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Autore: Voglioungufo    20/10/2014    2 recensioni
Ciao, sono Giorgia Helen Flox, una strega -forse un po' strana, ma ribadisco il forse. Non ho mai frequentato Hogwarts, ho studiato la magia a casa con mio padre Federico e mia madre è morta 10 giorni dopo la mia nascita. Lo so, la cosa può sembrare leggermente drammatica ma non ci ho mai fatto caso-o almeno ci ho provato...
Poi, conosco lui, comincio a sognare cose strane e papà dice: «Frequenterai Hogwarts»
Dal capitolo 18:
«Verremo con te!» proclamò Fred quando raccontai alla truppa quel strano incontro.
«Ma non possiamo andarci tutti, daremo nell'occhio» costatò Dominique.
«E potrebbe essere pericoloso, ci serve un piano» le diede man forte Scorpius.
«Andremo contro a un centinai di regole» ci fece notare Franck.
«Non m'importa» dissi decisa.
«Allora spremiamoci le meningi» disse Rose «Questa sera andremo nella foresta Proibita.»
Genere: Commedia, Fantasy, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Albus Severus Potter, Nuovo personaggio, Un po' tutti | Coppie: Angelina/George, Harry/Ginny, James Sirius/Dominique, Rose/Scorpius
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Chaos or Delirium?'
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~Cap. 41
Battaglia di Polpette
**

Albus Severus Potter non sapeva amare.
O almeno questo era quello che dicevano tutti e quello che aveva sempre lasciato intendere.
Fin da piccolo era stato circondato da una famiglia enorme e rumorosa, con cibo e coccole a quantità, un migliore amico, cugini e gente sempre intorno. Era abituato alle carezze della mamma e ai gesti affettuosi del papà, per questo quell'undici settembre aveva avuto paura.
"Staresti bene a Serpeverde", Al non sarebbe mai riuscito a dimenticare quelle parole; quando il Cappello Parlante era stato calato sulla sua testa e aveva sussurrato quella frase facendolo aggrappare allo sgabello con tutte le sue forze Al aveva solo pensato alla sua famiglia e aveva visto tutte le persone che lo amavano sparire.
"La tua anima appartiene a Serpeverde". Era stato quello a farlo ribattere, a fargli pensare con tutto sé stesso che no, lui era un Grifondoro e se non lo era lo sarebbe diventato. Il Cappello aveva ridacchiato prima di urlare il nome della Casa rosso-oro all'intera sala. Si era sentito come se un grosso peso gli fosse stato tolto dallo stomaco e sollevato era corso vicino ai cugini.
"Ma allora non sei una piccola Serpe!" la pacca di Fred gli aveva quasi distrutto la spalla, ma non aveva non potuto pensare a quello che aveva detto il Cappello Parlante.
Quelle parole furono il suo dubbio per anni, nonostante avesse tentato di dimenticarle quelle tornavano quando meno se lo aspettava e senza rendersene conto il verde e l'argento iniziarono a ipnotizzarlo. Capitava fin troppo spesso che lui si incantasse a fissare il nulla pensando come sarebbe stato tutto se non avesse pregato il Cappello di dargli una possibilità.
Per questo il terzo anno fece il più grande errore della sua vita, accettò l'invito di uno dei Serpeverdi del sesto anno a passare del tempo con loro facendolo entrare in un circolo vizioso dal quale era impossibile uscire, dal quale non voleva uscire.
Il Grifondoro con l'animo di un Serpeverde.
Avevano iniziato a chiamarlo in quel modo; non si oppose mai al suo nomignolo, anzi piegava gli angoli della bocca all'insù in un ghigno che poco sapeva da Grifondoro ma che tutto aveva delle Serpi.  Era lì che aveva incontrato Anna per la prima volta. Anna di origine Italiana, Anna che faceva tutto pur di compiacerlo, Anna che lo aveva portato in un punto di non ritorno, la sua migliore amica che aveva preso il posto di Rose. Non aveva trovato nessuno, però, a soppiantare Frank, era sicuro che nessuno sarebbe stato all'altezza del ragazzo con gli occhi gialli.
Chissà quando aveva iniziato a capire di essere caduto in una trappola che lo stava corrodendo dentro, che stava portando via brandelli di se stesso fino a mostrargli qualcosa che lui non voleva essere.
Si prometteva di risistemare, di uscire e tornare quello che era, ci avrebbe provato più tardi, lo avrebbe fatto prima o poi. Più poi che prima, probabilmente mai se non fosse arrivata Giorgia a prenderlo a calci in culo fino a farlo rinsavire.
E ora era il suo turno di prenderla a calci in culo fino a farle ritrovare il lume della ragione.

