C’era
sostanzialmente qualcosa che non andava, poiché agli occhi
del prigioniero il
mondo sembrava essere fatto di luce e di immagini sfocate. Persino la
sua
stessa voce, un respiro affannoso e confuso, gli giungeva ovattato come
se
fosse stato all’interno di un sacco trasparente da camera
mortuaria.
A
poco a poco che riprendeva coscienza del mondo che lo circondava, si
rese
sempre più conto che era per davvero
all’interno di un sacco munito di cerniera verticale, tanto
che il proprio
respiro da confuso divenne intriso di panico. E anche la vista, che
rimaneva
comunque debole dopo quello che sembrava essere stato un lungo sonno
indotto,
iniziò a tornare notando i particolari di una stanza che
sembrava essere simile
ad un ambulatorio o una sala chirurgica.
Il
prigioniero non capiva il motivo del perché si trovasse in
quel posto, poteva
notare un carrellino metallico con vari strumenti chirurgici e un
lettino con
cinghie alla propria destra, ma ciò che lo sconvolse di
più fu l’improvvisa
ombra che oscurò tutto quel paesaggio sfocato.
Per
un attimo smorzò il respiro, nel mentre che la figura
misteriosa abbassava la
zip del sacco, e si ritrovò a sgranare gli occhi doloranti
nel riconoscere la
figura che gli sorrideva con una punta di malvagia ironia. Il motivo
del suo
sgomento era chiaro, conosceva quella donna spietata che lo stava
osservando
come una preda in trappola, dalla pelle ambrata e dai molti serpenti
tatuati in
corpo.
Il
prigioniero riconobbe in quella donna Uriel Truce deSanta, ma
ciò che lo
sconvolse maggiormente era che quella donna non
avrebbe dovuto essere li con lui.
–
Hm, non è curioso? Per quanto si vada lontani
c’è sempre qualcosa che ci porta
incredibilmente vicini alla strada principale – i serpenti
stilizzati
iniziarono a muoversi lungo tutta la sua pelle esposta, portando il
prigioniero
a stringere i denti dalla tensione –che ci porta dunque a
ripetere all’infinito
le cose che, nonostante tutto, ci siamo promessi di non ripetere
più per nessun
motivo al mondo… il puro caso? Tzk… io penso
soltanto che sia una questione di abitudine.
Non possiamo fare a meno di fare quel che facciamo perché fa
parte della nostra
natura… non sei d’accordo? –
Allungò
maggiormente il proprio sorriso, inclinando addirittura la testa come a
volersi
prendere gioco del prigioniero, prima di voltare la testa di lato e
allungare
un braccio verso il carrellino con l’attrezzatura medica. Un
gesto questo che
fece tremare il respiro dell’individuo dentro il sacco
mortuario, poiché ciò
che prese in mano era una fottuta siringa di vetro e dal manico in
acciaio.
–
Uriel… Uriel… Ti piace proprio, eh? – e
adesso perché stava parlando come se
non fosse neppure lei? – lo so cosa stai pensando adesso, che
sono pazza… si?
Sai, deSanta dice spesso che la vera pazzia sta nel fare sempre le
identiche
cose, sempre a commettere gli stessi sbagli, ogni giorno della propria
vita. Ce
lo abbiamo nel sangue mio buon amico– e qui il prigioniero
avvertì le palpitazioni
a mille quando la donna gli strinse i capelli sulla nuca e
avvicinò lentamente
l’ago al suo occhio destro– ma credo che
tu… abbia bisogno di vederlo
decisamente meglio–
Poi
fu il buio assoluto mentre il rumore del suo stesso cuore gli
rimbombava nelle
orecchie, ed un dolore mai sperimentato prima non lo portò
ad urlare fino a
tramutare la propria voce in un eco lontano.
-
- - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - -
Meat
aveva deciso di seguire i ragazzi fino al Vintage Club giusto per
assicurarsi
che non ci dessero troppo dentro con l’alcool, e poi non ci
vedeva niente di
male nel concedersi un drink analcolico come gli aveva suggerito la
dottoressa del
centro benessere… quindi se ora era all’interno di
quel chiassoso locale era
anche per provare a divertirsi.
