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Autore: Uptrand    23/10/2014    8 recensioni
Ambientato dopo "L'ultimo dei phantom."
E' una raccolta di tre brevi storie.
La prima storia vede Dasha Weaver e Isabella vedersela con un alleanza tra industriali e militari desiderosi di smantellare la Noveria Corps, sfruttando la sete di giustizia di uno spettro e il desiderio di vendetta, per gli amici morti, di una vecchia conoscenza.
La seconda storia si svolge alla Grissom e vede Steve Williams Shepard lottare per mantenere la pace nell'accademia e impedire che Isabella e i suoi cloni uccidano qualcuno.
La Terza storia vede Olivia Williasm Shepard che malgrado le sue intenzione di godersi una vacanza su Palaven verrà coinvolta in un intrigo in cui Turian e Volus si affronteranno in nome del denaro e della politica.
Sono presenti descrizioni prese dal codex del gioco.
Genere: Avventura, Azione, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Yuri | Personaggi: Altri, Jack, Miranda Lawson, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: Lime, Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Mass Effect Legacy'
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Quando Olivia scese da quella che scoprì essere una normalissima nave cargo, si trovò sotto la volta di un enorme cupola, un foro centrale aveva permesso l'atterraggio della nave. Spinta da un paio di guardie batarian e accompagnata da Areno e Efapo varcò una porta blindata, facendola entrare in un ambiente dall'aria estremamente raffinata, con decine di tavoli disposti attorno a una struttura centrale di forma ottagonale, leggermente più in basso rispetto al resto del locale. Dai tavoli si aveva una visione perfetta della piattaforma.
Prima che potesse chiedere dove fosse una turian con un paio di guardie si avvicinò senza dire niente piantandosi davanti a Olivia e osservandola. Lei la guardò fissandola negli occhi.
Efapo si fece avanti « È lei l'umana di cui ti ho parlato Maltia, sono sicura che può farti guadagnare bene. »
« È la seconda volta che mi porti della merce interessante. È preoccupante, potrei pensare che sei diventato intelligente? » disse senza smettere di fissare Olivia.
« Cosa devo fare di te umana? L'arena o la puttana? » e senza attendere risposta protrasse un braccio verso di lei.
Olivia reagì di scatto come anni di allenamento le avevano insegnato, afferrando il braccio e torcendolo, ma non proseguì oltre quando avvertì il rumore di diverse armi estratte e puntate su di lei.
Maltia si massaggiò il braccio libero dalla presa e guardando Olivia disse « Arena. » emettendo il suo giudizio e schiaffeggiandola subito dopo, lasciando su di lei più lividi di quanto una mano umana avrebbe potuto fare « Impara presto chi è la tua padrona e forse avrai anche dei momenti piacevoli. »
« Quanto? » Chiese Efepo
« Non avere fretta, come sempre voglio prima vederla nell'arena. Se sopravvive al primo incontro potremo concludere l'affare. » e rivolgendosi alle guardie disse « Portatela via. »
Impossibilitata a ribellarsi Olivia venne condotta via.
Non sapeva dire da quante ore si trovava in quella fetida cella, le mura erano di spessa roccia e l'assenza di una finestra garantiva un'aria stantia, una robusta porta di metallo la separava dalla libertà.
PPPssshhh , il verso proveniva da oltre la porta. Lei si avvicinò guardinga, non sapendo cosa fare bussò contro la porta per segnalare la propria presenza.
La feritoia si aprì e quattro occhi la fissarono. Era Areno.
« Ho solo pochi istanti, non interrompere. Siamo nelle rovine di una città fortezza turian risalente ai tempi della guerra, non abbiamo lasciato il pianeta. Combatterai nell'arena, nei giochi biotici clandestini, cerca di sopravvivere non posso aiutarti. »  e fece cadere qualcosa attraverso la feritoia,  risuonò con rumore metallico per terra, e la chiuse.
Olivia sentì i suoi passi allontanarsi. Raccolse l'oggetto che aveva lascito cadere, solo un pezzo di metallo con un lato rozzamente affilato. Lo nascose nelle tasche, un coltello rudimentale era ben poca cosa, ma al momento giusto avrebbe potuto fare la differenza.
Erano venuti a prenderla mezz'ora prima, buttando nella sua cella un'imbarazzante armatura alquanto esotica che lasciava esposta un po' troppa carne per i suoi gusti e perché fosse di qualche utilità.
Il seno e linguine erano le sole parti che copriva, si cambiò dando le spalle alla porta, sperando che nessuno stesse spiando, nascondendosi addosso come meglio poteva l'arma improvvisata.
L'avevano poi portata nella cella in cui si trovava ora, dotata di una finestra a livello del suolo dell'arena aveva potuto vedere gli ultimi due incontri.
