Libri > Shadowhunters
Segui la storia  |       
Autore: Marlowe    25/10/2014    3 recensioni
Dopo la battaglia ad Idris, Clary si risveglia in una cella buia e fredda. Non sa chi l'ha portata lì, né il perché. L'unica cosa che sa è che Jace è morto. Più tardi scoprirà che il suo carceriere è Jonathan, suo fratello. Il ragazzo è deciso a farsi amare da lei a costo di utilizzare trucchi e inganni.
Genere: Azione, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Clarissa, Sebastian / Jonathan Christopher Morgenstern
Note: What if? | Avvertimenti: Incest
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

CAPITOLO 16


 

JONATHAN


 

- Bene sorellina … ora sei mia!
Da quanto tempo aspettavo questo momento? Da un’eternità! Mi ero imposto calma, di fare le cose per bene e di avere pazienza. Avevo cercato di trattenermi in ogni modo ma quando era Clary a volerlo non potevo di certo frenarmi. Aveva risvegliato il mio istinto animale e non vedevo l’ora di farle assaggiare tutta la passione che avevo in serbo per lei. Studiai le espressioni del suo viso, per cercare anche un solo momento di tensione o di pentimento, invece quello che vidi furono i suoi occhi verdi scuriti dal desiderio e le labbra gonfie per tutti i baci che le avevo dato. Con la bocca iniziai a baciarle il collo e mi soffermavo a succhiare alcuni tratti di pelle in modo da marchiarla, dovevano sapere tutti che era mia. Scesi pian piano sul seno, che presi a torturare delicatamente mentre mia sorella iniziava a gemere. Le sue piccole mani mi artigliavano la schiena per portarmi più vicino a lei, fra un attimo sarei entrato talmente in profondità dentro di lei da rimanerne più che soddisfatta.
Portai una mano fra le sue gambe e con piacere mi accorsi di quanto fosse bagnata, era più che pronta per me.
Alzai il viso dal suo seno e pian piano scesi vicino alla sua femminilità, il bisogno di averla era forte ma volevo torturarla un po’ prima di darle quello che voleva, così imparava a fare la ritrosa per troppo tempo.
Le aprii le gambe e mi chinai fra di esse.
- Jonathan che stai … oddio
Presi a baciarla e a leccarla, senza darle il tempo di finire la frase. Era un’esperienza nuova per lei e da come mi stringeva la testa doveva piacerle molto. Era quasi sul punto di venire così ma non volevo dargliela vinta. Mi alzai suscitando un suo gemito di disappunto e le aprii le gambe ancora di più per farmi spazio. Presi a far entrare il mio membro con deliberata lentezza, uno strazio per entrambi. Entravo di poco e uscivo lentamente fino a quando quel ritmo non iniziò a diventare insostenibile. Clary urlava per la frustrazione e le sue mani mi afferravano i fianchi per portarmi più profondamente dentro di lei. La penetrai fino in fondo e iniziai a muovermi con spinte frenetiche, le sue gambe si allacciarono ai miei fianchi e seguì il mio ritmo fino a raggiungere entrambi il piacere.
Mi riversai dentro di lei e rimasi un attimo fermo per riprendere fiato. Lei ansimava e aveva ancora i fremiti per l’orgasmo, mi chinai a baciarla, era troppo bella per poter resistere.
Uscii delicatamente da lei sdraiandomi sul letto e portandomela addosso. Si accoccolò sulla mia spalla, una mano sul mio cuore.
Come mi sentivo? Esausto, appagato e soprattutto felice da morire.
Questa volta era soddisfazione pura la mia. Non era andata a letto con Jace ma con me e lei l’avevo voluto, per non dire preteso.
La guardai mentre si rilassava sul mio petto, la mia mano le accarezzava una spalla.
- Sei pentita?
Alzò leggermente il viso da potermi guardare negli occhi.
- No.
- Sono contento.
Si tirò su leggermente da me.
- Davvero? Pensavi che dopo tutto questo avrei di nuovo fatto i capricci? Avrei rinnegato quello che c’è appena stato fra di noi?
Chi? Io? Ma figuriamoci, non mi era nemmeno venuto in mente una cosa del genere … negli ultimi cinque secondi!
- Sinceramente, e non prendertela a male, non so cosa pensare quando si parla di te. Prima non mi vuoi e ora invece sì, non che mi lamenti sia chiaro. Mi piace il modo in cui si è evoluto il nostro rapporto.
- Vuoi dire che ti piace avermi nuda e disponibile nel tuo letto?
- Anche, ma è cambiato anche il modo in cui mi tratti. Prima eri sprezzante verso di me, invece ora sembro piacerti, e non intendo solo fisicamente, so di essere irresistibile in quel senso.
Ridacchiò allegra, lentamente si spostò per mettersi a cavalcioni su di me dandomi una più che meravigliosa visuale del suo corpo. Si abbassò per baciarmi mentre quelle sue dannate manine iniziarono a esplorarmi e il piccolo Jon tornò a svegliarsi prepotentemente.
- Clary!
Mi guardò con un finto sguardo ingenuo.
- Cosa fratellino? Ti sto solo accarezzando, dimostro quanto tu sia irresistibile no? Ma  a quanto pare anche io lo sono per te vero?
- E dove sarebbe la novità?
Le afferrai con prepotenza il viso per baciarla …





