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Autore: HermioneCH    16/10/2008    10 recensioni
“No che non me ne vado. Non vado perché hai le pupille dilatate, ansimi, sei eccitato e domani c’è la Luna Piena” disse Sirius. Remus ha problemi con il Lupo che è dentro di se, prima della Luna Piena.
Questa Fan Fiction ha vinto il premio originalità nel Edite, flash contest di TheGhostOfYou
Genere: Dark, Drammatico, Mistero | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Hermione Granger, Remus Lupin, Sirius Black
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
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Vigilia di Luna Piena

Era ormai passato quasi un mese da quando Hermione era arrivata a Grimmauld Place per le vacanze estive. Si ricordava ancora quella sensazione di inadeguatezza, che aveva provato nei suoi primi giorni al Quartier Generale. Le persone nuove e tutti quei segreti che a lei non era concesso sapere, l’avevano fatta sentire strana, detestava non avere il controllo della situazione.
Hermione era sempre stata fiera della sua attitudine nel cavarsela nelle situazioni più spinose, ma qui non riusciva a cavare un ragno dal buco! Faceva ben attenzione a non lasciar trasparire i suoi sentimenti, ma dentro di sé era molto seccata che tutti la ritenessero ancora una bambina, quando lei aveva già sedici anni, o perlomeno li avrebbe avuti da li a qualche mese. Avrebbe voluto aiutare l’Ordine in modo reale, invece di fare le pulizie.
Hermione si appoggiò al muro tentando di far uscire tutti quei pensieri frustranti dalla testa. La ragazza sbuffò ricordando quanto era stata eccitata di vivere nel Quartier Generale dell’Ordine della Fenice, almeno all’inizio.
Hermione sbuffò una seconda volta, tutto per finire ad essere una donna delle pulizie, con il suo migliore amico intrattabile ed irascibile, e con la signora Weasley che la trattava da bambina.
Hermione si colpì la fronte con il palmo della mano e scuotendo la testa ripartì verso la biblioteca. Una delle cose belle di abitare nell'antica Casa della famiglia Black era la possibilità di consultare una biblioteca incredibilmente ben fornita.
Percorse il corridoio che la separava dalla biblioteca in pochi passi. Si scostò i capelli dal viso e aprì la porta della stanza, ma più violentemente di quanto volesse. Essa si aprì per metà ma poi si richiuse. “Ma che diavolo…” sbottò Hermione, ma le parole le morirono in gola sentendo un gemito di dolore al di là della porta. Abbassò la maniglia e spinse piano la porta aprendola tanto da infilare la testa per dare un occhiata. Sgranò gli occhi vedendo il professor Lupin a terrà che si teneva il naso.
“Oh mio Dio” esclamò Hermione, spalancando la porta ed entrando per soccorrere Lupin. “Professor Lupin, mi dispiace! Non volevo, davvero, mi dispiace molto”.
“Dopo questa botta puoi anche darmi del tu” disse Lupin, si tolse la mano dal naso e vide che era piena di sangue. “Mi hai rotto il naso” mormorò, sgomento.
“Mi spiace, non ho fatto apposta, ho aperto la porta più forte di quanto volessi e lei era in mezzo” disse Hermione, sconsolata. Lupin la guardò un attimo, non era arrabbiato con lei, in fin dei conti non era stata tutta colpa sua, ma questo non gli impediva di sentir dolore. Si tastò il naso con la mano, ma se ne pentì subito, poiché il dolore aumentò. “Maledizione!” imprecò Lupin.
“Wow” disse una voce alle spalle di Hermione. La ragazza si voltò e vide Sirius sulla soglia. “Erano ben… Mmm.. fammi pensare… Diciassette anni che non ti sentivo imprecare” disse Sirius, entrando nella stanza. “Wow“ ripeté, guardando la faccia di Remus “Che gli hai fatto, Hermione? L’hai presso a pugni?” continuò il malandrino, ridendo. Hermione tentò di spiegare l’accaduto, quando Lupin la interruppe “Sirius, stai zitto, maledizione!”