Fu con un misto di orrore e curiosità che assisté al primo incontro tra un Vorcha e un leone terrestre. Inconsciamente si trovò a fare il tifo per la bestia, solo per il fatto di essere originario della terra
In quello successivo vide un turian misurarsi con un salarian mentre il pubblico urlava e incitava il proprio campione, seduti su confortevoli sedie attorno a eleganti tavoli sorseggiando drink e mangiando. Protetti da un campo di forza che li separava dai combattenti e che impediva a questi ultimi di tentare la fuga.
Solo il salarian lasciò l'arena sulle su gambe.
Una porta opposta a quella da cui era arrivata si aprì nella cella di Olivia, non potendo fare altro vi entrò. Sbucò ai lati dell'arena ottagonale, mentre quello che doveva essere il presentatore la annunciava al pubblico.
« Ora per deliziarvi l'ultima novità di questa sala di divertimenti, “la selvaggia rossa” un'umana senza poteri affronterà uno dei beniamini del pubblico Onime “l'imperturbabile”, la drell che sazia la propria dea con offerte di sangue! »
La beniamina del pubblico entrò nell'arena in quel momento, nel più assoluto silenzio e fissando davanti la sua avversaria. Dava l'idea che il resto per lei non esistesse.
Sull'arena era calato un silenzio carico di attesa.
A una decina di metri di distanza la drell sembrava una statua, immobile com'era in quella che sapeva essere una posizione di preghiera. Olivia cercava di mostrare la stessa tranquillità; riteneva di avere l'addestramento e l'abilità per farcela, ma non era una biotica. Un addetto porse a Olivia una spada, Onime ricevette una lancia.
Alzò la vista e vide un tabellone in aria con le puntate, la davano perdente cinque a uno. Olivia impugnò saldamente la spada preoccupata nell'usare un'arma a cui non era abituata, i corti pugnali usati dai soldati erano tutta un'altra cosa.
Su un palco rialzato, a ridosso dell'arena, Maltia osservava la scena
Riecheggiò una sirena.
Per un attimo Olivia restò immobile, poi l'addestramento di anni di servizio e quello impartitole ancora prima a lei e agli altri figli degli eroi della Normandy SR2, da quelle stesse leggende viventi, ebbe il sopravvento salvandola.
Un crack distinto gli giunse quando la lancia della drell si frantumò colpendo il campo di forza alle sue spalle, gettandosi di lato aveva evitato il salto biotico incredibilmente veloce di Onime.
Olivia sentì un dolore acuto sotto le costole, un calcio dell'avversaria la colpì intercettandola mentre di spostava. Anche se l'attacco iniziale era andato a vuoto la drell aveva reagito senza problemi.
Olivia vacillò e fu sul punto di cadere. Indistintamente, udiva le voci degli spettatori.
Onime usando ciò che restava della lancia come un randello, le fece sfuggire di mano la spada mentre un pugno biotico le costrinse a terra.  Il sapore del sangue le riempì la bocca e un occhio era velato di sangue. Per un momento tutto quello che riuscì a fare fu restare ferma, ma sapeva che o faceva qualcosa o era morta.
La drell le era incredibilmente vicina, poteva vederne i piedi. Cogliendola di sorpresa, estrasse la rudimentale arma che Areno le aveva dato e la piantò con forza nella caviglia della drell rigirando il coltello per allargare la ferita. Cadde a terra insieme a lei e le si gettò sopra, recuperando la spada e puntandogliela alla gola
 «Arrenditi!» gridò.
La drell la guardò stranamente « Sono incontri a morte, non ci si può arrendere. »
Olivia si alzò in piedi barcollando e tirò su Onime che fece un tentativo di ribellarsi, ma una ginocchiata nell'addome la fece desistere e la trascinò attraverso l'arena.
Davanti al palco con Maltia, «Diglielo! » gridò lei alla drell
Onime abbasso la testa. « Mi arrendo!»
Sulla turian lo sguardo di stupore, mentre il pubblico esultava per l'inaspettato risultato.
« Questi incontri sono a morte umana, pensavo l'avessi capito. Uccidila. »
« No! »
« Come? »
« Vieni tu nell'arena! »
« Umana tu sei solo una merce, posso disporre ti te come voglio! » Un batarian la raggiunse bisbigliandole qualcosa all'orecchio. La turian sembrava sul punto di morire soffocata dalla sua stessa rabbia, ma poi si rilasciò.
« Mi hanno ricordato che tu non sei mia finché non ti compro e come ho detto lo farò a fine del tuo primo incontro. Che però non è ancora finito, non c'è stato un morto come richiesto dal regolamento. » - si alzò in piedi e urlando disse - « La casa si avvale del diritto di far entrare il suo campione. Le puntate saranno venti a uno .»