Sebastian aveva ragione, cosa che non gli dirò mai e che ovviamente non dovrà mai venire a sapere, ma fare l’amore con Clary mi rendeva davvero di buon umore. Ero appagato e felice e anche la mia cara sorellina era soddisfatta della nottata appena trascorsa. Non le avevo dato tregua nemmeno per un attimo, l’avevo presa nel letto,  nella doccia ( cosa che desideravo fare da tempo), contro il muro. Ero venuto talmente tante volte dentro di lei che se non fosse stata già incinta sicuramente lo sarebbe stata ora.
L’avevo lasciata dormire ancora mentre io ero sceso a fare colazione. Il mio migliore amico era seduto a tavola e come suo solito si stava ingozzando di cibo.
Quando mi vide si mise a ridere.
- Nottata interessante amico? Ti vedo felice, evento raro e speriamo ripetibile.
- Sono felice.
- Quindi ora vi posso definire una coppia?
Bella domanda, fosse per me poteva chiamarci anche marito e moglie, bisognava vedere cosa ne pensava la mia cara sorellina.
- Non lo so. Stanotte mi ha fatto capire chiaramente che le piaccio, ma da qui a definirci una coppia il passo è lungo.
- E ora dov’è?
- Sta ancora dormendo, ho preferito lasciarla dormire un po’.
- Tenero lui! Mi stai diventando un orsacchiottone coccoloso.
- Ehi!
- Dai che scherzo! Sono contento per te. Almeno ora la pianterai di minacciare di morte gente a caso per la tua frustrazione.
- Non ero frustrato!
- Certo che no! Avevi solo una supposta infilata dove dico io che ti causava molta irritabilità.
Che idiota, come facevo a sopportarlo tutti i giorni?
- A volte mi domando come abbiamo fatto a diventare amici io e te.
- L’hai detto tu stesso, ti ho preso per esasperazione. Comunque, ora come procediamo? Mentre tu ti sollazzavi allegramente ieri sera, io, ragazzo serio e diligente, ho contattato alcuni dei nostri alleati e da ora in avanti la zona è pattugliata giorno e notte.
Diligente potrà anche essere ma serio?
- Ottimo. Notizie da Idris?
- Le nostre spie hanno confermato quello che ci ha già detto Magnus Bane. C’è una taglia sulla tua testa e sul bambino di Clary. Però non sono ancora dove siamo e questo ci da un vantaggio nei loro confronti.
Annuii, io sapevo dov’erano loro ma loro non sapevo dov’ero io. Potevo distruggerli in qualunque momento. Magari agire quando meno se lo aspettavano e iniziare a eliminare una alla volta i componenti del Conclave. Li avrei messi in allarme e soprattutto sarebbero stati troppo concentrati a salvare la loro vita piuttosto che attentare a quella di mio figlio. Era un’opzione da valutare attentamente.
Esposi il mio piano a Sebastian che concordò con me, dovevo indebolire il loro cerchio di potere, avrei minato tutte le loro sicurezze e avrei lasciato mia madre per ultima. Doveva soffrire e implorare perdono a me e a Clary, poi l’avrei uccisa e data in pasto a qualche demone.



