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Autore: Red_Coat    24/10/2014    12 recensioni
Questa è la storia di un soldato, un rinnegato da due mondi. È la storia del viaggio ultimo del pianeta verso la sua terra promessa.
Questa è la storia di quando Cloud Strife fu sconfitto, e vennero le tenebre. E il silenzio.
Genere: Angst, Guerra, Horror | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Cloud Strife, Kadaj, Nuovo personaggio, Sephiroth
Note: Lime, Missing Moments, What if? | Avvertimenti: Spoiler!, Tematiche delicate, Violenza | Contesto: Più contesti
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- Questa storia fa parte della serie 'L'allievo di Sephiroth'
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Pochissimi minuti dopo sono dentro. L'atrio è ancora semi deserto, popolato solo da qualche commilitone, un paio di fanti che stanno lì di guardia e la signorina della reception, che mi offre una bottiglia d'acqua della Shinra. Rifiuto senza preoccuparmi di sembrare scortese, perché lei è lì a fare il suo lavoro così come io svolgo la mia missione.
E poi quell'acqua è disgustosa, talmente infusa di Mako che l'odore pregnante del combustibile da esso ricavato rende inutilizzabili perfino le bottiglie che la contengono. Un giorno volli controllare una mia supposizione. Ne comprai cara una bottiglia, e buttai il liquido nel lavandino lasciandola da parte col tappo levato. Dopo tre settimane l'odore era ancora così disgustoso e forte che per poco non vomitai. Perfino sul tappo, dove in più si era formato un sottilissimo fondo di poltiglia verdastra.
Dicono che quel liquido sia l'elisir dei SOLDIER, ma io non sono in grado di dirvi se sia vero o meno, e a dirla tutta non ho per nulla voglia di sperimentare, anche se qualche mio collega coraggioso mi ha raccontato di essersi sentito invincibile dopo averla provata, e di aver addirittura sconfitto delle creature mostruose in sala di allenamento.
Personalmente, credo siano solo balle, le solite che si inventano quando non si ha null'altro da raccontare. Io non ho tempo per queste stupidaggini. Devo pensare al mio futuro, e al mio passato.
Ho ancora un paio d'ore prima dell'arrivo dei 1st class, così decido di farmi trovare pronto.
Mi dirigo in una delle sale di addestramento, e non appena la porta si chiude dietro di me afferro il telefono ed imposto la modalità difficile di un combattimento contro uno di quei grossi bestioni a quattro zampe che popolano i dintorni di Midgar. Non l'ho mai svolta, e sono consapevole del rischio che corro. Ma voglio che Sephiroth sappia con chi ha a che fare, voglio che tutti sappiano. È meglio per loro non intralciare il mio cammino, soprattutto oggi.
Indosso gli occhiali, premo il tasto Start e di fronte a me si materializza l'enorme felino, alto quasi il doppio di me, con zanne affilate e una lunga coda fornita all'estremità di acuminati spuntoni di metallo. Intorno all'animale vi sono quattro soldati wutai, con lunghe sciabole affilate. Sorrido, mentre avverto forti scariche di adrenalina pulsare dentro le mie vene. Neanche per un secondo mi salta in mente il pensiero di aver esagerato, mentre con un balzo atterro dietro i soldati e ne abbatto due con la spada. Subito dopo schivo un colpo di coda del bestione, che intanto si è voltato verso me, e con un paio di potenti calci li atterro, finendoli poi piombando su di loro.
A quel punto, sento ruggire la creatura alle mie spalle, e voltandomi mi concedo qualche istante per fare il punto. Non sono stanco. Per nulla. È come se l'adrenalina gettasse in me una forza fino a quel momento sconosciuta, che mi permette di mantenere il cervello lucido e i muscoli scattanti. In più, grazie agli interventi al quale mi sono sottoposto dopo il mio ingresso ufficiale in SOLDIER, la mia resistenza fisica è notevolmente aumentata.
