Anime & Manga > Il grande sogno di Maya
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Autore: FiammaBlu    22/10/2014    2 recensioni
L' ebook è scaricabile dal mio profilo autore. Revisione ultimata! Grazie a tutti coloro che continuano a leggerla! :)
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Cosa sarebbe accaduto se nel numero 28 Masumi Hayami fosse riuscito a confessare a Maya di essere l'ammiratore delle rose scarlatte? Leggete la mia versione di questo "what...if" ^_^
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Masumi Hayami, Maya Kitajima, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Ultima revisione: novembre 2015

 

2. L’ammiratore delle rose scarlatte



Era impossibile. Non poteva essere lui il suo ammiratore che da sempre la seguiva, spronava, finanziava!!!

Mi rifiuto di credere che possano essere la stessa persona! Masumi Hayami! Non è possibile! Eppure… ora che guardo questo petalo di rosa, mi tornano in mente alcune cose…

Le sue dita tremavano e aveva gli occhi spalancati, la posizione era rigida e immobile. Masumi rimase congelato, fissandola, con il cuore che batteva furiosamente e gli rimbombava nelle orecchie, in attesa del suo verdetto.

Non avrei dovuto… non avrei dovuto dirle niente!

Maya non riusciva a rialzare lo sguardo. Non voleva incontrare i suoi occhi, sempre severi e ironici. Ciò che aveva appreso circa il suo coinvolgimento nella morte di sua madre, la sua infanzia, la morte della madre di lui - e involontariamente il suo sguardo si posò sulla tomba -, il trattamento che gli aveva riservato il padre Eisuke, l’obbligo di ottenere la Dea Scarlatta, il mondo terribile che era stato costretto ad affrontare per diventare Presidente della Daito Art Production, la costrinsero a rivedere alcune delle idee che si era fatta di lui. Tutti quei pensieri si accavallarono a tutto ciò che lei di persona aveva vissuto a causa sua e a tutto ciò che l’ammiratore aveva fatto per lei.

Ora che rivedo il passato con ciò che ho appreso, mi rendo conto che la maggior parte delle volte Masumi Hayami mi ha AIUTATO… non deriso! Anche se usava quel sistema scortese e sarcastico… Com’è possibile…? Perché ha voluto raccontarmi ogni cosa e poi svelarmi il suo segreto! Lui deve sapere che io lo… lo odio! Per mia madre, perché ha distrutto la compagnia, per ciò che ha fatto alla signora! Sì, lo odio!

Sollevò gli occhi pieni di rabbia, stringendo il petalo in pugno e Masumi seppe d’averla perduta per sempre.

Ma quando Maya vide il suo sguardo rassegnato comprese ogni cosa. Era davvero l’ammiratore delle rose, tutta quella strana giornata, ciò che le aveva raccontato della sua vita… era servito solo per arrivare a quel punto preciso e a quella confessione. Lo osservò abbassare lo sguardo, il primo e unico atteggiamento di debolezza che gli avesse mai visto e il suo cuore si riempì d’emozione. Maya chiuse gli occhi e fece quello che aveva fatto qualche anno prima a Nagano. Lo abbracciò.



Il telefono squillò nel silenzio della sera. Rei corse ma non avrebbe potuto immaginare in alcun modo il tenore della telefonata.

- La signora Tsukikage è scomparsa?! - esclamò Rei e Saiaka si agitò immediatamente, interrogando l’amica con gli occhi per farsi dire di più.

- Dobbiamo avvisare Maya, subito! - Rei passò immediatamente al contrattacco.

- Ma non sappiamo dove sia!  È andata allo spettacolo! Dove sarà?  È così tardi! - le due amiche si guardarono, mentre anche le altre si erano radunate intorno a loro.

- So io cosa fare! - esclamò Rei improvvisamente facendole sussultare e picchiando un pugno nel palmo della mano.

Alzò la cornetta e chiamò immediatamente l’ufficio della Daito Art Production. Se c’era qualcuno che avrebbe potuto fare qualcosa in quel frangente era Masumi Hayami.

- Chi stai chiamando, Rei?! - la interrogò Saiaka preoccupata.

- Masumi Hayami - rispose lei risoluta senza distogliere l’attenzione dal telefono.

- Hayami della Daito? Perché? E non può essere in ufficio ora! - replicò Saiaka scuotendola.

- Lui forse no, ma magari la sua segretaria, sì… come si chiama…? - mormorò fra sé e sé Rei mentre il telefono squillava a vuoto.

- Mizuki Saeko - le rispose sconsolata Saiaka sedendosi insieme alle altre. Cosa avrebbero fatto adesso senza la signora? Dov’era andata?

