu che ti riabbottoni i pantaloni e fai per girarti e uscire dalla darkroom.
Non posso permetterlo. Non stanotte. Ho bisogno di te. E fanculo all’orgoglio.
Faccio uno scatto degno del miglior centometrista e ti raggiungo. Ti circondo con le braccia e tu ti blocchi sul posto. Hai riconosciuto la mia presa, le mie mani intrecciate sul tuo petto. Ti giri lentamente nel cerchio del mio abbraccio e mi fronteggi con uno sguardo stupito, forse anche un po’ severo.
- Vieni da me, Raggio di sole, ti sussurro. Quasi non ho voce.
Non è una richiesta, ma tu mi rispondi con uno dei tuoi più smaglianti sorrisi. E mi baci.
E’ quasi magico il modo in cui abbiamo abbandonato insieme la darkroom e ci ritroviamo a letto, completamente nudi e ancora abbracciati. Non riesco a staccarmi dalle tue labbra. Lo fai tu prendendomi il viso tra le mani e mi guardi. Il tuo sguardo…Dio…il tuo sguardo…mi basta a rischiarare questa notte buia.
Mi dici: - prendimi!
- Non aspettavo altro, Raggio di sole.
Un ultimo bacio e sono dentro di te.
Lo facciamo senza protezione come avresti voluto farlo tu tante volte. E come lo farebbe Brian Kinney se fosse dentro un fottuto sogno.
Dio.
E quello che vedo una volta riaperti gli occhi è la realtà. Il vero incubo. Solo con me stesso e nessun altro nel mio letto che non riesce più a scaldarsi da quando non ci sei.
Ma ci sto lavorando. In fondo ho passato la vita intera a fare a meno degli altri e ci riuscirò anche con te. Prima o poi.
Ed è già domenica.
Volendo potrei passarla qui nel letto in tutta tranquillità e senza fare un cazzo. E, invece, mi vesto di corsa e raggiungo il Liberty Diner, solamente perchè ci sarai tu a servire caffè e ciambelle.
Sono trascorse più di due settimane da quella notte nella darkroom e ogni volta ho aspettato che ci ritornassi, e invece non sei più venuto.
So bene che la tua romantica storia con il violinista è finita e so anche il perché. L’avrei capito anche se non fosse stato per quell’anello ormai scomparso dal tuo dito, anche se Michael non si fosse affrettato a dirmelo con tanta solerzia.
Un consiglio, Raggio di sole?
Mai rivelare a Michael un segreto. Anche se un giorno ne andasse della tua stessa vita.
Il tuo volto è triste, ma di una tristezza diversa da quella di qualche settimana fa, meno aggrottata e più sognante. Mi auguro che non sia ancora il suo ricordo a riflettersi nei tuoi occhi perché non lo merita. Lui non ti meritava.
Forse all’inizio l’avevo pensato davvero, avevo creduto che con lui saresti stato felice più che con me.
Ma non vedere più nessuno dei tuoi sorrisi per giorni, settimane…mesi…era come una stilettata al petto. Non potevo permetterlo. Capisci, Raggio di sole? Non potevo.
M’incanto a guardare il tuo favoloso sedere mentre ti giri a versare il caffè a una coppia di froci tubanti e faccio centinaia di pensieri osceni su quei tuoi capelli che non sono mai stati così lunghi. Mi chiedo come dev’essere infilarci le dita e stringerli mentre vengo nella tua bocca.
Mi chiedo se lo saprò mai.
Mi stanno guardando tutti. Cazzo!
La mia faccia doveva essere eloquente come un discorso cantato. Per fortuna tu non te ne accorgi. Hai lo sguardo abbassato. Da quella notte nella darkroom non riesci più a sollevare gli occhi in mia presenza. Perché?
Io ho una voglia disperata di vederli i tuoi occhi. Di nuotarci dentro per lunghe e interminabili ore.
E invece non mi resta che andarmene e trascorrere questa domenica da solo e, non so ancora in che modo, trascinarla agonizzante fino a domani.
Il lunedì riapre i battenti su un paio di gambe muscolose e depilate appiccicate alle mie.
Mi svincolo da quel contatto intollerabile con un gesto secco. E’ la maniera più gentile che conosca per svegliare qualcuno che deve sparire più in fretta della luce.
- Muoviti! Devi andartene!
Non ricordo com’è stato né la sua faccia e non aspetto che la ricacci da sotto il cuscino. M’infilo in bagno e ne esco solo quando sento richiudersi la porta con il consueto clangore.
Mi vesto in fretta e scendo per strada a prendere l’auto che mi porterà verso la mia prima tappa quotidiana chiedendomi che espressione troverò sul tuo viso questa mattina al Diner.
Sul mio riesco a malapena a nascondere la delusione quando mi accorgo che non ci sei.
Debbie mi versa il caffè con il suo solito sorrisetto del cazzo. Lei sa, ma non me ne frega nulla di fare il sostenuto pure con lei, lo saprebbe comunque anche se m’infilassi un passamontagna sulla testa.
Vado via ripetendomi che è meglio così. Devo disintossicarmi da te, non assuefarmi.
Non ho chiesto a nessuno dove cazzo sei finito, ma a questo punto spero di non vederti più.
Come si dice?
Attento a ciò che desideri perché potrebbe avverarsi?
E infatti la settimana trascorre lenta, pesante, snervante. La settimana più lunga e merdosa che ricordi. Non so che fine hai fatto, non sento pronunciare il tuo nome nemmeno per sbaglio da nessuno e sebbene sia in ansia, non chiedo.
Potresti anche essere ammalato o andato chissà dove per quanto ne sappia, ma continuo a ripetermi che è molto meglio così. Che è meglio per me.
Ma il lunedì successivo torno al lavoro più incazzato di una iena.
Mi stanno tutti sulle palle, ma incolpo gli scansafatiche che vagano nel dipartimento artistico.
Che immensa gioia, un altro mangiatore a sbafo. Che cazzo me ne faccio di un tirocinante?
Tu.
Mi si ferma il respiro in gola.
- Piacere, signor Kinney.
Credo che possa passarci un treno tanto è larga la mia bocca nel momento in cui mi stringi la mano. E non solo per lo stupore, ma per aver rivisto davanti a me l’aria tronfia dei tuoi giorni migliori. Il velo di quella strana malinconia che ti avvolgeva negli ultimi tempi è sparito e i tuoi occhi sono puntati dritti nei miei in tutta la loro forza.
- Te l’avrei detto.
- Quando?
- Dopo aver ottenuto il lavoro.
- Non otterrai il lavoro finché io non firmerò e io non firmerò finché non avrò fatto al potenziale candidato qualche domanda tipo: che cazzo ci fai tu qui?

