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Autore: Ornyl    21/10/2014    0 recensioni
blah blah blah fa schifo blah blah
Genere: Demenziale, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Nonsense | Avvertimenti: nessuno
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Marie

Che anno corresse non lo ricordo nemmeno più e spero che il lettore mi perdoni questa e molte altre imprecisioni che seguiranno nel mio aneddoto. Poca cosa è la mente umana dinanzi agli eventi, soprattutto quelli tragici e terribili come quelli che m'accingo a narrare. L'anno in cui accadde ciò, o perlomeno il periodo che coprirono gli eventi, è un buco nero nella mia testa ma ben conosco, o almeno penso di ben conoscere, la storia di cui tratteremo insieme. Amico lettore, non son così alla buona nè mai lo fu la mente mia,  dunque si dia inizio al racconto. Ah, dimenticavo di rammentarvi di tenere il cuore pronto al peggio e la mente agli orrori: terribili son codesti eventi, ma a maggior ragione degni di nota e memoria.
V'era, prima che gli eventi accadessero, un giovane e ricco uomo, Lord Albert Allen. Bello non era di certo con quella barba grezza e corvina, gli occhi giallastri e la pelle diafana, per non parlare delle sue robuste e nodose mani(se aveste visto la famiglia non avreste creduto ai vostri occhi! Lord Albert pareva uno di quei giovani zingari che si vedono alle fiere, robusti e scuri, rispetto alla bellezza rustica della madre e alla moderata eleganza del padre e dei fratelli minori) ma grande era la sua testa e bello il suo parlato, melodiosa la sua roca e saggia voce.  I genitori erano ormai vicini alla vecchiaia ed espressero al figliuolo il desiderio di vederlo accasato una volta e per tutte, immerso perennemente com'era nei suoi scacchi e nei suoi libri e nelle conversazioni, ma il giovane lord non pareva esser d'accordo. I coniugi Allen, dunque, decisero di passare all'azione: la famiglia aveva, nella propria sterminata cerchia di amici e liberti, una coppia di mezza età senza figli, che a sua volta aveva amichevoli rapporti con una famigliola non certo ricca ma dignitosa e benestante, composta da solo quattro persone: il babbo, la mamma e due fanciulle. La minore studiava in casa e la maggiore in collegio, dal quale usciva per il periodo natalizio e l'estate. Se la minore aveva nome Georgiana, la seconda si chiamava Marianna, ma fino al suo ultimo giorno venne chiamata Marie per la sua presunta bontà e dolcezza spiccata che compensava il fatto di non essere certo la figlia più bella, cosa che invece era toccata alla sorella. Marianna, o Marie per noi, passò il suo diciassettesimo anno in collegio, dal quale uscì compiuti diciotto anni, dacchè i genitori la considerarono pronta alle nozze. In realtà il padre avrebbe voluto che la figlia studiasse ancora, ma la madre insistette e in casa Powell- era questo il cognome della famigliola- fece la sua apparizione da un momento all'altro, inaspettatamente. Marie, nel suo aspetto, pareva ferma a dieci anni d'età, paffuta e pallida com'era, con i lunghi e ondulati capelli rossastri, ma nemmeno per lei come per la sorella mancavano gli elogi sulla sua presunta bellezza da santa sull'altare, così come sulla sua intelligenza alquanto, a detta di alcuni, brillante .. Oh, perdonami lettore. La mia mente s'è dilungata troppo nella descrizione della nostra protagonista. Riprendiamo le fila del racconto!
Ecco, con due figliuoli in età da matrimonio, gli Allen e i Powell finirono con l'incontrarsi dopo diversi imbarazzi e pregiudizi: gli Allen vennero colpiti dalla dignitosa modestia dei Powell e i Powell dal moderato sfarzo degli Allen. Fu ad una cena che i nostri ragazzi finirono con l'incontrarsi per la prima volta: lord Albert sedeva alla scacchiera e Marie lo intravedeva dall'uscio che conduceva al salone. I loro occhi ancora bambini si incrociarono, ma a brillare furono solo i pozzi neri della nostra Marie; le loro labbra si mossero per pronunciare i primi convenevoli, ma solo quelli di Marianne sorrisero mentre ella avvampava già, estasiata - ancora mi chiedo cosa diamine la colpì di quell'orso!- dalla visione di quel giovane silenzioso. La cena passò tra le chiacchiere dei vecchi e i silenzi della gioventù, con le due fanciulle ancora attaccate alla madre che chiacchierava con lady Allen e i tre giovani rampolli accanto al padre e all'ospite, alle scacchiere, ma la serata venne considerata piacevolissima e ne seguirono altre e altre ancora, a teatro, ai balli, alle passeggiate nella residenza di campagna degli Allen, ai pomeriggi da tè in città e in villa. E passava così l'anno mentre i sentimenti di Marie - povera fanciulla innamorata! L'amore colpì la bimbetta uscita dal collegio inaspettatamente e terribilmente, e subito la poveretta s'ammalò, inesperta com'era!- crescevano tra una tazza di porcellana e un collier di perle e un costoso abito di velluto per il compleanno di Lady Allen e un velo rosso sulle labbra per apparire  più desiderabili dinanzi a lui, sempre freddo e tremendamente sorridente. Conclusosi l'anno, finalmente Lord Albert le chiese la mano ed ovviamente Marie accettò, arrossendo tutta dinanzi a quelle grandi mani che le porgevano un anello di zaffiro e argento - che lusso! E quando l'avrebbe mai visto un anello così in tutta la sua vita? Ma l'amore era per lei lo sfarzo più bello! Eppure non si seppe mai se Albert l'avesse amata davvero, ma probabilmente venne spinto a sposarla dai genitori per metter la testa a posto .. Oh, che terribile fretta che ho! I fatti son tristi e tremendi, amico lettore, sicuramente l'avrai già compreso, ma non intendo velocizzare! Anzi, perdonami se già ho accennato a questa nota dolorosa, ma la tristezza che emerge da questi avvenimenti è talmente tanta che pare traboccare dalle mie labbra .. Comunque, si ricominci con ordine!
