Film > Ralph Spaccatutto
Segui la storia  |       
Autore: Malanova    23/10/2014    1 recensioni
Sequel di 1982. E' passato un pò di tempo da quando Ralph e Felix hanno conosciuto Vanellope e Calhoun. Ora i due fanno una vita felice: Ralph è ben voluto dai Belpostiani ed è l'amico inseparabile della piccola presidentessa di Sugar Rush mentre Felix convolerà presto a nozze con la sua "Dinamite Pura". Ma l'apertura di un nuovo portale capulterà i nostri amici in una avventura che li porterà fuori dalla lora amata Arcade e una nuova minaccia sarà in agguato. Vi auguro una buona lettura.
Genere: Avventura, Fluff, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Crack Pairing | Personaggi: Altri, Nuovo personaggio, Re Candito/Turbo, Un po' tutti
Note: Cross-over, OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

La Stazione Centrale della Litwak Arcade era piombata in un silenzio ansioso, rotto soltanto da brevi mormorii che ogni tanto si scambiavano gli NCP dei vari giochi “Sono dentro a quel Computer ormai da quattro giorni … che fine avranno fatto?” domandò il sindaco di Bel Posto mentre Sonic si guardava le scarpe da ginnastica e borbottava “Mi sento un codardo … Ci dovevo andare anche io con loro …” “Si … Rischiando così di farti ammazzare e di mandare il nostro gioco verso lo scatafascio …” ribatté Eggman, sollevando la testa dalla ventola che aveva Metal Sonic dietro alla schiena. Allora Mario intervenne “Ci dovevamo andare tutti noi Eroi, Cattivi e Supplementari … L’Arcade è anche la nostra casa, la nostra terra!”. Fece un sospiro e mormorò “Invece ci siamo comportati da codardi …”.

Tutti abbassarono la testa, sentendosi in colpa. Ad un certo punto dal fondo della Stazione; Francis si mise a strillare isterico “La saracinesca di BURGER TIME sta per cedere! Verremo attaccati dai mostri del Computer …” “Io non voglio morire, tesoruccio!” esclamò Peach abbracciando Mario “Il sudario funebre stona con il colore oro dei miei capelli …”. Taizo, nel sentirla, si mise una mano sulla faccia mentre Pac-man rimase con l’enorme bocca aperta dall’incredulità. Nina, una dei personaggi giocabili di TEKKEN 3, stava per ribattere con delle parole acide quando i tonfi della lastra di metallo divennero più forti. Le tartarughe ninja fecero un balzo dalla loro postazione e sguainarono le armi mentre i soldati di HERO’S DUTY si mettevano in fila, in posizione d’allerta, ed aspettavano gli ordini da Kohat. La saracinesca venne scaraventata contro la parete opposta ed un esercito di mostri uscì fuori dal gioco come un fiume di catrame nero e nauseabondo dove alcune figure dal piumaggio bianco si librava in volo muniti di lance. Si stavano dirigendo verso le migliaia di NCP dell’Arcade ringhiando e borbottando frasi sconnesse. Mary si mise davanti ai altri e strillò, brandendo una borsetta viola “Massacriamoli!”. Tutti risposero con un grido di battaglia ed andarono contro l’orda di Rovine, Non Morti ed Angeli.


Celeste e Turbo furono sbalzati con la stessa forza di una cannonata fuori dal cerchio magico creato dall’incantesimo di viaggio ed rotolarono per qualche metro, fino a sbattere contro una montagnola di neve. Il simbolo magico scomparve subito dopo, lasciandoli in balia della violenta tempesta. L’ex-pilota scosse la testa e borbottò, dolorante “Ahi … Che razza di viaggio …”. Mise una mano davanti ai occhi, in modo da pararli dalla raffica di vento gelido, e dette uno sguardo al panorama. Una zona desertica ricoperta di bianco ovunque, dove i fiocchi di neve cadevano fitti e grossi quanto un unghia. Un brivido gli percorse la schiena: aveva la sgradevole sensazione di essere ritornato nella zona-prigione che aveva creato Jabal. Eppure; prima non c’era tutta questa neve, nonostante il gelo fosse rimasto inalterato, ed ricordava vagamente un quadro di Dalì. Si voltò verso la principessa stellare, che tremava violentemente per il freddo, e pensò “Forse è per causa sua che il posto è cambiato … In fondo siamo in un luogo dove regnano i ricordi …”.

