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Autore: Apalapucian_HP    21/10/2014    1 recensioni
Si ritrovarono tutti a giocare fuori sotto la pioggia, Harry sulle spalle di James, Lily che reggeva un ombrello su di loro (con la bacchetta, perché suo marito era alto, buon Merlino), e i tre malandrini bagnati fradici in giardino, determinati a dare spettacolo per il piccolo bimbo ridente di James con due Pluffe e mediocri abilità recitative.
Genere: Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: I Malandrini, James Potter, Lily Evans, Sirius Black | Coppie: James/Lily
Note: Missing Moments, Traduzione | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica, Durante l'infanzia di Harry
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Silver sheets, silver linings









Quel giorno pioveva.

Lily si svegliò con il braccio di James attorno a lei e il rumore dell'acquazzone, fredde lenzuola su di lei e caldi respiri contro la nuca. Sorrise a Harry che dormiva tranquillo nella sua culla lì accanto. Labbra rosa appena aperte, ciuffi di capelli nero inchiostro che andavano da tutte le parti, piccole dita paffute che ogni tanto sussultavano. Poteva guardarlo dormire tutto il giorno. Assomiglia così tanto a James, pensò per la millesima mattina, assomiglia così tanto a suo padre.

James le baciò una spalla, svegliandosi. “Buongiorno, signora Potter,” mormorò, e non era nulla, davvero, ma lei si lasciò sfuggire una risata intontita e si fece più vicina. Forse perché lui era così ridicolo. Forse perché i suoi capelli le solleticavano il collo. O forse perché lei non riusciva a credere come potesse svegliarsi tutte le mattine a quella voce roca e quelle perfette, perfette mani. Lei rise perché era innamorata di lui – tanto, tanto innamorata di lui – e lui di lei, e glielo ricordava tutti i giorni. Cercò la sua mano e se la portò alle labbra, la fede d'oro fredda contro le sue dita. Guardarono Harry per un po', in silenzio – Nostro, pensò lei (e lo fece anche lui), tutto nostro – e la pioggia non si fermò.

I ragazzi li andarono a trovare verso l'ora di pranzo. Sirius sorrise e strinse Lily in un abbraccio, la chiamava ancora Evans ed era ancora tanto irritante quanto fantastico; Remus li salutò e mostrò delle buste di carta marrone, dirigendosi subito in cucina per preparare il cibo; e Peter sorrise debolmente a James, gli mostrò sulla soglia un nuovo set di scacchi magici. Sembrava un po' strano, Peter, come se fosse preoccupato di qualcosa (ma in ogni caso, chi non lo era, giusto?), e James voleva chiederglielo, davvero, ma poi Lily stava passando Harry a Sirius e la risata del bambino riecheggiò per i corridoi, e Lily stava sorridendo come non aveva fatto in giorni. Nessuna missione oggi, era quasi di nuovo come Hogwarts, e la casa era così viva. Quindi James prese il set e sorrise a sua volta, cordiale e incoraggiante. Diede una pacca a Peter sulla schiena mentre chiudeva la porta.

Nel pomeriggio Peter si addormentò sul divano. Sirius mangiò il gelato da solo (l'aveva portato a tutti nonostante la pioggia – non chiedete; il tempo non aveva niente a che vedere con quello che lui voleva mangiare, diceva). Remus canticchiava con la radio mentre James faceva volteggiare Lily per la cucina in un atroce tentativo di valzer. Dovevano aver colpito il tavolo tre volte e il lavandino almeno una. La sua terribile produzione durò circa tre minuti, grazie a Merlino, solo finché Harry non urlò a loro – o a nessuno in particolare; nessuno di loro poteva davvero dirlo – seduto sul tavolo da pranzo, Paris il gatto affianco a lui che cercava di riconquistare la sua attenzione e le sue mani che lo accarezzavano pigramente. Ma era troppo tardi per Paris, perché gli occhi del piccolo Harry erano già fissi sulle volanti ciocche scarlatte di sua madre, che aveva occhi tanto verdi e brillanti quanto lui, e che si allontanò da James per andare da lui, ridendo e sistemandosi una ciocca dietro l'orecchio - “Vuoi ballare anche tu, amore?” - ma Sirius la batté e in un istante stava ballando con il suo “mini migliore amico” tra le braccia.

Dopo ciò fecero una gara di cucina, e non vinse nessuno perché James sabotò i biscotti di Lily e Sirius ricattò Remus con cioccolata e bistecche in settimana per il suo voto. Peter era troppo esausto, e stava ancora ronfando in salotto invece di chiarire il punteggio. Si svegliò solo, infatti, quando Harry gli punse il naso con la bacchetta del padre -Sirius e James alzarono lo sguardo dalla partita di scacchi e risero, Lily si sbrigò a sistemare il veloce rigonfiamento del viso di Peter, e Remus alzò gli occhi al cielo mentre si appoggiava alla ringhiera della scala con il suo tè (ma stava guardando tutti loro con un'espressione affezionata, quasi desiderosa, in volto).

Erano una famiglia. Semplicemente una famiglia. Era molto più semplice sopportare tutto quello che dovevano affrontare quando pioveva. La scusa era quasi credibile; stare in casa per il tempo, ecco tutto. I piani dovevano essere cancellati. Quando sarebbe finito, però, sarebbero potuti andare fuori. No problem. Portare Harry al parco giochi. Comprare giocattoli, litigare su quale ristorante scegliere per cena, prendere nuove cose per la casa. Appuntamenti. Giardinaggio. Quidditch... tutto quello quando avrebbe smesso di piovere. Era solo un tempismo sfortunato, niente di grave. Brutto tempo. Ma fino ad allora -

Nonostante le proteste di Lily e la riluttanza di Peter, si ritrovarono tutti a giocare fuori sotto la pioggia, Harry sulle spalle di James, Lily che reggeva un ombrello su di loro (con la bacchetta, perché suo marito era alto, buon Merlino), e i tre malandrini bagnati fradici in giardino, determinati a dare spettacolo per il piccolo bimbo ridente di James con due Pluffe e mediocri abilità recitative.

Colori spruzzarono attorno alle scarpe fradicie dei ragazzi. Lily guardò James e gli disse che lo amava, solo perché ne aveva voglia. Harry strinse forte le mani di James, fermandosi per guardare papà piegarsi per baciare la mamma sulle labbra – ma non era niente di interessante, così si voltò verso Sirius e Remus e Peter, guardò la palla volare, e rise ai capelli spiaccicati di Sirius.

Il sole stava tramontando da qualche parte. Siamo vivi, Lily pensò, ancora e ancora (lo fece anche lui), siamo ancora qui, e la pioggia non si fermò.

  
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