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Autore: softkitty    21/10/2014    1 recensioni
La protagonista di questa storia è Nicky, neolaureata in lettere e barista per necessità.
Accanto a lei vedremo Noah, il suo fidanzato dalla famiglia ingombrante, Diane, la sua amica di una vita e Oneweek, metodico giovane incontrato in metro.
Attorno a loro ruoteranno vari personaggi, dalla ex fidanzata decisamente poco "ex" alla suocera molto "suocera", passando per genitori amorevoli e amici privi di tatto.
SOSPESA.
Genere: Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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In metro con amore

 

Capitolo 4

 

Daniel sbuffò e si sistemò la cravatta. Odiava quegli stupidi eventi. E odiava il golf club. Ma quella volta sarebbe andato volentieri: voleva studiare il lampione e vedere la sua Nicky. Aveva origliato abbastanza i discorsi di Nicky al bar per essere sicuro che quella domenica sarebbe stata presente. Come poteva non approfittare della situazione?

La giornata passò con estrema lentezza. Quei pomeriggi erano tutti uguali. Soliti discorsi, solite persone, solito catering... Per fortuna con lui c'erano Colin e Finn, gli amici di sempre.

«Sono proprio curioso di vedere questa meraviglia per cui ci hai fatti venire qui ad ammazzarci di noia, anziché stare al pub a guardare la partita».

Finn annuì: «Sì, voglio proprio vedere il motivo per il quale mi sono dovuto inserire nei discorsi delle signore per captare qualcosa riguardo la sua relazione col lampione»

«Che hai captato?»

«Dicono che la tua Nicky è orfana ed è una poveraccia e sta con lui solo per i soldi ed il nome prestigioso». Daniel serrò i pugni. «Hey! Io ti ho solo riferito quello che dicono. Inoltre, sembra che Kelly ed Edward Parker stiano facendo di tutto per far ravvedere il loro povero figliolo prima che si trovi fregato per sempre».

Daniel sorseggiò lo champagne, guardando con mal celato disgusto le persone attorno a lui. «Che gente di merda. Credono di essere migliori solo per quattro spiccioli»

«Concordo con te, amico. Inoltre, sembra che ci sia anche la ex del lampione questa sera. Appena rientrata dal Portogallo dopo due anni a fare non so cosa». Il giovane annotò mentalmente tutte le informazioni e si guardò attorno, per vedere se la sua Nicky fosse già arrivata.

***

Noah prese un bicchiere a caso ed assaggiò il contenuto.

Chissà se Nicky sarebbe venuta.

Non l'aveva trattata molto bene, doveva ammetterlo, però... Quella situazione iniziava a pesargli. Probabilmente era solo uno stress temporaneo, ma...

Scolò anche il secondo bicchiere.

«Ciao Noah». Il giovane dentista si voltò, trovandosi di fronte...

«Angie?»

«Proprio io!». Gli si gettò tra le braccia. «Sono tornata».

Lui ed Angie erano stati insieme all'incirca quattro anni prima. Inutile dire che le rispettive famiglie all'epoca fossero al settimo cielo e programmassero feste di fidanzamento e nozze. Peccato che poi Angie avesse deciso di tradire Noah. Così i due si erano lasciati ed era iniziato un estenuante tira e molla, terminato definitivamente con l'entrata in scena di Nicky.

«Come stai? Come te la passi? Quando sei tornata?». Era più bella di quanto ricordasse. I capelli biondi erano schiariti dal sole portoghese che aveva abbronzato elegantemente anche il suo colorito, facendo risaltare i suoi occhi neri.

«Sono tornata ieri e ho saputo della festa di tua madre, non potevo assolutamente mancare! Dai, vieni, sediamoci un po' a parlare».

Ancora intontito per essersela trovata davanti così all'improvviso e non perfettamente lucido a causa dell'alcol, Noah la seguì e si sedettero ad un tavolo abbastanza isolato per chiacchierare un po'.

Mentre la signora Parker ghignava, elegantemente nascosta dal calice di champagne.

***

Nicky strinse la pochette che aveva in mano, mentre entrava al golf club. Andiamo, si disse, stai solo entrando nel recinto delle tigri all'ora dell'aperitivo! Cosa vuoi che sia?

Nella sua testa si formò l'immagine di Timon e Pumba vestiti da hawaiani che ballavano la hula per attirare l'attenzione delle iene. Decisamente, quelle erano più iene che tigri.

