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Autore: Monijoy1990    21/10/2014    1 recensioni
Questo racconto rappresenta il proseguimento di "Love story". Quindi invito chiunque non lo abbia letto a farlo prima di iniziare.
Roberto è un ragazzo arguto e intelligente con un futuro già scritto a lettere cubitali nel suo destino e un sogno in minuscole chiuso in un cassetto. Avvocato, dottore o ingegnere questo ciò che vorrebbero i suoi genitori per lui. Ma cosa vuole davvero Roberto? Diventare un cantante. Così il Giappone diventerà la sua strada e la Kings Record la sua meta. Durante il suo viaggio verso il successo il destino gli tenderà tante sorprese improvvise. Riuscirà grazie alla sua arguzia e al suo buon cuore a superare le sue insicurezze? Tra triangoli amorosi e amicizie inaspettate, sarà in grado di realizzare il suo sogno? Troverà la sua strada?
Genere: Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Un po' tutti
Note: Cross-over | Avvertimenti: Triangolo
Capitoli:
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CAPITOLO 5

UN GIORNO PRIMA


 
 Italia
 
Roberto era seduto alla scrivania della sua stanza a Villa Rosa. Era ormai sera. Sulla stessa erano accatastati una pila di libri e opuscoli illustrativi dei diversi corsi universitari consigliati dai suoi genitori, dai docenti e da sua sorella. Con un movimento deciso li fece scivolare dalla scrivania direttamente nel cestino dei rifiuti. Era stanco. La vita era la sua e non avrebbe permesso a nessuno di decidere per lui. Non più ormai.
Con la schermata ancora bianca del suo computer, attendeva impaziente il caricamento della pagina internet. Doveva controllare se Jona avesse risposto alla sua e-mail. Doveva scappare via da quella casa. Doveva farlo per il suo sogno e per quella sete di realizzazione che, se non saziata, avrebbe sicuramente reso arido il suo cuore e consumato il suo entusiasmo. Doveva farlo per suo nonno che proprio quella mattina li aveva lasciati improvvisamente come scompare un'orma sulla spiaggia calda del tramonto: troppo velocemente per avere il tempo di farsene una ragione, troppo rapidamente da non avere neanche la possibilità  di voltarsi e guardarla per l'ultima volta. Così era andato via Salvatore, lasciando tutti senza la preparazione giusta per accettarlo. Per Roberto, se non nella realtà , perlomeno nei suoi ricordi sfocati, il suo bisnonno avrebbe continuato a esistere.
Con una mano tra i capelli color inchiostro, Roberto rifletteva su quella perdita improvissa e sugli ultimi momenti trascorsi con Salvatore. Era sorprendente come la memoria avesse la capacità  beffarda di richiamare alla coscienza determinati ricordi, gli stessi che il tempo silenzioso spesso sotterra. Ricordi, che fanno male, ma che aiutano anche a cogliere quali sono le cose veramente importanti nella vita. Il più delle volte si tratta di momenti dati per scontato, di sensazioni considerate banali o pensieri fugaci a cui non si era data la giusta importanza. Frasi dette per caso e gesti che senza consapevolezza avevano lasciato segni invisibili. Si, la memoria ironicamente, si diverte a trascriverli con inchiostro simpatico nelle nostre vite, per lasciarle riapparire quando fanno più male.
Con un movimento brusco colpì il piano della scrivania. Basta, aveva preso la sua decisione. Avrebbe bruciato le tappe e sarebbe scappato via prima del tempo. Non poteva aspettare ancora. Ormai lì non era rimasto più nessuno ad incoraggiarlo e a credere in lui. Ancora due mesi e anche Marika sarebbe partita per Parigi. A quel punto non avrebbe avuto più nessuno a sostenerlo. No, doveva farlo per non arrendersi, soprattutto dopo quello che il bisnonno aveva fatto per lui. Doveva farlo per non deludere l'uomo che aveva sempre sognato di essere. Un uomo diverso da suo padre.
Finalmente sullo schermo si materializzò l'e-mail tanto attesa.
Con quella eccitazione e quell'ansia che ti fa tremare il corpo e che aumenta la salivazione, mosse il cursore.. Con un clic la sua vita sarebbe cambiata.
Piùdeciso l'aprì.
C'erano poche parole, ma erano le sole che lui avesse atteso con ansia e agitazione per tutto il pomeriggio. Era stato troppo improvviso e non sapeva come gli altri ragazzi avrebbero preso la sua idea. Erano anni che non si vedevano, alcuni di loro neanche li aveva mai conosciuti. Jona era il solo ad aver istaurato dei rapporti stretti con tutti. Considerando questo, non poteva di certo aspettarsi che l'avrebbero seguito senza alcuna garanzia di successo.
In silenzio e con i polmoni in apnea iniziò a leggere.
 
