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Autore: Princess Leila    23/10/2014    0 recensioni
"Forse ho capito, ti sei lasciata con il tuo ragazzo"
"Io non sono fidanzata"
"Beh potremmo rimediare..."
Come avrei fatto a stare con lui come se nulla fosse? Come potevo io abbattere un alto muro di pregiudizi costruito mattone per mattone durante gli anni? Come potevo io, da un giorno all'altro, far evaporare la sua accanita avversione verso i mezzosangue?
Come potevo io essermi innamorata di lui?
"Se pensi di poter giocare con me come con una bambola di pezza che puoi buttare quando ti sei annoiato di usarla sappi che non te lo permetterò"
"Non vedo l'ora"
Siamo state in due a scrivere questa ff riguardante una coppia paradossale, impossibile. Stiamo parlando di Draco e Hermione. Una storia frastagliata e piene di colpi di scena. Il nostro obiettivo è quello di rendere questa cosa impossibile un po' più possibile, anche se solo per un momento, facendovi entrare nel nostro mondo di sfegatate fangirls.
Genere: Avventura, Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti | Coppie: Draco/Hermione
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Spoiler! | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
Capitoli:
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CAPITOLO IV: Una giornata...”Esplosiva”

                                                Hermione


Dopo essere passata attraverso il buco del ritratto mi sistemai su di una poltrona rossa vicino ad un tavolino da scacchi in sala comune. Ginny non era ancora arrivata così mi misi comoda ed aspettai. Quando Harry e Ron entrarono mi finsi particolarmente interessata alla regina bianca posta dal mio lato della scacchiera. Non avevo nessuna voglia di intraprendere un conversazione con Ron, lui però disse:«Cosa fai Hermione? Giochi da sola?» alzai lo sguardo su di lui: aveva un'espressione truce in volto, non l'aveva detto per scherzare voleva fare un commento tagliente. Che avesse visto me e Draco che ci guardavamo?
«Molto simpatico Ronald, piuttosto... sai dov'è Ginny?»
«Sta arrivando» mi rispose Harry
«Grazie. Buonanotte»
«Buonanotte» disse Harry, mentre Ron grugnì un semplice “ciao”.
Appena i ragazzi si furono chiusi la porta del dormitorio maschile alle spalle dal buco del ritratto entrò Ginny. Mi alzai in piedi e le andai in contro.
«Hey ciao Herm!»
«Ginny ti devo parlare» unì le sopracciglia in un'espressione disorientata
«Cosa succede? Vieni siediti» disse sedendosi su un divano e battendo la mano sul posto accanto a lei. Ero arrivata fin lì, adesso non potevo più tornare indietro, così mi sedetti e iniziai a fissare un arazzo raffigurante Godric Grifondoro, poi però mi costrinsi a guardare Ginny negli occhi. Non avevo mai notato quanto fossero verdi e penetranti come spilli, o forse era solo la tensione del momento.
«Ho bisogno di parlare con qualcuno perché ho bisogno di un consiglio, di qualcuno che mi faccia da angioletto sulla spalla e mi dica cosa è giusto che faccia e cosa no»
«Hermione cosa stai cercando di dirmi?»
«Ginny... io credo... credo di essere innamorata»
«Ma è una cosa meravigliosa! Chi è il fortunato?!» avevo abbassato lo sguardo, faceva male essere triste per una cosa così bella. Di solito quando si è innamorati si è contenti, infatuati, sorridenti, ma non quando ti innamori della persona sbagliata...
«È... è questo il problema...» Ginny si rabbuiò e piegò la testa di lato confusa. L'unica cosa che riuscii a dire prima che una lacrima solcasse la mia guancia fu:«Draco».
Scoppiai in un pianto disperato, Ginny era a dir poco shockata, ma non guardava più me... si dirigeva a passo svelto verso le scale del dormitorio dei maschi. Lì, sotto lo stipite della porta c'erano Fred e George. Avevano sentito tutto, era chiaro dalla loro espressione. Io rimasi sul divano paralizzata mentre Ginny parlava con loro con un tono alquanto acceso; dopo poco tornò da me sul divano
«Non apriranno bocca, fidati» la guardai negli occhi mi sembrava molto sicura di sé, come la solita Ginny.
«Cosa devo fare?»
«Beh... se sei davvero innamorata non pensare a quello che ti dicono gli altri né tanto meno ai loro consigli fa ciò che ritieni giusto. Se anche lui è innamorato di te farà altrettanto». Dirlo sembrava facile, adesso bisognava metterlo in pratica.
«Grazie mille Ginny, ti devo un favore»
«Di niente».


