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Autore: Queen_Nami    18/10/2008    1 recensioni
Nami Usop e Robin, abitanti della città di koto decidono di fare una vacanza. Nell'estate che li attende, incontreranno altri amici? e magari, nasceranno storie d'amore? leggete e scoprirete! stora ambientata nella nostra epoca!
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ore 5 di mattina.

La città di Koto era completamente isolata, a momenti sembrava che fosse stata abbandonata da tutti i cittadini. Nessun rumore, perfino il vento era assente. Era come se il tempo si fosse fermato.

Solo che qualcosa disturbava quella quiete… dei passi, dei passi veloci si udivano provenire da una delle stradine che portavano alle ville della periferia;

un ragazzo molto magro, un po’ altino e dai capelli ricci che gli sfioravano le spalle a malapena, stava correndo più tosto velocemente trascinandosi dietro un trolley e una piccola sacca dov’era solito mettere il suo materiale per esperimenti, essendo un grande inventore.

La cosa più curiosa di questo soggetto era il suo strano naso lungo, forse diventato così per il semplice fatto che il ragazzo diceva molte bugie, mentiva anche a se stesso.

Per questa sua caratteristica era molto famoso nella cittadina, e le poche volte che non mentiva, difficilmente veniva creduto: questo era lo svantaggio più grosso nel dire le bugie; ma d’altronde non poteva farne a meno, faceva parte della sua natura.

Improvvisamente svoltò a destra introducendosi in una stretta via, sempre alla stessa velocità. Teneva un orologio al polso e lo guardava frequentemente. Erano passati ormai 40 minuti da quando era partito dalla sua piccola casa dove viveva da solo, da quando i genitori erano morti. I primi tempi era stato difficile, certo, ma man mano si era abituato alla mancanza dei familiari. Aveva vicino delle persone su cui poteva contare in qualsiasi momento: esse venivano considerate da lui come una seconda famiglia, la famiglia di cui era stato privato dal crudele ed imprevedibile destino.

Dopo qualche istante sembrò rallentare, fino a fermarsi davanti a uno dei grandi cancelli delle ville. Era sfinito e si lasciò cadere a terra per qualche secondo per riprendere fiato. Si rialzò con notevole sforzo; in fondo era comprensibile una simile stanchezza dopo aver corso 40 minuti in più a quest’ora del mattino e per giunta senza aver dormito la notte…

Prese dalla sua sacca un mazzo di chiavi, e tra tutte queste ne prese una grande e d’argento in modo da aprire il grande cancello. Appena entrato poggiò la sacca ed il trolley dietro un cespuglio, e si rimise a correre percorrendo la stradina un po’ ripida che portava all’entrata principale della villa.

Non curante dei cinguettii mattutini dei passerotti, e della notte che stava per cedere il posto al sole cocente, offrendo uno dei più belli spettacoli della natura, aprì la porta con cautela e allo stesso modo la chiuse. Si tolse le scarpe per non fare rumore, e si diresse immediatamente al secondo piano; pur non essendo la sua, conosceva perfettamente la grande villa. Sapeva orientarsi benissimo, conosceva anche il più piccolo angolino, forse meglio dei proprietari.

Se fosse stato un ladro, la sua rapina sarebbe riuscita perfettamente vista la sua capacità di essere silenzioso ma veloce.

Ormai arrivato all’ultimo piano, finalmente giunse a destinazione. Era davanti a una porta color panna con alcuni cartelli minacciosi appesi, ad esempio : se entri ti spacco. Oppure : sono armata.

Lui non ebbe alcun timore di essi e poggiò la mano sulla maniglia con l’intenzione di aprire la porta. Scricchiolò un po’ aprendosi, infatti non la spalancò completamente, piuttosto che fare rumore preferì passare lateralmente.

Entrato nella stanza si girò intorno. Guardò il letto, la scrivania.. ma non trovò quello che stava cercando. Alla fine della stanzetta c’era un'altra piccola porta. Si diresse deciso, l’aprì e trattenne un urlo.

Poi si mise a riflettere e si calmò guardando di sottecchi la vasca da bagno piena d’acqua.

Dentro c’era una donna. Una donna molto bella: magra, lineamenti perfetti, forme ben definite e infine capelli corti lisci e arancioni come i mandarini. Se si aveva l’occasione di odorarli si sentiva perfino la fragranza. Ma il ragazzo non fu colpito da tutti questi particolari, ma dal fatto che essa dormiva beatamente fra la schiuma. Chissà da quanto tempo poi…?

Le si avvicinò e cominciò a scuoterla seccato chiamando il suo nome.

- Namiiii!! Nami ti vuoi svegliare? Non dirmi che sei qui dentro da ieri sera! Guarda, ti è diventata tutta la pelle rugosa!

A “ pelle rugosa” decise di aprire gli occhi anche se contro voglia. Ci mise un po’ per mettere a fuoco la situazione, e quando si rese conto, diede un sonoro schiaffo al responsabile che l’aveva svegliata in modo non molto dolce.

- PORCO!