Urla di eccitazione da parte del pubblico accolsero quella notizia.
Esattamente come prima qualcuno fece il suo ingresso nell'arena. Era vestito da capo a piedi con  un'armatura nera smaltata e una maglia di ferro argentea, ad Olivia ricordò quella di qualche Olofilm storico. L'elmo le copriva interamente la testa e solo una visiera bucherellata le permetteva di vedere. Era armata di una pesante mazza.
Lanciò un urlo rabbioso, irradiando una luce bluastra che la avvolse per intero e si precipitò su di loro con uno schianto biotico. Olivia si scansò per evitare il colpo, Onime non poteva farlo e alzò una barriera biotica per parere il colpo.
La mazza avvolta di potere biotico bucò la barriera come se non esistesse. Il Campione di Maltia attaccò urlando, calando l'arma. Spaccò il cranio di Onime, schegge di osso e materia cerebrale si sparsero tutte attorno. La mazza era calata con tale forza che del cranio non rimaneva che poltiglia, il corpo era senza capo.
Si voltò verso Olivia urlando e attaccò. Lei non provò neanche a bloccare l'attacco, non si sarebbe mai affidata di un'arma che non sapeva usare e la scherma non rientrava tra l'addestramento fornito dall'Alleanza.
Per questo continuò a muoversi velocemente, per schivare l'attacco e sperando che presto si stancasse. I poteri chiedevano molto energia, indipendentemente dalla specie.
Il campione sferrava colpi tremendi, il pavimento dell'arena si sbriciolava sotto di loro. Olivia ebbe però la sensazione che non sapesse usare quell'arma, non meglio di lei con la spada.
Il suo attacco era sempre lo stesso, dall'alto in basso poche volte di lato, i vari attacchi erano intervallati da alcuni secondi che le permettevano di recuperare fiato.
Sfuggendo all'ultimo attacco, si trovò alle sue spalle e scoprì il campione in difficoltà quando dovette voltarsi e lo vide assumere una posizione di guardia, come se avesse temuto un attacco che non si aspettava.
Sferrò un colpo verso il basso, in direzione delle sue ginocchia. Olivia si spostò e volarono schegge dal pavimento, il campione sbuffò e menò un altro colpo, questa volta all'altezza della testa.
Anche questo a vuoto, roteò la pesante mazza.
Olivia indietreggiò, ma con orrore si accorse di essere arrivata al limite dell'arena, il campo di forza la bloccava. Il pubblico urlava pregustando la fine.
Saltò all'ultimo evitando la mazza che colpì il campo di forza. Una violenta scarica investì il campione che perse la sua arma, indietreggiò lentamente, inciampò, cadde a terra.
Il pubblico era ammutolito. Olivia si avvicinò, a terra il suo avversario sembrava incapace di muoversi.
Poi udì un rumore insolito provenire da dentro l'armatura, il suono di qualcuno che piangeva. Olivia fece per avvicinarsi, ma delle guardie armate di vere armi fecero il loro ingrosso, la disarmarono e la ammanettarono. Venne presa e sospinta all'internò, lo stesso accadde al campione che venne trascinato e fatto uscire da un'altra parte.
Quando fu di nuovo nei sotterranei, Areno fermò la guardia « Maltia non ha ancora pagato. La prendo io in consegna, è merce che non vi appartiene. »
« Fatti un giro! » fu la risposta della guardia.
Un calcio alle sue parti basse quelle di Areno « È merce che non vi appartiene.» Strattono malamente Olivia per un braccio e la condusse via.
« Sei viva bene, ma Maltia è arrabbiata. Quando Efepo ti avrà venduta potrà farti quello che vuole. »
Lei deglutì « Si sono accordati? »
« No, Efepo si è accorto che Maltia ti vuole più che mai, vuole tirarla per le lunghe per alzare il prezzo. Un bene per noi, ma ancora non so come farti uscire da qui. »
« Chi sei? »
« Non ti interessa. Ho una missione, se devo scegliere tra la tua vita e la missione tu sarai sacrificata. Siamo entrambi soldati, dovresti capire. »
« Si. Del campione di Maltia cosa sai dirmi? »
« Solo voci, non ero sulla nave che ha abbordato quel trasporto. Quando sono tornati alla base avevano imprigionato questa umana pazza...»
« È un'umana? »
« Si...l'avevano catturata dopo che aveva ucciso diversi batarian, tenendola in vita pensando di venderla o di farci comunque dei crediti. Forse volevano farla prostituire...ma Efepo aveva conoscenza nell'ambiente dei giochi clandestini. L'ha venduta a Maltia, dopo che ha ucciso il precedente campione l'ha subito proclamata tale. »
Areno si fermò, la sbatte violentemente contro il muro la sua faccia molto vicino alla sua, una mano sul sedere, l'altra sotto il seno.