Non
che ci stesse riuscendo appieno, sebbene fosse seduto su uno dei
salottini a
bordo pista il rumore incessante proveniente dalle casse acustiche
vicine a
dove si trovava a lui contribuivano a fargli salire il nervosismo a
mille.
Perlomeno Kid si stava piuttosto divertendo, sulla pista da ballo si
stava
muovendo decisamente in modo egregio tanto da lasciare i presenti
piuttosto stupiti
dandogli spazio di manovra, mentre a bordo pista poteva notare Jeager
che,
rosso come un peperone, cercava di congedarsi gentilmente da un paio di
ragazze
piuttosto interessate e lui e magari pure interessate a continuare la
discussione altrove.
–
Tutto sommato pensavo
che sarebbe andata
peggio… ma non hanno chiesto molto del mio bernoccolo
all’entrata del locale,
ah ah ah! –
Suguru
sedeva accanto a lui, indossando quel suo ridicolo completo giallo che
portava
fin dal loro primo incontro e gli anni non avevano cambiato i suoi
gusti in
fatto di vestiti, e sulla fronte recava un bernoccolo ancora
“fresco” di
serata. Se l’era quasi sicuramente fatto al resort per chojin
giù al centro
benessere, ma Meat decisamente decise di non indagare anche
perché si era
ripromesso di rilassarsi e non fare da balia ne ai suoi allievi
scapestrati, ne
a King Muscle che comunque aveva ormai una certa età per
badare a se stesso.
Pertanto si limitò a sbuffare sconsolato e a puntare lo
sguardo su qualcosa che
lo sorprese non poco.
Non
si trattava di qualche bravata di Terry con la complicità di
Kid Muscle, ne
qualche ramanzina di DikDik che attualmente era piuttosto su di giri e
stava
facendo la “capra pazza” di fronte ad un pubblico
piuttosto divertito, ma
era la presenza di Lord Flash al bancone
del bar a destare maggior interesse.
Tanto
che lo stesso re dei kinnikku, notando che l’amico non aveva
risposto alla sua
battuta ma era impegnato a guardare tutt’altro, si accorse
della presenza del
suo ex avversario piuttosto concentrato a bere che a divertirsi come
stavano
facendo gli altri. Warsman si stava semplicemente rigirando il
bicchiere di
vodka e ghiaccio con una mano rimuginando ancora una volta sui suoi
stessi
pensieri, nonostante avesse accettato l’invito di Kyle a
svagarsi un poco, e
vedendolo in quello stato Suguru decise di indagare un po’.
Quel
ragazzo ne aveva passate di cotte e
di crude, e comunque sia si trattava di un suo conoscente che, ferocia
sul ring
a parte, era un individuo fin troppo solitario per i suoi gusti.
–
Hm… forse è il caso che ci vada a parlare
– il re era a conoscenza di ciò che
era successo durante il pomeriggio, con suo figlio che si era quasi
fatto
ammazzare –quando è così giù
di morale una voce amica è meglio di una chiusura
a riccio–
–
Purché tu sia prudente, Suguru! In fin dei conti
è e resterà sempre un chojin
brutale –
Le
raccomandazioni di Meat erano lecite, poiché i suoi ricordi
si riferivano
strettamente al periodo giovanile dell’ex lottatore in cui
non si era certo
risparmiato dal tagliar teste e arti ai propri avversari, ma il tempo
era
passato per tutti mentre lui si era fatto ibernare per poter continuare
ad
allenare i nuovi chojin, e King Muscle sapeva che sotto quella
brutalità si
celava un uomo.
Si
avvicinò con discrezione al russo, costeggiando la pista e
disinteressandosi
delle belle donne presenti lungo il percorso, sedendosi accanto a lui
senza
dire una parola ma solo accennando alla barista di desiderare pure lui
quello
che stava bevendo l’ex lottatore.
–
Tzk… ti sei perso, Suguru? Il bancone è lungo e
ci sono altri posti liberi dove
tu possa conversare con le signorine del posto –
Iniziava
già bene se Warsman cercava di evitare la sua presenza, ma
il re del pianeta
Kinnikku non si lasciò demoralizzare bevendo un lungo sorso
di vodka
ghiacciata.