La donna si rialzò a fatica dal cumulo e domandò, abbracciandosi “Dove diavolo siamo finiti?” “Te ne avevo parlato nella sala da the” rispose il virus “Questa è la zona dove vengono rinchiusi i prigionieri, la zona dove stavo io quando hanno fatto l’incantesimo di viaggio precedente …”. Fece un sorriso lascivo ed aggiunse “Almeno, questa volta, non ci sono finito da solo” “Piantala!” sbottò lei, tremando. Fece un paio di passi, affondando i piedi nudi nella neve alta fino ai polpacci e domandò “Come facciamo ad uscire di qui prima di morire assiderati?” “Non ne ho la minima idea” rispose l’altro eclissando leggermente il sorriso. I suoi occhi si posarono sulle gambe scoperte della cerulea, dove le ginocchia avevano assunto un colorito rossastro. Ora non ti dispiacerebbe se le mie mani le accarezzassero in modo da riscaldarle, non è vero? “Ma se hai detto che c’eri già stato!” esclamò la principessa, facendolo tornare alla realtà. Scosse le spalle, almeno quel che gli permise la ferita, e ribatté “Infatti l’ho detto …” “E allora come facciamo ad andarcene?” “Te lo ripeto: non ne ho la minima idea!” “Come fai allora a dire di esserci già stato se poi non sai dove si esce?!” “Perché l’altra volta era stato quel moccioso steampunk a farmi uscire da ‘sto posto dimenticato dalla Memoria!” “E tu, in tutto questo tempo, non ti sei mai chiesto come ci fosse riuscito?!? Cosa ti faceva immaginare che, dopo essersi impadronito del LAZZARUS, lui non ti rinchiudesse di nuovo qua?”. Dopo aver pronunciato quelle parole; Turbo si mise a fare una smorfia, come quando ci si scottava. Celeste se ne accorse e si rispose da sola “Non ci avevi pensato … Eppure lo dovevi immaginare visto che tu e quel Jabal eravate fatti dello stesso codice corrotto …”. Fece un sospiro e mormorò “Ora la cosa più importante è quella di trovare un riparo da queste raffiche di vento …” “Non esistono ripari in questo luogo” ribatté il virus, tornando a essere acido “C’è solo freddo, desolazione e … migliaia di ricordi …”. Celeste si guardò intorno, puntò gli occhi da una parte e disse con aria soddisfatta “Ah si? Allora che cos’è quella?”. L’ex-pilota si girò fino a che non vide cosa stesse vedendo la donna e sussultò, incredulo. A qualche metro di distanza, celata dalla neve, c’era la parete bluastra di una montagna dove si poteva vedere chiaramente l’entrata di una grotta. Sorpreso; si girò verso la cerulea ma ella si stava dirigendo verso di essa con passo affrettato. “A- Aspetta un minuto!” balbettò Turbo inseguendola “Non sai che cosa ci possa essere là dentro … Potrebbe ospitare un branco di mostri assetati di sangue o chissà che altro …” “Senti …” ringhiò lei senza fermarsi “In questo momento ho così freddo che se dovessi lottare per avere un minimo di riparo non esiterei a diventare una selvaggia!”. Si mise a guardare l’entrata e borbottò “Speriamo che al suo interno ci sia qualcosa con cui accendere un fuoco …”. Il virus la seguì, irritato, ma ammise che anche lui aveva bisogno di ripararsi. La ferita si stava facendo risentire.

Presto arrivarono alla grotta. Celeste si strofinò le braccia e si guardò attorno e si accorse con gioia che, come aveva sperato, c’era un bel po’ di legna da ardere in mezzo a del ciarpame. “E’ la grotta più strana che abbia mai visto” commentò lei posizionando alcuni ceppi per terra a forma di asterisco “Da fuori sembrava una normalissima tana per gli orsi e invece, vedendola da qui, sembra una baita abbandonata da qualche montanaro …”. Si pulì le mani sul resto della gonna e mormorò “Ora non dobbiamo far altro che accenderla …” “E come pensi di fare?” grugnì l’altro tenendosi il braccio “Non sembra che ci siano pietre focaie o accendini … Merda!”. La ferita sulla spalla aveva ripreso a perdere sangue nonostante lui l’avesse medicata con il kit di pronto soccorso che gli aveva dato Jabal. La principessa si avvicinò e disse “E’ stata inferta da un proiettile laser? Allora dovresti metterti seduto e tranquillo da qualche parte … Questi proiettili sono stati fatti in modo che, se non colpiscono organi vitali, continuino ad aprire e chiudere le ferite del bersaglio … per questo da noi sono chiamati ‘le aquile di Prometeo’ …”. Il suo viso si illuminò e aggiunse “Mi è venuta un’idea …”.

