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Autore: fabiolaolivetti    21/10/2014    0 recensioni
Esistono vari tipi di amore. C'è l'amore per abitudine, l'amore possessivo, l'amore selvaggio, l'amore imperfetto, e poi c'è quall'amore che sconvolge tutto, che potrebbe non sorgere il sole e sarebbe lo stesso fantastico.
Genere: Fluff, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Lime | Avvertimenti: PWP | Contesto: Contesto generale/vago
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Capitolo 11.


-“Bhe, non mi avevi riconosciuto?”
-“Sinceramente no, il cappello ti copre quasi tutta la faccia, ma ti capisco”
-“Anche io non ti avevo riconosciuta all’inizio, ricordavo avessi le punte dei capelli verdi”
-“Ah si, vanno via con lo shampoo. Ti piacevano?”
-“Si, mi piacevano, molto”
Le punte che tutti le avevano disprezzato, a lui piacevano. Gli piacevano molto. Così come anche a lei piacevano molto.
 
Di quei due si poteva dire veramente poco se non che erano davvero fatti per stare insieme. Un mito dice che in principio l’uomo era attaccato alla donna che era la sua anima gemella. Erano una sola cosa, un solo corpo. Gli dei li hanno puniti e costretti a separarsi e ricercarsi per il resto della vita finché non si fossero ritrovati di nuovo. Se ci fossero riusciti, allora avrebbero potuto vivere di nuovo insieme e felici. E quei due si erano appena trovati. Stettero a parlare, incuranti di dove si trovano o di cosa stavano facendo. Prima non parlavano di niente, poi passavano a discorsi seri, poi di nuovo di niente di che, poi lui rideva e faceva ridere lei, poi continuavano a parlare di niente e di tutto. Erano un sola cosa davvero.
Quando lui le disse che era insonne, le si illuminarono gli occhi. Finalmente qualcuno con cui parlare di notte quando non riusciva a dormire. Magari non si sarebbe più sentita sola quando il buio e il freddo l’avrebbero avvolta. Magari poteva esserci qualcosa di più forte.
 
 
Quella sera stessa parlarono per un sacco di tempo, tre ore e mezza circa. Avevano tanto da dirsi, tutta la vita da raccontarsi. Erano una sola cosa ed erano stati divisi, dovevano sapere cosa aveva fatto una in assenza dell’atro e viceversa.
Le sembrava tutto più bello, tutto più caldo e più dolce. Era una bella sensazione,che forse provava per la prima volta. Il bello era che con Fabio si poteva parlare di tutto, lui non era il tipo a cui raccontavi una cosa e o non ti ascoltava o ti interrompeva per dirti qualcosa di simile che era successa a lui, lui era del tutto diverso. Ti ascoltava e lo faceva davvero. Non è che fingesse di ascoltarti e tipo annuiva e basta, Fabio le aveva davvero le cose da dire, Fabio ascoltava interessato, gli interessava quello che aveva fatto lei, gli interessava la sua vita, gli interessava conoscerla meglio, gli interessava lei in generale. La ragazza con le punte tinte, un po’ stramba, con le mani fredde e il sorriso caldo. La ragazza che riusciva a farlo sorridere anche se solo stava zitta e ascoltava, tant’è è vero che mentre lui parlava e lei stava zitta, lui rideva a volte, ed era inutile che lei gli chiedesse “Fabio ma cosa ti ridi?” lui la risposta non la sapeva, voleva ridere, si sentiva felice e basta, non c’era un perché.
Lei stava stesa sul suo letto sotto le coperte e parlava a bassa voce per non svegliare Camilla, lui invece stava sul quel gigantesco divano di casa sua con la televisione accesa la così per caso, non sapeva manco su che canale fosse tanto non ci faceva caso.
-“Dovrei andare a dormire, devo lavorare di mattina domani” gli disse lei alle tre.
-“A che ora finisci?”
-“All’una”
-“Perché non vieni qua?”
-“Adesso?”
-“Vengo io da te?”
-“Perché non ce ne andiamo a dormire?”
-“Non credo che ci riuscirò stanotte”

-“Lo so che stai sorridendo” le disse lui, e lei ovviamente scoppiò a ridere. Quel ragazzo lo aveva visto due volte e sapeva e la capiva più lui che il resto delle persone che conoscesse.
-“Notte Fabio.”
-“Uff, sicura che vuoi attaccare? Dai ti prego”
-“Non devi pregare me, devi pregare il mio capo domani mattina”
“Qual è il problema, vado io a parlarci con sto tipo”
-“Hahaha, si si.”
-“Tu non mi credi”
-“Tu dici? No ti credo”
-“Ti lascio andare a dormire va, mi sento buono”
-“Ah beh, menomale che mi hai fatto la grazia. Allora, notte?”
-“Sì, buona notte. A domani bionda”
-“A domani.”



Lo so, quanto tempo è passato? Aaah chi lo sa.
E quanto tempo passerà fino al prossimo capitolo? Altro mistero. Stendiamo un velo pietoso.
No, sul serio, è colpa della scuolaaaa, è sempre colpa suaaaa. E dell'ispirazione perchè la storia non è programmata, manco io so come andrà a finire dipende da quello che mi viene in mente e quindi lo scopriremo solo vivendo, amen.
Alla prossima non so quando, rencesite pliz, e grazie di tutto, ciau.
   
 
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