“Deve proprio farti male, hai imprecato due volte in un minuto. L’ultima volta che arrivasti a tanto fu alla Festa delle Luci, quando tu…”
“Di solo un'altra parola e sei un uomo morto” intimò Lupin.
“Perché?” chiese Sirius, estremamente divertito “È una così bella storia, sono certo che Hermione vorrebbe sentirla, non è più una bambina, questo è il genere di storie adatte alla sua età”.
“Non voglio che la mia reputazione scenda più in basso di così” rispose Remus, alzandosi “E ricordati che anche io ho molte più storie da raccontare sul tuo conto”.
Sirius lo guardò male “Non ascoltarlo, Hermione”.
“Ah sì? Allora da quale vogliamo cominciare? Dalla festa del sesto anno? Dall’incidente con il Wisky Incendiario? O da Rose White?” disse Remus, mentre Hermione ridacchiava.
Gli occhi di Sirius lampeggiarono “D’accordo hai vinto tu per questa volta. Lascia che ti metta a posto quel naso” disse il malandrino, estraendo la bacchetta.
“Non credo proprio” rispose Remus, allontanandosi dall’amico “Non lascerò il mio naso nelle mani di un uomo che non ha usato la magia per tredici anni, posso arrangiarmi da solo”.
“Non fare lo stupido Remus, prima che tu riesca a fare da solo non avrai più sangue in corpo. Bella fiducia che hai nei miei confronti” disse Sirius.
“Se volete posso farlo io” disse la voce di Tonks, alle loro spalle. Sirius la guardò e sorrise.
“Ehm.. no grazie Tonks, chiederò a Molly, lei è esperta di queste cose” disse Remus, visibilmente preoccupato. Uscì dalla biblioteca ed i tre lo sentirono chiamare la signora Weasley a gran voce. Tonks e Sirius scoppiarono a ridere, mentre Hermione li guardava preoccupati. “Dai Hermione, rilassati. Tornerà come prima” disse Sirius. Hermione annuì e raccontò loro come era successo l’incidente. “… E poi ha tolto la mano e ho visto il sangue. È stato orribile, mi dispiace così tanto” concluse la ragazza, mentre i due cugini sghignazzavano.
“Passiamo a racconti ancora più interessanti” disse Tonks, con un ghigno “Ho sentito che prima parlavi di raccontare una storia su Remus”.
Sirius la guardò preoccupato e disse “Ho le labbra cucite”.
“Ma che amico leale” commentò Tonks.
“Come un fedele cagnolino” aggiunse Hermione, non riuscendo a trattenersi.
“Buona questa!” disse Tonks, dando il cinque alla ragazza “Avanti Sirius, Remus non lo saprà mai, promesso”.
“Non se ne parla!” disse Sirius, scuotendo la testa. “So come sei, Tonks. Se ti raccontassi questa suddetta storia su di lui, tu saresti capace di andare a dirglielo solo per farti raccontare le sue storie su di me. Non attacca”.
“Non credevo che fossi uno che ha paura delle conseguenze delle proprio azioni” disse Hermione.
“Quando si tratta di Remus tutti dovremmo avere paura. Voi lo vedete sotto quell’aspetto di bravo ragazzo, ma è estremamente vendicativo. E ora se volete scusarmi me ne vado” disse Sirius e uscì dalla biblioteca. Tonks alzò le spalle, salutò Hermione e lo seguì.

Erano passate due settimane dall'incidente in biblioteca, ed Hermione si sentiva ancora in colpa con l’ex-professore. Non era riuscita a chiedergli ulteriormente scusa, poiché lui era partito il giorno dopo per una missione e quindi non lo aveva più visto.
Erano quasi le dieci di sera e la ragazza stava riportando indietro il libro, preso due settimane prima, con l’idea di prenderne un altro e leggerne un po’ prima di dormire.
Entrò nella biblioteca, il fuoco scoppiettava allegro nel camino. In piedi, che guardava fuori dalla finestra, c’era Lupin. Hermione sorrise, felice che fosse tornato sano e salvo.