**

La mattina del giorno X (ovvero il giorno in cui Hogwarts sarebbe stata attaccata), Al pensò bene di saltare le lezioni. Tanto, nessuno le avrebbe seguite.  Convincere la McGranitt a credere che la scuola rischiava la distruzione era stata difficile, tentare di non far capire che ci fosse lo zampino di Delirium un suicidio, ma alla fine erano riusciti a illustrare il piano della Gemella di Giorgia. Così, tutti gli studenti tranne qualche masochisti (Leggesi: Clan Weasley-Potter) erano stati fatti evacuare e ora le figure che si muovevano fra i corridoi cercando di raggiungere le aule erano solo delle pallide immitazioni fatte per non fare sospettare nulla agli avversari.
In ogni caso Al aveva deciso che ascoltare le lezioni poche ore prima della fine del mondo era totalmente inutile e che la cosa migliore era passare del tempo con la propria ragazza facendo qualcosa di utile. Utile ai suoi ormoni, si intende. Ma Giorgia sembrava essere sparita, non la trovò per tutta la mattina anche se cercò in ogni angolo del castello usando la Mappa del Malandrino.
La trovò solo quando mancava un quarto d'ora nel proprio dormitorio distase sul sio letto.
"Ehi", disse la ragazza con lo sguardo perso a fissar il soffitto.
Al non rispose, si limitò a inarcare il sopracciglio. Per Merlino, nella Mappa non era comparso il nome di Giorgia nella stanza del dormitorio maschile del sesto anno di Grifondoro.
"Dove sei stata?", le chiese sedendosi sul bordo vicino a lei.
"In giro", si mantenne sul vago. Al notò che aveva portatò con sé lo zaino e poteva scommettere tutti i galeoni del mondo che era stato incantato per contenere più roba possibile.
"Lo sai, vero", disse prendendole una mano e cercando un contatto visivo, "che non ti permetterò di abbandonarci? Affronteremo questa faccenda fino in fondo insieme".
Giorgia si divincolò dalla sua presa guardandolo insofferente, "Non me ne vado da nessuna parte".
"Bene", e a quel punto gli sembrò un diritto rubarle un bacio. Durò poco troppo per i suoi gusti, ma se lo fece bastare e, anzi, si sentì piuttosto idiota quando vide le iride cioccolato della sua ragazza piene di angoscia e tristezza.
"Ehi", le sussurrò, "Io sono qui, l'affronteremo insieme. Fra un po' finirà tutto, te lo prometto". Prese il suo mento fra le dita impedendole di girarsi o abbassare lo sguardo continuando a fissarla con i suoi occhi verdi con determinazione.
"Al... devo dirti una cosa", disse Giorgia dopo aver chiuso gli occhi e fattasi forza.
Solo che non seppe mai cose stesse per dire, perché proprio in quel momento il castello tremò.
La scossa di terremoto - o almeno Al sperava che si trattasse di questo -  lo scaraventò sopra Giorgia, non che la cosa gli dispiacesse, ben inteso, ma questo significava solo una cosa. E da come Giorgia sgranò gli occhi stava a significare solo una cosa.
Sono arrivati.

