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Autore: CalypsoButterfieldMoretz    21/10/2014    2 recensioni
Loro sono loro. Le loro storie rimarranno nella Halfblood High School per molti secoli, e siamo qui per raccontarle. Loro comandano, loro vedono, loro sanno.
Non siamo nell'era dei piccoli scherzi o litigi da liceali. Loro sono i grandi, gli Dei della Halfblood High. Perchè formeranno qualcosa, troveranno qualcosa, che li farà diventare leggenda.
Questa è l'era del divertimento, del non far niente, questa è la loro era. Questa è l' era degli Dei della scuola, e del loro grande gruppo.
Annabeth Chase, appena tornata, a fare i conti con una nuova realtà.
Piper McLean, che capirà che ci accorgiamo troppo tardi di quello che ci serve.
Ireland Young, la cui discesa dal piedistallo non sarà poi così ripida.
Calypso Atlas, per cui la famiglia era importantissima, si ritroverà spaesata.
Luke Castellan, che capirà che il fato non vuole che lui abbia una vita perfetta.
Leo Valdez, per cui la vita era uno scherzo si rende conto di quello che prova davvero.
Nico Di Angelo, in continua lotta, che alla fine si sperà non gli farà poi così male.
Percy Jackson, che si ritroverà in una nuova realtà, che non vuole riconoscere.
Rating variabile.
È la mia prima storia siate clementi :)
BeautyQueen
Genere: Angst, Generale, Malinconico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Annabeth Chase, Calipso, Leo Valdez, Luke Castellan, Piper McLean
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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~~CAPITOLO 1
Da: Papà
Annie, sono molto contento che tu abbia accettato la mia proposta di ritornare a New York. In precedenza ti avevo detto che saresti ritornata a casa nostra, quella di prima, ma purtroppo non sarà possibile, perché la ho venduta prima di partire. Lo so che avrei potuto avvertirti prima, ma lo sai, sono un uomo impegnato e mi sono completamente scordato di averla data via.
Si da il caso però che i Castellan, dei vecchi amici di famiglia, non so se li ricordi, abbiano una casa molto grande, e proprio vicino alla tua scuola, quindi fino a nuovo ordine ti trasferirai da loro. Le tue valigie sono già lì. Ti lascio in allegato l’indirizzo, così dopo scuola potrai andare direttamente lì. Un bacio

Annabeth Chase rilesse per l’ennesima volta il messaggio che Frederik Chase, più comunemente conosciuto come suo padre,  le aveva mandato la sera prima, quando stava per prendere l’aereo che la avrebbe portata a New York.  Non era da lui mandare messaggi con così poco preavviso. E poi sapeva della precisione maniacale della figlia. Era pur vero che il signor Chase era un uomo molto occupato; in quel momento era in Europa, a dirigere le industrie Chase, che producevano arredamento di vario tipo per interni ed esterni, mentre aveva lasciato che Annabeth ritornasse in America, dopo due anni di assenza. La ragazza si spostò i boccoli biondi dietro l’orecchio mentre si dirigeva verso la scuola, ripensando a ciò che le aveva scritto il padre. Chi erano i Castellan? Il cognome le era vagamente familiare, ma non riusciva a ricordare niente, come per tutto, del resto. Infatti, la bionda diciassettenne mentre andava in bicicletta a Parigi, circa due anni prima, era caduta ed aveva battuto la testa. Ora della sua vita di prima ricordava tutto, certo, ma alcune persone, o fatti era come se non fossero mai capitati nella sua vita. Indi per cui non aveva idea di chi fossero alcune persone, i Castellan compresi.
La ragazza arrivò nel cortile della scuola, anch’esso come se lo ricordava. Il cancello si apriva sull’ampio cortile, nel suo lato destro c’era una specie di giardinetto con delle panchine e dei tavoli, dove gli studenti si mettevano a studiare o a chiacchierare, e sul lato sinistro vi erano i tavoli della mensa, lunghi e grigi, tristi, aveva sempre pensato Annabeth. Al centro, invece, si ergeva in tutta la sua magnificenza la Halfblood High School, famosa per essere una delle più prestigiose scuole di New York e dell’America. Era un edificio moderno, con le pareti esterne di un bianco accecante, sviluppato su due piani, con un terzo sotterraneo dove c’era la piscina per la squadra di nuoto. Dietro a tutto c’erano i campi sportivi, quello da lacrosse, che veniva usato anche per il calcio, quello da basket o da pallavolo, e, ultimo e più grande di tutti, quello per la corsa. Accanto ad esso si sviluppava un altro edificio, quello dei dormitori, che Annabeth non aveva mia visitato,a quanto ricordava, perché nessuno dei suoi amici abitava lì.
