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Autore: mirandas    25/10/2014    8 recensioni
"Beh, Beatrice mi ha detto, che Lucia le ha detto che la Madonna le ha detto di dirle mentre era con Rachele…sì, insomma, mi manda Beatrice!" (Estratto dal capitolo 2)
Chi, leggendo la Divina Commedia, non ha mai pensato che gli svenimenti del nostro amato fiorentino fossero leggermente fittizzi? Per Dante, Beatrice passa in secondo piano di fronte alla fascinosa guida, anche se ci vorrà un po' di tempo: esattamente la durata di un periglioso tour fra inferno, purgatorio e paradiso. Buona lettura a tutti!
Genere: Comico, Parodia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Dante Alighieri, Un po' tutti, Virgilio
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Salve a tutti, sono una scrittrice che non rispetta le consegne T_T Perdono T____________T Cercherò di non farvi aspettare più così tanto ma temo che i tempi di attesa potranno variare dall'una alle due settimane. Purtroppo ho l'esame di stato quest'anno e sono un po' impegnata, lo stesso vale per I. . D. invece non ha nulla da fare (:P) ma non può correggere il canto se non lo scrivo xD. Ok, basta con le scuse e passiamo al canto! Spero che il Purgatorio non vi deluda, cercheremo di renderlo interessante come l'Inferno.
Buona lettura!
 
Canto II
 
Virgilio
 
L’alba si sta avvicinando nelle Isole del Purgatorio...le mie Isole Beate. Le guance di Dante, prima bianche e rosse, assumono un’allegra tonalità d’arancio sotto la carezza incerta del sole nascente. Una visione buffa e dolce al tempo stesso, aggettivi che solitamente nessuno assocerebbe a un poeta trentenne dal naso aquilino ma, beh, io sono di parte visto che stavamo ufficialmente insieme…

Mi sento come un adolescente alla sua prima cotta. Sono al settimo cerch...ehm...cielo e non riesco a trovare un solo difetto al mio Dantuccio…

I soprannomi osceni però no, Viriglio!

Zitta, vocina!

Come scusa? Zitta a me non lo dici, caro! Chi ti ha aiutato a sbrogliarti da quella situazione? IO. Chi ti ha fatto trovare le palle per dichiararti? IO. Quindi dovresti ringraziarmi in ginocchio e pregarmi di continuare a darti consigli!

Uffa! E va bene…grazie.

Come scusa? Credo di non aver sentito bene…

Non lo ripeterò un’altra volta.

Sai sempre come rovinare il mio divertimento, Virgy.

Non chiamarmi “Virgy”!

Come vuoi…Virgy.

Sospirai pesantemente, risparmiandomi la fatica di rispondere. Dopotutto, la mia vocina ed io eravamo la stessa persona, non aveva senso prendersela con lei.

In quel momento ci trovavamo vicino al mare e l’alba stava creando un magnifico gioco di luci sulla superficie delle acque salate. Proprio mentre eravamo imbambolati a fissare quello spettacolo, stringendoci teneramente, vedemmo all’improvviso spuntare una luce abbagliante ad altissima velocità dall’orizzonte marino.

Dante spalancò gli occhi per la sorpresa e volse la testa verso di me per domandarmi spiegazioni, ma la luce tornò immediatamente, più abbagliante di prima. Nella figura voltante si potevano distinguere delle chiazze di luce più estese ai lati. Ovviamente io già sapevo che cosa fosse quella strana creatura, ma me ne stetti in silenzio per godermi la reazione del fiorentino. Anche se adesso stavamo insieme non voleva dire che mi dovessi privare di questi piccoli divertimenti.

Quando riuscii a distinguere chiaramente il fratello figo di Caronte, feci inchinare bruscamente Dante, calcandogli la mano sulla testa e spingendolo in basso. “Inginocchiati, presto!” gli intimai sottovoce.

“Questo è un diavolo di angelo del Signore.”

“Non sembri molto rassicurato dal fatto che sia un angelo, maestro.” Osservò prontamente il mio protetto.

“Tu ora non preoccuparti inutilmente e stai inginocchiato. E non toccargli le ali. Non farlo per nessuna ragione al mondo.”