**

(Giorgia)
Rimasi indecisa per tutto il tragitto dal dormitorio maschile fino alla Sala Grande se ringraziare o maledire gli Dei per quell'interruzione. Probabilmente un bene, ero certa che che se gli avessi rivelato che ero intenzionata a scappare mi avrebbe legata al letto, cose che dovevo assolutamente evitare.
I quadri alle pareti erano come impazziti, si spostavano di cornice in cornice pretendendo spiegazione in stato di shok. La causa della scossa, come scoprii una volta alla fine delle scale, era stata dovuta a un esplosione che aveva fatto saltare in aria la parete dell'entrata; pezzi di muro e calcinacci erano sparsi per tutta la Sala. Anche la porta della Sala Grande era andata distrutta e scardinata. Ci nascondemmo dietro un ammasso di muro e sbirciai cosa stesse succedendo maledendomi in arabo per non essere andata subito in Sala Grande che aspettare in camera di Al.
All'interno i cloni erano spariti, restavano solo i professori e i volontari masochisti imprigionati in quello che a occhio e croce sembrava la pallida copia del Tranello del Diavolo. Tosca camminava in mezzo ai tavoli sbraitando come una pazza, riuscivo perfettamente a sentire cosa stesse dicendo:
"Dov'è?! Dov'è quella piccola bastarda?", gli altri Deliranti si scostavano ogni volta che si avvicinava evidentemente terrorizzati di ricevere la furia della donna.
Fortunatamente per loro, Tosca si diresse verso i miei amici e, afferrato Fred per i capelli, gli sibilò puntandogli la bacchetta alla gola:
"Dov'è la tua amichetta?".
Fu forse questo il motivo per cui saltai fuori sfoderando la bacchetta e lanciandole addosso un expelliarmus, il primo incantesimo a cui avevo pensato.
Ma brava Giorgia, attacchiamo un essere immortale e oscuro con un incantesimo da manuale.
Tosca con uno scatto felino tese una mano davanti a sé bloccando l'incantesimo a pochi cinetimetri da lei, poi muovendo le dita lo diresse verso di me con un sorriso perfido.
Purtroppo io non ebbi la sua stessa destrezza e mi vidi la bacchetta strappata di mano.
"Ma dai, non dirmi che usi ancora quella!" mi derise mentre i suoi occhi si illuminavano come se lei fosse un predatore che si sta pregustando una preda. Metafora azzeccata e legittima del momento che mi sentivo una povera scoiattolina disarmata; che poi io potessi fare magie anche senza la bacchetta era inutile a prescindere, l'idea di ingaggiare un combattimento senza la mia fidata mi terrorizzava.
James, dimostrando che i Grifondori sono tutti degli idioti senza un minimo di amor proprio, riuscì a liberare un braccio dal Tranello e lanciare un piatto pieno di porridge verso Tosca. Sarebbe stato un ottimo piano se uno dei Deliranti non fosse il gemello malvagio di Quicksilver1 che in una velocità incredibile riuscì a intercettarlo e a distruggerlo. Questo mi fece venire in mente che Al poteva perfettamente intervenire, cosa diavolo stavo aspettando quel coso? Che morissi?
La situazione agghiacciante in cui mi trovavo non riuscì a non farmi sbuffare al pensiero del mio ragazzo che aveva fin troppo amor proprio per essere in Grifondoro, cosa Morgana aveva bevuto il Cappello Parlante?
"Alla fine il Giudizio finale è arrivato" la mia attenzione ritornò a Tosca che si stava avvicinando sguainando un pugnale.
Uh, oh. La cosa si sta mettendo male. Ma io sono immortale, giusto?
Giusto?!

"Non ti preoccupare, cercherò di essere il più veloce possibile. Mi accontento di lasciar vedere ai tuoi amici la tua morte. E poi, finalmente, dopo tutti questi secoli, Lui tornarà. Sarò la sua regine, combatteremo ancora una volta fianco a fianco e il mondo intero sarà nostro".
Mi ricordava vagamente Loki degli Avengers, quella aveva il cervello totalmente fuori fase, solo che non era sorella di Thor.
"Io sarei meno spavalda", dissi alzando il mento e cercando di non nascondere la mia tremarella alle gambe.
"I tuoi difensori sono in ginocchio, tu non hai abbastanza controllo per un cambattimento con me. Tu sei sola, non c'è nessuno a difenderti. Che dovrei temere?"
Alzando ancor di più il mento in maniera sfrontata proclamai: "Albus Severus Potter".
La mia uscita non lasciò perplessa solo Tosca ma l'intera Sala che si girò a guardarmi con tanto di occhi. Io i miei li alzai al verso il cielo spiegando:
"E' il mio ragazzo".
"Lo so, ho avuto modo di conoscerlo", affermò Tosca "Nel nostro ultimo incontro mi è sembrato alquanto inutile visto che è rimasto a guardare il tutto con un'aria idiota sul viso".
Sì, in effetti la mia non era stata un'uscita geniale.
"E' migliorato, adesso spacca interi eserciti, ci mette un po' a riscaldarsi"
"Smettila di parlare, tu non capisci. Io ho un'esercito fatto di mostri vomitati dalle fiamme dell'inferno!" urlò.
"E io ho i capelli rossi" dissi fiera.
Ancora una volta la Sala mi fissò sconcentrata e mi affrettai a spiegare:
"Lo sanno tutti che le rosse sono meglio delle bionde" e indicai con uno sguardo i capelli castani chiaro di Tosca.
"Mi hai stancato ragazzina!" i suoi occhi lanciavano scintille, evidentemente la storia dei capelli doveva averla fatta veramente incavolare. Il pugnale riluceva sinistramente sulla sua mano mentre si avvicinava, era a un soffio da me quando sussurrò:
"La tua fine è arrivata, preso il Delirium vi spazzerà tutti" e con una mossa velocissima del bracciò mi colpì con la punta del pugnale al cuore.