- Annabeth? Sei tu? – esclamò una voce.
La bionda si girò e si trovò davanti una ragazza dalla pelle chiara, i capelli lunghi castani e lisci, che le ricadevano sulle spalle, e gli occhi che sembravano un caleidoscopio, non avrebbe saputo definire il loro colore, passavano da verde a marrone ad azzurro in un attimo. La ragazza indossava un vestito azzurro che le arrivava poco sopra le ginocchia, con disegnati dei piccoli fiorellini di vari colori e degli stivali in pelle marrone. Era straordinariamente bella, e non aveva neanche un filo di trucco. Quella ragazza era conosciuta come Piper McLean o, più semplicemente, la sua migliore amica.
- Pipes! – esclamò Annabeth, fiondandosi tra le braccia dell’amica. – Non ci vediamo da secoli! Come stai? –
Piper sorrise. – Benissimo, e tu? Bella l’Europa? –
- Si, ma qui è molto meglio. Non vedevo l’ora di rivederti! Mi è mancata così tanto l’America! Pensavo che fosse cambiato tutto, invece è tale e quale a prima –
Piper sorrise tristemente. – Sono cambiate molte cose, Annie, te ne accorgerai col passare dei giorni. – il parlare della ragazza fu interrotto dal suono della campanella. – Che hai in prima ora? –
La bionda frugò nella borsa, in cerca dell’orario. – Lo ho visto prima, ma c’è una cosa strana… vedi qui? Ho due ore di educazione fisica, il che mi sembra abbastanza strano –
- No, il tuo orario è giusto. Da un anno a questa parte le due ore di educazione fisica sono diventate tre, e due risultano attaccate. ¬– ridacchiò la ragazza. – E non fare quella faccia. Ti ci abituerai. –
Annabeth annuì poco convinta, mentre s’incamminava dentro la scuola dietro Piper. Durante il tragitto tra l’entrata e la palestra la salutarono almeno dieci persone, e le fecero un cenno altrettante. Sorridi, saluta e annuisci, si diceva, ogni volta che qualcuno che non ricordava le rivolgeva la parola. E così faceva anche lì a scuola. Per fortuna le persone che non ricordava erano poche, quindi non dovette sforzarsi troppo. Piper impiegò circa cinque minuti per cambiarsi e venne fuori dallo spogliatoio con indosso una tuta blu chiaro, e, notò Annabeth, riusciva ad essere carina anche con quella. Si diressero verso il campo,e trovarono ad accoglierle il coach Hedge, il professore di educazione fisica.
- Chase! Si ritorna in carreggiata eh? – disse, rivolto alla bionda.
- Eh già. È un piacere rivederla, coach. – sorrise Annabeth, anche se in realtà della ginnastica le importava poco e niente.
- Meno adulazioni e più corsa, Chase. Appena fischierò inizia a trottare, devi recuperare circa due anni di assenza. –
Annabeth sbuffò, mentre Piper ridacchiava. – Annie ne sarà entusiasta –
- Non chiamarmi Annie! – protestò la bionda.
- Poche chiacchiere, ragazze. Piuttosto, McLean, sai dov’è finito Valdez, dovrebbe già essere qui. – chiese il professore.
La mora si guardò intorno con fare distratto. – Non lo chieda a me, prof, non sono la persona adatta. – disse, in tono contrariato.
Annabeth la guardò con un sopracciglio alzato. Piper e Leo Valdez, un ragazzo di origini spagnole con un particolare talento nel fare casino, erano migliori amici da sempre. Piper la liquidò con un cenno svogliato della mano, come a dire ti spiego dopo. La bionda stava per protestare, ma fu interrotta dal fastidioso suono di un fischietto e da una mandria di studenti, quindi le toccò correre. In pochi secondi Piper le fu accanto, e con lei un ragazzo alto e moro, dagli occhi verde mare, che identificò come Perseus, o Percy, Jackson, il suo ex fidanzato. Malgrado si fossero lasciati avevano deciso di rimanere amici. O almeno così le aveva detto lui quando la aveva mollata, via Skype, circa tre mesi dopo la sua partenza. Forse Annabeth non la aveva ancora superata, dopotutto. Era stato veramente da stronzo lasciarla così. Cercò di non pensarci. Infondo era un suo amico.
- Percy! Quanto tempo! – disse, cercando di risparmiare il fiato mentre correva.
