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Autore: Tonks98    21/10/2014    2 recensioni
Questa è la seconda fan fiction che pubblico, e se non mi avete cruciato per la prima, per questa lo farete di sicuro. Ma non temete, non sarà l'ultima.
L'idea per questa one-shoot mi è venuta leggendo una vignetta che ritraeva come sarebbe finita la storia se altri avessero girato l'ultimo film. E l'idea di un simil Boldi\De Sica mi piaceva, ho deciso però di cambiare i personaggi. Quindi la mia zucca bacata ha partorito questa. Buon divertimento, e...recensite.
Genere: Comico, Demenziale | Stato: completa
Tipo di coppia: Crack Pairing | Personaggi: Albus Silente, Harry Potter, Severus Piton | Coppie: Harry/Ginny
Note: Missing Moments, OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da VI libro alternativo
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    NATALE A HOGWARTS
Hogwarts: scuola di magia e stregoneria 
ore: 6:45:00
data: 24 dicembre 1996, vigilia di Natale 
dormitorio: Grifondoro.
Harry Potter si svegliò di soprassalto, c'era qualcosa nell'aria che non andava.                  
"Ron, RON! Smetti di russare e svegliati!"                                                                              
"Eh?!? Che diamine vuoi Harry?"                                                                                      
"Non senti questa puzza? E' tremenda!"                                                                            
"Ma di cosa accidenti...MISERIACCIA! E' tremenda!"                                            
"Neville, NEVILLE!!"                                                                                                            
"Eh? Ungh? Che c'è?"                                                                                                      
"Hai scorregiato?" Neville ficcò la testa sotto le coperte per qualche secondo, poi riemerse.
"No! Non sono stato io." In quel momento la porta si aprì con un tonfo.              
"Fred! George! Che avete combinato? Cos'è 'sta puzza tremenda?" chiese Ron.            
"NON SIAMO STATI NOI!" urlarono in coro sdegnati i gemelli rossi.                                            
"E allora chi...?" si stava chiedendo Harry, quando Hermione con una vestaglia rossa tutta pizzi fece il suo ingresso arrabbiatissima nel dormitorio maschile. Ron, Neville e Harry si tirarono su le coperte fino al naso, invece Fred e George, nonostante la puzza, misero su in coro una posa che doveva essere sexy, e lo sarebbe stata, se non avessero smesso subito, non appena Hermione li fulminò con uno sguardo omicida.                                                
"Cosa avete combinato scriteriati?! Nel dormitorio non si respira!"                                    
"Non siamo stati noiiii" risposero in coro annoiati i gemelli.                                            
"Forza, andiamo a lamentarci dalla McGranitt!" disse risoluta Hermione, più per fuggire all'odore di un centauro in putrefazione che altro.
Anche nei sotterranei la situazione era la stessa solo che era già un fuggi fuggi generale, se qualcuno si fosse fermato a guardare meglio avrebbe visto in mezzo alla marea di ragazzi di Serpeverde anche un professore dagli unti capelli neri e il naso adunco, per l'occasione tappato, in vestaglia da sera e pantofole scappare come fosse stato inseguito da una bottiglia di shampoo. A un quarto d'ora dall'esplosione delle bombe dall'odore pestilenziale sembrava che tutti i ragazzi di Serpeverde e Grifondoro si fossero radunati di fronte all'ufficio del preside ad aspettare i rispettivi capi Casa. La McGranitt e Piton uscirono con delle espressioni molto serie.
"Non sappiamo ancora chi sia il colpevole, ma non temete, salterà presto fuori." disse la McGranitt.
"E posso assicurarvi che la punizione sarà più che severa." completò Piton.
"Ma per il momento, dato che il dormitorio di Grifondoro e i sotterranei sono inagibili fino a che non avremo risolto il problema, dovremo sistemare voi ragazzi e ragazze da un'altra parte." continuò l'insegnate di Trasfigurazione.