La risposta sensata che mi dai ha un gusto particolarmente preconfezionato e non riesce a smuovere quella domanda dalla mia testa.
Che cazzo ci fai qui.
C’è qualcosa nella tua scelta e nel tuo modo di fare che non mi convince. Una settimana prima fai di tutto per evitarmi e adesso…
Adesso vieni dritto fino alla mia tana.
E io ti permetto di entrare. Ma con un chiaro avvertimento.
- Non aspettarti un trattamento speciale!
- Non l’ho mai avuto!

E con che faccia tosta l’affermi, quando ho perduto anche il sonno per te.
Ecco tornato alla ribalta il Justin Taylor che conoscevo, apprezzavo e spesso trovavo incredibilmente irritante.
Tuttavia una strana euforia mi pervade fino a fine giornata e arrivo al Babylon così eccitato che mi scoperei anche i muri.
La tua presenza nel locale dà la conferma ai miei sospetti. E il tuo sottile gioco di seduzione è così lampante da rischiarare a giorno tutta la sala.
Che le danze abbiano inizio, allora. Ma ricorda bene, Raggio di sole, sarò sempre e solo io a condurre.
Ti lascio al bar godendo della tua espressione sconfitta e prendo la direzione della darkroom trascinandomi dietro il primo tizio che mi si aggrappa ai pantaloni.
Mi sembra di essere tornato indietro di dieci anni e scopro che non mi sentivo così vivo da secoli.
Ma che cazzo mi combini, Raggio di sole?
Davvero pensi che potrei cascarci come la prima volta?Non credi che siamo entrambi troppo cresciuti per questo tipo di giochetti?Non credi che almeno un po’ dovrei odiarti?
La verità, Raggio di sole, è che non ci crede nessuno, neppure il sottoscritto.
- Forse sono un po’ duro con te.
E sono sincero, perché mi rendo conto che ho esagerato. Che non sei il solo che ha qualcosa da farsi perdonare.
Ma una promessa è una promessa, e resta tale anche quando a sbagliare sei tu.
Mi hai screditato davanti a un cliente e questo non posso perdonartelo.
Nessun trattamento speciale, ricordi?
- Volevi un’esperienza pratica, giusto? Lezione numero uno: chi sbaglia se ne va.
Avrei dovuto immaginarlo che non ti sarebbe bastato un bel calcio in culo. Che non avresti accettato questa frustrazione manco te l’avessi fatta ingoiare a forza.
Tu devi sempre avere l’ultima parola. E di parole ne dici tante. E vorresti anche sentirtele dire.
- E tu ti credi così furbo. Se avessi un po’ di cervello non avresti mai dovuto lasciarmi andare. Potevi dirmi che stavo facendo il più grosso errore della mia vita, che me ne sarei pentito e che quello che mi davi tu valeva mille…un milione di volte più di quanto lui poteva offrirmi. Avresti dovuto dirmi che mi amavi e che avresti continuato a farlo anche se me ne fossi andato.
Quando imparerai, Raggio di sole? Quando capirai che le parole sono fumo e nient’altro? E io lo so bene, perché vendere fumo e il mio mestiere.
E quando imparerai a conoscere meglio te stesso? Io un po’ ho imparato a farlo e posso garantirti che non avresti cambiato idea nemmeno se mi fossi gettato ai tuoi piedi. Non l’hai mai fatto. Sempre dritto sulla tua strada come un treno senza fermate.
Infili la tracolla sulle spalle e fai per andartene.
Eh, no, splendore. Non lascerò a te l’ultima mossa.
- E così che sei fatto? Quando non senti quello che vuoi sentire te ne vai? Stai in piedi sulle tue gambe intanto. E tira fuori le palle!