"Ahia", mi lamentai riprendendo l'equilibrio pochi secondi dopo. Dalla ferita continuava a uscire sangue ma non sembravo in punto di morte, anzi.
Ammirate la versione femminile di Wolverine!
"Com'è possibile?!" Gli occhi di Tosca erano sgranati dalla rabbia "Di solito funziona".
"Può capitare di fare cilecca, sai? Una volta su cinque, non è così raro2..."
Questo dovette suonare come una provocazione perché la donna attaccò ancora infilzandomi ancora una volta con la lama del pugnale.
Mi piegai su me stessa accusando il colpo "Però fa male", mi lamentai e approfittai della sua sconcentrazione per scappare sotto il tavolo di Tassorosso.
E che Diavolo, non mi andava di fare da puntaspilli.
"Prendetela!" strillò istericamente la mia avversaria mentre i suoi compari si prodigavano per acciuffarmi senza riuscirci. Notai in quel momento che Al non era scappato a gambe all'aria ma che, anzi, stava cercando di liberare i nostri amici senza essere visto.
Ero impegnata a rivalutare il mio fidanzato quando sentii un atroce dolore partire dalla radice dei capelli e mi sentii sollevare mentre una voce maschile urlava a pieni polmoni "L'ho acciuffata! L'ho acciuffata!"
Con mala grazia mi gettò ai piedi di Tosca, con le lacrime agli occhi cercai di scappare ma le mi pestò una mano facendomi gemere dal dolore.
"Non puoi sfuggirci, troverò il modo di ucciderti. Ci volessero mille anni, ma io ti ucciderò" mi ringhiò premendo con più forza il piede sulla mia mano. Cercai di prendere un bel respiro, sentivo un dolore unico e le ferite al petto un miglioravano anche perché continuavo a sanguinare lasciando una pozzanghera rosso scuro sotto di me.
Chiusi gli occhi pensando che aveva ragione, prima o poi avrebbe trovato un modo per aggirare la profezia. Perché opporsi, aveva senso patire tutto quel dolore?
Sentii dei passi calpestare il pavimento, io rimasi immobile al mio posto non sapendo cosa aspettarmi ancora.
"Giù le mani da mia figlia", la voce e il conseguente rumore da pugno mi fecero sollevare la testa e trovai Tosca a terra, mio padre accompagnato dagli altri adulti e le squadre Auror la sovrastava.
"Siete arrivati troppo tardi", sibilò. Papà mi aiutà ad alzarmi guardando con orrore la pozza di sangue.
"Sto bene", balbettai "Sto bene".
La squadra Auror intanto si stava prodigando a cerchiare i Deliranti ed aiutare quell'idiota del mio ragazzo.
"Giorgia, Giorgia" Fred, il mio amico, mi fu vicino immediatamente con gli occhi blu elettrico lucidi.
"Non sto per morire", lo bloccai prima che potesse dire qualcosa. Lui annuì, poi i suoi lineamenti si deformarono dalla rabbia e si girò verso con Tosca, ancora a terra.
"Tu" ringhiò "Sei stata tu!"
Fece per colpirla ma Tosca sparì in una voluta di cenere nero ridendo. Allo stesso tempo tutti gli altri Deliranti fecero la stessa cosa e nella stanza risuonò la fredda voce della donna.
"Venite a prenderci".
Una luce rossa illuminò la stanza e la battaglia iniziò.