Maledisse il suo senso dell'umorismo e varcò la soglia. Come da copione, c'era un sacco di coppie di mezza età. Gli uomini, panzuti e con barbe e pizzetti perfettamente curati, parlavano di politica ed economia in piccoli capannelli, mentre le loro adorate mogli spilla-soldi si aggiornavano sugli ultimi scandali dell'alta borghesia e sui colori che sarebbero andati di moda a Parigi quell'estate. Nessun iena parve fiutare l'entrata in scena di carne fresca, così Nicky poté rimanere in disparte ad osservare gli ospiti, alla ricerca di Noah. Ignara che almeno tre paia d'occhi la stessero osservando.

***

«Eccola». Sentendo pronunciare quella parola, Colin e Finn si voltarono in sincrono, osservando la donna che aveva rubato l'attenzione del loro migliore amico.

Indossava un abito monospalla verde scuro che le arrivava fino al ginocchio, stretto fin sotto il seno e che ricadeva poi delicato e per nulla volgare sui suoi fianchi e sul suo sedere, scivolando senza problemi fino all'orlo ondulato svolazzante. I capelli erano raccolti in una treccia laterale che le copriva, almeno parzialmente, la spalla lasciata nuda dal vestito.

«Wow! Danny ti sei scelto una gatta!»

«Che gran gnocca! Hai il mio appoggio! Fregala al lampione!». Gli diede una spintarella per incoraggiarlo a raggiungerla, ma qualcuno fu più veloce di lei.

Una ragazzina raggiunse Nicky, sorridendo radiosa. «Nicky! Sei venuta!»

«Willa!». Le due si abbracciarono. «Sei bellissima!»

«Anche tu! Hai scelto un vestito che ti sta una favola». Le due scambiarono qualche convenevole, poi Nicky chiese di Noah. «Credo sia dentro! Vieni, andiamo a cercarlo»

«Mi accompagni? Ti adoro! Mi perderei in questo posto, da sola!».

Willa ridacchiò. «Ti capisco! Anche a me all'inizio metteva un po' paura. Poi ho capito che non è il posto il problema, ma la gente». Si zittì. «A proposito, mi dispiace per quello che mia madre...»

«Non importa, almeno, non a me»

«A Noah invece sì?»

«Non lo so, ultimamente abbiamo litigato parecchio per questa cosa».

Willa annuì sconsolata. «Mamma sa essere insopportabile».

Nicky sollevò l'indice, sventolandoglielo sotto il naso, a mo' di ammonimento. «Non dire queste cose, altrimenti pensa che sia io a portarti sulla cattiva strada». Le due risero complici, ma si bloccarono quando sentirono dei passi.

Noah comparve qualche metro davanti a loro e Willa aprì la bocca per chiamarlo, ma il nome del fratello le morì sulle labbra, appena vide che teneva per mano... «Angie?».

Videro il giovane sospingerla contro il muro e bisbigliarle qualcosa nell'orecchio. Lei ridacchiò e poi si sporse per baciarlo, mentre Noah le passava una mano tra i capelli e una sul sedere.

Nicky fece un paio di passi indietro, senza far rumore e poi sparì dietro l'angolo, seguita da una Willa disperata.

«Nicky, perdonami ti prego, ti giuro che non ne sapevo niente, io...».

La ragazza si fermò. «Cucciola, Willa...». La abbracciò, cercando di non crollare davanti a lei, non meritava di sentirsi in colpa. «Lo so che tu non c'entri, stai tranquilla. Ti voglio bene come alla sorellina che non ho mai avuto». Si asciugò dal viso le lacrime che le impedivano di vedere la piccola Parker nitidamente.

«Mi dispiace, Nicky... Non so cosa...»

«Non fa nulla. Ora sorridi e torna alla festa, ok? Io preferisco andarmene»

«Sei sicura che non vuoi che venga con te? Non voglio lasciarti sola!»

«Willa...». La abbracciò di nuovo. «Se lasci la festa ora succederà un pandemonio e non voglio che tu finisca in mezzo al casino»

«Sei sicura?»

«Sì, non preoccuparti per me, chiamo un taxi». Ho solo il cuore a pezzi.

«Chiamami, per qualsiasi cosa»

«Solo una cosa, non dire a Noah che mi hai vista e che...».

Non riusciva neppure a dirlo. Willa si limitò ad annuire con aria triste e colpevole e ad osservarla allontanarsi in fretta e furia fino a sparire verso l'ingresso.

Nicky ormai piangeva, incapace di controllarsi. Attraversò la hall, decisa ad uscire da lì il prima possibile.

