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Autore: Mia Renard    21/10/2014    2 recensioni
Quando si trovò davanti alla persona che la nipote aveva portato con sé, gli si gelò il sangue.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Charlie Matheson, Miles Matheson, Sebastian Monroe
Note: Movieverse | Avvertimenti: nessuno
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Bass spuntò fuori da dietro un angolo, col coltello in pugno. Si era nascosto appena aveva intravisto la porta aprirsi.
-Proprio eri l’ultima persona che mi aspettavo di vedere- continuò serio.
-Volevo solo portarti una coperta- mentì l’altro.
-A quest’ora della notte?-
-Ho pensato che avessi freddo. E poi dobbiamo ricoprire qual materasso logoro sul quale dormi- disse mostrando anche il lenzuolo.
Bass avanzò di qualche passo verso di lui. Miles vedeva quelle gemme celesti, incastonate nel volto dell’uomo che amava, brillare quando i raggi della luna le colpivano.
-E’ strano- osservò il primo facendosi ancora più vicino a Miles. –Tutto a un tratto ti importa qualcosa di me?-
L’altro fu costretto ad abbassare lo sguardo, per riprendere fiato, completamente indifeso davanti a quegli occhi meravigliosi.
-Mi dispiace di aver reagito male quando ti ho visto ma…- si bloccò tentando di rallentare i battiti del cuore perché erano talmente accelerati che gli impedivano di respirare liberamente. –Io so solo che ci servi- disse posando la coperta ed il lenzuolo. –E ora me ne devo andare- concluse avviandosi verso la porta, ma pentendosene una frazione di secondo dopo. Non era per quello che era andato da lui. Solo che ora non riusciva a riordinare i pensieri. Una parte di lui avrebbe voluto fuggire. Come diavolo poteva essergli venuto in mente di raggiungerlo. L’altra parte di lui non voleva andarsene.
Bass si parò davanti all’uscio prima che lui potesse arrivarci.
-Miles, siamo soli adesso. Non hai bisogno di mentire.-
Ma lui esitava, ed allo stesso tempo si chiedeva perché. Tanto era consapevole di non essere capace di nascondere i suoi sentimenti a Bass. Questo lo conosceva troppo bene. Era inutile fingere. Ma c’era qualcosa cha ancora lo bloccava, anche se, la lotta interiore che stava combattendo, cominciava ad intaccare le sue già scarse energie.
Fu Bass a rompere di nuovo il silenzio: -Sei il solito testardo, troppo orgoglioso per ammettere la tua vulnerabilità, vero?- Sospirò prima di continuare. –Va bene- si arrese. –Dal momento che sei intenzionato a restare lì a fissarmi senza dire una parola, comincio io. Non ho mai smesso un momento di pensare a te.- Attese, e notò che l’armatura di Miles cominciava a vacillare. –Dopo che mi hai liberato sono rimasto nei paraggi, nascosto. Ero convinto che, una volta sistemati i casini nella Torre, saresti tornato a cercarmi. Ti ho aspettato per diversi giorni, ma tu non sei mai tornato da me. Comunque capì il perché. Dovevi sicuramente essere rimasto invischiato nei tuoi innumerevoli doveri. Miles Matheson, che deve preoccuparsi di tutto e di tutti, tranne che di sé stesso. Ho una grande notizia per te: hai anche dei diritti. Ma questo non riesce ad entrarti in testa, vero? Io invece sono un egoista, preso solo dal mio di benessere e l’unica cosa che mi interessava era ritrovarti.-
Bass era stato costretto a colpire così a fondo . Aspettò qualche attimo e poi continuò: - Non ti sto chiedendo di giustificarti. Adesso non mi importa più. Sei fatto così. E forse è proprio perché sei così diverso da me che io ti amo così tanto.-
 L’altro ora tremava. Avrebbe voluto dargli mille spiegazioni, dirgli che lo amava come il primo momento e anche più profondamente e che l’unica persona della quale davvero gli importava era lui. Che aveva pregato ogni giorno che lui fosse al sicuro e che stesse bene. Era per confessargli tutto questo che si era recato da lui, nel bel mezzo della notte. Ma tutti i pensieri gli si erano ingarbugliati in testa e non era mai stato bravo con le parole. Fortunatamente, l’urgenza di fargli sapere quanto teneva lui, fu forte abbastanza di fargli dire in sussurro e tutto d’un fiato:
-Anche io ti amo, Bass. Così tanto che mi sembra di impazzire.-
Il cuore gli martellava nel petto che un martello pneumatico, le gambe minacciavano di cedere da un momento all’altro, gli girava la testa e non riusciva a ricominciare a respirare normalmente.