“Buonasera Hermione” disse Remus, senza neanche girarsi.
La ragazza rimase stupita “Come ha fatto a capire che ero io?” chiese Hermione, chiudendo la porta.
Remus si voltò, sorridendo. “Non ti avevo per caso chiesto di darmi del tu?”
Hermione lo guardò imbarazzata. “Scusa, le vecchie abitudini sono dure a morire. Allora, come hai fatto a capire che ero io?”
“Bè, vediamo. Non ci sono molte persone che vengono qui dentro” rispose Remus, avvicinandosi “Inoltre ho sentito quell'inconfondibile odore di gelsomino. Fiore che se non sbaglio, e so di non sbagliare, è alla base del tuo shampoo per capelli. Shampoo che usi solo tu in questa casa, quindi avendo i sensi di lupo sviluppati, poiché domani è Luna Piena, mi è bastata fare due più due. In effertti, è stato facile capire eri tu ad essere appena entrata”.
“Wow, devo dire che è stata una spiegazione molto esauriente” disse Hermione, sorridendo. “Sono venuta a riportare il libro che ho preso due settimane fa, giorno del quale devo chiederti ancora scusa”.
“Lascia stare, ti ho già detto che non fa niente. Non mi ricordavo che fossi una persona alla quale bisogna sempre ripetere le cose” rispose Remus.
Hermione arrossì e si avvicinò alla libreria. Era imbarazzata, sentiva qualcosa di strano in Remus e questo la agitava. Ripose il libro al suo posto e scrutò gli altri volumi, cercando di decidere quale prendere. Era sempre felice di apprendere nuove cose, ma sicuramente gli argomenti di quelli libreria non erano molto variati. “Perché non prendi questo?”
Hermione si voltò di scatto, Remus era proprio dietro di lei con in mano un libro, non l’aveva sentito avvicinarsi. “Ci sono argomenti molto interessanti per la tua intelligenza” disse il mannaro, porgendole il libro. Hermione lo ringraziò, prese il libro e iniziò a sfogliarlo. D’un tratto senti una dolore al dito e lasciò cadere il libro per terra. Si era tagliata con una pagina. Uno di quei piccoli e dolorosissimi taglietti. “Ahio” gemette la ragazza.
“Ti sei tagliata” disse Remus, prendendole la mano. “E si ti esce un po’ di sangue” infilò l’altra mano in tasca ed estrasse un cerotto. “Sono un po’ sbadata ultimamente” constatò Hermione, facendo sorridere l’uomo.
“L’ho notato a mie spese,ma non preoccuparti, è solo un taglietto, guarirà in men che non si dica” disse Remus, dopo di che fece un gesto molto insolito, leccò via il sangue dalla mano di Hermione. Lei ritrasse la mano spaventata e fece qualche passo in dietro. “Che c’è?” chiese Remus, riavvicinandosi. “Remus ti senti bene?” disse Hermione, continuando ad indietreggiare spaventata.
“Mai stato meglio, perché?”
“Hai appena leccato il sangue dalla mia mano e domani c’è la Luna Piena, quindi…”
“Hai paura di me” disse Remus. Non era una domanda, ma un affermazione ed Hermione si sentì ancora più preoccupata. Cosa stavo succedendo al dolce e calmo professore? La ragazza continuò ad indietreggiare finché non sbatté la schiena contro la parete. “Hai davvero paura di me, Hermione Granger! Lo sento, sento la tua paura che si fa sempre più grande. Pensavo fossi una ragazza coraggiosa” disse Remus, raggiungendola.
“Credo che sia meglio che vada a letto” disse Hermione.