Tuttavia ci sono un paio di cose che mi rendono ancora più fiero delle precedenti. Nonostante tutto, un 3rd class forte come il sottoscritto non si è mai visto; Il mio respiro è e rimane regolare per tutta la durata dello scontro, sono agile e veloce come un felino, e i miei muscoli sono forti, così forti da riuscire a mettere fuori combattimento un soldato del mio stesso grado con un forte calcio.
Non ne conosco il motivo, so soltanto che questa è l'ennesima coincidenza, che s'intreccia con l'eco del passato nella mia testa e con le certezze del presente. Ma devo stare attento, ecco un'altra di quelle strane sensazioni. Non so da chi mi devo guardare le spalle, né perché devo farlo, ma se ciò che io chiamo istinto mi fornisce questa indicazione  lo ascolterò.
Non oggi però. Non con una posta così alta in gioco. Dovrei trattenermi, mascherare le mie capacità come faccio di solito, invece - sperando che più tardi Sephiroth veda questa registrazione e si accorga che non ho ancora un mentore - schivo con un balzo una zampata del bestione e mi fiondo su di lui, abbattendolo con un paio di colpi di spada sulla schiena.
Il felino si dimena, dilaniato dal dolore, mentre io spiccò un balzo a pochi metri davanti a lui e lo vedo dissolversi, mentre ancora ruggisce.
La simulazione è conclusa, e io mi concedo un sorriso trionfante rinfoderando la mia arma.
Mi levo gli occhiali, e sento uno scroscio di applausi provenire da fuori. Alzo gli occhi verso il vetro e mi accorgo di essere stato visto da sette miei compagni, tre dei quali sono 2nd class.
Uno di loro lo riconosco dal taglio di capelli bizzarro e dall'aria da sognatore stampata in viso.
È Zack Fair, l'allievo di Angeal Hewley, uno dei 1st. Lui è giunto molto prima di me qui, quasi un anno e mezzo fa, e ha fatto progressi molto più velocemente rispetto agli altri suoi compagni.
Non capisco quindi il suo stupore nel vedermi combattere, anche perché mi sembra che anche lui non se la cavi affatto male con gli allenamenti, anche se devo ammettere che dietro c'è anche l'egregio lavoro svolto dal suo mentore. Mentre io sono ancora inchiodato alla divisa da 3rd e agli allenamenti singoli senza un maestro.
«Stavolta ti sei superato Victor!» esclama Zack, non appena esco dalla camera «Vedrai, presto si accorgeranno di te! Ne sono sicuro!»
Lo ringrazio con un sorriso, mentre con un gesto stizzito mi scrollo di dosso le mani degli altri colleghi che si congratulano con me, ma lascio che Zack mi avvolga le spalle con un braccio. Non amo molto il contatto fisico, le manifestazioni d'affetto m'imbarazzano, ma con quel ragazzo è tutto diverso. È stato il primo ad accorgersi di me, il primo a volermi conoscere da quando sono arrivato. Non glielo avrei permesso, così come ho fatto con gli altri, se non fosse stato per quella sensazione di già visto e già vissuto che lo aveva condotto li.
L'avevo avvertita molto flebilmente, ma era chiaro che avrei potuto fidarmi, perché molto probabilmente in quel passato che non riuscivo a ricordare lo avevo già fatto.
Sentivo che, come Sephiroth apparteneva a ogni mio gesto, Zack era il simbolo di ciò in cui credevo, dei miei sogni e della mia determinazione.
Nutro un profondo rispetto sia per lui che per il suo mentore, Angeal, anche se non ho mai avuto occasione di conoscerlo. Non so assolutamente nulla né di lui né delle gesta del suo allievo, che come me pare ancora inchiodato alla sua vita da 2nd. Ma qualcosa mi dice che non posso fare a meno di considerarli entrambi eroi, a pari merito.