«Nicky! Nicky! Nicole!». Sentì qualcuno afferrarla per un braccio. «Hey! Non si usa più salutare?».

Non si voltò a guardarlo, vergognandosi di sé per la figura pietosa che avrebbe fatto, mostrandosi in lacrime. «Ciao Daniel, stavo per andarmene»

«Esco anche io»

«Lasciami, per favore».

Daniel le lasciò il braccio. «Mi spieghi che...?». Ma quando la vide in lacrime, rimase di sasso. «Perché piangi? Hey». La bloccò di nuovo e cercò istintivamente di abbracciarla per confortarla.

La ragazza si scostò bruscamente. «Lasciami!»

«Nicole! Dimmi perché piangi!»

«Non mi chiamo Nicole e ora mollami, per favore». Usciti dal club, Nicky si sedette sul muretto, dettando l'indirizzo perché il taxi la andasse a prendere. «Lasciami in pace». Avrebbe voluto dare un tono deciso a quella richiesta, ma la sua sembrò più una supplica.

Daniel la fissò dritto negli occhi. «Nicky, voglio sapere che diavolo è successo là dentro».

Solo a ripensare a ciò che Nicky aveva visto, altre lacrime le riempirono gli occhi e le mozzarono il respiro in gola. «Daniel, p-per f-favore, lasciami in pace». Fece qualche respiro profondo per calmarsi. «Sto già abbastanza di merda così»

«Nicky...». Le passò le mani sulle guance, ma lei si ritrasse istintivamente. Sentire le mani di Daniel addosso la faceva sentire una traditrice, esattamente come Noah. «Ok, non ti tocco, però...». La guardò sconsolato. «Cosa posso fare per aiutarti?».

Si passò il dorso nella mano sugli occhi, per togliere le lacrime, ignorando il trucco che sicuramente stava colando. «Alzarti, rientrare alla festa e toglierti dai piedi»

«Non ti lascio qui, hai bisogno di...».

Nicky si alzò di scatto, furibonda. «Bisogno di cosa? Di te? Grazie per il pensiero, ma io non ho bisogno di niente e soprattutto di nessuno. Tornatene dentro, Daniel».

Il giovane la guardò impotente. «Starò qui in silenzio finché non sarà arrivato il taxi, voglio saperti al sicuro»

«Non mi...»

«Serve a me». Rimase accanto a lei, a distanza, poggiato al muretto, entrambi con lo sguardo fisso sul viale d'ingresso. Quando l'auto accostò, Daniel si alzò in piedi. «Fai buon viaggio».

La giovane si limitò ad annuire e mormorare un «Grazie». Poi chiuse la portiera e il taxi ripartì. Sapeva di aver sfogato ingiustamente la sua rabbia su Daniel, ma in quel momento non era stata in grado di ragionare lucidamente.

Daniel rientrò al golf club deciso a scoprire cosa avesse fatto piangere in quel modo Nicky, ma non dovette attendere molto prima di trovare la risposta.

Colin gli si avvicinò con l'aria di chi aveva appena scoperto un segreto federale e non vedeva l'ora di farlo sapere al mondo intero. Quel ragazzo era una comare. «È successo un macello!»

«Cosa?»

«Il lampione è stato beccato dalla sorella a scoparsi la ex nel bagno delle donne».

Lo sguardo di Daniel si indurì. «Sei sicuro?»

«Sì, me lo ha detto uno degli uomini della sicurezza, Lewis, sai quello che prima lavorava per mio padre! Ha dovuto separare Willa e Angie. Pare che nessuno abbia assistito, però. Quindi lo sappiamo solo noi e... loro».

In quel momento sopraggiunse anche Finn: «Kelly Parker era furibonda! Non si vedeva così da quando si era scoperto che il suo adorato maritino si scopava la segretaria sulla scrivania che lei gli aveva regalato per il compleanno». Per un solo istante Daniel si chiese come facesse Finn a sapere tutte quelle cose, ma decise che glielo avrebbe chiesto in un'altra occasione.

«Io gli spacco la faccia».

Ma Colin e Finn lo bloccarono subito. «Non ci pensare nemmeno!»

«Voi non avete visto come piangeva»

«Frena. Con che scusa vai a spaccargli la faccia? Vuoi dirgli che muori dietro alla sua donna? Non è il caso. Lascia perdere, per ora. Goditi la sua disfatta e pensa che da domani la tua adorata Nicky sarà single».

***

Nicky si chiuse la porta di casa alle spalle e andò in bagno.