“No!” esclamò Remus, mettendo la mano contro al muro per bloccare ogni via d’uscita alla ragazza. “Perché vuoi andare a dormire? Non ti stia divertendo?” disse Remus, accarezzandole i capelli con l’altra mano. Sentiva la ragazza impaurita, tremante, sotto il suo completo controllo e questo lo eccitava. “Sento la tua paura crescere. È così inebriante. Sai, ragazza, la paura degli umani attrae il Lupo” disse all'orecchio della giovane Grifondoro. “Sento il tuo sangue scorrere più forte, proprio qui” aggiunse, facendo passare un dito sul collo della ragazza. Poi la sua mano si strinse attorno al collo di lei e vi passò sopra la lingua, leccandole la carotide che sentiva pulsare di paura. Annusò i cappelli di Hermione, sussurrando “Gelsomino”.
Hermione era paralizzata dal terrore, non capiva cosa stava succedendo a Lupin. Sempre così calmo, gentile e premuroso. Remus rise malignamente “Non ti stai divertendo anche tu? Adesso puoi ripagarmi di un naso rotto” disse, stringendo un po’ di più la mano, attorno al collo di Hermione. Le sfiorò le labbra con le sue e morse leggermente il labbro inferiore della mora. “Fragola… Mmm che delizia” sussurrò all’orecchio della mora
“Remus! Cosa diavolo stai facendo?” la porta era aperta e Sirius era entrato.
“Sirius?! Non stiamo facendo niente. Ora vattene!” disse il mannaro arrabbiato, ma l’amico si avvicinò.
“Lasciala Remus!” ordinò Sirius. Remus scoppiò a ridere.
“Adesso mi dai ordini? Non credo proprio! Vattene!” ruggì, il mannaro.
“No che non me ne vado. Non vado perché hai le pupille dilatate, ansimi, sei eccitato e domani c’è la Luna Piena” disse Sirius, avvicinandosi lentamente, ma sempre di più. “Guardami, Lunastorta, guardami. Non lasciarti sopraffare dagli istinti. Senti il richiamo del tuo cuore, non quello della carne. Non permettere che il Lupo vinca”.
“Vattene” ringhiò Remus. Sirius appoggiò lentamente la mano sul braccio di Remus, togliendolo dal muro. “Guarda me, Remus” disse Sirius, afferrò la mano che stringeva il collo di Hermione e la tolse, lasciando respirare liberamente la ragazza. “Guardami Remus John” disse Sirius, e fece gesto ad Hermione di uscire dalla stanza, lei sembrava esitare, ma poi se ne andò. Ma questo riattivo gli istinti di Remus e distolse lo sguardo da Sirius e la vide uscire. Con un urlo si liberò dalla presa dell’amico, sbattendolo contro il muro e stringendogli la mano al collo. “Me l’hai fatta scappare” disse Remus, ringhiando.
“Cosa? La tua preda?”
“Sì” disse Remus, stringendo la presa.
“No, non una preda. Hermione” disse Sirius, guardandolo negli occhi. Iniziava a sentirsi soffocare.
“Hermione?” ripeté Remus.
“Era Hermione, Lunastorta”.
“Non una preda”.
“No” disse Sirius, vedendo un cambiamento negli occhi dell’amico. Lo sentiva meno fremente, meno ansimante. “Oh mio Dio” gemette Remus “Cosa ho fatto” le sue ginocchia gli cedettero sotto il peso della colpa, ma Sirius lo sostenne. “Va tutto bene, Remus. È passato. È finita” disse Sirius. Remus scosse la testa, mentre una lacrima le percorreva il viso. “Se non fossi arrivato tu. Io non mi sarei fermato”.
“Si, invece. Ti saresti fermato anche da solo” disse Sirius, deciso.
“L’ho spaventata a morte, non mi guarderà più in faccia. Io non volevo, Sirius, te lo giuro”.
Sirius strinse l’amico in un abbraccio “Lo so, Remus. E lo sa anche lei”.
Sirius portò Remus nella grande camera che condividevano e lo adagiò sul letto. “Sono un pericolo per tutti. Devo andarmene da qui, non pensavo che potesse accadere ancora” disse Remus, alzandosi. Sirius scosse la testa e lo spinse di nuovo sul letto “Tu non andrai da nessuna parte, ora rimani qui e riposa. Io devo andare a cercare Hermione e prendi di nuovo la pozione!”