"Pertanto i Serpeverde condivideranno il dormitorio con i Corvonero, e i Grifondoro con i Tassorosso. Sperando che ci sia posto per tutti." finì Piton, con le così dette 'ultime parole famose'. Infatti qualsiasi cosa facessero restavano sempre due posti in meno. Alla fine restarono senza letto il professor Piton e Harry. Silente si impegnò personalmente per trovare a entrambi una sistemazione. Ovviamente nessuno dei due sapeva della situazione dell'altro, quindi fu uno shok per Harry quando vide entrare Piton nella lussuosa suit al settimo piano in cui Silente lo aveva accompagnato. Piton si bloccò stupefatto quanto lui sulla porta, fece per girarsi e tornare indietro, ma Silente gli aveva già chiuso la porta alle spalle.
"Non c'erano più camere. L'ultima rimasta è questa. Se vi va bene è così, se no è uguale. Buona Notte!" e diede due giri di chiave alla porta.
"NO! PRESIDE ASPETTI!!!" urlarono i due dall'altro lato. Provarono tutti gli incantesimi possibili, ma fu inutile, la porta aveva un potentissimo incantesimo respingente. Si guardarono nelle palle degli occhi per un attimo. Poi si guardarono intorno, c'era un solo letto, e una sedia dall'aria scomoda.
"Il letto è mio." e si gettarono entrambi, con il risultato di scontrarsi e cadere entrambi sul pavimento.
"Io sono un professore, quindi sono più grande e comando io. Il letto è mio."                                                                                      
"Io sono più giovane, la mia schiena su quella sedia si potrebbe rovinare. Lei è già vecchio, la schiena non le serve!"                        
"Non sparare boiate, non sono vecchio, ho ancora 36 anni! E poi a me la schiena serve più di te, come pensi che possa fare a salvare il fondoschiena a tutti con la schiena rovinata?!"                                                                                                                        
"Io Harry Potter, Io Prescelto, ergo io può tutto." E su questa incominciarono a spintonarsi e poi a darsele di santa ragione, col risultato di finire tutti e due sul letto stremati.
"Va bene, ma se mi tiri la coperta ti ammazzo, in barba al Signore Oscuro o a chiunque tenti di farti la pelle di questi tempi, e a ragione aggiungerei". Passarono la prima parte della notte a spintonarsi per avere più spazio nel letto.
"Si facci più in là!" sbottava uno. "No, si facci lei!" rispondeva l'altro.
Erano appena riusci a prendere sonno; senza rendersene conto si stavano abbracciando, probabilmente un picco del loro subconscio bisognoso di affetto, ma che presto sarebbe stato ampiamente soddisfatto. Le ante dell'armadio di aprirono di schianto, entrambi si svegliarono con un sussulto. Si accorsero della posizione in cui erano, ma non fecero in tempo a urlare "BLAHHH!" e a staccarsi che rimasero pietrificati, a guardare sbigottiti e a bocca aperta chi era uscito dall'armadio. Due ragazze bionde, a occhio russe o svedesi, in perizoma e reggiseno, una in completino rosso-oro, l'altra in verde-argento, con quattro tette, due a testa ovviamente, da far perdere la testa. Harry cercò di collegare quell'unico neurone solitario che aveva, e riuscì a bofonchiare:
"Ehm...professore, c-come nascono i bambini?"                                                                                                                
"Ehmmm....." riuscì a dare in  risposta quello, che nonostante lo sapesse abbastanza bene, era stato anche lui giovane dopotutto (tipo quelli che sembravano non 20, ma 200 anni fa), incominciò a mettere in dubbio le sue conoscenze in quel momento.                            
"Te lo insegno io, dolcezza." disse una delle due, quella in rosso-oro, al Prescelto, con tono suadente e uno spiccato accento milanese. Si avvicinò e lo portò con sè in bagno. Lui non fece storie.
"Mo atte ce penso io a professò, te faccio passà er mejo serata dea tua vita." disse quella rimasta con accento evidentemente romano, piegandosi su Piton, il quale nonostante volesse far credere di essere fatto di ghiaccio, era pur sempre un uomo. E si sà che "l'uomo è na bbestia"! 