Toccò la spalla ferita del virus, facendolo sussultare dallo stupore, e gli ordinò “Siediti ed appoggia la testa contro quella parete” “Cosa vuoi fare?” domandò lui con un filo di voce. Allora la principessa spiegò “I proiettili laser rimangono incandescenti fino a otto giorni: voglio prendermi il proiettile che hai all’interno della spalla così potrò accendere il fuoco …” “Tu sei pazza!” gridò l’altro tenendosi il braccio e allontanandosi dalla donna, che ribatté “Ma se non lo faccio potremo morire entrambi per il freddo … e se poi riesco a tirartelo fuori; la tua ferita si potrà cauterizzare senza che ti causi altri problemi …” “Perché non lo accendiamo come facevano gli antichi preistorici? Sai … utilizzando due rametti e sfregandoli tra loro? Sembra un metodo molto più semplice che spolparmi il braccio per una minuscola pallottola” tartagliò il virus isterico ma Celeste sbuffò “La legna è tagliata a ciocchi ed non ha rami più sottili del mio pugno …”. Lo spinse contro la parete e disse “Smettila di fare il bambino e comportati da uomo … Pensa che lo faccio anche per te …”. Alla fine; Turbo accettò e si sedette come gli aveva detto la donna. Celeste si sedette dietro di lui, lo aiutò ad sfilarsi il golfino ed gli arrotolò la manica della maglietta. Poi gli tolse con cura le bende e tastò con più delicatezza possibile la ferita, in modo da sentire dove fosse la pallottola. Il virus strinse i denti e ringhiò un paio di bestemmie. Maledetta quella troia bionda … La principessa, dopo un attentissimo esame, gli mormorò “Il proiettile è penetrato troppo in fondo … devo fartelo uscire dall’altra parte dove c’è la clavicola …” “Cosa?!? Stai scherzando?!” sbraitò Turbo con gli occhi di fuori ma la donna cercò di rassicurarlo “Stai tranquillo: l’ho fatto un paio di volte a Lancaster e tutto è filato liscio come l’olio …” “Non me ne frega un cazzo! Non mi faccio aprire un altro foro …”. Si azzittì di colpo. La testa gli iniziò a girare tanto che vacillò. La voce di Celeste gli arrivò alle orecchie così fiocca che sembrò venire da una galassia lontana “Ecco … Lo sapevo … Turbo stai andando in ipotermia a causa del freddo e della perdita di sangue … Se non ti tolgo la pallottola ora morirai entro poco …”. Sentì le mani di Celeste premere qualcosa di umido sul foro d’entrata, che gli diede un minimo di conforto, e sentì il suo corpo stendersi a terra. La principessa posizionò le mani sulla clavicola e mormorò, con tono più dolce “Ora ti farà un po’ male …”. Lui annuì senza aver capito una sola parola fino a che un dolore lancinante lo sopraffò d’improvviso, facendolo gridare e tornare in sé. Celeste gli disse, con sicurezza “Dai! Ancora un paio di pressioni ed uscirà fuori … Resisti!” “Va a fanculo!” strillò il virus con le lacrime ai occhi “Ti stai vendicando per quello che è successo nella sala al mio castello …” “In un certo senso … si …” ammise lei sorridendo. Pigiò con le dita più forte, tanto da farlo urlare ancora ed alla fine la cerulea riuscì nel suo intento. Tirò fuori il proiettile e lo gettò in mezzo ai tronchi. La legna prese subito fuoco ed presto nella caverna si iniziò a sentire un piacevole tepore.