“La pozione!” esclamò Remus “Ero appena arrivato, volevo passare dalla biblioteca a prendere un libro, per poi venir su a prendere la pozione antilupo. La pozione! Non l’avevo ancora presa”.
“Allora prendila” disse Sirius, uscì dalla camera e chiuse la porta a chiave, chiedendosi dove poteva essere la ragazza. Si massaggiò il collo e tossicchiò. Si diresse verso la camera da letto, che Hermione condivideva con Ginny, e bussò leggermente. “Chi è?” chiese la voce di Ginny all'interno. “Sirius”.
“Aspetta un attimo!” disse Ginny, lui sentì qualche rumore e poi la porta si aprì. “Scusa, non ero del tutto vestita, cosa hai bisogno?” disse Ginny, arrossendo.
“Cercavo Hermione, È qui?” chiese Sirius, sbirciando nella camera.
“No, è un po’ che non la vedo, credo che sia da Harry e Ron o un biblioteca, non lo so, mi spiace” rispose Ginny.
“Non fa niente, grazie comunque e scusa il disturbo” disse Sirius, si voltò e scese di qualche pianerottolo, diretto in camera dei ragazzi. Bussò alla porta ma nessuno rispose. Abbassò la maniglia, ma la porta era chiusa. Borbottò Alohomora e sentì un lucchetto aprirsi, entrò lentamente nella camera scura. Sentì Ron russare, ma di Hermione nessuna traccia. “Sirius? Cosa c’è? Mi hai fatto prendere un colpo!” chiese Harry, mettendosi a sedere. “Niente, stavo solo cercando Hermione, torna pure a dormire. Buona notte” spiegò Sirius, uscì dalla stanza e andò in cucina. Dieci minuti dopo era ancora al punto di partenza. Aveva cercato in mezza casa ma non aveva ancora trovato la ragazza. Dove diavolo può essersi cacciata? Non è in camera sua, né in quella dei ragazzi o in cucina, in salotto o in bagno. Ti prego fa che non se ne sia andata pensò Sirius, ma alla fine gli venne l’idea geniale. La stanza di Fierobecco! Quale rifugio migliore da un Lupo Mannaro di una camera con un Ippogriffo?!
Salì qualche piano e raggiunse la vecchia camera di sua madre. Hermione era proprio lì, seduta contro il muro che accarezzava Fierobecco. “Hermione, ti ho cercata ovunque” disse Sirius, entrando. S'inchinò leggermente e l'ippogrifo lo imitò. Accarezzò l’animale e si sedette accanto ad Hermione.
“Grazie per essere arrivato” disse Hermione, appoggiandosi alla spalla di lui. “Ho avuto tanta paura”.
Sirius le accarezzò i capelli. “Mi dispiace di quanto è successo”.
“Anche a me, non pensavo di veder Remus così. E una parte di lui che non credevo che esistesse. So bene che è un Lupo Mannaro, ma pensavo che quella parte di lui si mostrasse solo una volta al mese” disse Hermione, con le lacrime agli occhi.
“Non sto cercando di giustificare Remus, ma in questo periodo sta compiendo una missione molto impegnativa e molto difficile, che lo sta mettendo sotto pressione. Quando l’hai incontrato tu era appena arrivato e non aveva ancora preso la pozione Antilupo, oggi” disse Sirius.
“Ma la pozione antilupo non fa effetto solo quando è trasformato?” chiese Hermione.
“Per la maggior parte è così, da quel che ho letto da quando sono scappato da Azkaban la pozione antilupo placa il Lupo che un Mannaro ha dentro di te. Quando ero giovane, cercavo di leggere più che potevo sui Lupi Mannari, volevo informarmi su di loro per aiutare al meglio Remus…”
“Come fa un vero amico” lo interruppe Hermione.