–
Veramente speravo di passare un po’ di tempo con
te… come te la passi, Warsman?
–
Il
russo poteva ben percepire il suo reale interesse per il suo stato di
salute,
ma davvero lui al momento non aveva voglia di rispondere e voleva solo
passarsi
la serata a bere e a guardare distrattamente la carrellata di giovani
ragazze e
donne adulte che si divertivano al ritmo della musica scelta dalla DJ
che stava
su una balaustra rialzata.
La
DJ…
In
un primo momento, quando era entrato nel locale assieme a Kyle, e
quest’ultimo
si era dileguato quasi subito, non aveva prestato molta attenzione ai
vari
ospiti presenti men che meno al personale di servizio, e chi stava
mixando la
musica al momento l’aveva in principio solo giudicata
“molto appariscente”
visto il micro abito di lustrini verdi e il trucco pesante, ma ora che
la
osservava meglio si dette mentalmente dell’idiota mentre una
marea di
sensazioni non si accesero in lui come se qualcuno avesse acceso una
lampadina.
–
Fate un applauso alla nostra DJ
Smeraldya!! –
Non
gli interessava cosa stavano dicendo gli altoparlanti dalla regia,
mentre la
giovane spalancava le braccia per accogliere gli applausi e gli
starnazzi di un
pubblico di chojin che manco si era accorto chi fosse realmente quella
donna,
poiché il suo unico desiderio era così forte e
simile alla rabbia da portarlo a
rompere il bicchiere che aveva in mano. Quella era Emerald, con chili
di trucco
ed abiti dall’indubbia
professione, che
si stava divertendo bellamente senza alcun pensiero.
Non
si curò delle lievi ferite che le schegge di vetro gli
procurarono alla mano, e
neppure alla reazione allarmata/preoccupata di King Muscle che ancora
sedeva al
suo fianco, perché tosto si alzò così
velocemente in piedi da far cadere lo
sgabello ed incamminarsi dunque verso la zona staff al primo piano.
Aveva
bisogno di risposte, era un suo dannatissimo diritto avere delle
risposte, e
quando si trovò un paio di Deva una volta salite le scale
che davano al primo
piano le scansò via malamente anche se tentarono di
fermarlo. Non fu difficile
trovare il camerino della guess star della serata, la signorina
marchesa
difatti ci teneva che una gigantesca scritta dorata recasse il suo nome
d’arte
fuori dalla porta, e non si risparmiò di sfondarla con un
poderoso calcio
preannunciato dal suo agghiacciante respiro.
Ed
Emereald… se stava nascondendo il suo stupore di rivederlo
lo stava nascondendo
dannatamente bene, con il suo voltarsi lentamente verso di lui ed
alzando
sarcasticamente un sopracciglio.
–
Io quella non la ripago, sorcio. E comunque
alla porta si bussa, non si sfond…–
–
Quattro mesi… Emerald! Quattro lunghissimi mesi senza uno
straccio di
spiegazioni!! – si avvicinò lentamente a lei con
aria minacciosa, e fu sicuro
di averla vista deglutire – non un perché, non una
valida giustificazione! Hai
cambiato numero di telefono e ti sei dimenticata del sottoscritto!
–
–
La stai facendo troppo tragica, va bene?! Avevo bisogno di cambiare
aria dopo
quello che è successo… e direi che è
stato un bene per tutti e due allontanarci
definitivamente, ora sono decisamente più serena e dovresti
esserlo pure tu! –
si umettò le labbra per marcare maggiormente e con sicurezza
le proprie parole
– senti… è stato giusto
così, ok? Hai preso troppo sul serio il nostro rapporto
che era tutt’altro
che sano. Dovresti
fare come me, prenderti una bella vacanza… anche se vedo ce
ci stai già
provando… EHI! –
Il
russo le aveva lanciato contro una vaso di fiori, che la ragazza aveva
prontamente
evitato lasciando che andasse a frantumare la specchiera e i cosmetici
alle sue
spalle, preso da un impeto d’ira che a stento
riuscì a contenere. Warsman si
sentiva tanto arrabbiato quanto lacerato dentro per il modo fin troppo
leggero
con cui quella puttanella viziata stava prendendo la situazione, come e
non
l’avesse minimamente toccata il fatto che a Tokyo lo avesse
cercato per ben tre
notti di fila.