**

"Forza! Corri!", non so come fosse successo, i ricordi dopo quel momento si fecero confusi e frammentari. Ricordo solo il dolore che non accennava a smettere. In qualche modo ero finita con Fred, Rose, Al e Scorpius a correre per i corridoi cercando di evitare gli incantesimi dei Deliranti.
"Forse restare al castello non è stata una grande idea" Fece notare Rose mentre inalzava un Protego.
"E perdersi tutto il divertimento? Stupeficium!" Chiese Scorpius "Ma anche no, la festa non può iniziare senza un Malfoy".
Vidi Rose alzare gli occhi al cielo e immaginii che stesse borbottando qualcosa tipo "Gli uomini, che idioti" ma non mi soffermai troppo e lancia una bolla di energia ai due Deliranti rimasti.
"Via libera, andiamo" fece Fred scattando in avanti.
"Dove stiamo adando esattamente?" chiese Al.
"Alle cucine", rispose Fred.
"Alle cucine?" chiesi annaspando.
Fred alzò le spalle e borbottò: "Ho fame, abbiamo saltato il pranzo".
"Il mio stomaco è d'accordo con lui", ci informò Scorpius.
"Idioti", ringhiò Rose fermandosi a guardare dietro un angolo "Vi sembra il momento di pensare alla pancia?"
Mi afflosciai al muro cercando di prendere fiato, Al mi fu vicino in un baleno e mi guardò con i suoi grandi occhi verdi; lo scostai di mala grazia ancora indecisa se perdonarlo o no per aver permesso a quella pazza di usarmi con puntaspilli.
La parete alla quale ci eravamo appoggiati esplose e fummo scaraventati dall'altro lato del corridoio.
"Maledizione!" imprecò Fred aggiungendo epiteti poco carini rivolti al fondatore di Serpeverde.
Ci ritirammo dietro un pezzo di muro abbastanza consistente per ripararci ai loro incantesimi.
"Attacchiamo" fece Rose pronta ad alzarsi per lanciare una fattura orcovolante.
"No, ferma!" la bloccai per un lembo di tessuto.
"Che c'è?" mi fece infastidita.
"Non possiamo attaccare e basta. Ci serve una una battuta ad effetto!"
Rose mi guardò come se stessi scherzando, Al sembrava deciso a mollarmi seduta istante, Scorpius mi guardava chiedendosi perché non era venuta a lui un'idea così geniale mentre Fred era troppo impegnato a insultare Merlino per fare caso a noi.
"Stai scherzando?" Fece Rose scrutandomi per cercare qualche commozione celebrale.
Ma il fatto è che, oh mio Dio dovevo essere pazza, in mezzo a quel caos, a tutto quel rumore e a quella distruzione mi sentivo come a una festa, mancavano solo i palloncini e i fuochi d'artificio. Nonostante il dolore e l'odore di sangue mi sentivo incredibilmente viva e piena di magia. Era come se mi fossi risvegliata. E' una cosa da pazzi, lo so, ma mi sentivo nel mio ambiente naturale.
"Ci sono!" dissi esaltandomi. Mi alzai e tesi le braccia verso le due  figure e iniziai a intonare a gran voce:
"IF THESE FUTURE WE WANT IT NOO-O-OOW3!"
Gli uomini presero fuoco, letteralmente, sotto il mio sguardo trasognato e quello inorridito di Rose.
"Giorgia!" mi scrollò Al "Li stai uccidendo"
"Sì", confermai.
"Loro lo avrebbero fatto con noi", mi diede man forte Fred.
Al mi colpì forte alla faccia "Noi non uccidiamo! Riprenditi!"
"Va bene", borbottai facendo cessare le fiamme. I due corpi caddero a terra inermi.
"Possiamo andare alle cucine, la strada è libera!" sorrisi contenta.
Al non sembrava allo stesso modo contento, mi prese il viso fra le mani e mi guardo intensamente come se volesse guardarmi dentro. Io decisi di baciarlo.
"...ma che? Ti sembra il momento!" sbottò scostandosi e arrossendo.
Oh, era così bello quando le sue guance si riempivano di rossore.
"Ma io volevo solo baciarti" misi il broncio.
"Deve essere schizzofrenica, non c'è altro soluzione", decretò Scorpius. Ridacchiai, era tutto così fantastico e divertente.
"Non è schizzofrenia, è il suo potere che prende il soppravvento" tutti si girarono sbalorditi verso Fred.
"Il suo potere?" chiese Rose accigliandosi.
"Avete presente cos'era il Chaos per i Greci?" sbottò acido avvicinandosi e allontanandomi da Al che come Scorpius sembrava piuttosto confuso.
"Il grande vuoto primordiale dove tutto viene creato ma soprattutto distrutto" annuì invece Rose.
"Distrutto? Ma non dovrebbe essere il Delirium sinonimo del verbo distruggere?" disse Scorpius.
"Giorgia" mi chiamò Fred prendomi le spalle, mi sentivo così distante "Giorgia, tu sei più forte. Non lasciarti sopraffare. Puoi farlo, lo faccio da tutta la vita".
Sbattei più volte le palpebre cercando di allontanarmi da quella sensazione di euforia che capivo essere sbagliata. Presi un bel respiro cercando di scacciare quell'opressione al petto, poi annuii più volte.
Fred mollò la presa e imperiosamente disse di andare alle cucine, avevamo tutti quanti bisogno di mangiare qualcosa.
Sì, assulutamente, stavo impazzendo.

