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Autore: katyjolinar    21/10/2014    3 recensioni
L'idromele è una bevanda alcolica molto amata dai vichinghi, ma berne troppo può portare a guai seri. E questo lo scoprirà Hiccup, a sue spese.
Attenzione: storia ambientata dopo il primo film e le prime due stagioni della serie TV, quando i protagonisti hanno 18 anni, ma NON verrà tenuto conto del secondo film
PS: ho recentemente scoperto che questa mia storia è stata plagiata da un utente di instagram che hnon ha citato le fonti e l'ha spacciata come sua. Quindi se la trovate girando in tale sito vi pregherei di segnalare il plagio, grazie
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Astrid, Hiccup Horrendous Haddock III
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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I giorni seguenti i due ragazzi cercarono di ritrovare una certa normalità, un equilibrio.
Non fu semplice, vivendo a così stretto contatto, ma ci provarono con tutte le loro forze. Sapevano che qualcosa si era spezzato, nel loro rapporto, ma non volevano arrendersi.
Hiccup, inoltre, doveva pensare anche alla gestione dell'Accademia dei Draghi, quindi spesso si rifugiava nella progettazione delle esercitazioni pur di non farsi venire il mal di testa a furia di pensare a quella notte, ma per Astrid era diverso, non aveva quel tipo di sfogo, e anche esercitarsi con l'ascia non serviva più di tanto.
Anche gli altri si erano accorti che qualcosa non andava. Apparentemente la coppia sembrava la stessa di sempre, ma i ragazzi avevano notato dei piccoli mutamenti nel loro comportamento, e avevano capito che aveva a che fare con qualcosa successa la sera della festa alla fine dei Giochi.
Una sera, Gambedipesce, Moccicoso e i gemelli stavano tornando al villaggio dall'Arena, dopo una giornata di duri allenamenti, e avevano deciso di fare il tragitto insieme.
Erano silenziosi. L'umore pessimo del loro leader li aveva contagiati, e non sapevano come liberarsi di quel peso.
"Ragazzi..." esordì Gambedipesce, dopo un po' che camminavano "Sono solo io che ho notato che Hiccup e Astrid a malapena riescono a stare insieme in una stanza?"
"Eh? A me sembrano sempre uguali." rispose Tufo, camminando lento "Forse Astrid è diventata un po' più manesca." sorrise "oggi mi ha davvero pestato per bene. Mi è proprio piaciuta!"
"Beh, magari Astrid è solo nel suo periodo." continuò Bruta, dopo aver tirato l'ennesimo pugno al fratello, per farlo stare tranquillo. I ragazzi la fissarono confusi, e lei alzò gli occhi al cielo "Ah, già... voi ragazzi non sapete nulla del nostro periodo... è una cosa che ci viene ogni luna, è naturale, ma ci scombussola parecchio."
"Ah, quindi tu saresti sempre nel tuo periodo, sorellina?" si intromise ancora Testa di Tufo, ma la sorella lo zittì con un calcio.
"Idiota..." continuò "Dicevo... è una cosa naturale, che ci viene una volta al mese. Si interrompe solo quando c'è un fagiolo in arrivo." tutti la fissarono di nuovo, cionfusi, e lei sospirò, continuando a spiegare "Quando aspettiamo un bambino, idioti!"
"Mh... okay..." commentò Gambedipesce "Il cattivo umore di Astrid può essere spiegato in quel modo. Ma Hiccup? Noi ragazzi non abbiamo un... periodo. Capisci?"
Testa Bruta ci pensò su, poi fece spallucce.
"Lo so io perché Hiccup è cosi." esordì Moccicoso, con aria superiore "Hiccup deve essersi reso conto che Astrid sta per cadere ai miei piedi e sa di non avere alcuna speranza con lei. Lo sanno tutti che lui le corre dietro da quando eravamo bambini!"
"Come lo sanno tutti che Astrid non ti fila, Moccicoso." lo ammonì Gambedipesce, poi si fermò, pensieroso "È da quando Hiccup e Sdentato hanno sconfitto la Morte Rossa che loro due si girano intorno. Tutti quanti si aspettano che prima o poi lui e Astrid si mettano insieme. Ma sono due testardi, ci metteranno una vita..."
"Che cosa dobbiamo fare allora?" chiese Tufo.
"Per ora nulla. Avranno litigato, o qualcosa del genere, per cui sono affari loro." sentenziò il corpulento giovane, riprendendo la sua marcia.