E sono onorato dell'amicizia di Zack, anche se non gliel'ho mai detto, perché mi sembra una convinzione stupida e prematura. Eppure, non posso fare a meno di pendere dalle sue labbra, come fosse lui il mio maestro. Ecco cosa c'è che non va in me ... sembra che io sappia più di ciò che vedo, più di quello che vivo. A volte, è come se prevedessi al secondo gli eventi, ma sono sicuro di non aver nessun potere speciale. Non sono sensazioni di preveggenza, sono più ... ricordi.
E per questo che cerco di concentrarmi sul presente. E al presente, io e Zack ci avviamo all'atrio del piano SOLDIER, in attesa dell'arrivo dei 1st class.
«Non mi stancherò mai di ripeterlo Zack. Chiamami Vittorio!» gli dico, e mentre lo guardo sorridere e scusarsi i miei occhi si posano sulla superficie a specchio delle pareti in metallo del corridoio.
Per un secondo, al posto della mia solita immagine dai capelli neri lunghi fin sopra le spalle e sfrangiati in modo ribelle, vedo apparire quella di un ragazzo molto simile a me, vestito con una maglia nera e dei pantaloni larghi dalla foggia militare e coi capelli neri lunghi simili ad una criniera. Sembra più maturo di me, forse sui trent'anni, ma ho la chiara impressione che mi guardi fisso e fiero.
Mi blocco sul posto, e in quell'istante l'immagine sparisce immediatamente, lasciandomi a fissare sconvolto la parete spoglia. Chi era? Non è stato un riflesso, perché altrimenti Zack non si sarebbe fermato a chiedermi preoccupato il motivo di questa mia improvvisa sorpresa
«Vittorio, va tutto bene?» ribatte dopo qualche secondo, ancora più preoccupato da quel mio mutismo.
Io intanto rimango con gli occhi fissi su quel pezzo di parete e non posso fare a meno di restare in silenzio cercando di capire. Ora l'immagine è sparita, e vedo solo me stesso, pallido e sconcertato. Sento nuovamente quella sensazione, come se anche quell'evento facesse parte di un sogno che si mescola così vividamente e saldamente alla mia realtà. Ho avuto solo qualche secondo di tempo per guardarlo, ma è bastato per fissare quell'immagine nella mia testa e nei miei occhi, e d'improvviso mi ritrovato a pensare di essere io, quel ragazzo riflesso nel metallo. Il me di quel passato lontano. È una spiegazione così assurda, eppure è l'unica che mi sembra quella giusta. Perché mi ha sorriso? Forse non l'ha fatto sul serio, forse tutto questo è semplice suggestione. Ora basta, concentrazione! Devo tornare in me, sono stato troppo tempo in silenzio e ho davanti una giornata impegnativa. Sephiroth, la missione in Wutai, Zack è di fronte a me. Richiamo alla mia mente queste parole come per svegliarmi da quel brusco letargo in cui sono caduti, e dopo quel che secondo di difficoltà sento la mano di Zack afferrare il mio braccio, e ritorno in me
«Hey! Non farmi preoccupare, bello!»
Oddio, adesso anche il linguaggio usato da Zack mi sembra un eco di quell'immagine! Concentrazione, Victor! Concentrati!
«S-si! Si, scusami Zack! Ero solo un po' soprappensiero!» bofonchio, nella speranza che la mia mente ritorni completamente lucida.
«Sicuro? Vuoi un po' d'acqua?» dice estraendo da una tasca della divisa una bottiglietta mini di quell'acqua schifosa.
Il solo vederla mi fa venire da rimettere, e forse è questo che funziona, perché la mia mente torna in sé ed io riesco a trarre un paio di profondi respiri, dopo aver categoricamente rifiutato l'offerta. Zack mi osserva ancora per qualche piccolo istante, poi scoppia a ridere
«Accidenti, me l'ha affibbiata la signorina della reception e non riesco proprio a liberarmene!» dice
Colgo il suo tentativo di risollevarmi il morale, e mi unisco a lui sogghignando
«Faresti meglio a farne scorta invece, Zack! Con Angeal non si sa mai!» ribatto, e lo vedo annuire, sedendosi su uno dei divani in pelle della hall.