Il viaggio in taxi l'aveva aiutata a sfogare dolore, rabbia e delusione. Oltre a farla sembrare un'idiota agli occhi del tassista che le lanciava continue occhiate curiose dallo specchietto.

Sicuramente doveva apparirgli una stupida sciacquetta che si struggeva di lacrime per un'unghia scheggiata. Molto Jenny Humphrey.

Che bella figura!

Aveva pianto e dato fondo a tutta la sua scorta di fazzoletti di carta, poi il dolore aveva lasciato posto alla rabbia.

Cieca rabbia per il comportamento di quel maiale a due zampe che aveva giurato di esserle fedele. Con che coraggio si era gettato addosso a quella zoccola? Diamine! Era stata quella Angie a spezzargli il cuore anni prima, tradendolo e lui faceva lo stesso con lei?

E poi c'era stata la delusione. Delusione nei confronti di Noah che si era comportato in maniera meschina. Delusione per se stessa che aveva riposto amore e fiducia in un individuo che non meritava neppure di essere chiamato uomo. Aveva ripetuto infinite volte di amarla, ma l'amore che diceva di provare per lei era stato eclissato da... Da cosa? Dal suo desiderio nei confronti di Angie? Dalle pressioni della sua famiglia? Dal pensiero che forse lei fosse davvero troppo poco per lui?

Aveva amato un uomo che probabilmente non l'aveva mai apprezzata fino in fondo. Forse quella non era stata neppure la prima volta. Forse... Richiuse quei pensieri in un angolo della sua testa, decisa ad ignorarli. Era troppo doloroso pensare all'ipotesi che Noah l'avesse tradita per tutta la durata della loro storia.

Alla fine della metabolizzazione, Nicky aveva capito di essere di nuovo single. Certo, non ufficialmente, ma era questione di poche ore, prima che accadesse l'inevitabile. Non riusciva neppure a pensare di essere toccata di nuovo da lui. Verme schifoso.

Doveva tenersi occupata per evitare che la sua mente elaborasse nuove devastanti teorie.

Accese il pc e controllò gli aggiornamenti su facebook. Diane aveva pubblicato le foto che aveva scattato durante la serata al nuovo discopub. Ne vide una in cui era uscita discretamente e decise che era ora di cambiare la foto del profilo che, guarda caso, la ritraeva abbracciata a Noah. Decise anche di cambiare l'immagine di copertina scegliendo, al posto delle loro mani intrecciate, la sua scena preferita del film Il Grande Gatsby: Leo con il calice alzato.

Prese il cellulare e chiamò Diane. «Ciao D, come va?»

«Io bene! Tu piuttosto? Come mai non sei alla festa?»

«Perché ci sono andata, ma evidentemente la mia presenza non era necessaria, visto che il mio fidanzato si è trovato un'altra da scopare».

Diane le ruppe un timpano: «Cosa?»

«Hai capito benissimo». Le fece un breve riassunto di quanto successo e passò i dieci minuti successivi a sentire gli insulti che Diane rivolgeva a Noah.

«Nicky, mi dispiace tanto»

«Anche a me, ma sopravvivrò, non credi?»

«Certo che sì. Che bello, ora che sei single, finalmente potremo rimorchiare insieme! Era una noia dover scegliere i ragazzi da sola in discoteca!».

Nicky scoppiò a ridere e salutò la sua migliore amica, ringraziandola per essere così pazza e divertente.

Sapeva di poter contare su Diane e sulla sua famiglia, sapeva che li avrebbe avuti accanto, sempre e comunque.

Ma ciò non le permise lo stesso di passare una notte tranquilla.

Nonostante i mille ostacoli, lei aveva creduto nella sua storia con Noah e scoprire in quel modo che lui aveva gettato la spugna – o forse non ci aveva mai creduto – le faceva male.

 

Il mio angolo.

Bonsoir mes amis!

Avete infartuato? Spero vivamente di no! State festeggiando o limando i coltelli per venirmi a cercare?

Solo qualche noiosa e doverosa precisazione:

il balletto di Timon&Pumba, per chi non avesse colto, è tratto da “Il re leone”;

Jenny Humphfrey è uno dei personaggi (a mio parere il più odioso e lagnoso) della serie GossipGirl.

Ringrazio tutti gli stoici che resistono e continuano a leggere i miei capitoli, i santi che trovano qualche minuto per lasciare un commento e i coraggiosi che inseriscono la storia tra le Preferite/ricordate/seguite.

Abraçada,

Softkitty

ps Spero non ci siano errori!

  
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