–
… e anche la toeletta non la pago io! E vedi di darti una
calmata se non vuoi
trovarti trivellato di colpi! –
–
Una vacanza dici? Dunque è una vacanza ad averti portato a
Tokyo circa un mese
fa? È una vacanza ad averti spinto a cercarmi??! –
Era
curioso che Emerald non avesse ancora tentato di prendere la sua
pistola
nascosta chissà dove, perché probabilmente era
consapevole di aver sbagliato
molte cose con lui, ma le ultime parole di Warsman la colpirono
decisamente
tanto che si fermò dal provare ad allontanarsi da lui
abbassando
momentaneamente lo sguardo con fare colpevole.
–
No… senti, è complicato da
spiegare…–
–
Allora incomincia dal principio perché io non ho nessuna
fretta di andarmene! –
L’ex
lottatore sibilò quelle parole incrociando le braccia in
petto e appoggiando la
schiena contro una parete sgombra di mobili, e alla giovane non rimase
altro
che affrontare quella situazione imbarazzante che in fin dei conti
prima o poi
avrebbe dovuto affrontare. L’incazzatura del russo,
dopotutto, era legittima
visto il modo in cui si era comportata da perfetta egoista.
–
Dopo quello che è successo al matrimonio di tua figlia, mio
padre mi ha
consigliato di prendermi una lunga vacanza… –
sospirò piano e si decise a
guardarlo in faccia, nonostante la tensione crescente
–… una lunga vacanza
lontano da te visto e considerato i
molti problemi che ci circondano, e di non farlo da sola magari. Mikey
mi ha
accompagnato nella mia vacanza in giro per la Terra e non ha avuto
problemi con
le mie decisioni… tipo di intraprendere la carriera di DJ
iniziata per
distrarmi un po’, come hai visto tu stesso questa sera, e poi
abbiamo deciso di
venire qui–
L’ex
lottatore non poteva crederci, davvero Hammy aveva dato retta a suo
padre
lasciandosi ancora una volta condizionare la vita da lui? Sapeva che
quell’uomo
aveva un forte ascendente nei confronti della figlia che lo amava
moltissimo,
ma riuscire ad allontanarla così facilmente da lui e
affiancargli quel suo uomo
di fiducia che si era divertito come un matto a torturarlo…
era inaccettabile.
E da come la giovane aveva nominato Connors sembrava quasi andarci fin
troppo
d’accordo, per il modo in cui era arrossita lievemente.
Michael
Connors… l’uomo che, a pochi giorni dal matrimonio
di sua figlia Alya, lo aveva
prelevato con la forza e sottoposto ad un trattamento elettrico dal
dubbio
utilizzo. Se non fosse stato per Kyle Mask sarebbe bello che morto a
quest’ora,
poiché quel bastardo si era divertito ad usare su di lui un
taser elettrico fin
quasi a fargli friggere il computer interno, e aveva provato anche a
provocarlo
per capire se Lord Flash e Warsman erano la stessa identica persona.
“…
secondo me è una vero spreco che
la dottoressa Kalinina si sposi con un vecchio bastardo come Robin
Mask, non
sei d’accordo? Prima o poi si ritroverà
sola… pensa a quante cose brutte
potrebbero capitarle, forse dovrei assicurarmi che non le accada
nulla…”
Dopo
quelle agghiaccianti promesse atte a farlo infuriare, ma che nonostante
tutto
il russo non abboccò per non dargli soddisfazione, quel
bastardo di un
americano aveva usato quel dannato strumento di tortura sui suoi
genitali,
portandolo ad urlare ancor più forte. Ed Hammy sapeva di
quelle torture e provocazioni,
poiché le aveva spiegato chiaro e tondo cosa gli era
successo, ma a quanto pare
non gliene importava nulla di avere accanto un emerito bastardo e
anzi… ora
sembrava che il suo affetto per lui fosse più che aumentato!