Nel mio letto su al dormitorio non riuscivo a trovare una posizione comoda, mi rigiravo continuamente come se fossi stesa su un letto di chiodi da fachiro.
Alla fine mi stesi a pancia all'aria con le mani incrociate sul ventre.
Come avrei fatto a stare con Draco come se nulla fosse? Come potevo io abbattere un alto muro di pregiudizi costruito mattone per mattone durante gli anni? Come potevo io, da un giorno all'altro, far evaporare l'accanita avversione verso i mezzosangue di Draco Malfoy?
Come potevo
io essermi innamorata di lui?



Draco


Il sole penetrava dalle grandi e imponenti finestre della sala Grande, doveva essere l'alba, rimasi incantato nell'osservare, come il cielo si trasformasse da blu scurissimo a un azzurro chiaro.
Mentre osservavo il cielo, continuavo a pensare alla Granger, e di come potessi essere infatuato di lei, insomma, non era una botta e via, con i suoi occhi color nocciola, mi aveva rapito, catturato, e trasformato. Ero diverso. Ma da quando i miei sentimenti erano mutati per lei? Forse erano sempre stati così, forse sono sempre stato “innamorato” di lei, della sua presunzione. In quel momento non mi importava se fosse una nata babbana. Io ero innamorato di lei.
Mentre continuavo a contemplare il cielo, vidi avvicinarsi, Pansy Parkinson, la quale, non aveva ancora capito, che di lei non m'importava affatto.
Appena i sacchi a pelo furono spostati e furono rimessi i tavoli, decisi di unirmi ad un gruppo di serpeverde che bazzicavano per la sala grande aspettando che arrivassero quelli delle altre case per iniziare la colazione. Mi raggiunsero subito Tiger e Goyle con i quali confrontai il mio orario delle lezioni. Ovviamente avevamo le stesse materie alla stessa ora. Come sempre.
«Si comincia con i grifondoro, bleah!» disse Tiger. Io guardai immediatamente l'orario del lunedì ed ebbi un tuffo al cuore vedendo che aveva ragione. Avevo bisogno di più tempo per elaborare una strategia, non potevo incontrarla del tutto impreparato!
«Almeno è con Piton» disse Goyle.
Benissimo, questo poteva essere un punto a mio favore in quanto anche se avessi fatto una stupidaggine Piton mi avrebbe coperto. Come sempre.
Intanto erano arrivati alcuni corvonero e dei tassorosso, ma ancora pochi grifondoro.
Mi ero sorpreso più volte ad alzare istintivamente lo sguardo quando vedevo sottocchio entrare qualcuno dall'imponente porta della Sala Grande. Poi finalmente entrò e la vidi: era da sola, né con Potter, né con quella bimbetta rossa e soprattutto... senzaWeasley.
Ero perso in questo pensiero, poi mi accorsi che mi stava guardando mentre continuava a camminare. Scontrò un ragazzo e i libri che portava in mano caddero e si sparpagliarono sul pavimento, lei si chinò a raccoglierli e il mio primo impulso fu quello di alzarmi per andare a darle una mano, ma non potevo fare una cosa del genere... Per di più il ragazzo con il quale si era scontrata si era chinato a raccogliere i libri con lei e la potevo sentire scusarsi all'infinito e poi sorridergli, lo stesso sorriso che faceva a me e che io ho sempre pensato fosse riservato solo a me. Un impulso di gelosia mi invase e strinsi così forte la forchetta che ancora impugnavo che le nocche mi divennero bianche.
Si alzarono entrambi e lui le porse la mano per presentarsi. Ora lo potevo vedere in volto, era Cormac McLaggen. Lei gli strinse la mano e gli sorrise salutandolo, quando lui fu uscito dalla Sala Grande la Granger cercò di nuovo il mio sguardo io però lo abbassai subito sul mio piatto di uova strapazzate. Lei si allontanò con gli occhi bassi e questa volta si sedette con le spalle al mio tavolo.
Ora ero ancora più preoccupato per la lezione di pozioni.