Velocemente prese un asciugamani e se la attorcigliò intorno al corpo uscendo dalla vasca.

Si avvicinò pericolosamente alla sua vittima con l’intenzione di prenderlo a ceffoni, ma fermò il pugno a mezz’aria. Strizzò gli occhi, in quel momento non vedeva nemmeno a un centimetro di distanza per il gran sonno.

- Usop!

- Menomale ti sei svegliata, credevo fossi morta- affermò massaggiandosi il punto dolente.

Eh sì! Era proprio Usop!

La sua migliore amica. Avete letto bene proprio migliore amicA.

Per Nami, Usop lo era. Si conoscevano da sempre, praticamente da quando erano in culla, e si confidavano tutto. Anzi Usop era più di una semplice migliore amica, ma una sorella a tutti gli effetti. Se fosse stato un fratello per lei, non gli avrebbe parlato di molte cose… avrebbe solo litigato o al massimo parlato di qualche scemenza… tutti sanno che tra fratelli e sorelle non c’e un grandissimo rapporto. Invece tra sorelle è diverso, ci si dice tutto, ci si consola… quello che adorava Nami in questo ragazzo era proprio il fatto che le stava sempre vicino. SEMPRE.

La telefonava, l’accompagnava a fare shopping, la consigliava… insomma si comportava come i gay che sono tutti amici delle donne XD però la ragazza sapeva benissimo che Usop non lo era.

Molte volte le aveva detto che era innamorato ( di ragazze eh! ), ma visto il suo bizzarro aspetto non era mai ricambiato. Per questo erano ancora più legati.

Ma il motivo principale era stata la perdita dei genitori di entrambi. Anzi Nami non aveva nemmeno conosciuto i suoi veri genitori, ciò che aveva perso era la madre adottiva a cui era affezionatissima.

L’infanzia fu dura per loro, ma si davano appoggio a vicenda.

Nami si ricompose e abbassò il pugno, restando però sempre in guardia.

- Cosa diavolo ci fai qui a quest’ora? – disse in tono acido, pentendosi per un istante di aver affidato a lui una copia delle chiavi della villa.

Usop si alzò da terra e si ricompose anche lui.

- Sono venuto per chiederti una cosa…

- E c’era bisogno di dirmela a quest’ora? Ti rendi conto di che ore sono? E se era importante potevi anche telefonare! – lo fissò dritto negli occhi per 2 secondi, dopo ricominciò – ma dimmi, dopo la festa di ieri sera, che è finita alle tre passate, tu sei qui? Ma quindi sta notte non hai chiuso occhio!- concluse sorpresa.

- Si esatto, appena sono tornato a casa non sono andato a letto, ma mi sono preparato la valigia, ho telefonato a Robin e dopodiché sono partito per venir….-

- Frena frena frena!!- fu interrotto bruscamente dalla ragazza che non ci stava capendo molto di tutta la faccenda.

- Valigia? Robin? Venir…?

- Venire qui. – continuò Usop.

- Usop, cosa significano quelle parole?- domandò lei confusa.

- Se non lo sai prendi il vocabolario e cerca! – disse lui sarcastico.

- Non cominciare con le tue battute tristi di prima mattina! Sai bene cosa intendo dire!- irritata mise le braccia conserte e lo guardava interrogativamente.

- E va bene… allora… visto che proprio ieri si è concluso il nostro ultimo anno scolastico ( evviva!!!! ^o^ ), io e Robin ci siamo organizzati su come passare tutta l’estate.- si fermò, e prima che Nami potesse replicare qualcosa riprese il discorso - e visto che quest’inverno abbiamo accumulato un po’ di soldi, abbiamo deciso di andare in un villaggio turistico situato sulla crystal coast – concluse con lo sguardo luccicante e pensando alla sua tanto attesa vacanza estiva.

Nami rimase con lo sguardo perso nel vuoto per una frazione di secondo, dopo di che spalancò gli occhi rivolti verso il ragazzo dal naso lungo.

- C-c-crystal…coast??? – ripeté sconvolta.

- Sapevo che rimanevi scioccata!! – affermò Usop entusiasta.

- M-ma tu e Robin siete usciti di testa? Avete qualche problema mentale? Perché non vi fate guardare da qualcuno??? Io lo dico sempre che bisogna farsi controlli ogni sei mesi! Santo dio! – per la notizia ricevuta si mise a girare per tutto il bagno avanti e indietro, fermandosi di tanto in tanto per alzare gli occhi al cielo, mentre Usop la osservava divertito.

- Ma dico io, proprio là dovevate organizzare? Ti rendi conto di quanto costa un alloggio di quelli? Li ti fanno anche pagare per respirare!

- Lo so è molto caro! Ma ne vale la pena, è la nostra ricompensa dopo aver superato con fatica gli anni scolastici del liceo! E poi ti ho spiegato che ho raccolto i soldi quest’inverno…

- E sentiamo, quanto hai?- domandò avvicinandosi.

- Emmh… quindi facendo il conto con quelli che ho in valigia e questi nel portafoglio.. mmm…. Bè dovrei avere circa 500 berry – rispose mostrando un largo sorriso alla ragazza che sembrava sul punto di svenire.