–
Non posso crederci… da come ne parli sembri essere infatuata
di lui! Di un
torturatore e stupratore! – e questo lo sapeva
perché dopo quello che gli era
successo aveva deciso di fare qualche piccola ricerca su Connors,
scoprendo che
era stato un mercenario assoldato poi stabilmente da Lancaster
– io sarei il problema
quando tu sei circondata dalla
peggior feccia
della terr…–
–
Modera il linguaggio! Sorcio psicopatico! – ora
toccò ad Emerald alzare la
voce, che decisamente non apprezzò il tono dell’ex
lottatore – ne mio padre ne
Connors mi farebbero mai del male! Ho un buon rapporto con entrambi
senza
contare che con Mikey ho un rapporto confidenziale molto più
stretto ora… e no,
non mi dispiace affatto poter provare apertamente qualcosa per lui
anche se so
quello che ha fatto in passato. Dovresti fartene una ragione vecchio
porcello! –
–
Tzk… talmente in confidenza che gli avrai anche spiegato
dove sei andata dopo
aver smontato dal tuo sedicente lavoro, dico bene? –
Stavolta
toccò a Warsman colpire basso, e le sue gelide parole
toccarono la ragazza
molto più in profondità di quanto si sarebbe
aspettato di vedere, poiché Hammy
ce l’aveva messa tutta per apparire totalmente sicura di
sé. Il russo stava
chiaramente parlando dell’episodio avvenuto in Giappone, ma
francamente neppure
lei sapeva darsi una spiegazione plausibile per ciò che era
successo se non una
incredibile paura che l’aveva assalita dopo. La sensazione di
aver disubbidito
al padre, di aver tradito Michael perché inspiegabilmente
aveva spento il
cervello e la paura atroce di provare dell’altro verso la
persona più sbagliata
di tutte a partire dall’opinione stessa della sua famiglia.
Non che fosse
fidanzata con Connors, al momento avevano un rapporto piuttosto
“aperto”, ma
erano comunque in confidenza stretta e condividevano bellamente lo
stesso
letto.
Emerald
si sentiva sporca, ma in fin dei conti sapeva di non poter dare
l’intera colpa
al russo… e tuttavia era ancor più difficile
dover andare contro al rapporto
equilibrato che aveva con suo padre e gli altri. Si strinse dunque in
un
abbraccio personale, dandogli volutamente le spalle perché
ora la tensione
stava davvero diventando insopportabile e non voleva che la vedesse
piangere,
mentre quel bastardo tornava a parlare con voce meno dura.
–
Ti ho accolto tra le mie braccia per tre notti di seguito…
avrei potuto
scacciarti via, ma non ce l’ho fatta – Warsman
chiuse momentaneamente gli occhi
prima di respirare a fondo, era tutt’altro che facile
parlarne per entrambi –
ciò che c’è stata quella
notte… so solo che è stata differente dalle altre
volte. Ma quello che mi ha fatto più male, è che
tu sia sparita il mattino
seguente senza tener conto di quello che avrei provato io. Sono una
persona
anche io Hammy, e ciò si è sviluppato non posso
ignorarlo così perché… era una
vita che non provavo più niente di simile–
–
Magari proprio perché si è sviluppato troppo che
dovremmo smetterla…–
La
marchesa, ora praticamente diventata una DJ piuttosto famosa conosciuta
da
tutti con uno pseudonimo, ce la mise tutta per non far tremare troppo
la voce
anche se le lacrime ormai le avevano rovinato il trucco lasciando
lunghi solchi
neri ad attraversarle le guance, ma non riuscì dal
trattenersi dal sussultare
quando l’ex lottatore andò a sfiorarle una spalla
con la mano.
Voleva
abbracciarla da dietro con delicatezza, senza spaventarla,
perché aveva un
disperato bisogno di capire come stavano le cose prima di uscirne pazzo.
Tuttavia
la scena venne interrotta dalle più improbabili entrate in
scena, ed un
manipolo di lottatori ben conosciuti dal russo fecero la loro comparsa
sfondando malamente una porta già malridotta.