«Non sia mai che Angeal mi scoprisse dopato di questa roba!» risponde divertito «Sarebbe capace di farmi ripetere il test fino alla nausea!»
Nel dire quell'ultima frase, lo vedo farsi serio, e portarsi una mano dietro il collo, imbarazzato. Mi volto e vedo che dietro di noi è sopraggiunto Angeal nella sua divisa da 1st class sapientemente tirata a lucido. Ecco che ritorna quella sensazione, quella che ho ogni volta che penso a lui. Lo ammiro moltissimo, e invidio Zack di essere il suo unico allievo. Anche se, molto probabilmente, non sarei in grado di sostenere i suoi insegnamenti, seppure li abbia sempre trovati affascinanti. Da ciò che so, Angeal è fermamente convinto che la base di ogni buon SOLDIER sia mantenere immacolato il proprio onore facendo sempre ciò per cui si è arrivati ad essere tali. È un sognatore, che tuttavia non confonde mai la realtà con l’immaginazione e sa porsi dei limiti. Ma, questo è quello che ammiro di più in lui, se un sogno è realizzabile non è mai da scartare a priori. Mentre fisso la sua sagoma severa penso che forse, un giorno di questi, dovrei dirglielo. Anche io sto inseguendo un sogno, così come Zack. E forse è questo che ci accomuna. Magari chissà, un giorno potrò realmente dichiarargli ciò, ma per il momento devo pensare a ciò che mi aspetta senza lasciarmi distrarre. Se le cose andranno bene e senza intoppi, quando sarò diventato un first sotto la guida di Sephiroth e lo avrò conquistato fino al punto di fidarsi di me, allora potrò andare da Angeal a testa alta, stringergli la mano e ringraziarlo, perché per mezzo di Zack i suoi insegnamenti sono arrivati anche a me, e mi hanno permesso di diventare ciò che sarò in quel preciso momento. Adesso però, mi limito a sorridere sotto i baffi mentre vedo Zack alzarsi dal divanetto e avanzare verso Angeal, che a braccia incrociate sul petto lo guarda severo e lo invita a seguirlo.
«Allora a dopo, Zack!» lo saluto.
«Oookkey!» risponde lui, alzando il pugno chiuso e aprendo indice e medio uniti, in un buffo saluto militaresco «Buona fortuna, Vic!» 
Lo vedo allontanarsi con Angeal, gesticolare affabilmente per tentare di scusarsi, ma sono quasi sicuro che il suo maestro in realtà stia facendosi una grossa risata dentro di sé, per la goffaggine con la quale a volte si comporta il suo irrequieto allievo.
Sorrido anch’io, poi all’improvviso il mio cellulare emette un trillo, e il mio cuore perde un colpo. La chiamata proviene dall’ufficio del direttore Lazard Desearicus, la sua voce mi comunica con molta formalità che sono devo recarmi da lui immediatamente.
Ancora non posso permettermi di azzardare ipotesi sul perché di questa convocazione, ma poco dopo, mentre mi sto avviando verso gli ascensori, vedo un gruppo di miei commilitoni – anche loro facenti parte del plotone comandato da Sephiroth – che stanno prendendo la mia stessa direzione, e comincio a sperare. 
Dal mio scontro in camera di simulazione col bestione Midgariano e i quattro soldati Wutai è passata appena un’ora e mezza, e mentre la porta dell’ufficio del direttore si apre davanti a me, sento che sto esplodere. Nella stanza, oltre al Direttore, ci sono solo un altro paio di reclute in divisa da 3rd, il che mi appare piuttosto strano.
Dov’è Sephiroth? Lo cerco con lo sguardo, ma evidentemente devo essermi fatto prendere dall’emozione e aver costruito solo un enorme castello di carte nella mia mente. Accidenti a me! Avevo detto di non perdere la concentrazione, eppure mi sono fatto prendere dall’eccitazione e ho perso tempo a sperare che Sephiroth si fosse finalmente accorto di me.