Due guardie passarono, dandogli appena un occhiata e proseguendo oltre facendo qualche battuta oscena.
« Allontanati. » Sussurrò Olivia, quando furono passate.
Lui si scostò e come prima ripresero a camminare « Mi spiace. »
« Il campione cos'altro sai? Pareva che non sapesse usare quell'arma »
« Maltia ama lo spettacolo, per questo veste i suoi combattenti con queste ridicole armature. Ma vuole che ci sia un velo di mistero intorno al suo campione, per questo l'armatura la cela completamente. Anch'io ho notato che era goffa con quell'arma, pare che quando l'hanno venduta avesse una spada, probabilmente è con quella che ha ucciso il suo predecessore...Siamo arrivati.» disse fermandosi davanti a un'entrata sorvegliata.
« Dove siamo? »
« I bagni, Maltia ama che i suoi “animali da spettacolo” siano puliti per il pubblico. Se desideri incontrare il campione potresti farlo qui, se riesci a convincerla sarebbe un comodo alleato. So che la Noveria Corps non assume mai dilettanti. »
« Come? »
« Eh? »
« Hai detto Noveria Corps? »
« Si, ora entra non è normale che resti qui fuori. » e andò via. Olivia non ebbe altra scelta che entrare.
Una volta dentro una guardia tolse ad Olivia le manette. Si massaggiò i polsi guardandosi attorno, i bagni non erano più puliti di altri posti di quel complesso sotterraneo, c'era solo lo stretto necessario per lavarsi e una grossa vasca nel terreno.
Con disappunto notò che erano misti, maschi e femmine di diverse specie, una trentina di individui parzialmente vestiti o nudi condividevano quel luogo.
Alzò lo sguardo al soffitto, guardie armate su un camminamento li sorvegliavano. Doveva rinunciare a qualsiasi possibilità di intimità.
Fortunatamente “l'armatura” era ridotta così al minimo che poteva lavarsi tenendola addosso.
Quando entrò nella vasca  e si lavò, sentì una risatina. Voltandosi vide distesa lungo il bordo della vasca un asari il cui corpo era ricoperto da numerosi cicatrici, alcune della quali parevano molto vecchie e senza un occhio. Era completamente nuda.
« Si vede che sui nuova, altrimenti non indosseresti quel costume, oramai qui nessuno ci fa più caso se indossi qualcosa o no. »
Olivia non rispose ma indirizzò un'occhiata alle guardie sul camminamento sopra di loro, l'asari se ne accorse.
« Sono qui per sorvegliarci e per impedire che il bagno diventi un’orgia. La cara Maltia non vuole  guerriere gravide, non potremmo combattere. Ovviamente puoi dirle che preferisci lavorare come puttana ai tavoli, può darsi che ti dia ascolto ma non prima che ti abbai fatto distendere su un tavolo e le guardie non ti stuprino fino a quando non si stancano. »
« Un vero cuore d'oro. » Commentò Olivia.
L'asari rise di gusto « Vero e si prende cura di noi anche morte. Non ci butta in una fossa, vende i nostri organi al mercato nero e il resto viene dato in pasto agli animali dell'arena. Come vedi un'impresa a impatto zero, non si butta via niente. »
« Dovrebbero premiarla come imprenditrice dell'anno su Palaven. »
L'asari rise di nuovo. « Dimmi nuova, hai un nome? Non mi piace dare informazioni senza neanche sapere con chi sto parlando. »
« Lydie Crace... Il campione? Vorrei incontrarlo!»
« Non è qui. Maltia la starà punendo per non averti uccisa come ha chiesto, ma non la ucciderà. Non si incontrano spesso biotici così potenti. Tu invece morirai presto, dopo la tua bravata nell'arena. »
« Forse. Chi sei? Del campione cosa sai dirmi? »
« Morirai presto, non ho motivo di dirti il mio nome. Ti interessa il campione...perché no? Se lo uccidi tu, io potrò misurarmi con solo di qualcuno più debole. È una giovane umana, ha ucciso il suo predecessore tagliandolo quasi in due con un colpo di spada. Un taglio netto dalla testa fino all'addome e dopo ha cercato di scappare. Le guardie hanno avuto la meglio solo grazie al numero, dopo Maltia le ha messo quell'armatura. In verità è una prigione, pesa talmente tanto che la si può muovere solo usando i poteri e scappare con quel peso addosso è impossibile. Non prima però che Modrak Gaxx, il krogan a capo della sicurezza, le avesse dato una sonora lezione, quel bastardo sa come colpire senza rompere ossa. Sicuramente le starà dando una lezione anche ora. Maltia le aveva ordinato di ucciderti, ma non ci è riuscita, questo merita una punizione.»