 


CLARY



DUE MESI DOPO

 

Non mi piaceva nemmeno un po’ l’idea di usare un portale, mi dava la nausea anche ora che ero al quarto mese di gravidanza. Jonathan insisteva nel dire che era il mezzo più facile e sicuro per viaggiare, tanto non era lui che passava le ore in bagno ( in realtà si perché era vanesio da morire) a vomitare. Mi guardai allo specchio per la ventesima volta. Il vestitino giallo che indossavo metteva in evidenza la mia pancia. Non era ancora molto grossa ma adesso si vedeva chiaramente, passavo le ore davanti allo specchio per vedermi di profilo, mi piaceva molto l’immagine riflessa. In questi due mesi mi ero dedicata a conoscere meglio Jonathan. Passavo con lui la maggior parte del tempo e lui era contento di questo. Lo guardavo allenarsi, litigare con Sebastian (almeno quattro volte al giorno e per delle stupidaggini, come l’utilizzo improprio del dentifricio altrui), gestire la casa. Avevo scoperto un suo lato scherzoso e giocherellone che il suo amico giurava non possedesse prima di conoscermi. Ogni notte la passavamo ad amarci e mi vergognavo a dirlo ma aspettavo con ansia quei momenti durante la giornata. La gravidanza poi mi sbalzava tutti gli ormoni e capitava spesso di “rapirlo” durante qualche allenamento per rinchiuderlo in qualche stanza a fare l’amore con lui. Mi piaceva la sua irruenza e il modo in cui mi toccava mi mandava completamente in visibilio. Stavo forse diventando ninfomane? Mi si era gonfiato il seno e quello sciagurato di un biondo da strapazzo lo adorava, diceva che se non ero soddisfatta della taglia che avevo prima si sarebbe sacrificato volentieri per mettermi spesso incinta, ma era normale? Dovevo passare la vita con il pancione? Per quanto fosse piacevole l’atto in se non mi pareva una motivazione sufficiente quella di partorire per avere le tette grandi!
Oltre ad avere Jonathan sempre disponibile era anche divertente avere Sebastian come schiavo personale. Ogni minima cosa desiderassi la mandavo a prendere. Gelati, cioccolatini, pizze strane, ero diventata il suo più grande incubo. Soprattutto quando l’avevo buttato giù alle quattro del mattino per una granita al melone. Non potevo di certo svegliare mio fratello per una sciocchezza simile no?
Se osava opporsi minacciavo di tagliarli tutti i vestiti e l’avevo già fatto con tre delle sue preziose camicie d’alta sartoria. Mi sentivo in colpa? No di certo. Mi godevo questo momento? Ovvio che sì.
Quando mai ti ricapita di essere servita e riverita in questo modo? Da due bei ragazzi poi?
Ero la regina incontrastata della casa e nessuno osava contraddirmi, sembravo una versione terrificante e incinta di Gozzilla e questo mi divertiva non poco.
Guardai un’ultima volta la mia immagine riflessa nello specchio e scesi in salotto dove Jonathan mi aspettava.
Aveva insistito fin da subito nel farmi fare visite di controllo. Nessun fratello Silente, in questo ero stata irremovibile e lui non voleva avere quei tizi intorno, provava un po’ di soggezione verso di loro.
Avevo trovato una dottoressa molto gentile, Amelia Tylor, superava abbondantemente la quarantina di anni ( onde evitare che potesse portarmi via Jonathan … si lo so, sono diventata parecchio possessiva) e non era un uomo dato che mio fratello aveva proibito a qualsiasi essere di genere maschile di guardarmi dove era di sua proprietà ( e la gelosa sarei io eh?).
La Dottoressa era molto competente e professionale, si era stupita un po’ per via della nostra giovane età ma non aveva fatto altre domande. Jonathan voleva sempre presenziare alle visite e questo mi faceva piacere.