Mentre Piton spiegava come preparare la bevanda della pace io ero intento a contemplare la folta chioma castana della Granger seduta alla fila a fianco, un posto avanti.
«Versate l’elemento principale, l’essenza di elleboro, in un infuso di tiglio. Dopo aver lasciato bollire per venti minuti bisogna aggiungere alla pozione fiori di gelsomino raccolti all’alba nel periodo del plenilunio che troverete nel vasetto viola che ognuno di voi ha sul suo banco. Per completare l’operazione è necessario girare tre volte in senso orario ed una in senso antiorario»
Io non stavo prestando neanche lontanamente attenzione ma riuscii a svolgere buona parte del compito grazie all'aiuto di Pansy che finalmente serviva a qualcosa. Era praticamente lei a fare tutto per me, io ero impegnato a guardare una scena alla quale non volevo assistere ma non riuscivo a distogliere lo sguardo: la Granger stava strofinando via della fuligine dalla guancia di Weasley, ad un certo punto gli si avvicinò di più, sempre di più, gli prese il mento con la mano e per un attimo credetti che stava per baciarlo ma poi si fermò e soffiò via la polvere dalle lentiginose guance di Weasley, poi gli sorrise e iniziarono a ridacchiare.
Ero furioso, a dir poco furioso, presi il mestolo e iniziai a girare la pozione freneticamente.
«Fermo Draco così farai...» disse Pansy allarmata prima che la pozione letteralmente scoppiasse e che io venissi ricoperto di fuligine.
«Esplodere tutto» concluse.
Conoscendo tutti il pericolo di ridere di me davanti a Piton rimasero in silenzio, tutti tranne la Granger, la quale iniziò a ridere anche se in maniera sommessa.
Mi girai come una furia verso di lei «Smettila di ridere Granger!» le risate terminarono ma aveva un sorriso beffardo in volto.
Non ci guardammo per il resto della lezione, poi finalmente suonò la campanella.
Ci precipitammo fuori. Eravamo ancora tutti appena oltre la soglia dell'aula che venni avvicinato dalla Granger

«Si inizia in maniera esplosiva il trimestre eh Malfoy?»
Mi stava provocando e io non sopporto le provocazioni, così senza nemmeno pensare sputai fuori le prime parole che giunsero alle mie labbra:«Nessuno ha chiesto il tuo parere, sporca mezzosangue».
Quando vidi la sua espressione mi resi conto di ciò che avevo fatto, ma era troppo tardi per rimangiarmelo. Lo shock dal suo volto però scomparve quasi immediatamente
«Ti senti forte Malfoy? Mi spiace, io non combatto guerre d'intelligenza contro chi è disarmato».
Girò i tacchi e se ne andò a testa alta seguita da Potter e Weasley.
Avrei voluto seguirla e scusarmi, ma ero paralizzato. Come avevo potuto dirle quelle cose? Che cosa penserà adesso lei di me? Come andrà a finire questa faccenda? Avevo bisogno di risposte e solo la Granger poteva darmele, ma tentare di instaurare un rapporto adesso sembrava la cosa più paradossale al mondo, così in preda allo sconforto mi avviai a testa bassa verso i dormitori. Fortunatamente quel giorno non avevamo altre lezioni con i grifondoro se no sarebbe stata davvero la fine; perché conoscendomi, e conoscendo lei, avremmo trovato il modo di battibeccare anche sul perché il sole sorgeva la mattina e non era questo che volevo. Avevo bisogno di un'altra occasione, non l'avrei lasciata andare senza combattere. Mai.

   
 
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