“Ci provavo, almeno. Comuqnue, da quello che leggevo e dalle reazioni di Remus, ho capito che il Lupo iniziava a prendere possesso di lui già qualche giorno prima del plenilunio. Infatti, un paio giorni prima della Luna Piena iniziava a diventare più scontroso, arrabbiato, si spazientiva per niente. James e Peter credevano che fosse perché Remus non voleva subire quella metamorfosi dolorosa e non voleva che la Luna Piena arrivasse, ma io sapevo che quando il suo carattere iniziava a cambiare, era perché il Lupo si rafforzava dentro di lui, e questo iniziava qualche giorno prima della Luna Piena. Ora, da quando sono uscito di prigione non ho più visto questi effetti in Remus, perché la Pozione AntiLupo era stata inventata e lui la prende regolarmente. Quindi il fatto di essere sotto pressione per la missione, più l’assenza di pozione, è uguale a Remus fuori controllo. Però c’è ancora qualcosa che mi sfugge. Deve esserci qualcosa che ha innescato tutto questo, non può essere stata solo la tua presenza. In quei giorni Remus era molto più, diciamo, ‘attratto’ dalle ragazze e tu di certo non passi inosservata, ma deve esserci qualcos’altro” disse Sirius, pensieroso.
Hermione sospirò “Già, in effetti credo che buona parte della colpa sia mia”.
“Cosa intendi dire?” chiese Sirius.
“Suppongo che se non mi fossi tagliata con la carta, non sarebbe successo niente”.
“Ma certo, il tuo sangue! Niente rilascia più la tua essenza che il tuo sangue. Ecco cosa ha innescato il tutto. Il Lupo dentro Remus è stato attratto dal richiamo del tuo sangue” disse Sirius, annuendo. Ora gli era tutto chiaro.
“Quindi un po’ è stata anche colpa mia” mormorò Hermione, rattristata.
“Mi spiace” disse Sirius, accarezzandola la guancia “Non pensavo che potesse succedere ancora”.
Hermione lo guardò sorpresa “Ancora? Vuoi dire che è già successo?”
Sirius annuì “Una volta”.
“Raccontami”.
Sirius respirò profondamente e iniziò a raccontare “Successe quando avevamo 19 anni, ci eravamo uniti all’Ordine da un anno ormai, ma le cose andavano male. I Mangiamorte venivano a cercarci uno a uno. Ci schiacciavano di numero e uno dopo l’altro ci abbattevano. Facevamo tutto il possibile per tentare di rimanere uniti a combattere, ma eravamo sotto pressione, ognuno di noi. Una sera io e James decidemmo di portare Remus ad una festa. Per lui era stato un mese molto difficile e il giorno seguente ci sarebbe stata la Luna Piena. Così, pensammo che un po’ di svago avrebbe fatto bene a tutti e tre, ma soprattutto a lui. Sai, a quei tempi non esisteva ancora la pozione antilupo, quindi la Luna Piena, benché lo aiutassimo, era sempre molto dolorosa per lui. Remus non voleva venire alla festa, ma alla fine riuscimmo a convincerlo. In effetti, ci divertimmo molto e bevemmo considerevolmente. Era una serata davvero perfetta, alcol, ragazza, svago e divertimento. In particolare c’era una ragazza, alla quale Remus sembrava molto interessato. Verso la fine serata lei si tagliò con un bicchiere di vino, andò in bagno per medicarsi e Remus la seguì. Capisci, Hermione? Anche in questo caso troviamo il sangue. Lui la seguì, naturalmente io e James pensammo che volesse solo aiutarla e così continuammo la festa. Alcuni minuti dopo iniziamo a preoccuparci, poiché Remus non tornava, così andammo a cercarlo. Una volta arrivati in bagno, non c’era niente di buono. Trovammo Remus e la ragazza, la scena era molto simile a quella di stasera, lei inchiodata al muro tremante di paura e lui la teneva per il collo”.
“Riusciste a liberarla? A far tornare Remus in sé?” chiese Hermione.
“Sì, ma fu più complicato di questa sera. James ne uscì con un occhio nero ed io con un polso rotto” rispose Sirius “Nessuno dei due pensava che Remus potesse essere così forte, sottovalutammo la forza del Lupo, che aveva preso il controllo di lui”.