Ecco finalmente il giorno delle nozze: fu una cerimonia splendida e moderatamente sfarzosa, piena di bella gente in un giorno luminoso come non se n'erano mai visti in Inghilterra! La sposa aveva un abito incredibilmente bello, di seta e organza, e un lungo velo sormontato da una tiara da far invidia alla Regina stessa! Eppure, da ciò che udii, ella non pareva una sposa ma una santa condotta alla presenza di Dio stesso, severa e composta nel suo sfarzo di fanciulla maritata, col viso imbellettato ma malinconico. Lo sposo, con la giacca nera e i calzoni smeraldo, sbadigliava annoiato e pareva già stanchissimo quando le infilò la fede nuziale! Il banchetto fu una festa più per gli invitati che per gli sposi e, dopo una cena ancor più abbondante, gli sposi vennero lasciati soli nel loro talamo.
Ma, come era facile prevedere, Lord Albert non toccò la mogliettina.
Devo far una pausa, mio caro ascoltatore. Devo riordinare le idee, ma non esser passivo nemmeno tu: inizia a preparare il cuore alla tristezza e al dolore, ricordando soprattutto che ad essi seguiranno il terrore e la morte. Che si ricominci la narrazione.
Lord Albert Allen, questo era il nome suo, e adesso era sposato con Lady Marianna Allen. Ma non le videro mai addosso il cognome del tanto amato quanto detestato marito- perchè così rivelò l'amore che ella provava: un'angosciosa felicità nel vederlo ogni mattina accanto a lei ma col viso lontano da lei e le labbra sottili chiuse in un amaro sorriso. Aveva provato ad accarezzarlo mentre dormiva, quando un raggio di sole gli colpiva in pieno quel viso pieno e intelligente, ma aveva tossicchiato e s'era voltato dall'altro lato- e dunque ella venne sempre chiamata Lady Marie. Nè Powell perchè non lo era più, nè Allen perchè non sembrava esserlo.
Lady Marie era, a quanto continuai ad udire in quell'unico anno in cui furono insieme, gentile con le domestiche e sempre sorridente con gli ospiti, ma poi si ritirava a piangere in camera mentre il marito non era in casa, disperandosi sul talamo ancora intatto e su quella fede senza alcun valore, che aveva persino smesso di brillare. E ben presto smisero di brillare anche quegli occhi di fanciulla, la pelle si fece grigiastra e i capelli persero quella lucentezza rossastra propria della giovinezza; il suo corpo tondo e robusto perse vigore dacchè ella non voleva più mangiare e ben presto sopraggiunse una violenta febbre. La febbre passava e veniva e Lord Albert non voleva starle a contatto, nè ebbe la premura di chiamare un medico dal momento che pareva, ogni tanto, che la moglie si riprendesse.
Ma una mattina, al sorgere del sole, Lady Marie fu trovata morta nel letto. Era morta con gli occhi lucidi di lacrime e il marito seppe della morte solo quando tornò a casa, dacchè s'era allontanato dalla città per qualche giorno per una serie di affari da sbrigare. Che vita conducesse il marito, Marianna non lo seppe mai: si limitava ad amarlo ciecamente e in silenzio, con quella freschezza di ragazza che si trascinò fino alla morte, senza mai sfiorarlo nè senza essere sfiorata da lui. Quando tornò, Albert pianse per una notte e ordinò subito di sistemare la povera morta per il suo ultimo viaggio. Non partecipò nemmeno alla funzione ma solo al corteo, dal momento che le sue riflessioni lo avevano portato ad allontanarsi dalla religione.  Di ciò di cui la moglie aveva sofferto, mai se ne curò. E passarono tre mesi.