« So che è stata presa su una nave della Noveria Corps. Assumono solo personale addestrato, è possibile che sia una ex- ombra? »
« Non conosco gli usi di voi umani, ma non penso. Io suoi movimenti sono simili a un'ombra, ma diversi... mi ricordano qualcosa che ho visto nella guerra contro i razziatori, ma non ricordo cosa. »
« A quale ricordo ti riferisci e cosa centrano gli usi di noi umani? »
« A uno in cui difendevo una stazione di comunicazione, ma non riesco a essere più precisa. Ho menzionato gli usi di voi umani perché non penso che l'Alleanza addestri bambini. »
Olivia aggrottò le sopracciglia a quella risposta.
« Tutti i combattenti nello spazio comune! » Annunciò una voce.
Lo spazio comune era semplicemente la palestra dove si allenavano.
In palestra Olivia non credette a quello che vide. In mezzo allo spazio, legata a dei ganci tramite delle funi vi stava un'adolescente. Braccia tese verso l'alto, occhi chiusi, il petto che si alzava e abbassava in respiri corti, gambe divaricate dalle funi che stringevano le caviglie.
Olivia fu disgustata da quello che vide, anche perché la giovane vittima aveva gran parte della testa e della faccia, il braccio sinistro e la mano destra coperti da lividi, lo stesso poteva dirsi delle gambe.
Lei cercò di pensare, di mettere assieme tutte le informazioni che aveva ma il risultato la lasciava sempre sconvolta. Quel viso così simili a uno più maturo che lei aveva già visto, quei capelli biondi, ma soprattutto gli occhi, che poté vedere quando la prigioniera mosse leggermente la testa, di un colore celeste e piani di rabbia le tolsero ogni dubbio.
« Maltia vuole che sia punita ma deve rimanere viva. Potete farle ciò che volete fino a domani mattina. Le guardie non interverranno qualsiasi cosa succeda. » disse Modrak e uscì dalla stanza.
Olivia sconvolta si accostò all'asari con un solo occhio. « Quel ricordo che menzionavi. Potrebbe essere che ti riferivi a un phantom? »
« Esatto, ci hai azzeccato in pieno! » disse sorridendo l'asari battendosi un pugno sul palmo della mano « Non sai il fastidio di non ricordare, quelle maledette mi fecero faticare. Anche se è impossibile che...»
Olivia non la stava ascoltando, si era diretta verso la vittima.
Un umano si era avvicinato alla giovane prigioniera e le sue intenzioni non potevano essere più chiare. Ma prima che potesse realizzarle il suo naso si ruppe sbattendo contro il pavimento, Olivia gli prese il braccio sinistro in una stretta. Si sentì lo scrocchio agghiacciante dell'osso che si spezzava e l'urlo di dolore.
Olivia si alzò, ignorando l'avversario ormai innocuo e mettendosi in guardia davanti a tutti gli altri.
Non avrebbe mai permesso, in ogni caso, ciò che stava per accadere.
« Prima di toccare lei, dovrete vederla con me. » Urlò.
« Allora ci scoperemo sia te che lei, due bellezze in un giorno. » disse qualcuno in mezzo al gruppo che gli fece eco assecondando quelle parole.
« Uno alla volta! » disse l'asari uscendo dal gruppo e mettendosi a metà strada. « La affronterete uno alla volta e niente poteri. »
Si levarono voci di protesta, ma uno sguardo dell'asari bastò a zittirle.
Olivia andò con la mente alla volta che aveva costretto il suo insicuro fratellino Steve a misurarsi con l'intero corso per la promozione a Tenente, alla stazione spaziale “ La Guardia”.
Ora toccava a lei fare qualcosa di simile.
Qualcuno si fece avanti, sarebbe stata una lunga notte.
Olivia non seppe dire quanto tempo ci volle, ore di questo fu sicura ma alla fine fu sempre l'asari ciclopica a decretare la fine di quella lotta, dopo che i più validi si erano stati sconfitti e gli inetti si guardavano intorno con aria persa.
Lei si sentiva come se fosse stata sballottata dentro a una scatola chiusa, non aveva un singolo muscolo che non gli facesse male e diversi lividi in più punti del corpo.
« Grazie » disse alla asari « Ma perché ti danno retta? »
« Sono una specie di matrona qui dentro, anche le guardie mi rispettano se non vogliono problemi. »
Olivia si volto versò colei che aveva protetto e la slegò.
