Sdraiata sul letto, con lo
sguardo fisso al soffitto, Aya vagava nei ricordi di un passato in cui era
ancora felice. Ai tempi la notizia della morte di Keisuke aveva fatto il giro
del paese, sia per la crudeltà, sia per le dinamiche.
Quella sera l’agente Takamatsu stava rientrando a casa quando fu aggredito
alle spalle: l’aggressore lo trascinò violentemente in casa e lo sbatté sul
pavimento, lo colpì ripetutamente fino a fargli perdere i sensi, lo spogliò e
lo legò al letto. Quando Keisuke riprese conoscenza (stando alla ricostruzione
dei fatti), l’aggressore gli tappò la bocca con un fazzoletto di stoffa e
abusò ripetutamente di lui con svariati oggetti, usando anche una corda per
frustarlo; cercando di urlare, Keisuke si soffocò col fazzoletto: questo eccitò
l’aggressore che iniziò a colpirlo ripetutamente in testa fino a sfondargli
il cranio.
Aya era di turno quella notte: quando rientrò nell’appartamento che
condivideva con Keisuke e lo trovò in camera da letto, per lei fu uno shock
tremendo. Le pareti erano ricoperte da schizzi di sangue e di cervello; il corpo
del giovane, straziato dalle frustate e dilaniato da diverse coltellate, giaceva
sul letto, posizionato di lato, e accanto a lui l’aggressore, diventato
carnefice, dormiva come un bambino abbracciando lo scempio che aveva compiuto.
Aya non ricordava più con che forza d’animo era silenziosamente uscita dalla
camera da letto e aveva chiamato Kitano: l’uomo era accorso con i rinforzi,
mentre la ragazza, seduta in cucina, aveva lo sguardo fisso nel vuoto.
Si era poi scoperto che l’assassino non era nuovo a questo genere di abusi
sessuali, ma era la prima volta che la violenza sfociava in omicidio. Era stato
rinchiuso in un manicomio criminale, ma questo non aveva consolato Aya, né
tantomeno la famiglia di Keisuke. Katsuo, cugino di primo grado di Keisuke,
aveva assistito all’autopsia, non potendola eseguire lui direttamente, perché
voleva assicurarsi che nulla venisse trascurato. Era stato in quel periodo che
il rapporto tra lui e Aya si era creato, permettendo loro di costruire una
solida amicizia che fungeva anche da sostegno morale.
Per Aya la perdita di Keisuke aveva segnato una svolta nella sua vita: da quel
momento aveva cambiato atteggiamento nei confronti degli uomini e soprattutto
dei criminali. Aveva iniziato a frequentare una palestra di karate per imparare
a difendersi, aveva investito tutta l’energia di ogni cellula del suo corpo
nel suo lavoro, ma soprattutto non si era più innamorata. Era come se il suo
cuore si fosse chiuso a chiave e avesse impedito a nuovi sentimenti di fiorire:
era uscita con altri uomini, ma nessuno aveva acceso in lei la fiamma della
passione. La vita per lei era continuata, e pian piano il dolore aveva lasciato
il posto a una sottile morsa allo stomaco, ma nessuno poteva prendere il posto
di Keisuke nel suo cuore, e forse questo le impediva di rifarsi una vita.
Si alzò dal letto e si diresse in cucina: aveva cambiato casa, naturalmente.
Sarebbe stato impensabile vivere in quell’appartamento, ogni giorno aprendo la
porta di casa avrebbe rivissuto quella tragedia. Ora viveva in un bilocale,
piccolo ma comodo, fornito dello stretto necessario e arredato sobriamente.
L’unica foto che troneggiava sulla credenza era quella di Aya e sua nipote,
l’unica gioia capitatale dopo la tragedia. Si sedette a tavola e accese il
portatile: voleva verificare un’ipotesi sull’omicidio di Ozora. Forse Kitano
le aveva affidato il caso perché sapeva che lei avrebbe impiegato anima e corpo
per risolverlo… con un programma apposta ricreò la stanza dell’albergo in
3D, poi inserì le coordinate del ritrovamento del cadavere e delle varie
chiazze di sangue. Poi vagliò l’ipotesi del trascinamento, riportando il
corpo di Tsubasa davanti alla porta e voltandolo prono. Poi lo posizionò eretto
e inserì i dati della traiettoria dei proiettili che le erano stati forniti dal
rapporto della Scientifica, e in base a quelli stabilì a che altezza doveva
essere la pistola.
«Mikiru? Ho scoperto una cosa
che potrebbe risultare interessante… sì… ah, hai un appuntamento… ma no,
figurati. Facciamo così, ne parliamo con calma domattina… non ci penso
nemmeno, non voglio rovinare il tuo appuntamento… farò un bel bagno caldo e
andrò a letto, così domani sarò fresca, al contrario di te che farai le ore
piccole… tranquilla, salvo la ricostruzione che ho fatto e domani ti spiego
tutto… divertiti…»
§§§
«Potevi venire ieri sera, non si
trattava di un appuntamento galante!»
«Figurati se mi intrometto!
Comunque sei troppo riposata, non è andato come ti aspettavi?»
«È andato bene, ma sono tornata
presto: mi hai incuriosito con la storia della ricostruzione…»
«Ora te la mostro… ecco, vedi?