Col cuore che vibra di frustrazione e rabbia, accolgo l’invito che Lazard fa a noi tre di avvicinarci, e m’impongo il silenzio mentre ormai riesco solo ad essere irato con me stesso per aver perso tempo e corso rischi inutili, mostrando tutto ciò di cui sono capace e anche più del dovuto.
Non è servito a nulla, solo a espormi a un branco di famelici scienziati pronti a fiondarsi sulle mie capacità come su di una vecchia e succulenta carcassa.
Per poco non mi manca l’aria, ma riesco sorprendentemente a rimanere calmo. Devo farlo. È l’unica difesa che ho. D'altronde, perché penso così negativamente nei confronti degli scienziati? Se non fosse per loro non avremmo le materie e la maggior parte della nostra forza di SOLDIER.
Istinto, molto probabilmente. Non mi piacciono e basta, nessuno di loro. Tantomeno quello dal viso rugoso e con quella ridicola codina nera in testa. Hojo, credo che si chiami così. Lui mi piace ancor meno degli altri, anche se – dal poco che sono riuscito a vedere – il mio Generale sembra non preoccuparsene.
«Bene, signori. Sono lieto di informarvi per conto del vostro Generale che siete appena stati raccomandati per la posizione di 2nd class!»
Quella frase, pronunciata con grande enfasi da Lazard stesso, ha il potere di risvegliarmi bruscamente. Lo guardo attonito, così come fanno gli altri tre.
Forse non ho capito bene, forse è un altro eco nella mia testa.
«C-come?» balbetto, sgranando gli occhi e rivolgendo la mia completa attenzione verso il Direttore, che non sembra per nulla stupito della mia reazione, né di quella degli altri, che sembrano improvvisamente aver perso l’uso della parola e boccheggiano.
«Vi ho raccomandati come 2nd!» conferma una voce, e quasi d’istinto mi volto in direzione di essa, col cuore che batte così forte da farmi credere sia sull’orlo di scoppiare. 
Lo vedo sbucare da dietro la porta, come se fosse stato sempre il dietro ad ascoltarci e ad osservare la nostra reazione. Avanza marziale verso di noi, mi lancia una rapida occhiata scrutandomi con i suoi occhi da gatto color Mako, e vedo il suo lungo soprabito nero ondeggiare a ogni suo passo, così come i suoi capelli argentei.
Non so cosa dire, continuo a fissarlo cercando di non apparire uno stupido dalla bocca spalancata, ma a lui devo fare proprio questa impressione perché sorride, quasi divertito dalle nostre facce e, dopo aver rivolto un rapido sguardo di assenso a Lazard, c’informa
«La missione che porrà fine alla guerra in Wutai è alle porte, e non accetto al fianco reclute che non sappiano cavarsela. Alcuni di voi hanno dimostrato saperlo fare davvero bene, in questi ultimi giorni!» conclude, rivolgendomi un lungo ed indecifrabile sguardo.
Non so cosa stia pensando, nessuno lo sa mai quando ci rivolge quel genere di occhiate imperscrutabili. Ma di una cosa sono certo. La simulazione di un’ora e mezza fa non è stata del tutto una cattiva idea. E nel pensarlo non posso fare a meno di essere fiero di me stesso.
«La vostra promozione a 2nd» ci spiega Lazard «Dipenderà dall’esito della missione in Wutai. Perciò, se fossi in voi mi darei da fare per essere preparato al meglio!»
«E io seguirei il consiglio!» risponde il Generale, increspando lievemente le labbra in un altro sorriso divertito.
Rapidi ed emozionati, scattiamo sull’attenti e l’ultima cosa che sento prima dell’autorizzazione a rompere le righe è la mia voce che, mentre i miei occhi hanno l’ardire di piantarsi fieri in quelli del mio amato generale e di sostenere il suo sguardo, tuona un solenne.
«Si, Signore!»
Lo direi per tutto il resto della mia vita, se mi toccasse passarla sotto il suo comando. Nulla è equiparabile a tutto questo, neanche l’essere fiero di me stesso.

 
   
 
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