« Maltia non ti perdonerà! » La mise in guardia l’asari.
« Maltia è già morta, solo che non lo sa. Aiutami e forse al termine di questa storia sarai viva. » disse senza smettere di slegare la prigioniera, aiutata dall'asari.
Quando lo fece dovette prenderla al volo, per evitare che cadesse. Dolcemente la distesa al suolo.
« Tieni. » Disse l'asari porgendole una coperta presa chissà dove.
La usò per coprire la ragazza. China su di lei chiese « Ehi piccola! Mi senti? »
Lei non si mosse.
« Sono sicura che conosci Steve, lavora alla Grissom e ogni giorno deve vedersela con tre spadaccine i cui nomi sono Diana, Alexya e Trish, tre giovani e bellissime ragazze, e la loro sorella maggiore Isabella. Si può dire che conosco Dasha Weaver, una donna con una mira eccezionale, ma conosco anche Tetrius, Tenus, Sunt, Mores, Naomi e Maquet. Una volta abbiamo lavorato tutti assieme per salvare la galassia, non so se Dasha te l'ha mai raccontato. » disse nel tono più dolce e rassicurante che poteva.
Le parve che le labbra della ragazza si muovessero « Non ho capito? »
Avvicinando l'orecchio colse una singola parola « Casa. »
« Tranquilla andrai a casa molto presto, ci andremmo tutte. »
L'asari guardò stranamente Olivia, come se avesse appena detto una grossa stupidaggine.
« Ora dimmi, chi sei delle tue sorelle? »
« Alexya… »
« Bene Alexya, prometto che troverò un modo per far uscire entrambe, se mi aiuti aumenteranno le nostre possibilità di chiamare aiuto.»
A quale parole Alexya si mosse, nonostante il tentativo di Olivia di impedirglielo. Si mise a quattro zampe e si infilò una mano in gola. Vomitò.
« Alexya smettila! »
Ma la ragazza non la ascoltò e prese qualcosa dal proprio vomito e glielo porse. Senza fare smorfie lei lo prese. Quello che vide fu un ID  di identificazione, molto simile a quello usato dai soldati.
« Segnale d'aiuto, segnale per Dasha. » Rispose Alexya
« Come fai ad averlo con te? »
A questa domanda la ragazza fece una smorfia « Ingoiato...molte volte. »
Olivia non si soffermò sul possibile significato di quella frase, ma strinse a se la ragazza con sincero affetto « Sei stata brava Alexya. Dasha e Isabella saranno molto orgogliose di te. Presto riavrai la tua spada. »
Lei avvertì il corpo della ragazza tremare, poi la sentì singhiozzare e alla fine piangere. Suo fratello gli aveva scritto molte volte di loro, sapeva quanto per ognuno di loro fosse importante la propria spada. Si chiese dove fosse finita quella di Alexya.
« Posso avere una spiegazione? » Chiese l'asari ciclopica
Olivia sorrise, ma non aveva niente di allegro « Maltia si crede in gamba, vediamo come reagirà quando chi dico io le farà crollare il suo piccolo regno in testa. »
Prima che potessero azionare il suo piano gli allarmi suonarono. Le porte della palestra si aprirono e Efepo con i suoi uomini si fece avanti  « Prendetele! Non cederò merce non pagata. » gridò.
Olivia tentò una reazione ma era troppo dolorante per fare qualcosa e il nemico era armato e con corazze, vere corazze.
Presero lei e Alexya e ferirono l'asari a un fianco quanto tentò di difenderle. Nella confusione generale Olivia perse ID e lo vide cadere a terra vicino all'asari ferita, nessuno badò alle sua parole
« Prendilo! Usalo! Ti prometto che sarai libera!»  « Fallo! » fu l'ultima cosa che l'asari le sentì dire prima che le porte si richiudessero.
Olivia non aveva idea di cosa stesse succedendo, venne trascinata fuori per altre vie e si trovò nello stesso spazio sotto l'enorme cupola da cui era arrivata.
Guardando verso l'alto, attraverso l'enorme apertura centrale da cui la nave doveva essere entrata vide la sagoma inconfondibile di una corazzata turian delle forze di sicurezza.
Con schizzi ovunque esplose la testa di un batarian affianco a lei, seguito da un altro. Si voltò e vide una squadra turian le cui insegne erano quelle della guardia nera avvicinarsi di corsa, al suo comando un cecchino formidabile.
« Arturus! Arturus! » gridò lei a squarcia gola. Non vedeva il volto del turian, aveva un armatura completa, ma riconobbe lo stesso il suo ragazzo.  Fu sicura che in quel momento la vide.