Tre mesi dopo casa Allen aveva una nuova signora e Lord Albert portò a casa una nuova moglie. Venivano in un cocchio marrone e oro ed ella, a quanto riuscii a vedere dai suoi abiti, faceva parte della stessa classe sociale di Lord Albert. Vidi tante belle donne in vita mia, ma ella superava tutte loro di gran lunga: era esile e bianca come la luna, con uno sbarazzino taglio di capelli che la facevano sembrare più giovane benchè ormai non fosse più una fanciulla, grandi occhi neri e intelligenti e labbra sorridenti; le sue belle forme erano messe in evidenza dagli abiti che portava, tutti splendenti di mille colori e di lusso. Quando afferrava le belle mani guantate e inanellate della sua signora, Lord Albert sorrideva come non aveva mai fatto e pare quasi che l'amore, quella terribile forza che lo aveva aiutato ad uccidere quella compagna di letto che non aveva voluto condurre all'altare, gli si fosse voltato contro e l'avesse dolcemente ferito. La nuova signora Allen si chiamava Louise Morrison, sposata, guarda caso, il giorno dell'anniversario della morte di Marie. Ma a questo il nostro amico Albert Allen non aveva fatto caso.
Il matrimonio venne subito consumato, anzi si pensava che si fossero amati già prima delle nozze. Albert era totalmente innamorato di quella donna e non finiva di dimostrarle il suo amore. Ma questa atmosfera di sogno finì nel giro di poco e, mio caro lettore, ci stiamo avvicinando sempre più alla tragedia.
Da quando aveva portato Louise a casa e, in particolare, avevano condiviso il talamo era improvvisamente cambiata: era totalmente dimagrita e la magrezza s'era persino mangiata le forme con cui aveva conquistato Albert e il suo viso, da allegro e gioioso che era, si trasformò in una secca maschera dagli occhi infossati e le labbra inespressive. Anche lei ben presto fu vittima di violente febbri, tutte infestate da tremendi incubi e urla e strani episodi nel sonno . Louise iniziò ad aver paura dei ritratti, sosteneva la fissassero, e le pareva di sentire strane voci. Una notte Albert venne svegliato da lei che, con voce terribile e triste- nemmeno pareva la sua voce!- sosteneva di non essere la vera padrona, ma una lurida puttana. Lord Albert si limitava a tranquillizzarla ma finalmente chiamò un medico: nemmeno questo trovò una ragione logica per i problemi di Lady Allen ma continuò soltanto a farle salassi per far calmare i violenti spasmi e ciò contribuì a farla impallidire, sempre e sempre di più. La bellissima e affascinante Louise s'era quasi trasformata nella maschera della morte stessa, la stessa morte che aveva falciato la povera Marie a cui Louise aveva sottratto il posto, forse senza nemmeno volerlo. Il terribile particolare venne ovviamente notato da servi e amici ma Albert tacciò tutti di superstizione e bigottismo: egli non credeva nè negli spettri nè nelle maledizioni lanciate da essi, e continuava a sottoporre la moglie a cure che finirono per infiacchirla e infiacchirla ancora.
Due son le possibili ragioni di questa malattia, o almeno io lo scoprii in seguito: o forse era stata Marie stessa, dal basso del limbo, ad uccidere la rivale- opinione sostenuta dai servi e dagli anziani- o che, forse a causa delle cattive abitudini di lord Albert e alle continue frequentazioni di bordelli durante il primo matrimonio, ad infettare la casa, così probabilmente quell'alone di malattia e fetore che si spandeva tra le stanze, tra la biancheria e soprattutto negli ambienti adibiti a bagni era stato portato dal padrone stesso. Ma un avvenimento, l'ultimo di questa storia e apoteosi degli orrori che videro quelle stanze, fu la morte della povera Louise: durante una delle sue crisi notturne, ella diede di stomaco sullo stesso letto e le sue membra si fecero rigide. S'alzò dal letto, pallida come un cencio più che mai e bollente di rovinosa febbre, dunque cercò di svegliare Albert. Egli s'alzò e la vide, e poco mancò che morisse anch'egli. Ma il peggio non era finito qui: egli la vide alzarsi con gli occhi ancora chiusi e correre per tutto il corridoio in preda alla febbre e agli incubi e all'infezione, poi non arrivò nemmeno a tenerla per la vita che ella spiccò il volo dalla finestra, spaccandosi la testa sull'altare che i domestici avevano costruito in memoria di Marie. La casa venne benedetta da diversi sacerdoti ma Lord Albert non si riprese mai, anzi anch'egli, dopo un anno esatto, passati due anni dalla morte di Marie, morì della stessa febbre. La casa venne lasciata e ora giace nel silenzio, ancora infetta, ancora mortale.
Caro lettore, spero di non averti annoiato! Prima di lasciarti voglio solo rispondere ad una tua domanda, molto probabilmente sorta durante la mia narrazione: ti sarai sicuramente domandato come faccia a sapere tutte queste cose! Io vidi Louise morire e lo stesso si può dire di Albert. Pregai molto quelle notti che le loro anime andassero in Paradiso, luogo a me inaccessibile. Eppure, non riuscirò mai a perdonare a quella lurida puttana di essersi sfracellata la testa sul mio alta
re. 
   
 
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