“E la ragazza? Era ferita?”
“No, grazie a Dio. Era sconvolta, con i vestiti strappati, ma niente ferite”.
“Che avete fatto dopo?” chiese Hermione.
“Entrambi erano incoscienti, James aveva steso Remus e la lei era svenuta. Portammo la ragazza a casa sua, dove le modificai la memoria. Poi portammo Remus da me, quando rinvenne era sconvolto, non credo che volesse farlo. Come non voleva far del male a te, disse che gli dispiaceva e che non voleva far del male alla ragazza. Fu tutto quello che disse per un'intera settimana”.
“Cosa intendi dire?”
Sirius sospirò e continuò il racconto. “Dopo quella sera non parlò più, con nessuno, nemmeno con me o James. Noi eravamo gli unici a sapere cosa fosse successo, dopo le quattro parole di quella sera: Mi dispiace, non volevo. non disse più niente per una settimana, muto. Finche una sera, otto giorni dopo la vicenda, arrivò a casa di James, per fortuna Lily era da sua madre, non credo che avrebbe sopportato di vederlo così”.
“Così come?”
“Fuori pioveva, un temporale di quelli grossi. Io e James eravamo in cucina, quando Remus entrò dalla porta sul retro. Era completamente bagnato e ubriaco. Non l’avevo mai visto così ubriaco, si teneva a stento in piedi. Cadde in ginocchio e si mise a piangere, dicendo che non avrebbe mai voluto far del male a quella ragazza, che non avrebbe mai voluto far del male a noi due, i suoi fratelli. Disse che non riusciva a capacitarsi, che non era riuscito a controllarsi. Era davvero uno straccio, Hermione. Noi lo asciugammo, gli facemmo passare la sbornia e lo consolammo. Ma da quella volta non fu più la stessa cosa durante la Luna Piena, due giorni prima di essa si chiudeva in casa rifiutandosi di parlare con chiunque. Permetteva solo a me e a James di stargli vicino, ma dovemmo insistere molto, lui non ci voleva, aveva paura di farci di nuovo del male” concluse il malandrino.
“Mio Dio, povero Remus. Mi dispiace così tanto per lui. Lui è un uomo buono, dolce, calmo e comprensivo, non si meriterebbe tutto questo. Ora capisco e so che non voleva farmi del male, solo che il Lupo dentro lui ha preso il sopravvento, sono sicura che Remus non era consapevole di quello che stava facendo, perché altrimenti non l’avrebbe mai fatto” disse Hermione, asciugandosi gli occhi. Sirius annuì, si alzò e prese la mano della ragazza. “Andiamo, Hermione. Che ne dici di una cioccolata calda?” lei annuì e lo seguì.
Scesero in cucina, facendo attenzione a non svegliare nessuno. Ormai era tardi e tutti gli abitanti della casa si erano ritirati nelle rispettive stanze. Aperta la porta della cucina, Sirius si fermò di colpo e mise una mano sullo stipite per non far passare Hermione.
“Cosa ci fai qui?” chiese Sirius.
“Avevo bisogno di un po’ di cioccolato”.
“Come hai fatto ad uscire dalla camera? Avevo chiuso la porta a chiave” replicò Felpato.
“Come vuoi che abbia fatto? Sono un mago anche io se non te lo sei dimenticato. Ho preso anche una doppia dose di pozione antilupo se questo di preoccupa”.
“No, non sono preoccupato” rispose Sirius.