La mattina le due ragazze con gli accenti strani erano sparite, ma nei due era rimasto il ricordo della serata, che non avrebbero scordato tanto facilmente, probabilmente mai. Harry uscì dal bagno, con al posto dei boxer da uomo il perizoma rosso della ragazza con l'accento milanese. Severus Piton si era appena alzato, aveva fatto in tempo a rimettersi almeno le mutande, ma si accorse troppo tardi di avere ancora in testa il reggiseno verde-argento della ragazza con l'accento romano. Entrambi si guardarono un attimo, sogghignarono divertiti uno dell'altro, poi senza una parola sulla serata passata, si rivestirono in maniera presentabile e scesero per la colazione di Natale. La porta si era magicamente aperta da sola, ma nessuno dei due ci fece troppo caso, erano troppo di buon umore per farsi delle domande. Ad esempio: chi erano quelle due? Chi mai avrebbe potuto fare loro un regalo di Natale del genere? E: era lo stesso che aveva fatto esplodere le bombe puzzolenti nei loro dormitori costringendoli a dormire in quella assurda situazione? Ovviamente queste domande non passarono nemmeno lontanamente nella testolina di nessuno dei due, troppo impegnati a rivivere la notte passata. Quando arrivarono in Sala Grande, Harry senza dire nè buongiorno nè buonasera andò dritto da Ginny Weasley e disse avvicinandosi a lei:
"Vieni mia bela micìona! Scendi dala catrega che c'ho un'idea..."                                                                        
"Questa sì che sarebbe una novità...va bene." rispose quella, tutta contenta, e si defilarono senza farsi vedere. Nessuno li vide ricomparire fino a sera, sorridenti e soddisfatti mano nella mano.
Severus Piton andò a sedersi al tavolo degli insegnanti, o meglio si stravaccò con i piedi sul tavolo dondolandosi sulla sedia e mangiando con le mani la colazione con aria soddisfatta. "Severus, ma che cosa stai facendo?" chiese scandalizzata la McGranitt. "A vecchiaccia, nun me rompere li cojoni. Nun me vedi? Faccio colazione. Aò sta torta è n'a bbomba!" In quel momento entrò in Sala la Cooman, con un' aria più svampita del solito, che andò a sedersi nell'unico posto rimasto libero, cioè vicino a Piton. Quello la guardò un attimo, parve pensarci un secondo, poi disse:
"A Sibillì, cheffai ogi?"                                                                                  
"Non lo so, ho paura per il futuro, prima scendendo ho visto un batuffolo di polvere che..."                                                                  
"Li mortacci, Sibillì, e smettila! A vita è na sola!"                                                        
"Lo so Severus, ma vedi il batuffolo..."   
"Senti Sibillì, damme retta ammè, lascia peddere li batuffoli, evvieni che te faccio passà er mejo ggiornata dea tua vita!" Detto questo prese quattro fette di torta, le avvolse in un tovagliolo, agguantò la Cooman e uscì dalla Sala tirando quà e là un "E fatti li cazzi tua!" a qualche studente che non aveva avuto il buon gusto di farsi gli affari suoi. Tutti gli insegnanti guardavano la scena sconcertati, tutti tranne il preside, il quale ridacchiava tra sè e sè. Se qualcuno se ne fosse accorto avrebbe visto che il preside reggeva dietro alla schiena un cofanetto di DVD, il cui titolo recitava: 'Collezione Boldi-De Sica. Tutti i 'Natale a' in un unico cofanetto'
"Eheheheh..."
                                                             THE END
*angoletto dell'autrice. Bene, se siete arrivati fin qui vuol dire che non faccio proprio pena, vi ringrazio, anche per le future recensioni, che fanno sempre piacere. Vorrei darvi un avvertimento però, sappiate miei cari 2-o-anche-meno lettori che io scriverò sempre ed esclusivamente su Piton, e avrà sempre un ruolo se non principale quasi, in tutte le mie storie. Alla prossima. E ah, dimenticavo, pigna, pizzicotto, manicotto, tigre.*
   
 
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