Ho inserito le coordinate delle varie tracce ematiche rilevate nella stanza.
Questa qui, che è la più grossa, indica che Ozora è caduto lì quando gli
hanno sparato, quindi ho inserito le coordinate per spostare lì il cadavere, e
l’ho girato prono…»
«Fin qui ci siamo…»
«Ora guarda: sistemiamo Ozora in
posizione eretta e inseriamo le coordinate delle traiettorie dei proiettili…
Ozora era molto alto, quindi subito non ci ho fatto caso, ma adesso non noti
niente?»
«La traiettoria dei proiettili
è dal basso verso l’alto, anche se di poco… quindi l’assassino è più
basso di Ozora…»
«Di almeno 15 centimetri.»
«Ho letto io quel rapporto,
perché non me ne sono accorta?»
«Eravamo concentrate sulla
sparizione dell’anello, ma adesso almeno qualcosa torna, non credi?– Mikiru
la osservò perplessa, così Aya continuò nella sua spiegazione
–L’assassino è più basso di Ozora, ha poca forza e ormai è evidente che
ha rubato l’anello di fidanzamento…»
«Una donna…»
«Già ma non una qualsiasi: una
donna che aveva a che fare con lui, che in qualche modo gli era legata e non
voleva che si sposasse…»
«Quindi possiamo escludere
Sanae?»
«Penso di sì, anche se la
certezza non c’è mai… dimmi una cosa: la Scientifica aveva sottoposto tutti
all’esame del guanto di paraffina?»
«Sì, ma tutti gli esiti erano
negativi…»
«Quindi l’assassino non è tra
loro, oppure portava i guanti…»
«Escludendo gli uomini,
rimangono le donne da indagare… dobbiamo convocarle e interrogarle.»
«Facciamolo subito, ma prima
vorrei riparlare con Sanae!»
§§§
«Buongiorno, agente Yamamizu…»
«Nakazawa-san, Si accomodi,
prego. Senta, L’ho fatta convocare perché ho ragione di pensare che
l’assassino del Suo compagno sia una donna: Lei pensa a qualcuno, conosce
qualcuna che magari ha scoperto che Ozora voleva sposarsi con Lei e presa dalla
rabbia lo abbia ucciso?»
Sanae la fissava inebetita, poi
emise un gridolino che quasi sembrava una risata isterica:
«Lei mi sta prendendo in giro,
agente Yamamizu! Questo è uno scherzo di pessimo gusto!»
Fece per alzarsi, ma la frase
successiva di Aya la bloccò a mezz’aria e la costrinse, suo malgrado, a
risedersi.
«L’assassino ha rubato
l’anello… non ne abbiamo la certezza, ovviamente, ma abbiamo buoni motivi
per crederlo…»
«Non ne ha la certezza, come ha
detto lei!» Sanae era in preda ad una crisi isterica, Aya ne era consapevole,
ma continuò ugualmente a porre le sue domande.
«Nakazawa-san… Sanae… provi
a pensare a qualcuno… non Le viene in mente nessuno?»
«Agente Yamamizu, io non Le
permetto di insinuare che Tsubasa si vedesse con un’altra donna!- esclamò
Sanae, scattando in piedi e con gli occhi pieni di lacrime –Io e Tsubasa
eravamo felici, nessuno dei due voleva altro dalla vita, e adesso Lei insinua
che lui avesse una relazione con un’altra? Lei mi offende.» e detto questo,
salutò con un breve inchino e uscì dalla stanza sbattendo la porta. Aya si
appoggiò allo schienale e portò le mani dietro la testa, sospirando
tristemente: il caso era più complicato del previsto, e fino a quel momento
nessun indizio sembrava portare da qualche parte. Ma proprio mentre stava
pensando a cosa fare, le arrivò un messaggio da parte di Katsuo: aveva trovato
qualcosa sul cadavere.
Chi ha ucciso Ozora?
Eccomi qui, acciaccata da una
stupidissima parainfluenza che si è prolungata più a lungo del previsto, ma
questo non mi trattiene dall'aggiornare questa storia che ormai è entrata nelle
vostre menti come un virus XD
Ringraziamenti come al solito, e scusate per settimana scorsa, ma alcuni
imprevisti familiari mi hanno impedito di farmi viva prima di sabato sera...
questa settimana rimedio!!!
Silen: ecco svelato il passato della nostra detective! Spero di non aver
deluso le aspettative... alla prossima!
OnlyHope: sinceramente mi fa "piacere" che il dolore di Sanae
sia arrivato così tanto perché era proprio quello che volevo ottenere, rendere
palpabili i sentimenti di un personaggio cartaceo...
Saretta: già, non è stata una rivelazione molto delicata, ma d'altronde
il lavoro della poliziotta non è quello di consolare... hai però ragione nel
dire che sono cattifa AHAHAH (risata satanica XD)
Melanto: sinceramente mi sono chiesta più di una volta cosa avrei fatto
al posto di Sanae... non so rispondere però, dovrei trovarmi nella situazione,
e sinceramente preferirei non trovarmici!!! Ecco il passato di Aya, e magari
fammi sapere le tue ideuzze, magari corrispondo a verità... o magari no XD
Bacioni a tutte!
Sakura crime scene investigation is
back!