- Oh Annie, sono così contento di rivederti! La scuola senza di che  correggi ogni cosa che faccio poi diventa noiosa. – disse lui sorridendo. – Ti abbraccerei, ma non sono nelle condizioni adatte. –
- Non fa niente, tranquillo. Come va la scuola? Sono cambiate tante cose? Questa simpaticona qua non me lo ha voluto dire – disse la bionda, indicando l’amica.
- Sono cambiate tante cose. Più di quanto noi volessimo. Di questo puoi starne certa. – si limitò a dire il ragazzo.
Annabeth sbuffò. Tutto quel mistero non le piaceva per niente. Perché non le dicevano una volta per tutte cosa cavolo era cambiato?! Continuò a chiederlo ma dopo un po’ si stufò, certa che nessuno le avrebbe detto niente, e passò i giri di campo a chiacchierare con Percy, Piper e Rachel Elizabeth Dare (una specie di cespuglio di capelli ricci e rossi con le gambe, che però era simpatico) affrettando di tanto in tanto il passo a suon di fischietto del coach e giocando a pallavolo per ben due ore, cosa che la sfinì. Una volta finita la lezione lei e Piper andarono nello spogliatoio a cambiarsi, dopo aver salutato Percy e Rachel, quest’ultima doveva affrettarsi ad andare nel suo club dell’arte, e si misero a controllare di nuovo l’orario.
- Matematica – disse Piper.
- Storia – fece Annabeth. – Qual è l’aula? Non ricordo… -
- Ti accompagno, non importa se arrivo in ritardo, la Dodds mi adora, lascerà correre – disse allega l’amica.
I corridoi della Halfblood High erano sempre affollati, prima e dopo il suono della campanella, pieni di studenti che tiravano fuori i libri dai rispettivi armadietti e si dirigevano verso le classi, oppure restavano lì a chiacchierare. Piper le fece fare una specie di giro turistico, ma non per le aule, ma per gli studenti, che Annabeth non ricordava.
- Lì abbiamo Will Solace, del club di musica, che parla insieme a Nico Di Angelo e Mary Carwight, lì c’è la nostra squadra di tiro con l’arco, prima da oltre due anni al campionato, le cacciatrici, che già conoscerai: Hylla, Zoe, Talia, Reyna, Pheobe e Artemide, il loro capitano. Poi ci sono Alison e Josh, i due gemelli, lì abbiamo Sophie ed Emily, poi Marck, l’altro Will, Daniel poi Ireland, Valdez e Luke che stanno sempre insieme, poi…. – stava dicendo Piper.
- Aspetta un attimo. Ireland Valdez e Luke? Per Valdez intendi Leo? – domandò Annabeth, sicura di aver visto male. Si girò, ed in effetti vide Leo ridere insieme ad altri due ragazzi, una ragazza con i capelli castano ramati e un ragazzo alto e biondo.
- Conosci altri Valdez? – rispose secca Piper.
- No è che di solito…. –
-Scusa Annie, devo andare in classe, la Dodds mi ammazza sennò. La classe di storia è lì a destra –si dileguò la ragazza.
- Stava sempre con te… - finì la bionda con un filo di voce, ma l’amica era già lontana. Si ripromise di indagare più tardi.
Le ore passarono lente, ma alla fine la giornata finì. Ad Annabeth però la scuola piaceva, adorava studiare e sognava, un giorno, di poter diventare architetto. La ragazza prese il suo zaino e uscì veloce dal cancello. Non perché non volesse aspettare Piper, ma perché aveva paura di non trovare la casa dove era diretta.
Era vicina, aveva detto il padre. Ricontrollò l’indirizzo nel messaggio e lo scrisse velocemente sul GPS del cellulare, in modo da farsi guidare. Sorrise, era sempre pratica, lei. Camminava per le strade della sua città seguendo le indicazioni del cellulare, e si sentì un po’ estranea, certo, ma riuscì a comprendere perfettamente quanto le era mancata. Passò davanti al Coffee Cup, il bar dove lei e le sue amiche, che tra l’altro quel giorno non aveva neanche visto tutte, che strano, si riunivano il pomeriggio per chiacchierare. Più in là il parco, no, non Central Park, un altro più piccolo, ma comunque speciale, per tutte le giornate che ci aveva passato, o a passeggiare con Percy o sdraiata sull’erba a studiare, da sola, con il silenzio intorno, sotto l’albero di salice o vicino al laghetto. Annabeth ripensò all’Europa, dove era stata per due anni. Era bella, certo, ma niente batteva New York. Era stata a Madrid, in Spagna, troppo caotica per i suoi gusti, ma un capolavoro dell’architettura lo aveva visto a Barcellona, con gli edifici di Gaudì. Era stata a Londra, che già conosceva, e in un paesino sperduto dell’Irlanda del Nord, dove tra un po’ non prendeva neanche il cellulare. L’ultimo anno lo aveva dedicato ai due paesi che amavi di più, l’Italia e la Francia. Chi non amava Parigi, la città della Tour Effeil, dell’amore, delle crepes, e poi c’era Roma, il suo grande amore, così piena di monumenti da visitare che ogni volta che ci pensava le scoppiava le testa. E la cosa bella era che aveva imparato le lingue locali, specialmente l’italiano (non vedeva l’ora di dirlo a Nico) e lo spagnolo.