Da: Jona_black@gmail.it
 
Roberto, ho parlato agli altri della tua idea. Ho mandato una e-mail a Toshi e a Take. Sembrano essere molto interessati e hanno detto che vogliono aiutarci. Ho già  comprato il biglietto e stasera partirò per Tokyo. Ti aspetterò lì. Mi auguro che le informazioni che ti ho dato, ti siano servite e che tu sia riuscito a contattare tuo nonno. Appena possibile fammi sapere per che ora atterrerai a Tokyo.  Ci si vede in Giappone.
So che non dovrei illudermi, ma come hai detto tu, non ci basta sperare che le cose vadano bene, perché possano andare in questo modo occorre lottare fino all'ultimo e forse, finalmente, stiamo per dare una svolta alla nostra vita.
Non sarà facile, ma insieme sono sicuro che riusciremo a realizzare i nostri sogni. 

Buona fortuna Roberto. Ci vediamo sul campo di battaglia. Da adesso iniziano i giochi.

 
Roberto dopo aver ridato aria ai polmoni chiuse l'e-mail e si alzò. Presa una camicia di jeans uscì. Era sul pontile buio e scuro. Osservando quel panorama impenetrabile i suoi occhi si tinsero di una sicurezza nuova. Finalmente era arrivato quel momento. Finalmente avrebbe liberato il Roberto recluso in una prigione di ambizioni che non erano mai state sue. Era arrivato il momento di rendere quelle speranze nel suo cuore delle possibilità  tangibili. Tornò incamera sua e prese la valigia. Iniziò a sistemare le cose essenziali: il passaporto, i documenti e altre scartoffie. Mentre era li che raccoglieva oggetti vari, si ricordò di una cosa. Corse al suo armadio e recuperò una scatola rosa a pois verdi. L'aprì, dentro un vecchio cappello di lana fatto a mano. Ricordava il giorno in cui Marika glielo aveva regalato. Erano passati anni, ma ancora lo ricordava bene. Erano molto piccoli all'epoca. Con una morsa allo stomaco lo prese tra le sue mani. Era di una punta di blu brillante. Se lo rigirò un paio di volte tra le mani, poi con delicatezza lo adagiò nella valigia. Ovunque fosse andato avrebbe portato quel ricordo prezioso sempre con sé. Non l'avrebbe mai dimenticata. Un giorno sarebbe tornato da lei e se la sarebbe ripresa.

 
Marika era nella sua camera, sdraiata sul letto, che giocherellava con un paio di auricolari bianchi tra le mani. Spesso lei e Roberto li usavano per ascoltare la musica insieme. "Se solo gli stessi mi potessero permetterle di ascoltare anche il dolore nel suo cuore forse riuscirei anche a trovare le parole giuste o il modo più corretto per consolarlo", pensò Marika. Dopo aver saputo della notizia di Salvatore non era riuscita neanche a dirgli un semplice mi dispiace. Con un movimento brusco si sollevò, mettendosi a sedere e incrociando le gambe.
"Ok, Marika, finiscila! Devi finirla, mi hai capito? Domani ti basterà andare da lui e abbracciarlo, le parole alle volte non valgono quanto un gesto. Si, farò così. Ma forse dovrei chiamarlo o mandargli un messaggio? "recuperò il cellulare dal comodino, compose il numero, ma non ebbe il coraggio di far partire la chiamata.
Cosa mi viene in mente, magari non è neanche dell'umore adatto per parlare, meglio aspettare.
Lo spense e lo riposizionò sul comodino, poi scese dal letto e si avvicinò alla scrivania. Sulla stessa una foto attirò la sua attenzione. In primo piano due bambini sorridenti. Erano loro due da piccoli.
Quanto tempo abbiamo ancora noi due? Riusciremo ad ascoltare la nostra musica preferita attraverso questi auricolari ancora una volta? Riusciremo ad amarci? Prima che tutto finisca riusciro' a dirti che ti amo?
Accora demoralizzata da quei pensieri notò un ditale abbandonato accanto a quella foto.
Presto partirò per Parigi ma non so se sarò in grado di andare avanti senza di te. Perché abbiamo sprecato tanto tempo? Non voglio perdermi neanche un secondo. Da questo momento voglio costruire dei ricordi speciali per noi. Voglio ricordarti non come un rimpianto, ma come il sogno più bello della mia vita diventato realtà, anche se per pochi giorni.
Una lacrima scese solitaria sul suo viso.
Marika ancora non sapeva che il tempo a loro disposizione era quasi terminato.
La sera seguente avrebbe ricevuto un messaggio da Clara. Un messaggio che avrebbe avuto il potere di distruggere i suoi sogni e di strappare il suo cuore in mille pezzi.

Da Clara:
Roberto, ha deciso di scappare stanotte. Partirà per il Giappone. Vai da lui, prima che sia troppo tardi. Non voglio che quello stupido rimpianga per tutta la sua vita di non averti salutata. 



NOTA:
Scusate se non ho lasciato delle note in precedenza, comunque volevo ringraziare chi con entusiasmo continua a leggere e a recensire le mie storie. Purtroppo per il momento i capitoli saranno brevi in quanto il tempo libero nella mia vita è esso stesso molto breve, comuqnue mi auguro che la storia vi abbia colpito e appassionato. Aspettatevi grandi colpi di scena. Un saluto caloroso a tutti voi. Al prossimo capitolo.
   
 
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