–
Fermo dove sei attentatore delle verginità altruiiihk!! – urlò Kid
Muscle venendo seppellito da tutti gli altri suoi
amici – è Warsman!!! Potevi dirmelo con chi
avevamo a che fare, Meaaat!! –
–
Io l’ho detto razza di somaro! Ma tu eri troppo preso a fare
il galletto con le
signorine! –
Alexandria
Meat si trovava dietro quella mandria di lottatori doloranti per aver
assalito
la porta con troppo furore, erano stati tutti avvertiti da lui e da
King Muscle
attualmente al suo fianco, e francamente parlando riusciva a reggere
bene
l’occhiata truce che Warsman lanciò a tutti loro.
–
Voi non dovreste essere qui…– come fece ben notare
il russo, ancora risentito
per quanto successo nel resort – questa è una
conversazione privata! –
–
E da quando in qua per avviare una conversazione privata si mette in
allarme lo
staff del locale e si sfonda una porta a calci? Nah, scusa ma non me la
bevo! –
Terry
Kenyon fu uno dei primi a mettersi in piedi, sebbene come tutti non
aveva
realizzato che la ragazza dall’espressione criptica era
nientemeno che Emerald
Lancaster che non vedevano da molto tempo, e Check Mate fu il primo a
rendersene conto.
–
Ma… un momento! Signorina, tu per caso sei Emerald
Lancaster? Nei panni di DJ
Smeraldya? –
Ci
fu un lungo silenzio teso e molte facce stupite per quella rivelazione
piuttosto inaspettata, ed Hammy si ritrovò a sorridere
timidamente mentre con
le nocche della mano destra andava a togliersi il trucco sciolto dalle
guance.
–
Eh… a quanto pare mi avete scoperto, mi dispiace solo che
non lo avete scoperto
per via ufficiale dopo tutto questo tempo–
–
Ja, una bella coincidenza
– fece
sarcasticamente Jeager lanciando una occhiata ad un sempre
più truce Warsman –
sembra che siamo arrivati in un momento piuttosto inopportuno
purtroppo… o per
fortuna–
Per
l’ex lottatore di origine russa tutta quella situazione era a
dir poco
ridicola, stai a vedere che ora era lui a passare dalla parte del
torto! Forse
era il caso di ricordare a quel branco di buffoni che “tra
moglie e marito non
bisogna mettere il dito” era un detto che si amalgamava molto
bene anche tra
lui ed Hammy.
–
“Signori”, credo invece che voi siate sopraggiunti
in una discussione che non
vi riguarda minimamente! – il suo tono era duro come
l’acciaio, riuscendo ad
intimorire senza sforzi un po’ tutti i lottatori–
quindi siete pregati di
andarvene e di andare ad importunare gli asini! –
La
tensione si stava facendo decisamente più palpabile, con lo
stesso Jeager
pronto a battersi nel caso la bestia russa non avesse recepito il
messaggio che
nessuno di loro era disposto ad andarsene di li. Terry Kenyon si stava
già
spostando di lato nel caso l’avversario avesse avuto brutte
intenzioni di
prendere un ostaggio, ossia Hammy, mentre Kid Muscle nonostante avesse
paura
riuscì a non far tremare le gambe aiutato anche da DikDik
van Dik che con un
piede, e una espressione visibilmente seccata, premeva sui nervi della
sua
gamba destra affinchè stesse ferma abbastanza per dargli
dignità.
–
Uh… ragazzi, non vorrei fare il guastafeste ma forse Warsman
ha ragione.
Abbiamo frainteso i suoi intenti…–
E
meno male che l’unico individuo sveglio in mezzo al gruppo
era un tricheco! Se
all’inizio Wally Tusket era partito in quarta per appoggiare
i suoi compagni,
dopo aver visto gli sguardi tra Emerald e l’ormai ex Lord
Flash aveva capito
che forse erano un terzo incomodo decisamente imbarazzante. Poco
importava se
avevano appena appreso, tra le altre cose, che la donna a cui dovevano
la vita
qualche mese fa si era data alla stravagante vita da DJ, probabilmente
nessuno
avrebbe dato retta alle giuste riflessioni dell’irlandese. Fu
la stessa
Lancaster a porre fine a quella discussione, attuando un piano veloce
per
impedire che il tutto finisse in rissa, andando verso un armadietto
dalle ante
di vetro ed estraendone una bottiglia e dei bicchierini di vetro.