Il sorriso che vide illuminare il viso dell’uomo che amava gli fece perdere definitivamente il controllo. Le barriere, i dubbi, l’orgoglio…tutto crollò in quell’attimo. Miles lo attirò a sé e premette le labbra sulle sue. Lo strinse così forte da fargli male, baciandolo con passione. Aveva dimenticato cosa volesse dire tenere Bass tra le braccia. Quanto tempo era passato dall’ultima volta che aveva provato quella felicità così completa? Tutto scomparì, la guerra, i patrioti, i complotti texani…Tutto sbiadì.
Anche se lo avrebbe voluto lontano da lì, da tutti i pericoli che correva come ricercato, al sicuro dove nessuno sapesse chi Bass fosse in realtà, non avrebbe più potuto allontanarsi da lui. Non sarebbe stata vita un’esistenza senza quell’uomo.
Finirono sul materasso senza rendersene conto. Tutto avvenne in modo naturale ed istintivo. Nessuno dei due si preoccupò del fatto che fosse estremamente rischioso lasciarsi andare alle emozioni in quella situazione, abbassando la guardia. Contava solo amarsi ed al diavolo tutto il resto.
Mentre Miles lo abbracciava, un solo interrogativo martellava nella sua testa. Aveva evitato di pensarci, ogni volta che si affacciava in un angolo della sua mente, l’aveva respinto con decisione. L’aveva soffocato a lungo ma ora, liberato, urlava dentro di lui potente come un fiume in piena: come aveva fatto a sopravvivere mesi interi senza stringere a sé quel corpo perfetto, senza affondare le dita in quei riccioli biondi, senza perdersi in quegli occhi celesti, senza nutrirsi dei baci di lui? Si stava rendendo conto solo ora, in maniera allarmante, che senza l’amato aveva vissuto come un’ombra di se stesso, per inerzia. Senza Bass il vero Miles non esisteva. E adesso che l’aveva ritrovato, l’aveva riavuto, una parte di lui avrebbe voluto gridare per il sollievo e l’altra gridare di gioia.  Baciarlo di nuovo, toccarlo di nuovo, fu come un colpo di spugna. Cancellò tutto il dolore che aveva tenuto incatenato in fondo al cuore durante tutto il tempo che era stato costretto a stare lontano da lui. Un dolore che, a lungo andare, l’avrebbe sicuramente ucciso.
Ricordava che spesso, la notte, si svegliava. Aiutata dal buio e dal silenzio, una sensazione di ansia e di angoscia scorreva dentro le sue viscere, scavava solchi profondi, provocandogli male fisico. L’immagine di Bass, che teneva seppellita in fondo al suo animo, gli divampava dietro le palpebre chiuse e gli stringeva il petto. E senza accorgersene cominciava a piangere, in silenzio, come se ogni lacrima lo aiutasse ad alleviare tutta quella sensazione di malessere, finche non si riaddormentava, ripromettendo ogni volta a sé stesso, che un giorno sarebbe andato a cercarlo. Al momento giusto, una volta sistemato tutto il resto. Bastava aspettare l’occasione propizia.  A costo di ribaltare l’intero pianeta, l’avrebbe ritrovato. Ma quel giorno non era mai arrivato.
E poi una concatenazione di eventi, la fortuna, il destino o chissà cos’altro, avevano fatto in modo che si riunissero.
Decise però di allontanare tutti questi pensieri per dedicarsi completamente all’uomo che amava.
Bass aveva indosso solo una canottiera logora e dei jeans scoloriti. Miles impiegò pochi attimi a toglierli dall’altro per poi abbandonarli sul pavimento. Lo baciò con foga e fu come riprendere a respirare dopo mesi di apnea. Si stacco dalle sue labbra solo per un momento, per ammirare quell’uomo meraviglioso, completamente nudo ed eccitato che lo guardava con gli occhi dilatati dal desiderio: il ricordo che aveva di lui, decisamente non gli rendeva giustizia.