Il turian corse verso di lei, in maniera quasi folle si esponeva al fuoco nemico mentre passava dal fucile di precisione a quello d'assalto. Allontanandosi troppo perché la sua squadra potesse coprirlo. Ma nessun nemico lo sorprese, un angelo vegliava su di lui o meglio un arcangelo.
Quando un’altro colpo di precisione eliminò un batarian attorno ad Olivia, lei seguì con la vista il percorso a ritroso del proiettile. Un turian con un'armatura blu stava facendo strage dei nemici.
Olivia si dimenava, cercava di liberarsi.
Ma un batarian si mise tra lei e la salvezza. Areno teneva imbracciato un lanciamissili e lo usò.
Il suo bersaglio era la base di una grossa colonna spezzata, all'esplosione questa cadde frapponendosi tra i turian e i batarian e dando a questi ultimi l'occasione di fuggire.
« Fottutissimo bastardo! Gran figlio... » Gli urlò Olivia, ma dovette smettere quando con un colpo del calcio del fucile Areno le fece perdere i sensi.
Arturus sorpassò la colonna solo in tempo per vedere l'astronave con sopra Olivia che prendeva il volo. Urlò di rabbia a quella vista, tutta quella che aveva in corpo, non gli importava se non era un comportamento degno di un turian. Le perdite in battaglia sono inevitabile diceva la dottrina turian, in quel momento a lui non importava.
Garrus distante vide la disperazione del figlio e sentì un nodo in gola. Avevano scovato rapidamente il posto dove era stata portata Olivia ma per farlo non aveva contattato Shepard e Ashley, ora non aveva più scusanti e si chiese in quale modo avrebbe guardato in faccia l'amico.
*****
« Che ci guadagno? » Chiese Maltia alla centrale della sicurezza turian dove era stata portata dopo il suo arresto. Garrus aveva voluto interrogarla di persona, aveva anni di esperienza sulle spalle in questo campo e sapeva che si sarebbe potuto spingere oltre la legge senza problemi per ottenere le informazioni che voleva.
Ma anche Maltia aveva anni di interrogatori, subiti. Fu con rabbia che vide la porta aprirsi nonostante il suo ordine di non essere disturbato, ma lo stupore fu maggiore quando vide che si trattava di suo figlio, solitamente ligio al regolamento.
« Signore, abbiamo degli ospiti inattesi. »
« Cosa vorrebbe dire? »
Gli ospiti inattesi si fecero largo senza problemi nella sala « Perché ID di Alexya si trova qui Vakarian? » Chiese Dasha, puntando con i suoi occhi neri e intensi i due turian, dietro di lei Isabella e due ragazze che le assomigliavano moltissimo: Diana e Trish.
« Cosa vuoi Dasha? Non ho tempo per i tuoi problemi. » Rispose Garrus con tono arrabbiato
« Ne io per i tuoi! Ma qualcuno qui mi dirà le risposte che voglio. » Disse premendo con foga un dito sul petto di Garrus.  Al turian fremettero le mandibole e Dasha digrignò i denti, mentre sostenevano l'uno lo sguardo dell'altra.
« Dasha!? » Domandò una voce, intervenuta a interrompere quel confronto.
I due si voltarono verso colei che aveva parlato. « Maltia! Che diavolo fai qui? » Chiese la Weaver
« Ci deve dire quello che sa su alcuni batarian. » Spiegò Garrus
« Perché non usciamo da qui e cerchiamo di capire che succede? » Propose Arturus
Senza dire altro i due uscirono.
« D'accordo Dasha, prima tu. Che succede? »
« Ho perso Alexya, è salita per sbaglio su una nave cargo in partenza. Ma quando ce ne siamo accorti era tardi, la nave era già stata assaltata da alcuni pirati batarian, sono settimane che mi creano problemi. Non trovo la loro base. Alexya, le ragazze, ognuna di loro ha un ID che gli ho fornito che le identifica come personale di livello I° della Noveria Corps. Questo le autorizza ad avere il supporto del personale in loco della ditta, in più questo dispositivo emette un segnale ogni volta che viene usato e mi informa della loro posizione. Ora che sai...dov'è Alexya? »
Garrus guardò bene Isabella e le due ragazze, solo dopo disse « Mi spiace, non abbiamo trovato nessuno che le assomigliasse. Non ci sono ragazzine. »
Prima che Dasha rispondesse, fu Arturus a intervenire « Perché prima non scopriamo come e perché ID si Alexya si trova qui? »
La donna sbuffò, ma fece cenno con la testa che accettava. Non fu un problema scoprirlo, un tecnico turian aveva inserito ID in un terminale per analizzarlo, per farlo lo aveva attivato. Ammise di averlo avuto da un asari ferita con un occhio solo.