La voce di Rei riscosse tutte dai loro pensieri preoccupati.

- Mi… mi scusi, signorina Mizuki, è lei? - domandò Rei piena di apprensione.

- Sì, chi parla? - rispose una voce cordiale dall’altra parte.

- Sono Rei Aoki, si ricorda di me? - non aveva idea se la segretaria si ricordasse.

- L’amica di Maya Kitajima - la sorprese invece la segretaria.

Deve avere un cervello simile ad un registratore…

- Sì… io… stavo cercando Maya e mi chiedevo se lei… - ma la signorina Mizuki la interruppe dolcemente.

- Mi dispiace, ma non so dove sia… - rispose subito.

- E il signor Hayami? - si affrettò a chiedere Rei prima che il coraggio le scappasse via. Lui c’è sempre quando Maya ha bisogno…

- Perché questa domanda, signorina Aoki? Non so dove sia il signor Masumi ma, deduco, non con Maya Kitajima - ripose seccamente Mizuki - Cosa sta succedendo? - aggiunse poi con più pacatezza.

- La signora Tsukikage è sparita! - le comunicò Rei forse con un tono troppo spaventato.

- Ho capito - rispose la segretaria con atteggiamento professionale - Cercherò di rintracciare il signor Hayami - aggiunse con la solita efficienza comprendendo immediatamente la situazione.

- La ringrazio, signorina Mizuki - concluse Rei prima di riagganciare.

- Ha detto che avrebbe cercato il signor Hayami - riferì poi prendendo il soprabito.

- Dove andiamo? - chiese Saiaka imitandola.

- All’ospedale, c'è una lettera... - ripose Rei decisa, uscendo di casa.



Mizuki osservò il telefono per qualche istante. Per quel pomeriggio e sera il signor Hayami aveva cancellato tutti gli impegni, tranne una prenotazione al suo ristorante preferito. Alzò la cornetta per chiamare mentre un dubbio atroce si insinuava nella sua mente.

Il ristorante la informò che il signor Hayami era andato via da circa un’ora ed era in compagnia di una giovane ragazza.

Signor Masumi… Cos’ha fatto? Perché Maya è con lei?

Alzò la cornetta e compose il numero del suo principale, ma il telefono squillò senza che lui rispondesse.



Masumi avvertì una scossa attraversarlo quando lei l’abbracciò stretto. Non riusciva a capacitarsi che lo stesse facendo davvero. Perché questa reazione? Il tuo sguardo è cambiato in un attimo! Cosa ti passa per la testa, ragazzina?

Non riuscì neanche ad abbracciarla tanto rimase scioccato da quella reazione improvvisa. Eppure, quanto aveva bramato quel contatto che ora lei gli stava donando? Le posò le mani sulle spalle in un gesto protettivo e affettuoso senza riuscire a fare altro.

Maya sentì il tocco e rimase interdetta.  È così diverso da quella volta a Nagano… Lì mi abbracciò, mi tenne stretta a sé e poi mi prese in braccio. Tutto quello che fa è per me… Apprezza il mio talento, come attrice!

Quella consapevolezza la investì come un uragano. Ormai le era chiaro il suo coinvolgimento, quella strana doppia vita che aveva condotto pur di farle conoscere il suo apprezzamento! Il mio primo e unico grande fan! Signor Hayami!

-  È lei… mi scusi… io non avevo capito niente… - mormorò affranta trattenendo a stento le lacrime per la gioia che, dirompente, usciva dal suo cuore dopo aver compreso tutta la situazione.

Maya…

Avrebbe voluto mantenere il sangue freddo iniziale, ma la sua voce, tremante come il corpo stretto a lui, fece crollare ogni sua barriera, chiuse gli occhi e la cinse con le braccia riempiendosi del suo calore e dei suoi singhiozzi, dolci e amari allo stesso tempo. Non è possibile che tu possa aver accettato ogni cosa con così tanta semplicità… non riesco a crederlo, ragazzina… ciò che ho fatto a tua madre, alla signora, alla compagnia… hai cancellato tutto per l’ammiratore delle rose?

- Grazie! Grazie per ogni cosa che ha fatto per me! Non la deluderò, lo prometto! Saprò vincere un premio e otterrò la candidatura alla Dea Scarlatta! - gli promise, il volto affondato nella sua camicia, le lacrime che ormai scendevano ininterrottamente, consapevole delle braccia che la cingevano con tenerezza ma  fortemente.

Poi sollevò il volto e Masumi rimase sconvolto dal suo sguardo fiero e pieno di aspettativa.

