Anime & Manga > L'Attacco dei Giganti
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Autore: Gio_Snower    25/10/2014    2 recensioni
Fanfiction dedicata alla JeanMarco weeks.
Day One: Zero Gravity : In origine c'eravamo solo noi e l'Universo.
Day Two: Olympus : Ad un tratto spuntò una nuova razza che ci mise su un piedistallo e iniziò a chiamarci Dei.
Day Three: Homecoming : Ci siamo rincontrati ed è stato come ritornare a casa.
Day Four: Candlelight : Questa nuova vita è come la fiamma di una candela.
Day Five: Ash : E' il nostro destino, poiché siamo come cenere nel vento.
Day Six: Uniform : Non stiamo commettendo nessuna atrocità, è il volere di Dio.
Day Seven: Dreams : Sarà l'ultima volta? Sperarlo è come sognare, e noi siamo fatti della sostanza dei sogni.
Genere: Romantico, Sentimentale, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi, Slash | Personaggi: Jean Kirshtein, Marco Bodt, Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate, Violenza
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Olympos

 


Il tempo scivolò e il pianeta cambiò, popolandosi di nuove specie.
La più interessante era quella umana che, pian piano, dopo glaciazioni, cambiamenti climatici, carestie e pestilenze, si evolse.
Gli umani cambiavano forma, carattere e modo di vivere. In un primo momento erano come loro: nomadi, liberi.
Non avevano un posto in cui vivere, ma migravano, spostandosi da un continente all'altro in cerca di cibo e di un clima favorevole. Poi iniziarono a viaggiare sempre di meno, finché non crearono vere e proprie città in cui vivere stabilmente.
Spesso lui e il suo compagno si fermavano ad osservarli, incuriositi dal trambusto che creavano. In un certo senso li trovava affascinanti, ma non quanto l'altro.
Non capiva proprio cosa lo attirasse verso di loro: erano brutti, deformi, pieni di peluria.
Lo inquietavano troppo.
Tuttavia solo per lui era così, ben presto tutti ne rimasero attratti, soprattutto lui.
Inventarono un linguaggio pieno di suoni, concepirono la scrittura per esso e la loro società cambiò.
A un certo punto, non sapeva come, loro iniziarono a idolatrarli, chiamandoli “Dei”.
L'altro, non molto tempo prima, gli aveva dato un aiuto: il fuoco, come l'avevano chiamato loro. E da allora avevano iniziato ad amarli tutti.
Gli altri ne erano lusingati, lui pensava solo a quanto stupida potesse essere la razza umana.
Gli uomini iniziarono a dargli dei nomi e un luogo in cui vivere, una cima di una montagna che chiamarono Olimpo.
A lui fu attribuito il nome di Ade, mentre all'altro il nome di Ermes.
Gli attribuirono vari aspetti, animali e umani, che non apprezzò particolarmente. Uccidevano selvaggiamente le loro prede, bevevano e creavano e spesso s'ammazzavano fra loro. Bruciavano loro offerte, ma a lui non interessava.
Ermes decise di prendere forma e si trasformò in un fanciullo umano, gli occhi neri e la pelle leggermente scura, vestito da una leggera tunica bianca, creata dagli umani stessi; insistette finché anche lui non prese il nome datogli e l'aspetto umano. Allora prese l'aspetto di un giovane dai capelli chiari, occhi color ambra e pelle chiara; indossò anche lui una tunica, ma nera.
Ade non capiva. Non gli piacevano quegli esseri, così non interveniva mai nelle loro questioni a differenza degli altri. Ma nemmeno Ermes interveniva, poiché le guerre, il sangue e i combattimenti senza senso lo disgustavano. Il suo era un essere puro, ricordava l'altro osservandolo.
Spesso si mettevano a giocare sulle nuvole, ignorando gli altri che, come loro, avevano preso forma e nomi umani.
Alcuni si mostravano e donavano la saggezza che da sempre avevano.
Quando iniziarono a odiarlo e a temerlo, decise di intervenire e mandò loro qualche catastrofe che li mise in ginocchio per qualche tempo. Si divertì, ma Ermes, ogni volta che lo faceva, lo guardava male.
«Non capisco cosa ti piaccia di loro», gli disse una volta. «Sono così brutti... Sono avidi, egocentrici e sanguinosi».
«È vero, alcuni di loro sono così, ma non tutti», gli aveva l'altro con un sorriso dolce. Più passavano il tempo in forma umana, più imparavano i loro modi ed espressioni.
«Non tutti? Perfino le donne pensano che sia giusto concedersi al più sanguinoso e bruto!»
«Lo chiamano Amore. Loro si innamorano...»
«Amore!», aveva esclamato, «L'Amore è la loro più sciocca invenzione!»
Lo sguardo triste dell'altro che gli rivolse in risposta gli sarebbe rimasto per sempre nel cuore.
«Un giorno capirai anche tu perché gli umani mi piacciono tanto».
Ma Ade non aveva ancora compreso. Era sempre stato un po' lento e molte cose, ai suoi occhi, non erano altro che distrazioni senza senso. Lui e Ermes erano sempre stati in buoni rapporti. Per lui, passare il tempo con l'altro era semplicemente una cosa naturale. Non si chiedeva il perché solo loro due fossero così intimi fra loro, perché solo loro due preferissero parlare l'uno con l'altro invece che con gli altri.
Poi successe qualcosa che cambiò tutto e l'Olimpo, l'inizio e la fine, andò perduto. 

 
   
 
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