Oggi ne avevo una ed entrambi eravamo pronti per sapere se c’erano novità o problemi.
- Pronta?
Annuii con il capo e attraversammo il portale che ci portò direttamente fuori dallo studio medico. A saperlo mesi fa non mi sarei mai avventurata in quella foresta!
Entrammo e come al solito la sala d’attesa era gremita.
Ci sedemmo su due sedie aspettando di essere chiamati. Ovunque mi girassi vedevo donne con il pancione. Alcune erano accompagnate da mariti, fidanzati o madri.
Una di loro iniziò a fissarci e io detestavo quel genere di persone.
- Che bella coppia che siete.
- Grazie signora.
Non dare confidenza Jonathan! Papà Valentine non ti ha mai spiegato che non si parla con gli estranei?
- Siete molto giovani, è il vostro primo figlio?
Scusa, hai appena detto che siamo giovani, secondo te quando li avrei dovuti fare altri figli? Quando andavo all’asilo?
- Sì signora è il primo.
- Oh che bello vero? La mia Caroline – e diede un buffetto sul ginocchio della figlia – è in attesa del secondo non è meraviglioso?
Ma te lo abbiamo per caso chiesto? La povera figlia mi sorrise come a scusarsi dell’invadenza della madre, poi pensai che alla mia di me non importava niente e mi sentii quasi invidiosa.
- Auguri allora. Io e Clary vogliamo una famiglia numerosa.
Davvero? L’hai per caso chiesto a Clary se le va di partorire più volte?
La vecchia rise.
- Fai bene cara! Sfrutta più che puoi questo bel giovanotto! Dateci dentro finché potete. Vedrai che partorire non è questo granché. Io e mio marito ai nostri tempi ci davamo dentro come conigli e abbiamo avuto solo Caroline purtroppo.
- Mamma ma che dici?
La capivo perfettamente! Che accidenti stava raccontando questa squinternata? E Jonathan se la rideva pure.
- Non si preoccupi signora, io e Clary abbiamo una vita sessuale molto attiva, pensi che non riesce a staccarsi da me nemmeno per un istante.
Giuro che lo elimino, piuttosto faccio la ragazza madre, ma sono cose da dire a dei perfetti sconosciuti?
- La capisco caro, sembri proprio un vero stallone!
Oddio! Se esiste davvero qualche divinità a questo mondo uccidetemi! O meglio uccidete lei e rendete muto Jonathan.
- Grazie signora!
Diedi una gomitata nello stomaco a mio fratello e lui mi guardò come se davvero non capisse il motivo per cui l’avevo colpito.
- Qualcosa non va Clary?
Non feci in tempo a riempirlo di epiteti poco simpatici che l’infermiera della dottoressa ci venne a chiamare. Sia lodato babbo natale!
Lo studio della dottoressa Tyler era molto spazioso e luminoso. Mi fece accomodare sul lettino e prese a fare i soliti esami di routine. All’inizio non volevo saperne di farmi controllare, ero abbastanza in imbarazzo per queste cose. Un estraneo che ti guarda … lì non è esattamente il genere di cose che preferisco. Jonathan poi la guardava come se dovesse ucciderla da un momento all’altro. Se facevo una smorfia lui subito pensava al peggio e a volte diventava abbastanza apprensivo.
La visita fu breve e senza alcun problema, il bambino cresceva sano e dopo la prescrizione per le vitamine da prendere uscimmo dallo studio, e per fortuna la vecchietta invadente non c’era più, non avrei sopportato un secondo round.
Jonathan voleva tornare subito a casa ma io volevo fare un giro per negozi. Ovviamente vinse il prepotente.
- Non possiamo stare troppo qui sorellina, qualcuno potrebbe riconoscerci lo sai.