Remus alzò la testa e guardò l’amico. Subito si accorse dei capelli cespugliosi che si vedevano dietro di lui. Sirius entrò in cucina, ma Hermione rimase sulla porta. Remus si alzò di scatto vedendola e rovesciò la sedia. “He-hermione” mormorò Remus, con lo sguardo basso. La ragazza fece qualche passo e si mise davanti al mannaro, Sirius strinse istintivamente la bacchetta che teneva in tasca. Remus alzò lo sguardo “Mi dispiace, non so se sarai mai in grado di perdonarmi, ma ti giuro che non volevo, non ti farei mai del male, non a te” mormorò, mentre una lacrima gli percorreva il viso. Cadde in ginocchio e si portò le mani alla faccia. Hermione lo sentì singhiozzare silenziosamente. Gli accarezzò a capelli castani striati di grigio, lo invitò ad alzarsi e lo guardò negli occhi ambrati. “Va tutto bene, Remus. Ti perdono” disse Hermione, ed abbracciò il mannaro. “Grazie” sussurrò Remus, affondando il viso nei capelli profumati al gelsomino.
Sirius batté le mani una volta “Bene, chi vuole un po' di cioccolata?”
I due si sciolsero dall'abbraccio e dissero di sì contemporaneamente. Sirius preparò la cioccolata e si sedettero al tavolo.
“Ci vorrebbe un po’ di Whisky con la cioccolata” disse Sirius.
“Per rovinarne tutto il sapore?!” disse Remus, in tono di rimprovero.
“Potrebbe solo migliorare” rispose Sirius, sorridendo malignamente. Sapeva che per Remus non c’era niente di più sacro del cioccolato.
“Allora” intervenne Hermione “Mi sono guadagnata il diritto di sapere cosa ha fatto Remus, diciassette anni fa, alla Festa delle Luci?”
Remus appoggiò la testa sul tavolo e mormorò “Vuoi far scendere la mia umiliazione più in basso di così? Pensavo che per stasera fosse sufficiente”.
“Però devi ammettere che questo diritto se l’è guadagnato” constatò Sirius.
“Purtroppo” rispose Lunastorta.
Hermione sorrise “Facciamo così, visto che oggi Remus si sente abbastanza umiliato mi riserbo il diritto di conoscere questa storia in futuro”.
“Spero che non sia un futuro troppo lontano” disse Sirius, ridendo.
“Grazie, Hermione. Sei un angelo” disse Remus.
Passarono qualche altro minuto chiacchierando, come se non fosse mai successo niente.
Remus dentro di sé si sentiva ancora colpevole, forse un po’ meno grazie ad Hermione e Sirius, ma anche se la ragazza lo aveva perdonato non era sicuro che lui sarebbe mai stato in grado di farlo.
Finita la cioccolata, Hermione decise di andare a dormire, era completamente sfinita. La serata era stata decisamente estenuante, augurò una buona notte a Remus e uscì dalla cucina, seguita da Sirius, deciso ad accompagnarla fino in camera. “Buonanotte, allora” disse Hermione, arrivati sulla soglia della camera che condivideva con Ginny. “Buonanotte, piccola” disse Sirius, sorridendo.
“Devo ringraziarti per questa sera” disse Hermione. “Sei stato il mio salvatore”
Sirius sorrise “Allora diciamo che siamo pari. Tu e Harry mi avete ridato la libertà a Hogwarts, siete stati i miei salvatori, quindi adesso ti ho restituito il favore, siamo pari” disse, facendo l’occhiolino ad Hermione.
“Vorrei darti comunque un regalo” disse Hermione, ad un tratto imbarazza.
“Mmm… Davvero? Adoro i regali” disse Sirius, spostando il peso da un piede all’altro.
“Chiudi gli occhi”.
“Vaaaa bene, miss Misteriosa” disse Sirius, chiudendo gli occhi con il sorriso sulle labbra. D’un tratto Sirius senti una piacevole sensazione e delle labbra al sapore di cioccolato posarsi sulle sue.
Un bacio casto, tenero e veloce. Quando Sirius riaprì gli occhi vide solo una porta di legno, Hermione si era dileguata. Sirius sorrise e tornò in cucina.

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Ho pensato questa storia poiché Remus è il mio personaggio preferito e volevo provare a descriverlo una situazione dove è senza controllo. Mi scuso per il finale ma sono una fan della coppia Hermione/Sirius, quindi non ho potuto fare a meno di inserire questo cameo.
Aspetto con ansia un vostro commento
Bacissimi HermioneCH

  
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