“…perché?”

Sbuffai, frustrato. Perché per una volta non si limitava a starsene zitto e buono?

Perché altrimenti non sarebbe il tuo fiorentino curioso. Mi rispose la vocina.

“Mettiamola così: tu come reagiresti se ti toccassi il sedere senza un buon motivo?”

Dante arrossì dalla fronte in giù. “Non penso ci sia un buon motivo per farlo!”

“Lo vedremo, lo vedremo. Ora rispondi alla domanda, però.”

“…sarei ...imbarazzato?”

“E basta?” lo provocai.

Quanto adoravo mettere in difficoltà il fiorentino! “E arrabbiato. Probabilmente ti darei un calcio nei gioielli di famiglia! Contento?”

"Beh, se mi ci dessi un calcio mica tanto...comunque, questa è la reazione che avresti da un angelo se gli toccassi le ali.”

Per un attimo temetti che gli occhi del mio protetto gli sarebbero usciti dalle orbite. “Ma…ma…ma vuoi dire che le ali per loro sono come il sedere per noi?! chechifo!”

Mi portai le mani al volto. Quanta pazienza ci voleva con Dante! “Senti, intendo solo dire che per loro è una zona molto delicata e intima e che non gli piace essere toccati lì. Hai capito? E poi scusa, hai davvero intenzione di toccargli quelle maledette ali? Non hai cinque anni, tieni le mani a posto e basta, no?”

“Va bene, ho capito….non c’era bisogno di scaldarsi tanto…” borbottò offeso.

Non riuscii a trattenere una risata al suo comportamento infantile. A volte era difficile associare il grande poeta di successo che era Dante con quel bambino petulante.

“Ma se proprio non riesci a tenerle a posto…” gli sussurrai, così, per il gusto di farlo arrossire ancora di più e divertirmi un po’. Inutile dire che ci riuscii.

Nel frattempo, l’angelo si era avvicinato a noi a tal punto che la sua sola vista ci divenne insopportabile, come quando il compagno di classe simpatico ti riflette in faccia il sole con uno specchietto. Scese dalla barca che aveva portato fino a riva, anche se definirla barca era riduttivo. Quello era uno yacht di lusso provvisto di piscina.

Ed ora come lo spiego al fiorentino che cos’è uno yacht?

L’angelo stava a poppa, al timone, con indosso un cappello degno di capitan Findus. La schiena era ritta in un atteggiamento fiero.  Sullo lo yacht erano sedute svariate anime, alcune stavano prendendo il sole su delle sdraio, altre erano all’interno e salutavano dai finestrini.

Tutti insieme, però, stavano cantando “My heart will go on”. Molte coppie di anime stavano addirittura recitando la scena del film sulle ringhiere dello yacht (le gomitate per prendere il posto sulla prua offrivano uno spettacolo piuttosto comico). Era un peccato che Dante non potesse capire nulla di tutto questo, visto che veniva dal 1200 e non aveva l’abilità di vedere nel futuro come noi anime. Il fiorentino era ancora inchinato a terra e osservava la scena a bocca spalancata.  Veramente, quando fosse tornato nel mondo terreno avrebbe fatto molta difficoltà a riadattarsi alla vita di tutti i giorni.

Perché presto dovrà tornare e mi lascerà da solo…

Fui riportato alla realtà dal fischio del clacson della barca e dall’urlo che seguì dell’angelo nocchiero.

“Ok, forza gente, tutti a terra!” Fece un veloce segno della croce su di loro e suonò di nuovo il clacson.

Le anime si affrettarono ad eseguire l’ordine e si gettarono sulla spiaggia. Il conducente dello yacht non ci degnò neppure di uno sguardo; se ne andò così velocemente come era venuto.

La folla di anime sulla spiaggia si guardava intorno con aria smarrita, senza avere una chiara idea di cosa dovessero fare.

Un’anima di chiara origine cinese si avvicinò a noi per chiederci indicazioni. “Scusate, sapele dov’è via pel il monte?”