Turbo si mise ad ansimare e tentò di asciugarsi le lacrime dal viso ma la principessa lo precedette e gli disse “E’ tutto finito ora … Adesso ti metterò delle bende pulite e potrai star tranquillo vicino al fuoco e riposare …” “La spalla non mi fa più tanto male …” “Perché non c’è più il proiettile ed il calore del laser ti ha cauterizzato il buco”. La donna gli accarezzò il viso per accertarsi che non fosse sopraggiunta la febbre, poi andò ad accovacciarsi dall’altro lato della grotta. Il virus la poté vedere attraverso le fiamme e le rivolse un sorrisetto sfacciato “Perché non sei rimasta qui, vicino a me? Non ho intenzione a mangiarti …” “Dopo l’ultima volta che siamo rimasti da soli preferisco rimanere dove sono …” “Avvicinati e non fare la scema! Ora sei tu quella che non è in condizioni di replicare, basta guardare come sei conciata!” borbottò Turbo. Vedendo che rimaneva ferma al suo posto; sbuffò “Ti prometto che non ti farò niente di male … anche perché sono troppo debole per fare qualsiasi cosa …”. La cerulea cercò un modo per ribattere ma alla fine anche lei dovette arrendersi. Si alzò e fece per sedersi addossandosi alla parete ma il virus esclamò, leggermente divertito “Dove stai andando?! Così è uguale a prima! Non lo sai che quando c’è una tempesta di neve due NCP devono abbracciarsi?” “Si lo so …” borbottò lei con le guance che le andarono a fuoco. Si avvicinò di soppiatto e ringhiò “Guarda che lo faccio solo perché siamo in una situazione disperata e nient’altro per cui tieni le mani a posto …”. Lui allargò il sorriso, spalancando le braccia, e sussurrò “Vieni da papà …” “Così non mi stai aiutando …” borbottò Celeste e si sdraiò tra le braccia del pilota. Turbo si mise più comodo facendo in modo che la principessa fosse obbligata a stargli più aderente possibile al suo fianco se voleva godere anche lei del calore delle fiamme e la strinse con bramosia. La donna se ne accorse e ringhiò “Mi raccomando; fermo con le mani altrimenti giuro …” “Che mi allargherai con le dita il foro che ho sulla spalla …” sbottò l’altro, interrompendola. Fece la sua solita risata e disse “Certo che certe volte sei ripetitiva …” “Allora smettila di stringermi come se mi volessi strappare di dosso anche ciò che mi rimane di questo orrendo vestito! Mi sembra di essere stata chiara nel dirti che questa è solo una situazione di emergenza …” “Ed io penso di essere stato abbastanza chiaro in tutte le altre occasioni”. La strinse con più forza in modo che i loro visi fossero a pochi centimetri l’uno dall’altro. Turbo sorrise di più e sussurrò “La devi smettere di fingere con me, tesoro, ti conosco così bene … Hai riacquistato parte della tua memoria, non è vero?”. Lei cercò di allontanarsi ma la stretta del virus pareva d’acciaio. Lei spalancò gli occhi, sorpresa. Eppure doveva essere debole per via dell’estrazione … Lui rimase a contemplarla per qualche secondo e sghignazzò maliziosamente. Ora era completamente inerme, nelle sue mani … Era stato così semplice farle credere di essere troppo debole anche per muovere un dito. Strusciò il naso contro il suo e riprese a parlare “Me ne sono accorto dopo che mi hai tolto quella roba … mi hai consolato, accarezzato il viso … piccoli gesti che si fanno quando provi amore per qualcuno …” “L’ho fatto solo per pietà!” disse l’altra con rabbia e cercò ancora di allontanarsi ma le zampette d’insetto del virus l’avevano imprigionata senza che se ne accorgesse. Si morse le labbra e si dette della scema per essere cascata in un tranello così idiota. Lui canticchiò “Stai mentendo …” facendo si che le loro labbra si sfiorassero ad ogni parola. Si mise a ridacchiare e mormorò “Tu sei mia …”. D’improvviso; gli occhi di Turbo si chiusero e cadde in un sonno profondo, dove il silenzio della grotta fu rotto dal suo pesante russare. La principessa borbottò “Finalmente quelle maledette erbe del cazzo che gli ho applicato prima hanno fatto effetto …”.

Il LAZZARUS rimase a guardare con il suo unico occhio il punto dove c’erano le formichine parlanti. In un certo senso era “felice” di quel silenzio improvviso. Si guardò intorno. La polvere rossa lo circondava e questo lo rese ancora più felice. Mosse un tentacolo sopra di essa e lo mulinò tanto da creare un po’ di vento. La polvere rossa sotto la punta del tentacolo si alzò, seguì la corrente d’aria e si ricompattò. Un altro essere identico al LAZZARUS venne alla luce e zampettò via. Il programma strinse le palpebre e rise, poi andò a crearne altri.

  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Film > Ralph Spaccatutto / Vai alla pagina dell'autore: Malanova