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Autore: SuperWhoLock    24/10/2014    2 recensioni
In un mondo in cui la razza umana da il peggio di se, un cyborg speciale mette in pratica ciò che ha imparato dagli umani
Genere: Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Alla fine ci siamo, il cuore mi batteva così forte, stavo per completare la mia opera, il mio cyber man! Lui è speciale, lo avevo capito sin dall’inizio, sin da quando ci avevano consegnato il materiale e lui era uscito difettoso. Tutti gli altri erano ubbidienti e sottostavano alle regole, lui no. Lui pensava, lui aveva delle idee, ed è proprio per questo che avevo scelto lui tra tanti per perseguire il mio sogno di rendere la Terra un posto migliore in cui vivere dove le persone sarebbero state al sicuro e i bambini sarebbero stati liberi di giocare e divertirsi, dove gli anziani non sarebbero più stati lasciati soli al loro destino e dove tutti, dal primo all’ultimo, avrebbero vissuto una vita felice e pacifica. Sì, un mondo migliore…
In quel momento entrò il mio assistente a strapparmi dal mio sogno ad occhi aperti e ricordandomi di apportare le ultime modifiche affinché il cyber man non fosse impazzito durante il trasferimento.
–Come procede il lavoro professore?
-Molto bene, ormai il lavoro è finito. Devo solo chiudere la scatola cranica e sarà finalmente pronto per seguirmi e aiutarmi a realizzare il nostro sogno!
-Non credo proprio.- Accadde tutto troppo velocemente, vidi il mio assistente estrarre una pistola dal suo camice e l’ultima cosa che percepì fu il rumore di un colpo che partiva dall’arma e un dolore lancinante che mi si allargava sempre di più sul petto. Poi fu solo il buio.
Erano passati cinque anni dal giorno in cui il professor Webster fu brutalmente assassinato nel suo laboratorio. Nessuno sapeva con certezza chi fosse stato visto che l’unico testimone era il cyber man che stava costruendo e che era rimasto incompiuto, almeno fino ad oggi. Il professor Oliver Palmer, noto assistente del professor Webster all’epoca dei suoi esperimenti, si stava apprestando a raggiungere il vecchio laboratorio per attivarlo e venderlo al famoso imprenditore russo Melnikov, che quel giorno era venuto insieme ai suoi assistenti per assistere in anteprima all’attivazione della più grande invenzione dell’ultimo decennio.
Intanto il cyber man aspettava, da cinque anni non faceva altro ormai. Aspettava il giorno in cui avrebbe potuto camminare di nuovo, aspettava il momento in cui avrebbe rivisto quell’uomo che gli aveva portato via l’unica persona che non lo aveva mai trattato come un inutile pezzo di latta, aspettava il momento in cui si sarebbe preso finalmente la sua vendetta, sua e del suo professore, per punirlo del fatto che il professore non avrebbe più potuto assistere all’alba di quel mondo perfetto tanto agognato. Perché lui sapeva, lui aveva visto tutto quel giorno. Ed era arrivato alla conclusione che non c’era speranza per quel mondo desiderato così ardentemente, perché gli umani sono troppo stupidi e superficiali. Pensano prima a loro stessi e dopo si preoccupano per gli altri. E a lui questo non andava bene.
In quel momento entrò il professor Palmer insieme ai suoi ospiti, in trepida attesa della dimostrazione che avrebbe fruttato molti soldi allo scienziato e allo stesso Melnikov. Oliver aveva appena messo l’ultimo pezzo mancante al suo posto quando all’improvviso il cyber man prese vita davanti ai loro occhi. Erano tutti entusiasti per quel successo, non capitava di certo tutti i giorni di partecipare in prima persona al progresso della scienza. Melnikov si stava congratulando con Palmer quando accadde qualcosa che fece gelare il sangue delle vene ai russi. Il cyber man che, a detta del professore, sarebbe dovuto essere pacifico e ubbidiente, aveva infilzato il suo dito nella nuca dell'ex assistente del professore, facendone uscire una melma grigiastra mista a sangue. Melnikov, che stava esattamente di fronte al professore, poté vedere chiaramente nei suoi occhi il momento esatto della sua dipartita. Ancora sotto shock, Melnikov alzò lo sguardo giusto in tempo per vedere i suoi uomini riversi nel loro stesso sangue, intanto il cyber man gli si era fatto più vicino. Non aveva la forza per spostarsi. -Perché?- riuscì solo a sussurrare.
- Perché voi umani non meritate di vivere, preferite uccidere piuttosto che cercare una soluzione. Infondo, sto solo mettendo in pratica quello che la tua razza mi ha insegnato.
Così dicendo, lo uccise proprio come aveva fatto con gli altri tre.    Ma non si fermò, si mise subito all’opera per creare un esercito per sterminare la razza umana. Aveva infatti trovato nel laboratorio tutti gli appunti del suo creatore che, uniti alle informazioni che aveva prelevato precedentemente dal cervello di Palmer, gli permisero di costruire altri cyborg ancora più potenti e spietati di lui. Ma lui non era stupido, aveva visto quello che i sentimenti umani erano in grado di fare, gli altri si sarebbero potuti ribellare così come aveva fatto lui, per questo li creò senza quel piccolo e semplice microchip che gli aveva permesso di affezionarsi al suo professore e, in un paio d’anni, era riuscito a creare un esercito con i fiocchi, tutti fedeli soltanto a lui.
Li mandò in giro per il mondo a sterminare e popolare la nuova terra, che in confronto alla precedente, sarebbe stata un paradiso in terra per chiunque ne avesse voluto far parte.
E mentre li guardava da quel monitor nel laboratorio, ripensava a tutto quello che sarebbero potuti diventare quei cybermen, se solo il professore fosse stato lì, se solo quel maledetto non lo avesse ucciso. Aveva creato i suoi cyborg senza sentimenti, ma non aveva avuto il coraggio di strappare il cip che controllava i suoi perché farlo avrebbe significato la morte dei ricordi che lo legavano all’unico momento felice che aveva vissuto.

 
  
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