Sono furioso. Ma almeno ti ho zittito.
Sì, e poi indosserò scarpette di cristallo e una coroncina sulla testa.
Mi baci con la furia delle parole che ti si sono fermate in gola.
E io mi sento così…stupido, perché sto andando a fuoco. Vai via quasi di corsa e io resto immobile…oh…io ci so stare sulle mie gambe…ma aspettando di diventare cenere da un momento all’altro.
Non so più che fare con te. Brian Kinney non sa cosa fare. Quando il mattino dopo Cynthia mi comunica che hai chiesto un appuntamento per la sera, confermo quasi rassegnato.
Io ti desidero e tu l’hai capito da quel bacio a tradimento, o da molto prima, ma anche se ti gridassi in faccia un improbabile disprezzo tu continueresti a perseverare nel tuo intento. E sai bene che è la cosa che più mi piace di te, tanto quanto mi fa incazzare certe volte.
- Signor Kinney?
- Entra, Taylor.

Freddi e formali, mentre dentro di me vibro come una corda tesa. E sono sicuro che tu sei nella mia stessa identica situazione. C’è troppa elettricità nell’aria. La sento pizzicare sulla pelle.
- Volevi vedermi?
Tu annuisci e io ti esorto a parlare. Siamo qui per questo, no?
- Ci ho pensato e ho deciso che deve riprendermi.
Questo è il colmo. Tu decidi e disponi. Non posso lasciarti fare quello che vuoi quando si tratta dei miei affari. - No.
Non se ne parla.
- Anche se ho fatto molti errori lei ne farebbe uno più grande negandomi una seconda opportunità.
Sei incredibile, lo sai? Come siamo finiti a parlare di noi, anziché del lavoro?
Ho quasi difficoltà a ribattere.
- Capisco.
- Perché ora ho capito quello che lei vuole da me e so cosa posso aspettarmi da lei.

Finalmente parliamo la stessa lingua. Stento a crederlo. E tu sei così arrapante in questo momento. Come faccio a negartela questa benedetta seconda occasione?
- Devi mettere in preventivo che ti verrà richiesto di lavorare a lungo, per tante ore… delle volte fino a notte fonda.
- Sarà un piacere lavorare sotto di lei, signore.

E il tuo sorriso accennato è tutto un programma ed io mi figuro anche di che genere.
Ormai non ho più riserve. Il mio corpo le ha sciolte per me.
Ma a una condizione…
- Non dovrai ascoltare mai nessun violino in mia presenza.
- Lo prometto.

E non sai quanto vorrei crederti. Ma adesso non importa.
- Bene. Allora puoi cominciare anche…immediatamente.
Non importa più quello che è stato. Sento solo l’urgenza di stringerti a me, baciarti e scoprire se il tuo sapore è rimasto lo stesso.
Finalmente posso toccare i tuoi capelli ed è una sensazione fantastica, più di qualsiasi sogno. Quasi temo di riaprire gli occhi e ritrovarmi ancora seduto dietro la mia scrivania ad aspettarti.
E invece sei veramente qui. Posso baciarti, posso sentire la tua pelle bruciare sulla mia, posso prenderti come mi piace, come ci è sempre piaciuto. Come se il tempo non fosse mai passato dall’ultima volta, perché sei qui, Raggio di sole.
Qui con me…mio…ancora una volta.

All these people drinking lover's spit
They sit around and clean their face with it
And they listen to teeth to learn how to quit
Tied to a night they never met...


  
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