- Io la sorprenderò! - disse determinata e lui non poté far altro che accettare quell’affetto che sembrava incondizionato, maturato in anni di rose e aiuti che le aveva dato. Ma ciò che vide nel profondo di quello sguardo era gratitudine, non c’era posto per niente altro.

- Ne sono certo, Maya - la rassicurò tenendola per le spalle e staccandola da sé. In quel preciso istante maturò l’idea di un piano che gli avrebbe permesso di evitare un matrimonio che non voleva e di dedicarsi alla Dea Scarlatta. E a lei. Asciugò le lacrime con le dita, un gesto affettuoso che la fece arrossire in modo squisito.

Mi ha chiamato per nome…

- Si renderà conto che non mi sarà mai possibile rendere pubblica questa mia… - tornò a voltarsi verso la tomba della madre e le sembrò imbarazzato - Questo mio interesse per la sua carriera, resto sempre un produttore teatrale e non mi è concesso essere ammiratore di qualcuno - la guardò e le sorrise.

Maya annuì con vigore, gli occhi sbarrati, immobile e rigida come una statua.

- Capisco! Davvero! Io la ringrazio per tutto quello che ha fatto finora! - ripeté - Non l’avevo capito, ma ora so che è grazie a lei se sono arrivata qui! Anche quando… - abbassò lo sguardo arrossendo e lui scoppiò a ridere.

- Ragazzina, non vorrà davvero farmi credere che abbassa lo sguardo davanti a me! - la stuzzicò lui che non amava certo vederla dimessa e venne accontentato.

Maya sollevò gli occhi infuocati, ma rimase folgorata da un’intuizione.

È così che fa! Ogni volta! Mi colpisce per farmi reagire! Se è questo che vuole, questo avrà!

- Signor Hayami! - ringhiò irritata - Dicevo… anche quando lei in pubblico mi attacca e mi provoca, lo fa per me e la ringrazio anche di questo, sebbene preferirei che fosse… - si bloccò. Cosa stava per dire? Come avrebbe voluto che fosse nei suoi confronti? Più dolce? Più affettuoso? Ma che stai pensando Maya!  È il tuo ammiratore, ti ha sostenuto per sei anni! Lo ha detto, è rimasto impressionato dal tuo talento di attrice!

Masumi la vide riflettere su qualcosa, a volte era davvero trasparente e gli venne da sorridere.

- Non vorrà approfittarsene da ora in poi, ragazzina! - la punzecchiò assottigliando lo sguardo con fare sospetto.

- No! Ma che dice?! - Maya strinse i pugni e si sporse in avanti con piglio battagliero. Si rese conto che, in un modo o nell’altro, bisticciavano sempre.

- Bene, sono lieto di sentirglielo dire - annuì con quel fare saccente che lei odiava tanto -  È meglio che la riporti a casa, è stata una giornata pesante per entrambi - e si voltò ancora un istante verso la tomba della madre.

- Signor Hayami? - lo chiamò in un sussurro e Masumi gioì per quel tono così diverso dalle altre volte in cui l’aveva pronunciato.

- Sì? -

- Ecco… mi chiedevo se… potessi… - abbassò lo sguardo fino alla tomba di pietra grigia, le guance lievemente arrossate e le mani strette al petto. Masumi ci mise qualche secondo a comprendere cosa volesse poi annuì e si spostò.

Lei si inginocchiò e pregò in silenzio pochi minuti, lui rimase alle sue spalle, come aveva sempre fatto fino a quel momento e come avrebbe fatto nel futuro perché, se da un lato aveva forse trovato un sistema per convincere suo padre, dall’altro si era reso conto che ciò che provava per lei non solo andava oltre la semplice ammirazione, ma si era radicato così profondamente nel suo cuore da essere incancellabile.

Preghi per mia madre e io sono solo stato capace di uccidere la tua… non riuscirò mai a capirti fino in fondo, Maya, mai…

Maya si rialzò e quando sollevò lo sguardo su di lui era incredibilmente rilassata, come mai era accaduto in sua presenza. Le indicò la via d’uscita lungo il viale illuminato, verso il cancello di ferro e si incamminarono insieme.

Ha funzionato davvero… le ho detto la verità… e ha funzionato… Eppure in me vede solo il suo donatore di rose scarlatte... ed è veramente assurdo che io possa essere geloso di lui...

Il custode riaprì il cancello e dopo i saluti di rito rientrarono in macchina. Masumi prese il cellulare che aveva lasciato appoggiato sul vano del cruscotto e vide una serie di telefonate. La sua fronte si corrugò preoccupata, poi richiamò uno dei numeri e rimase in attesa.