–
Qualcuno di voi vuole assaggiarla? È White
Dhalia… è simile alla vodka
terrestre ma è estratta da un fiore bianco locale,
è molto buona anche se
decisamente alcolica – iniziò a consegnare i
bicchieri a dei perplessi
lottatori, ma non aveva intenzione di smettere anche se la scena poteva
risultare imbarazzante– visto che siete qui direi che siete
miei ospiti a
questo punto… quindi scordiamoci ogni malinteso e pensiamo a
divertirci, ok? –
–
Hm, veramente non so se è il caso… sarei
più interessato a sapere come stai…–
–
Oh, suvvia Meat! Siamo ospiti di Hammy e direi che ha avuto una idea
bellissima! –
Come
al solito Kid Muscle si era già lasciato alle spalle la
precedente discussione
e ora l’idea di fare baldoria lo eccitava assai, tanto da
accettare
entusiasticamente il bicchiere di vodka alieno bevendone il contenuto
in un sol
sorso.
–
Vacci piano herr Muscle! Questa roba direi che è molto
pungente– fece notare
Jeager che la beveva con moderazione – anche se è
dannatamente buona e fresca
come una birra della Bavaria –
–
Mi accollo a mio figlio! Direi che hai avuto una idea a dir poco
eccezionale
miss…–
Flautò
il vecchio re dei kinnikku, ma si allontanò velocemente da
Emerald quando una
occhiata truce di Warsman non gli congelò la spina dorsale,
ed anche se tutti i
presenti ora sembravano decisamente più sereni
nell’avere un bicchiere di
quella roba in mano, il russo sembrava essere tutt’altro che
contento di quella
situazione caotica e inutile.
–
Pensi davvero di cavartela così, Hammy? – le
sibilò lui, una volta che fu il
suo turno di essere servito – credi davvero di concludere la
nostra discussione
così? –
–
Si sarebbe comunque conclusa in un modo o
nell’altro… quindi beviamoci sopra, e
per favore ricomincia una nuova vita da domani. È meglio per
tutti–
Glielo
disse senza minimamente guardarlo in faccia, come se quella decisione
pesasse
anche a lei, lasciandogli solo un bicchiere di White Dhalia prima di
immergersi
in quella piccola folla che ora aveva decisamene cambiato
atteggiamento. Ma se
decidere di separarsi da lui perché il
papi aveva detto che bisognava farlo le pesava, allora
perché non dava
retta a quello che sentiva dentro? Per Nikolai Volkoff
era fin troppo ovvio che Hammy aveva
nostalgia di lui altrimenti non sarebbe venuta a cercarlo per tre notti
di fila
combinando un disastro dopo l’altro. Certo, era comunque
riuscita a lasciarselo
alle spalle per mesi interi riuscendosi a divertire come una matta e
flirtando
con un individuo tutt’altro che raccomandabile secondo il
parere dell’ex
lottatore, ma poi qualcosa era scattato una volta che si era ritrovata
dalle
sue parti.
La
paura l’aveva portata a scappare via, dimenticandolo ancora
una volta, senza
tener conto di cosa si sarebbe lasciata dietro ferendolo come non mai.
Warsman dunque
strinse nella mano quell’insignificante bicchiere colmo di
alcool, ma invece di
romperlo decise di berlo tutto d’un fiato sperando che quella
non fosse l’unica
bottiglia che la giovane si era portata dietro, gioendo appieno della
sensazione
che gli stava donando per come quel nettare gli stesse bruciando la
gola.
“Se
credi di cavartela così te lo scordi! Non mollerò
un’altra volta… non fallirò
di nuovo”
Si
ripromise mentalmente che l’indomani le avrebbe parlato di
nuovo, anche a costo
di essere trivellato di colpi da quel bastardo di un americano.
Praticamente
un intero capitolo dedicato a loro due, ma credo che alla fine sia
d’obbligo e
forse sarebbe pure stato più lungo ma non ho voluto
deprimermi troppo :P e ora
che accadrà? Direi che ora inizieranno i casini veri e
propri sia qui che sulla
Terra!