Il suonare del cellulare la riscosse dai suoi pensieri. La lucetta che lampeggiava indicava che era arrivata. Annabeth alzò la testa, e si trovò davanti una villetta bassa, di uno o due piani, molto insolita per qual quartiere, con davanti un enorme cancello di ferro, e il necessario citofono. La ragazza controllò di nuovo l’indirizzo, che era nuovamente giusto. Perché papà non mi ha dato le chiavi, se devo vivere qui? si  chiese la bionda. Suonò.
- Si? – rispose una voce di donna.
- Sono Annabeth Chase, la figlia di Frederick Chase – disse lei.
- Oh Annabeth, sei arrivata! Entra! – disse la donna, ed aprì il cancello.
Annabeth entrò e attraversò titubante il giardinetto della villa. Comportati come se te li ricordassi, si disse. Arrivò davanti al portone, che era semiaperto. Ermes e May Castellan, era scritto lì vicino, accanto al campanello. Bingo! Pensò Annabeth, mentre spingeva il portone.
- Permesso… - disse.
Entrò e si ritrovò davanti una donna bionda, con gli occhi azzurri e la pelle lattea, un po’ più bassa di lei, sicuramente sulla quarantina, che aveva un dolce sorriso materno. La donna, May Castellan, se non aveva capito male, le si avvicinò e la abbracciò.
- Oh Annabeth, da quanto tempo non vieni qui! Quanti anni saranno… quattro ormai. Sono così contenta che Frederick abbia deciso di farti venire da noi! A proposito, come sta? – domandò May, togliendole di mano la giacca e appendendola.
- Benissimo. E la ringrazio molto per la sua ospitalità, signora Castellan – disse la bionda cortesemente.
- Chiamami May, tesoro, come facevi sempre prima. Ermes dovrebbe essere qui tra un paio d’ore. È da tanto che non ti vede, anche lui –
Dannazione, lo sapevo che dovevo darle subito del tu! Si rimproverò la ragazza. In quel momento si sentì uno rumore di serratura che scattava,e la porta si aprì. Ne uscì il ragazzo che Annabeth aveva visto parlare con Leo Valdez prima della lezione. Capelli biondo grano e occhi azzurri, alto e potente, quel ragazzo assomigliava moltissimo alla madre, anche se lei era minuta.
- Luke! Finalmente! Hai visto? È arrivata Annabeth! Annie, ti ricordi di Luke, vero? Ha la tua età, è della tua stessa scuola – disse la signora Castellan, come se desse per scontato che la ragazza ricordasse il viso di suo figlio. Perché in effetti era scontato, nessuno avrebbe mai pensato a quella stupida caduta dalla bicicletta a Parigi.
Luke osservò Annabeth, sgranò gli occhi e abbassò lo sguardo, per poi rialzarlo velocemente, questa volta più… feroce. Annabeth guardò a sua volta il ragazzo, e qualcosa nella sua testa improvvisamente fece clic. Luke Castellan.  Abitava nella casa di Luke Castellan. E, improvvisamente, ricordò tutto.

 

Angolo autrice
Non pensavo di aggiornare così in fretta, e invece ce l’ho fatta *-* vi chiedo però di  non aspettarvi che io aggiorni sempre con frequenza perché, e lo sapete meglio di me, la scuola uccide.
Innanzitutto devo ringraziare le 4 persone che hanno recensito, le 7 che hanno messo la storia tra le seguite e l’1 che la ha messa tra le ricordate, grazie grazie grazie! Siete fantastiche! *-*
Ora parliamo del capitolo. Questa volta ho inserito solo il POV di Annabeth per una questione di comodità, ma d’ora in poi ci dovrebbero essere almeno due POV a capitolo. Abbiamo visto la presentazione di alcuni dei personaggi principali, Annabeth e Piper, in minoranza Leo, Luke, Percy, e Ireland, ma dai prossimi capitoli li  conosceremo tutti meglio. Mi raccomando, esprimete il vostro parere con una piccola recensione 
Grazie ancora per il vostro sostegno *-*

BeautyQueen

   
 
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