Ma io volevo fare un giro per negozi! Passare tutta la giornata alla villa mi deprimeva, mi sentivo in prigione anche se ero libera di fare quello che volevo. Mi mancavano Luke, Simon e Magnus. Non avevo più loro notizie da due mesi e iniziavo a preoccuparmi.
Jonathan aprì un portale e arrivammo a casa immediatamente. Ad accoglierci c’era Sebastian. Sollevai un sopracciglio quando vidi la bandana che aveva in testa, la camicia a quadretti e i jeans strappati.
- Stai andando a un rodeo?
- No perché?
- Per come sei vestito, ti mancano solo gli stivali in pelle e sei perfetto.
- Stavo pulendo gli armadi, gli acari uccidono i miei poveri vestiti.
Quindi era la sua tenuta da cenerentola? Mi domandavo come si conciasse durante le pulizie di primavera.
- Allora come sta il mio nipotino?
- Sta bene e questo mi riporta a una questione lasciata in sospeso.
Mi girai verso Jonathan e lo fulminai con gli occhi.
- Che accidenti ti viene in mente di dire a quella vecchia i fatti nostri?
- Perché? Era simpatica.
- No che non lo era! Non voglio che la gente sappia quante volte io e te facciamo sesso. Se permetti sono affari nostri.
- Quanto la fai lunga, era giusto per fare due chiacchiere e per non annoiarmi.
- La prossima volta portati un libro o un giornale di cruciverba se non ti vuoi annoiare o giuro che andrai in bianco fino al parto e anche dopo!
- Guarda che ci soffriresti anche tu sai? Non sono io che vengo a rapirti durante il giorno per godere di questo fisico magnifico.
Afferrai un cuscino dal divano più vicino e lo lanciai direttamente su quella faccia bella e arrogante, non lo evitò nemmeno, si mise semplicemente a ridere. Anche Sebastian si godette la scena.
Stufa di essere presa in giro mi diressi verso lo studio di Jonathan, il giorno prima avevo lasciato lì il mio blocco dei disegni e volevo riprenderlo. Aprii la porta e lo cercai con lo sguardo, era appoggiato su uno scaffale della libreria. Lo presi e feci per uscire quando urtai la scrivania e feci cadere tutti i fogli. Da quando ero incinta il mio equilibrio era peggiorato ulteriormente. Raccolsi i fogli e le penne che per la mia goffaggine erano finiti per terra e ringraziai che la pancia non fosse ancora così grossa da impedirmi certi movimenti.
Un foglio attirò la mia attenzione, quella scrittura sottile ed elegante la conoscevo benissimo. Lessi con attenzione il contenuto e per poco non svenni. Mi mancava il fiato e vedevo la stanza ondeggiare, con fatica uscii dallo studio e tornai in salotto, guardai Jonathan e Sebastian che ancora ridevano finchè non si accorsero della mia presenza.
- Clary cos’hai? Sei pallida. Perché non ti siedi un attimo?
Gli schiaffai il foglio sul petto e lo guardai con rabbia.
- Questo che accidenti significa?


 


ANGOLINO DI MARLOWE

 

Salve a tutti! Santo cielo che settimana stressante! Mi hanno spremuta come un limone a lavoro. Sono anche riuscita a finire il capitolo ma non mi sembra esattamente questo granché. Comunque finalmente Jonathan e Clary fanno della sana attività fisica e non c’è più un dispendio enorme di acqua fredda. Ho fatto un salto temporale, non farò mese per mese altrimenti la storia mi diventa troppo lunga e dato che so come sono fatta (male) ho deciso di saltare un po’ altrimenti mi annoio e non vado più avanti.
Clary ha trovato una lettera, quella lettera. Che farà? Nel prossimo si scoprirà qualcosina sul baby Jonathan e rido già al pensiero.
Kiss
Mar

  
Leggi le 3 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Shadowhunters / Vai alla pagina dell'autore: Marlowe