La voce dall’altra parte rispose, era una donna, forse la signorina Mizuki, che gli comunicò qualcosa concitatamente. Lui rimase impassibile, come sempre d’altronde, Maya non ricordava di averlo mai visto in atteggiamenti meno che seri e controllati, tranne poco prima, di fronte alla tomba di sua madre.

- Ho capito. Grazie, Mizuki - mise il telefono nella tasca interna della giacca e si voltò lentamente verso di lei, facendola rabbrividire di paura.

- La signora Tsukikage è scomparsa - le comunicò con tono piatto, gli occhi rabbuiati e scuri.

Maya avvertì una stretta serrata allo stomaco. Sparita? Perché? E poi… mentre io ero qui… con lui! Sarei dovuta rimanere all’ospedale!

- La accompagno a casa - non attese che lei si riprendesse sebbene avesse notato la paura e il senso di colpa attraversarle lo sguardo. Qualcos’altro per cui odiare Masumi Hayami, ragazzina…

L’auto sportiva rispose ai suoi comandi precisi e Maya vide la strada sfrecciare veloce fuori dal finestrino, la mente invasa di pensieri che si accavallavano: l’ammiratore, Masumi Hayami, sua madre, la madre di lui, Eisuke Hayami, la signora Tsukikage… Mi scoppia la testa! E mi rendo conto che penso all’ammiratore e al signor Hayami ancora come due persone distinte… ma non è così… devo accettare che sono la stessa persona… che lo è sempre stato!

Si portò le mani al volto e pianse sommessamente. Masumi strinse il volante finché le nocche non sbiancarono e fissò la strada mentre lo skyline di Tokyo diveniva sempre più netto sotto la luce lunare.



Quando raggiunsero la casa che Maya divideva con Rei, trovarono la porta aperta e le amiche fuori che parlavano concitatamente. Rei vide l’auto fermarsi e Maya scendere di corsa, gli occhi arrossati dal pianto, ma quando vide Masumi Hayami della Daito Art Production scendere dal lato del guidatore, soffocò un grido di meraviglia.

- Maya! - gridò e tutte la raggiunsero.

- Rei! Che è successo? - le chiese subito Maya passando lo sguardo fra tutte e Rei le porse una lettera.

-  È andata via, Maya - le comunicò affranta.

Masumi si avvicinò lentamente, ma si fermò a qualche passo di distanza, le mani infilate nelle tasche dell’impermeabile. Rei lo fissò per un istante, ma lui teneva lo sguardo, pensieroso, su Maya. Perché era con lei, signor Hayami?

Maya lesse la lettera a bassa voce poi, lentamente, si voltò verso le altre.

- Perché? - domandò con il tono incrinato per il pianto. Poi si girò di scatto verso Masumi Hayami.

-  È stato lei, non è vero?! L’ha fatta fuggire! - gridò, stringendo la lettera in pugno.

- No - rispose seccamente lui, notando come in pochi attimi fosse stato vanificato qualsiasi traguardo credesse di aver raggiunto. Mi odia...

- Perché lei deve essere sempre così detestabile! Perché non la lascia in pace! - gridò ancora, picchiandogli i pugni sul torace, infuriata e piangente.

Masumi l’afferrò per le braccia, per fermare quel piccolo ciclone che l’aveva colpito e si rese conto di quanto gli dolesse il cuore in petto.

Non potrò mai sanare la ferita che ci divide e che io ho creato!

- La troverò, non deve preoccuparsi di questo - la fronteggiò con tono tagliente, tenendola distante.

- E la troverà come ha fatto con mia madre e sua madre? Morta? - la frase le uscì rabbiosa dalle labbra mentre si divincolava e congelò completamente l’ambiente intorno a loro. Solo troppo tardi Maya si rese conto di ciò che aveva detto realmente.

Masumi la lasciò andare, raddrizzandosi e sistemandosi l’impermeabile.

- Cercherò di non commettere lo stesso errore una terza volta - ribadì lui seriamente, poi si voltò dirigendosi alla macchina. Prelevò il sacchetto con ciò che le aveva comprato alla fiera e glielo porse.

- La ringrazio per la giornata di oggi - disse semplicemente posando lo sguardo su di lei per un attimo, che lo fissava arrabbiata e ansimante. Si voltò ed entrò in macchina, partendo un istante dopo.

Maya sentì le forze defluire, cadde sui ginocchi a terra, stringendo la lettera al petto. Adesso era completamente sola. La signora se ne era andata e anche il suo ammiratore.

Non può essere Masumi Hayami! Non può essere lui il mio donatore di rose scarlatte!


   
 
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