**

La porta delle cucine era completamente distrutta e davanti stavano degli Elfi domestici a difenderla. Quandi ci videro si misero a gridare di gioia.
"I padroncini!" dissero circondandoci e portandoci al sicuro "Pericoloso è la fuori. Triksy protegge padroni, Triksy lo fa!"
"Sì e non è che per caso avete anche qualche dolce?" chiese Fred, l'ingordo, mentre si sedeva al centro della stanza a gambe incrociate. In un battibaleno fummo sommersi di leccornie e ogni genere di cibo.
"Ah, ci voleva!" fece Scorpius prendendo un piatto di polpette.
La scena era molto buffa; gli Elfi Domestici avevano ammassato mobili e armamentari di cucina sulla porta e sul muro e una squadra li sorvegliava pronti ad attaccare, poi stavamo noi dietro a una trincea di mobili.
Presi uno scolapasta e me lo misi in testa, così era ancora tutto più realistico. Fred rise e mi imitò mettendosi una pentola con un lungo manico sporgente, prese un mattarello e lo tenne davanti a sé come se fosse una pericolosa spada.
"Questo non è un gioco", ci riprese subito Rose.
"Ma andiamo!" sbuffai  e le mostrai il lungo coltello seghettato che tenevo in mano " con questo posso staccargli un braccio e mandarlo all'altro mondo".
"Cosa che bisogna evitare" fece Scorpius togliendomi prudentemente il coltello da salumiere dalle mani.
Se anche Scorpius si stava comportando così seriamente senza darci corda significa che io e Fred eravamo davvero messi male. Certo, al momento dovevo essere veramente pericola se tutti mi guardavano come se fossi una tigre. Io non capivo, sul serio, perché non vedevano quanto la cosa fosse divertente?
Che poi, avevo alla fine condizionato anche Fred che si divertiva quanto me ridendo di gusto e gli occhi gialli accesi d'entusiasmo.
...un momento.
Cercai di mettere a fuoco il viso del mio amico e mi accorsi che come per qualche strana magia le pagliuzze gialle che comparivana a seconda del tempo nelle iridi azzurre di Fred avevano preso il sopppravvento facendo sembrare gli occhi gialli con pagliuzze azzurre. La cosa era strana, ma poi decisi che doveva essere una giornata particolarmente soleggiata, quindi era inutile preoccuparsi. Anche perché proprio in quel momento il muro esplose facendo agitare gli Elfi Domestici come tante piccole formiche. Mi venne in mente la strega di Biancaneve che minacciava di schiacciare i sette nani come formiche. Quel ricordo mi fece provare una sorta di protezione verso quelle piccole creaturine che nonostante la battaglia ci avevano preparato il pranzo. Da dietro la nostra trincea mossi le mani alla ricerca di qualche arma e le mie dita si chiusero su una....
"Polpetta!" sussurrai colta da un'idea stupenda e folle. Il mio sguardo incontrò quello di Al che mi guardava perplesso con i suoi occhi verdi.
"Ehi, gente!" chiamai gli altri "A chi va una battaglia di polpette?" e per spiegare meglio cosa intendessi gettai la mia oltre la barriccata colpendo il viso di un dei cinque Deliranti. Alla fine gli allenamenti di James erano serviti a qualcosa.
Fred mi imitò immediatamente e, con sempre la pentola in testa, gettò una manciata di polpette verso gli altri. Ci abbassammo di nuovo e io sussurrai un incantesimo esplosivo sulla mia munizione prima di gettarla; quando lo feci mi abbassai tappandomi le orecchie in attesa del "KABOOHM". Rose sembrava preferire gli incantesimi tradizionali ma quando scoprì che non combinava nulla si accucciò iniziando a lanciare pomodori e altre verdure. Scorpius e Al vedendo che anche la mente del gruppo si lanciava in quella battaglia idiota la imitarono.
Della serie, come rendere divertente un combattimento mortale.
Quando mi trovai i capelli sporchi di uova capii che anche i nostri avversari erano passati alle maniere...ehm, nutrizionali.
"Non potremo resistere per sempre!" mi urlò Rose e mi accorsi che aveva perfettamente ragione, nonostante gli Elfi ci stessero aiutando io continuava a sanguinare e anche Scorpius e Al erano stati feriti.
"Sectusempra!" gridò un Delirante e ci affrettammo a scansarci.
"Ok, qual è il piano?" chiesi cercando di non essere colpita.
"Vado io, spacco tutto e voi scappate!" propose Fred e prima che potessimo urlargli che no, non poteva, mica era Hulk quel pazzoide di un Grifondoro si alzò e correndo verso gli avversari urlò:
"Ehi! Razza di bambocciosi babbuini sono qui!"
Non so come fece a farcela perché Al mi strattonò via uscendo dalle cucine mentre gli Elfi ci coprivano.
"Ottimo piano, vero?" Ci urlò qualche secondo dopo Fred precedendoci di corsa ferito ma sorridente.
"Fred!" lo richiamò Rose "Sanguini".
Sentii la testa girarmi e dei conati di vomito sopraffarmi, ma continuai a correre.
Fu in quel momento che tutto esplose.