La trovarono in infermeria, distesa su un letto a causa della ferita, alla domanda di Dasha se aveva visto una ragazza assomigliante alle due con se rispose « Si »
« Dov'è? »
« L'hanno presa dei batarian e anche quell'umana dai capelli rossi. » A quell'aggettivo Dasha si chinò avanti, facendosi più attenta e con una strana sensazione in corpo. Alla sua richiesta di spiegare tutto l'asari raccontò ogni cosa.
Di come la ragazza fosse stata venduta dai batarian, delle percosse di Mordek, di come fu esposta agli altri lottatori, ai loro desideri, di come un'umana dai capelli rossi di nome Lydie Crace l'avesse difesa e le avesse urlato di tenerlo e usarlo, perché questo avrebbe fatto crollare su Maltia il suo piccolo regno.
Al termine del discorso il volto di Dasha era un blocco di ghiaccio, non esternava nessuna emozione al contrario quello di Isabella era la rabbia incarnata, immobile e silenziosa. Diana e Trish erano state fatte uscire, dimostrando una certa sensibilità la Weaver aveva preferito che non ascoltassero cosa poteva essere capitato ad Alexya, conosceva bene l'ambiente dei giochi clandestini biotici. Arturus e Garrus erano almeno sollevati di sapere che Olivia era viva.
Dasha estrasse un biglietto e glielo diede « Chiama questo numero se hai problemi. Sono gli avvocati della Noveria Corps, sapranno aiutarti. » L'asari lo prese.
Lei uscì di scatto dalla stanza. Appena fuori « Dove c'è un Vakarian c'è uno Shepard, si dice in certi ambienti. Una donna dai capelli rossi, sul serio? Volete dirmi che la cara, vecchia e rompicoglioni Olivia è coinvolta in tutto questo? Non perdete tempo a mentirmi. »
« Si!» fece Arturus « Ha salvato Alexya da una gran brutta esperienza. Quindi invece di arrabbiarti perché non ti rendi utile. Maltia non parlerà tanto presto con noi, ma con te? Secondo me non si rende conto di chi aveva tra le mani. » Propose Arturus.
« Siete disposti a farmici parlare alle mie condizioni? » Chiese e fissò Garrus.
Il turian rimase qualche secondo in silenzio « Si, ma che sia viva quando esci. »
« Dasha perché se qui? Che succede? » Disse vedendola entrare. Le si avvicinarono dai lati opposti del tavolo.
« Maltia, tu hai avuto una ragazzina umana tra le mani...di cui hai fatto il tuo campione...sapevi la sua provenienza? »
« No, l'ho comprata da degli schiavisti batarian come tante altre volte. »
« Quella ragazza era su una delle mie navi.... »
La turian rimase un attimo senza fiato, sapeva cosa voleva dire « Non lo sapevo, ti giuro...»
« Era sotto la mia diretta protezione... »
« Posso rimediare in qualche modo. Ne sono sicura … posso ripagare sicuramente il suo valore. »  Isabella l'afferrò per il collo, sul davanti e la sbatté contro il muro, tenendola sollevata contro di esso con un solo braccio. Una luce biotica l'avvolgeva tenuemente, la rabbia e il potere trattenuti stavano esplodendo.
« Isabella è sua “sorella” maggiore, ci tiene ad averla indietro. A questo non puoi rimediare. »
Maltia sentì brividi scendergli lungo la schiena. Si costrinse a mantenere una parvenza di calma, a controllare il respiro.« Dirò tutto, ogni cosa. Ma ha una condizione, voglio vivere e non mi si dovrà  fare del male. »
« Prometto che uscirai da qui viva e in salute. » Promise la Weaver
Dieci minuti dopo avevano tutte le informazioni necessarie.
« Bisognerà contattare la Forza N7, è l'unica con una forza sufficiente già pronta. La SR3 è alla Cittadella per manutenzione, richiederebbe troppo richiamarla. Speriamo bastino le forze qui su Palaven.» Commentò Garrus.
« Ehi! Assomigli a quella puttanella che ci stavamo per scopare! » Disse a Isabella un prigioniero batarian che passava li, scortato da un agente.
Un movimento rapido, un sonoro Crack! e la testa del prigioniero ruotò all'indietro, fece in tempo a battere ancora una volta tutti e quattro gli occhi prima di cadere disteso in avanti senza un lamento.
Isabella nella furia non aveva neanche estratto le spade, la rabbia gliele aveva fatte dimenticare, aveva fatto tutto a mani nude.
Un silenzio irreale invase la sala, tutti la fissarono.
« Muoviti Vakarian e non preoccuparti di quale vantaggio abbiano loro, noi ne abbiamo uno maggiore. » Rispose Dasha.
   
 
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