Intanto Hiccup e Astrid stavano ripulendo il campo dell'Arena, aiutati dai loro draghi.
Non era semplice mantenere la calma, quando erano soli. L'imbarazzo era ancora parecchio, ed era difficile superarlo, ancora dopo una settimana dall'accaduto.
Il ragazzo si fermò un momento e fissò l'amica. Era concentrata nello spazzare per terra, con lo sguardo basso e le spalle rigide.
"Se vuoi andare, finisco io qui." suggerì Hiccup.
Astrid lo guardò, incerta, infine si decise e mise via la scopa, accennò un saluto e si allontanò, dirigendosi verso casa assieme al suo drago. Hiccup sospirò; quella giornata era stata faticosissima, e aveva messo a dura prova la loro pazienza. La ragazza era stata parecchio nervosa per tutto il tempo e aveva anche picchiato parecchio forte Testa di Tufo per una battuta innocente che accennava appena alla sera della festa.
Non parlavano molto, ma vedeva che era turbata. E sapeva che la colpa era solo sua, perché quella sera non era riuscito a controllare i suoi istinti.
Fece un respiro profondo e finì di spazzare, e dopo aver messo via tutto tornò a casa.
Il padre era già tornato dalle sue mansioni quotidiane. Hiccup borbottò un saluto e si sedette al tavolo, prendendosi la testa tra le mani con aria abbattuta.
"Tutto bene, figliolo?" chiese l'uomo, mettendogli davanti del pane e una bistecca di yak.
"Insomma... problemi all'Accademia..." riferì Hiccup.
"Che tipo di problemi?" domandò ancora Stoick, incuriosito.
"Niente di che... si tratta di uno dei ragazzi." rispose vago "Ha combinato un casino con una ragazza e non ha idea di come rimediare..."
"Mh... sentiamo..." lo incoraggiò l'altro.
"Non lo so, papà... è confidenziale..." obiettò Hiccup, poco convinto.
"Non devi fare nomi, solo dirmi i fatti. Magari potrei consigliarti cosa fare." disse ancora Stoick. Hiccup allora si decise e raccolse le idee.
"È che... lui e questa ragazza... gli piace molto, e sono molto amici..." raccontò "Non sono mai andati oltre l'amicizia, capisci? E a lui va bene così, perché sa che se andasse oltre potrebbe rovinare tutto. Solo che... che la scorsa settimana, dopo la festa della fine dei Giochi, lui e questa ragazza sono... sono stati insieme tutta la notte."
"Oh... capisco... e lui ha paura di aver rovinato tutto. Giusto?" chiese conferma Stoick "Dimmi una cosa, figliolo. Il tuo amico ti ha detto se lei era consenziente? Nel senso... l'ha obbligata o... ha partecipato volentieri alla cosa?"
"Mi ha detto che era partecipe." riferì il giovane, tenendo lo sguardo basso "Ma avevano bevuto molto entrambi..."
"Mh... e dopo? Che tu sappia hanno parlato? Hanno chiarito?" continuò a domandare l'uomo.
"So che hanno parlato e hanno deciso di restare amici, solo che... non credo ci riescano, e i loro rimorsi si stanno riversando sul lavoro del gruppo, minandone la stabilità." completò Hiccup, tutto d'un fiato.
"Beh, dunque... fammi pensare..." disse Stoick, sedendosi di fronte al figlio e riordinando le idee "Non è una questione di facile soluzione, quella del tuo amico. Se ama davvero quella ragazza non riuscirà mai a guardarla come prima, dopo quello che è successo. Ovviamente quello che è fatto non si può cancellare, ormai è fatto. Ma se vuole provare ad andare avanti con quell'amicizia può aggrapparsi a una cosa che è sicura: se lei era completamente partecipe e non è stata obbligata, anche se era sotto l'effetto dell'alcol, qualche sentimento particolare lo prova per lui. Sapendo questo, ricucire i rapporti potrebbe essere più semplice, e può giovare anche all'armonia del gruppo."
Hiccup ascoltò in silenzio. Il padre aveva ragione, avrebbe seguito il suo consiglio. Lo ringraziò, poi si alzò dal tavolo e andò in camera sua, seguito dal suo fedele Sdentato.
Il giorno dopo avrebbe provato ad applicare i consigli del padre, ma ora aveva bisogno di riposare.
   
 
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