“Senti amico, noi non siamo pratici del luogo, siamo turisti come voi e siamo arrivati qui per una strada ben più difficoltosa della vostra.” Gli risposi malamente. Dire che mi era scocciato vedere arrivare quelle anime su uno yacht di lusso era un eufemismo bello e buono! Perché a noi toccava sempre la strada più dura?

Mi ricordai in quel momento del povero Dante, ancora inginocchiato a terra, e lo aiutai a rialzarsi. Un volta in piedi, le altre anime si accorsero che il mio protetto era ancora vivo e per lo stupore diventarono pallide. Rimasero a fissarlo a bocca aperta. Solo una di esse non si fece scrupoli e si lanciò in avanti, abbracciando il MIO Dante.

Con mio grande stupore e rabbia, il fiorentino ricambiò la stretta con trasporto. Devo ammettere che provai una fitta di gelosia. Quando l’anima provò a districarsi dall’abbraccio, Dante lo seguì per guardarlo bene in viso, ma l’altro lo fece desistere in fretta.

L’anima parve comprendere la confusione sul volto di Dante con un solo sguardo perché gli sorrise. “Dante, amico mio! Quanto sono felice di rivederti! L’affetto che provavo per te non è per niente diminuito da quando ci siamo separati nel mondo terreno. Ma dimmi, che ci fai tu qui?!”

Digrignai i denti. Ma chi cavolo era questo?

“Casella, amico mio, sono qui in missione per conto di Dio. E indovina chi è la mia guida? Nientepopòdimenoche Virgilio! Il Marone in persona!!!” Esclamò con vocina stridula da fangirl. “Ma spiegami una cosa: tu perché sei arrivato qui solo ora? È già da un po’ che sei venuto a mancare!”

“Vedo che sei sempre curioso come una zitella, vecchio mio! Per quanto riguarda la tua domanda…ti dico solo che è stato un vero inferno riuscire ad arrivare qui! Non hai idea delle code che ho dovuto fare e dei biglietti che ho dovuto pagare! E poi capitan Findus è molto selettivo, prende solo chi vuole dicendo che ‘l’ha detto Dio e quindi deve essere fatto così’! Bah!”

Aaaah, LUI ha passato l' inferno....pfui

Dante lo guardò con aria confusa. “Capitan Findus?” mi sussurrò.

“Roba del futuro.” Gli mormorai all’orecchio.

Il fiorentino mi rispose con un sorriso grato.

L’anima però l’aveva sentito e si affrettò a spiegare. “Sì, lo chiamiamo così per spregio perché ci ha fatto aspettare un mucchio di tempo prima di trasportarci su questo lato della spiaggia. Ora sta tornando indietro a prendere le altre anime che deve portare al Purgatorio.”

Pregai che i due avessero finito di parlare, così da poterci muovere e cominciare a scalare il monte, invece Dante doveva ancora spettegolare col suo amichetto Cancello.. Passaggio a Livello o come si chiama…

Qualcuno è gelosoooooo.

Zitta. Dico sul serio.

ok…

“Ehi, Casella, ti ricordi quella canzone che mi cantavi sempre quando ero nervoso prima di un esame? Non è che potresti cantarmela per un’ultima volta?”

L’anima, allora, cominciò a cantare “Amor che ne la mente mi ragiona” con voce soave. Rimasi stupefatto dalle sue abilità canore e mentre ascoltavo il brano capii di essere stato uno sciocco ad essere geloso di lui.

Le anime lì riunite parevano in estasi e lo stesso valeva anche per Dante e per me. Ma quel momento di idillio venne interrotto dalla voce brusca del mio vecchio amico brontolone, a.k.a. Catone.

“Alloraaaaa? Lo muovete quel culo? Lo sapevo che sostituire la barca con lo yacht avrebbe portato a questo! Ma no! I giovani angeli vogliono le ultime novità e non rispettano le tradizioni! Puah! E voi cosa fate ancora lì? Forza! Su! Bei miei tempi, bei miei tempi....eh, l'ho sempre detto che il mos maiorum va rispettato, ma nooooo, bisogna innovarsi e bla bla bla...”

Detto fatto, tutte le persone lì riunite, compresi noi due, si diressero verso il pendio.
  
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