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Autore: Gaia Loire    17/10/2008    4 recensioni
Raccolta di oneshot per la community fic100_ita

E’ il Salvatore che si è caricato il peso di un mondo intero sulle spalle, il pifferaio di Hamelin che dopo aver scacciato tutti i topi dalla città non ottiene alcuna ricompensa, ed è Giuda quando lo bacia e lui ricorda ogni cosa.

Genere: Romantico, Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Ed il momento che fa più male è quello in cui ricorda.

E’ una specie di epifania, è la rivelazione che si prova dopo aver tenuto in mano il vaso di Pandora per così tanto tempo, e nel momento in cui lo apre, dopo aver rotto la serratura con ogni stratagemma esistente, semplicemente non riesce a crederci.

La pelle della sua faccia è innaturalmente tesa e le sue labbra sono secche come se dovessero cadere da un momento all’altro. Il suo amore è come essere impiccati con un laccio di seta: lo sente morbido e fresco sulla pelle ma le spezza il collo e la soffoca senza che lei trovi la forza di parlare.

Da un certo punto di vista lei si rende conto che non è del tutto un male: se potesse dar voce ai suoi pensieri si scaverebbe la fossa con le unghie spezzate mentre parole d’amore rotolerebbero sulla sua lingua come caramelle avvelenate.

La colpa non è di nessuno--è successo e basta.

Lei è finita fra le sue braccia come una mosca cade in una ragnatela e rimane invischiata in un trionfo di buio.

***

Quando lui la bacia per la prima volta la sua testa è un razzo impazzito.

E si rende conto di essere una persona disgustosa, qualunque cosa lei faccia non riesce a smettere di tremare, suo padre è morto e l’unica cosa che pensa è Lelouch ti prego ti prego ti prego ti prego--

***

Lui è una cicatrice vivente.

Qualsiasi cosa orribile possa capitare a qualcuno, lui l’ha sicuramente vissuta.

Non ha mai avuto fortuna con le donne e, in generale, non ha mai avuto fortuna con la vita: è rotto, ferito e bruciato.

La freddezza dei suoi gesti e delle sue parole è una naturale conseguenza di tutto quello che ha passato: perché mai dovrebbe rischiare di soffrire legandosi a una ragazza come lei, una così sorridente e felice e appassionata?

Meglio evitare: un’altra cicatrice lo ridurebbe a pezzi e spaccherebbe la sua schiena. La sua faccia si screzierebbe e diventerebbe un’altra maschera sbreccata fra quelle che è solito indossare.

Certe volte fa meno male la spina della rosa che dovrebbe giustificarla.


***

Lei è bella, dolce coraggiosa.

Ha le spalle abbastanza larghe per reggere anche il peso delle sue cicatrici: un grazie non è necessario perché sicuramente lei capirà.

E anche se non lo facesse--beh, non è un problema suo.

***
In verità la colpa non è di nessuno dei due ma degli esempi sbagliati che hanno accompagnato la crescita di Shirley: coppie felici, sentimenti espressi e una totale fiducia.

Lei sa bene che gli sta salvando la vita, ma se non chiede gratitudine non significa che non la desideri.

Shirley gli sta insegnando a sorridere e lui la sta uccidendo dolcemente, ma senza il dolcemente.

***

E quando improvvisamente ricorda ogni cosa:

i suoi occhi le ricordano che cosa significa essere fissati da lui
se lo toccasse probabilmente prenderebbero fuoco tutti e due
il sale delle sue labbra era più aspro delle lacrime
il suo odore è così forte che le fa girare la testa
non può sentire che le sue parole

***

Ma c’è qualcosa, ed è annidato in fondo alla sua testa, che le dice che semplicemente non può, che appartengono a mondi diversi e che sarebbe un suicidio. I suoi occhi sono stanchi e le sue labbra sono fredde. Lei ha paura di tante cose, ma immolarsi non è una di queste.

Ed è tutta una questione di cose che lei sa, di parole incastrate in fondo alla sua gola: non è destino e questa storia non la riguarda, non sa neanche da che parte iniziare e lei non è né tra i buoni né tra i cattivi, e forse lui è davvero pazzo ed è solo un sogno che sta proiettando su di lei.

Ma Shirley non può fare niente per sottrarsi a quel vincolo: ha accettato i termini del contratto e tirarsi indietro sarebbe da vigliacchi. Il suo amore è una sala da ballo vuota e lei non fa altro che ferirsi con i cocci dei bicchieri che qualcuno ha buttato per terra.

Eppure vorrebbe dire lascialo andare, prendi me, solo che non saprebbe a chi dirlo perché il Dio e il Diavolo di Lelouch non hanno mai parlato con lei.

***

Le sue mani corrono nervose sulla terracotta e quando accarezza il vaso può quasi sentire il battito della farfalla che sbatte contro le pareti. Ha paura di aprirlo ma ha aspettato così tanto e se non lo facesse come potrebbe mai salvarlo?

E c’è qualcosa che guida le sue dita, e non è totalmente sicura di esserselo immaginato. Pandora trattiene il respiro quando scoperchia il vaso e deve stringerlo forte per non farlo cadere per terra e finalmente, finalmente, finalmente…

***

Lei è splendida e lui fa lo splendido.

Il volto di Shirley ha smesso di brillare ma il suo sorriso no.
Le fanno male la testa, le braccia, le gambe. Non ne può più, ma se si fermasse lui potrebbe abbandonarla di nuovo.

Lei spalanca gli occhi ma non riesce ad aprirli.

Il suo amore è un bisturi impugnato da una mano tremante, così imprecisa da mancare il bersaglio.
Sono strali ardenti che colpiscono il suo cuore senza romperlo, la costante sensazione di camminare sul ghiaccio sottile.

E deve arrivare in tempo, adesso che sa; non può lasciar perdere dopo che ha aspettato così tanto tempo ed ogni fibra di lei è tesa verso il pensiero di Lelouch.

***

Lei non sa, non sa assolutamente niente, non è la sua guerra ed è così ingiusto perché è così pronta a combattere che già sente le sue mani farsi di ferro e le sue gambe sanguinare.

Non sa bene come comportarsi e si sente come se fosse divisa a metà ed immersa in una palude di cose spiacevoli e stagnanti; ma per quanto la notte sia lunga prima o poi arriva sempre l’alba.

Ma tutto è sopportabile, giacchè…

***

Pandora guarda i cocci del vaso ai suoi piedi, ed è così terrorizzata che potrebbe mettersi ad urlare.

***

Rolo la guarda come se fosse il Diavolo in persona e Shirley vorrebbe ucciderlo, strangolarlo fino a fargli dimenticare il suo nome. Tuttavia esita un attimo di troppo, e forse ha tralasciato qualcosa di fatale per lei.

E’ adesso o mai più, sente i dadi rotolare fra i suoi pugni stretti, apre la bocca per parlare e sa che si renderà degna di lui.

Ti amo, pensa.

***

Vuoto.

Non c’era assolutamente niente.



  
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