Nonostante il tumulto di emozioni che si agitavano dentro di lui gli annebbiassero la mente, riuscì a considerare che si sentiva come un privilegiato. Vedeva se stesso sciupato, scavato, con occhiaie profonde e le spalle curve. Consumato da quel terribile mondo nel quale era costretto a viver ogni giorno. Ma Bass, pur avendo affrontato la fame, la vita da nomade alla quale la taglia sulla sua testa l’aveva condannato , il blackout, la guerra…era sempre bello come un dio. Niente riusciva minimamente a scalfirlo. Forte, determinato , sicuro di sé e, come se non bastasse, bellissimo. Lo ammirava riempiendosi gli occhi di quell’immagine perfetta.  Si mise a cavalcioni sopra di lui, senza staccare gli occhi da quelli celesti dell’amato, gli fece passare la mani tra i capelli, scendendo poi alla fronte, alla bocca, al collo, giù fino all’addome, lentamente, assaporando il contatto dei polpastrelli con la sua pelle liscia e calda, accarezzandolo come se fosse la cosa più preziosa del mondo.
Quasi senza fiato, col cuore che gli martellava nel petto, ansimò: -Ti amo, Bass…-
-Ti amo anch’io- rispose lui con un sorriso raggiante.
Miles si chinò sull’amato, ricalcando con le labbra l’itinerario percorso dalle dita pochi secondi prima, baciando, mordendo, leccando, dedicando maggiore attenzione ai punti più sensibili, beandosi dei leggeri gemiti dell’altro e dei piccoli scatti del suo corpo.
Poi si spogliò a sua volta, velocemente. Si risdraiò su Bass, facendo aderire i loro corpi, resi febbricitanti dall’eccitazione, continuando a baciarlo e toccarlo.  Un attimo dopo fu quest’ultimo a prendere il sopravvento: spinse Miles di lato e lo fece stendere sulla schiena. Ricominciò a baciarlo sulle labbra, scendendo poi sul collo, mentre lui piegava la testa all’indietro per lasciarlo esposto e facilitargli l’operazione , portando le mani sulla nuca di Bass. Lui continuò, risalendo poi verso il mento e proseguendo lungo la mandibola. Una volta arrivato all’orecchio gli sussurrò:
-Ti voglio, Miles. Subito.-
Gli lanciò un breve sguardo malizioso e si mise a cavalcioni sopra di lui. Senza dargli il tempo di reagire, afferrò il suo membro e si posizionò in modo da poterlo spingere dentro di sé, poco alla volta, piano, per abituarsi.
L’altro schiuse le labbra cominciando a gemere più forte mentre spingeva il bacino verso l’alto e afferrava i fianchi di Bass.
Entrambi raggiunsero l’orgasmo in pochi minuti, tale era l’eccitazione.
Bass si sdraiò accanto a lui e si fece più vicino per appoggiare la testa sul suo petto e ascoltare la voce del cuore che gli apparteneva da sempre.
-Erano mesi che aspettavo questo momento- disse lui stringendosi all’amato, Più rivolto a sé stesso che a Miles. Come una riflessione ad alta voce.
Rimasero così per un po’, con gli occhi chiusi, godendosi l’uno il contatto ed il calore del corpo dell’altro.
Fu Miles a rompere il silenzio: -E’ meglio che me ne vada, adesso. Devo tornare prima che qualcuno si accorga che mi sono assentato. Si chiederebbero dove sono.-
-Resta con me- supplicò l’altro stingendosi a lui e serrando una mano sul suo fianco per trattenerlo. –Ancora solo un altro po’. Ti prego, Miles. Mi sei mancato così tanto.-
-Tra poco albeggerà. Devo approfittare del buio -.
Con riluttanza ma con decisione si staccò dall’amato e si alzò, raccattando i suoi vestiti da terra e infilandoseli in fretta.
Bass lo guardava con espressione ferita, consapevole però che Miles aveva ragione.
-Tornerai domani notte?- chiese speranzoso.
-Non possiamo correre troppo spesso il rischio che scoprano che tu sei qui. Potrebbero seguirmi. Anche stasera, volevo vederti, avevo un assoluto bisogno di vederti ma forse…è stato da incoscienti venire fino a qui. Ti metterei in pericolo ogni volta-.
-Sono armato, capace di difendermi e tu lo sai.-
-Certo, contro un soldato, due ma se venisse ad arrestarti uno squadrone intero, cosa faresti? Non sei al sicuro- concluse abbottonandosi la giacca.
-Non lo è nessuno di noi, se è per questo- insistette lui.
-Tornerò appena posso- gli posò un leggero bacio sulle labbra. -Stai attento- aggiunse un attimo dopo.
-Anche tu- volle assicurarsi Bass.
Lo seguì con lo sguardo mentre Miles usciva e si inoltrava tra gli alberi, confondendosi con le ombre della notte.
 
 
  
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