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Autore: erik3090    22/10/2014    1 recensioni
Questa opera è basata sull'universo di Star Wars ma con una differenza.
Vi faccio una domanda: E se la galassia lontana lontana non fosse poi così lontana nello spazio, ma piuttosto distante nel tempo?
Genere: Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri
Note: What if? | Avvertimenti: Violenza
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Ero ancora confuso. Non capivo che era successo.

Avevo decimato un contingente di venti uomini armati che aveva sequestrato me e gli altri archeologi, da solo. Fino a li c'ero arrivato, poi Takashi, in preda al terrore, mi disse che avevo gli occhi rossi. Il mal di testa che ne seguì fu molto doloroso, i miei occhi tornarono del colore marrone di sempre. Gli americani arrivarono tre ore dopo, presero quasi tutto: gli appunti di Kurush, la tavola ti pietra, il corpo di trentamila anni fa, e tutto ciò che gli apparteneva. Tutto tranne la spada.

Mentii, dissi di averla gettata nel fuoco di una delle macchine esplose. Mi rimproverarono pesantemente, non che me ne fregasse qualcosa di quello che mi dicevano, ma non volevo dare altre soddisfazioni agli americani, e poi ero curioso.

Volevo sapere perché a me. Perché ora. E soprattutto cos'era tutta questa storia delle persone "altolocate" di qui parlava il tizio.

Portai la spada a Londra all'Università di Cambridge per farne degli esami, ma non trovai nulla più del fatto che l'involucro è di un materiale metallico estraneo agli elementi conosciuti.

Due settimane a fare ricerche in un laboratorio al pianterreno e non ho trovato nulla.

Nei miei appunti c'era il calco della pietra, mostrava i simboli che avevo tradotto e il disegno sulla parte superiore: un uomo che con una spada deviava i raggi del sole.

- Ehi, amico, senza tutti i dati non possiamo andare molto avanti con la ricerca. - si lamentò Takashi.

Nonostante fosse terrorizzato da me, aveva deciso di aiutarmi comunque con questa storia.

- Non sono tuo amico, non lamentarti abbiamo trovato qualcosa di interessante, adesso è tutta in salita. - dissi stiracchiandomi sulla sedia.

- Lo diceva spesso anche il professore... - sussurrò triste.

"Già, era un amico di suo padre me ne ero dimenticato!" pensai.

- Scusa. - in realtà non me ne fregava niente.

- Ok... però è due settimane che ci spremiamo il cervello e non abbiamo nulla. Mi sembra di essere un ufologo a caccia di extraterrestri, sapendo che non esistono. - disse sfinito.

Era sempre rimasto a lavorare per tutto il tempo. Si riposava a malapena e il suo lavoro cominciava a risentirne.

- Senti, perché non vai a casa? Dormi, e domani riprendiamo. - continuai.

- Cos'è, un ordine? - chiese sarcastico.

- Sì. - risposi secco. Non potevo permettergli di rallentarmi.

Avevamo le ore contate per quella ricerca, presto sarebbero venuti per la spada.

"Avanti tornatene a casa! In quello stato non mi servi a nulla!" imprecai.

- Se la metti così allora torno a casa, signore! - disse con un saluto militare, era visibilmente irritato.

Prese il giubbotto e se ne andò senza salutare "Ho di nuovo esagerato, che palle!".

Rimasi a fissare la spada e la copia della tavola per molto tempo. Dopo quel giorno non sono più riuscito ad accenderla, ho provato varie volte, ma nulla.

Non aveva ne tasti di accensione e nemmeno meccanismi strani per attivarla.

Era anche diventato impossibile riaprirla.

"Forse si è rotta davvero!" pensai sconsolato, ma qualcosa mi diceva che non era cosi.

Feci altre analisi sulla composizione, e poi lo vidi.

- Ma che cazzo...? - sbottai.

C'era qualcosa che circondava le particelle che stavo esaminando, qualcosa di sottile, qualcosa che non avevo mai visto prima. Usai gli infrarossi per avere una visione più chiara: non era sottile, era intangibile.

In quel momento sentii aprire la porta e rumore di passi leggeri ed eleganti al suono.

"Una donna senza dubbio!" pensai senza alzare lo sguardo dal microscopio.

Volevo un vantaggio in caso fosse del governo, o dei servizi segreti.

- Scusi se la disturbo, avrei bisogno di una informazione! - esordì la donna.

Era una voce molto bella anche se aveva un qualcosa che mi fece gelare il sangue.

Alzai lo sguardo, rimasi senza fiato.

Era una ragazza di pochi anni più giovane di me, con un vestito elegante nero che sembrava venuto da un gioco di final fantasy, la pelle bianca e candida, i lineamenti perfetti, e anche le curve lo erano. Quello che mi scioccò furono i capelli bianchi lunghi e gli occhi rossi.

Lei mi sorrise - Dov'è la spada al plasma? - chiese.

  
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