**

Quando mi risveglia mi accorsi di essere incastrata tra le macerie di uno dei muri del Castello. Mi sentivo la testa pesante e respirare risultava terribilmente difficile, vedevo tutto sfuocato.
Battei più volte le palpebre identificando un dolore terribile alle gambe e al braccio destro, quello che usavo per fare le magie. Misi a fuoco la figura di Tosca al centro di tutta quella distruzione, poco lontano vedevo Rose svenuta completamente sepolta dalle macerie. Il mio cuore cominciò a battere terribilmente veloce e cominciò a mancarmi l'aria.
"Adesso basta scappare, Principessa", ringhiò Tosca "Il tuo viaggio finisce qui". Con mala grazia mi tirò su prendendomi per i capelli. Cercai di trattenere l'urlo che mi uscì dalle labbra senza successo, l'uomo aveva un limite di sopportazione del dolore e io il mio lo avevo superato da un pezzo, potevo tranquillamente svenire e una parte di me sperò che mi uccidesse, che mettesse fine a tutto quel dolore. Sembrava che fossi stata colpita da venti cruciatus. Mi mise in ginocchio ai suoi piedi, premendo dolorosamente la sua mano sulla mia nuca in modo che piantassi il mio sguardo ai suoi piedi.
"Supplicami", ringhiò "Supplicami".
Sebbene una parte di me stesse già supplicando di mettere fine a tutto tacqui cocciutamente. In realtà, fu più perché non riuscivò a muovere un muscolo senza piangere che per coraggio.
"Lasciala stare!" girai dolorosamente la testa verso Fred che in qualche modo era riuscito a liberarsi dalle macerie e si stava facendo avanti con passo malfermo. I suoi capelli erano insudiciati dal sangue e dai detriti, un lato del viso completamente sporco di rosso e i vestiti a brandelli.
"Lasciala stare!" ripeté.
"Altrimenti che farai? Mi sputerai addosso?" rise Tosca "Patetico". Vidi con orrore il braccio della mia nemica sollevarsi pronto a lanciare un incantesimo mortale verso il mio migliore amico. Sgranai gli occhi tentando di divincolarmi dalla stretta in cui mi teneva per fare qualcosa, ma era troppo debole anche per fare una fiammella, figuriamoci un Protego. Come a rallentatore vedi la palla verde infuocata scagliarsi contro Fred e fermarsi sopra di lui.
La sorpresa fu tanta per me ma tale per Tosca che mi mollò facendomi andare a faccia avanti sul pavimento, tremante alzai lo sguardo e vidi che il mio Fred, quello con gli occhi azzurri, con le mani protese sopra di sé la teneva sospesa. Dalle sue mani uscivano filamenti luminosi che l'avvolsero facendola sparire.
"Fred...", sussurrai, provando ad alzarmi. Lo sforzo per lui fu tale che appena la palla verde si polverizzò si gettò a terra avvolto ancora in quel bagliore luminoso.
"Interessante..." sibilò Tosca avvicinandosi al mio amico ignorandomi completamente.
Presi fiato per urlare: "Non lo toccare!", ma non fui io a dirlo. Dal nulla si era materializzata Delirium che con le braccia aperte si era messa tra Fred e Tosca in una posizione difensiva.
La donna parve sorpresa dalla sua comparsa prima di sorridere malvagiamente e dire:
"Ah è così? Sei stata tu a tradirci?"
Melody serrò le labbra e continuò a non dire nulla.
"Ma certo, vai con chi ti odia"
"Ti sbagli", sibilò.
"Delirium non sbaglia, Delirium non perdona" iniziò a dire con voce taglienta camminandole intorno, "Il cuore di Delirium è un po' in tempesta. Ma lei non sbaglia, lei va per la sua strada da padrona!"
"Smettila", fece Melody con la voce incrinata.
"Se rifletti se ci pensi, sempre sola. Non sarai mai accettata, vogliono solo distruggerti dentro. Corri da chi odia chi è diverso".
"Smettila".
"Ma Delirium non sbaglia, lei crede alle menzogne. Così vuoi andartene? Abbandonare noi, che siamo stati la tua casa? Chi ti ha salvato dal gelo dell'inverno?"
"Tu", deglutì la mia gemella. Provai a muovermi per fare qualcosa di coraggioso o stupido.
"Questa è la realta! L'unico modo per salvarsi è venire con noi, tu ci appartieni. Vuoi abbandonarci? Bene, vattene!"
"No, aspetta!"
Mi accorsi con orrore che il mio sangue da rosso stava diventando dorato. Era un buon segno, vero? Vero?
"Delirium non sbaglia, lei crede a chi la odia" continuò a canticchiare Tosca.
"Aiuto..." sussurrai, cominciavo a sentire freddo dentro e poi caldo, qualcosa che stava ruggendo per uscire. La presa delle mie braccia sul pavimento non resse e io caddi in posizione fatale, sentivo quel sangue dorato uscirmi dagli occhi, dal naso e dalla bocca, perfino dalle unghie.
"Aiuto..." avevo la voce troppo flebile e stavo soffocando. Il soffitto si stava facendo facendo terribilmente luminoso, tutto stava diventando giallo. Stavo perdendo la concezione della realtà in una maniera inarrestabile, mi sentivo attratta verso una baratro infinito.
"No!" qualcuno lo urlò, ma fu troppo tardi. La mia magia uscì prorompente da me senza che io potessi fare nulla.

