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Autore: Lucrezia_Uchiha    25/10/2014    4 recensioni
Le cose cambiano a seconda del punto di vista di chi le guarda, quando le cose prendono una piega che non dipende è anche possibile ammettere che ci sia stato un punto di svista, a volte assolutamente fatale.
Cosa può significare per un'artista essere privata dell'arte?
Genere: Malinconico, Slice of life, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Perchè mi chiamano Deidara'
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"[…]Nella cultura romantica il concetto di sublime è spesso fortemente legato a quello di genio. Geni si nasce, non certo si diventa, da qui l'inutilità ai fini creativi ad espressivi dell'esperienza scolastica e accademica[1]... Olivier[2]i è di nuovo distratta!?[…]"
 
Gli occhi della ragazza appena nominata si spostarono lentamente dalla finestra alla professoressa, due iridi azzurre come il cielo che faticarono a mettere a fuoco la donna che occupava la cattedra.
La professoressa ebbe quasi un brivido a quello sguardo completamente vuoto e al contempo troppo pieno.
"Mi dica" voce roca di chi ha urlato, piatta quanto chi non ha avuto voglia nemmeno di fare la domanda, figurarsi sentire la risposta.
 
"Non mi piace Olivieri, sei sempre distratta, sempre disattenta, ma secondo te la scuola è un gioco! La vostra classe è tutta così, io vi conosco, la conosco gente come voi, che ci vieni a fare a scuola?"
Il viso di porcellana non variò espressione mentre le labbra si muovevano appena "Lei crede che se potessi, mi troverei qui?" ovvietà, pura ovvietà nella completa mancanza di colore e interesse, di quel si voglia inflessione.
 
Lo spirito privato di ciò che più desidera appassisce
Diventando un pallido spettro di ciò che era,
La fredda sete di bisogno ti divora
Rendendoti grigia noia quello che hai intorno.[3]
 
Quella ragazza faceva quasi paura, era un genio, eppure un genio autodistruttivo e insoddisfatto, che viveva di un'arte grandiosa ma capricciosa, che la rendeva vuota e troppo piena.
"E dove vorresti essere? Sentiamo!" non si stancava, tornava all'attacco, senza capire, sembrando una mosca contro il vetro. Eppure anche la ragazza vide il suo colore farsi cinereo alla sua risposta, come se il sangue fosse diventato ghiaccio.

 
   

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Che cosa dice l’autrice: Bene… la decisione di pubblicare questa fic è stata molto difficile perché molto personale. È una sorta di riflessione che ho elaborato con il tempo, amando molto Naruto ed essendo intenzionata a fare psicologia, forse mi sono un po’ troppo lasciata trascinare dall’analisi psicologica dei personaggi. Arrivando a elaborare una psicologia che forse non hanno davvero. Ho fatto il cosplay di Deidara, è il mio cos play meglio riuscito e quello in cui mi rivedo maggiormente, viste le varie teorie che ho elaborato circa la scelta della sua arte. Magari proverò a spiegarle nella prossima fic di questa serie, quando mi sentirò di pubblicare qualcosa di più personale sulla mia vita.
Grazie per aver letto fino a qui.
 
Lucrezia
 
[1] Stiamo parlando del romanticismo, periodo artistico che rivoluziona i canoni del neoclassicismo e dell’illuminismo proponendo un modello completamente basato sulle emozioni e sui sentimenti.
[2] Non dite niente circa il mio cognome, non l’ho preso da nessuno, è originale.
[3] Non è esattamente una citazione, ricordavo di aver letto una poesia con lo stesso concetto, ma non ricordandone testo o titolo l’ho reinventata. Nello specifico qui si riferisce, credo sia meglio spiegarlo, al fatto che la ragazza avrebbe preferito una scelta diversa (siamo nel laboratorio di disegno tecnico di un liceo scientifico informatico, lei avrebbe desiderato trovarsi in un liceo artistico), il fatto di essere lì la rende indifferente e annoiata, piena di emozioni contrastanti, ma comunque vuota.
[4] Ammirare i fiori dalla parte delle radici: molto in breve essere sepolta, quindi essere morta. Sempre per rimanere sul concetto di arte autodistruttiva, che vede o se stessa o l’annullamento completo, per questo motivo l’ho definita capricciosa. Il significato della frase all’interno della fiction si riferisce a: preferirei essere morta che trovarmi qui.
  
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