**

(Albus)
Al, fin'ora rimasto bloccato dalle roccie senza possibilità di intervento, non riuscì mai a spiegarsi ciò che vide.
Giorgia aveva preso letteralmente fuoco e poi una grossa sfera dorata aveva iniziato a ingrandirsi dal suo petto e a crescere finché non prese quasi tutta la stanza. Fu a quel punto che Delirium si accorse di cosa stesse succedendo e gridasse "NO!".
Quello che successe poi fu talmente confuso che Al non riuscì mai a capirlo. Delirium iniziò a illuminarsi a cristallizzarsi come se fosse fatta di ghiaccio poi una sfera blu uguale a quella di Giorgia aveva iniziato a crearsi dove stava la sua gemella. I due globuli erano come entrati in contatto e... e il mondo era esploso. O almeno fu ciò che parve ad Al. Il soffitto crollò e lui riuscì a ripararsi per miracolo. Fred era rimasto fermo al suo posto e sembrava che si stesse come sdoppiando, sul serio. Al non capiva se fosse per via dei suoi occhi o cosa ma vedeva due Fred che oscillavano tra loro diventando uno e poi due. Nonostante questo l'unico pensiero coerente che Al riuscì a formulare fu per Giorgia.
Tremante sulle sue gambe si diresse verso il centro della sfera dorata, gli sembro che la carne si staccasse dal suo corpo attratta dalla figura umanoide distesa a terra. Si sentì come se stesse impazzendo, il cervello gli sembrava spaccato in due e il dolore, il dolore era ovunque. Senza accennare ad arrendersi continuò a camminare.
Un passo dopo l'altro.
Un passo dopo l'altro.
Sarebbe morto, Merlino, sarebbe morto ma non gli importava. Cadde in ginocchio posando le mani sul corpo bollente di Giorgia, si ustionò i palmi ma singhiozzando continuò a scuoterla, come se la stesse svegliando da un incubo.
Tutto era così confuso.
Soffocante, soffocava.
Perché non la baciava? Nei cartoni funzionava sempre. Ma quello, quello era terribilmente e orribilmente reale. Chiamò il suo nome con tutto il fiato che avesse in gola, si sentiva come se avesse mangiato fuoco. Come in un sogno Giorgia aprì gli occhi, occhi liquidi e lontani, dovevano tornare da lui. Passò un dito sul profilo della sua guancia, il suo dito era completamente infuocato.
"Torna da me", provò a sussurrare ma uscì solo fumo dalla sua bocca.
Poi tutto finì e lui si ritrovò i un corridoio distrutto, mezzo incenerito e ustionato a guardare il cielo azzurro che sadicamente feriva i suoi occhi.

**

Quando ebbe il coraggio di riaprire gli occhi pochi minuti dopo non vide più il cielo, ma gli occhi di suo padre che lo guardavano ansiosi e sgranati.
"Albie!" disse sollevato abbracciandolo di colpo.
"E' Al", disse in automatico tossendo. Si sentiva ancora in fiamme. Quando si staccò da sua padre alzò lo sguard su Giorgia, completamente illese ma spaventata. Delirium non si vedeva da nessuna parte e i corpi svenuti di Fred e Rose erano accanto a quelli di Hermione e Frank. Al notò che anche Giorgia stava guardando gli amici inermi con gli occhi pieni di lacrime, quando i loro sguardi si incontrarono sembrava che lei gli stesse urlando perdono.
Giorgia fece qualche passo indietro:
"Al... ti amo" disse, con la voce spezzata, guardò lo zio Fred "Mi dispiace, non voglio farvi del male" sembrava si stesse per spezzare.
Al capì cosa stesse succedendo un secondo troppo tardi, provò ad alzarsi ma Giorgia aveva già iniziato a correre lontano da loro, lontano da lui.
"GIORGIA!" zio Fred le corse dietro ma lei si era già smaterializzata.
Quella fu l'ultima volta che Al vide Giorgia.

**

 

Merito la fucilazione, lo so. Tre mesi senza farmi viva, potete lanciarmi tutte le maledizioni che volete. Me le le merito.
A mia difesa posso dire che sono stata senza computer per due mesi e con l'inizio della scuola sono stata incasinata. Ma merito comunque la morte, non poteva aspettare che finisse la prima parte per rompersi?! Almeno tre mesi di attesa avevo più senso!
Vi giurò che l'epilogo arriverà la prossima settima sempre di lunedì. Lo giuro!

Confusi con quello che è successo a Giorgia alla fine? Comprensibile, verrà spiegata nell'epilogo (che tra parentesi è proprio corto).
Se volete recensire mi farete felice, così scoprirò che ci sta ancora qualcuno qui.
E niente, Grazie per la pazienza.
/V.

 

1. Quicksilver: mutante dell'universo marvel la quale mutazione gli permette, appunto, di andar velocissimo.
2. Battuta presa dal film Avengers (tanti cuori).
3. Now, dei Paramore.

   
 
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