- Cioè, Usop non ho capito bene… vorresti andare alla crystal coast per passare TUTTA l’estate e secondo te ti costa solo 500 berry? Quelli come minimo li vogliono per dormire solo una notte!

- Si ma Robin ha i suoi!

- Ma non ci arrivereste lo stesso Usop! Dove vivi? Nell’olimpo?

- Emm…. Veramente pensavo… che facendo il conto anche con i tuoi soldi…

- Dovrei venire anche io? – domandò con gli occhi quasi colmi di lacrime per la gioia, ma durarono poco: aveva capito l’intenzione dell’amico.

- TU MI VUOI USARE! USI I MIEI SOLDI PER PAGARTI LA TUA VACANZA! – urlò adirata, così forte che la sua voce si udiva anche a 20 kilometri.

- Shhhh Nami fai pianooo – le tappò la bocca con l’intenzione di zittirla, mentre lei si dimenava tutta scalciando come una bestia.

- Non ti voglio usare! Avevo già deciso da febbraio di quest’anno che saresti venuta anche tu! Ho prenotato in anticipo di quasi 4 mesi con la convinzione che presto avrei ottenuto la giusta cifra per una vacanza di tre mesi, ma i miei conti non erano giusti… d’altronde se decidevo di prenotare adesso non avremmo trovato niente di libero! Nemmeno i gabinetti pubblici... Tu sai bene cosa c’e nella crystal coast d’estate! Il bordello mondiale! Tutta la massa dei ricconi del mondo concentrata in un unico villaggio grande un intera isola!

Appena finì di pronunciare quelle frasi, Usop mollò la presa su Nami, visto che aveva smesso di scalciare. La ragazza, dopo aver fissato il nasuto per 8 minuti senza aprire bocca, mentre lui le agitava le mani davanti al viso nel tentativo di svegliarla da quello stato di trance, fece un salto di gioia accompagnato da urletti insensati, mentre abbracciava Usop che poveretto fece cadere a terra facendogli sbattere la testa contro il lavandino.

- Evviva!! Una vacanza sulla costa più bella del mondo!!!!!!!! Evviva!! Usop io ti amo!!! - lo baciò sulla guancia, ma più che un bacio sembrava di avere uno stura lavandini in faccia. Era troppo felice, ancora non ci poteva credere…

- E dimmi Usop, quando dovremo partire?? – chiese prima di correre a farsi la valigia anche se, secondo lei, sarebbero partiti tra giorni o forse anche settimane…

- Mmh.. vediamo- si guardò l’orologio al polso, e con estrema tranquillità continuò – esattamente tra un ora e diciotto minuti.

- C-c-os….?- la ragazza non riuscì nemmeno a finire la parola per la sorpresa. Stava per avere un altro suo attacco di rabbia, ma per fortuna fu soffocato dalla grande gioia che l’assaliva.

- E perché non me l’hai detto prima? Devo subito preparare le mie cose! – disse correndo nell’altra stanza ancora nuda e coperta dall’asciugamano a malapena.

Nel frattempo l’amico si massaggiava la testa diventata un po’ gonfia per i colpi ricevuti prima, e gli sfuggì un sospiro di sollievo.

“ credevo facesse una di quelle sue scenate ‘rabbiche’” pensò rabbrividendo.

“ menomale che si è dimenticata il fatto che debba pagare quasi tutto lei.. se si fosse rifiutata addio vacanza” ripensò ri-rabbrividendo.

Dopo una buona mezz’ora, Nami era ancora a ciondolarsi davanti allo specchio indecisa sugli abiti da portare in vacanza e su come si sarebbe dovuta vestire quel giorno, pure se Usop le gridava un muoviti ogni 5 secondi con un tono poco garbato; ma lei non ci faceva nemmeno caso, anche se, di tanto in tanto, gli lanciava certe occhiatacce da farlo zittire.

- Non so se mettermi la minigonna o il bermuda di jeans… o magari il pantaloncino fucsia.. Il ragazzo dal naso lungo fissava quegli abiti con la coda dell’occhio. Le aveva sempre detto di non vestirsi in quel modo, perché facilmente si poteva scambiarla per una puttana, soprattutto di sera.

Lei rispondeva sempre male, come offesa per questi suoi ragionamenti. Diceva sempre che faceva parte del suo stile e rispecchiava un lato del suo carattere. Magari se era particolarmente arrabbiata si lasciava sfuggire qualche ceffone; per certi aspetti il carattere di Nami era davvero terribile, ma Usop la conosceva fin troppo bene: sapeva benissimo che a volte sparava cavolate senza pensarci, sapeva che molte volte se era giù di morale, non si sfogava in nessun modo, anzi, sopprimeva il dolore mostrando agli altri falsi sorrisi e chiudendosi sempre più in se stessa, sapeva che in fondo nonostante sembrasse perfida ed egoista, era molto buona e sensibile anche se non lo dimostrava nemmeno lontanamente.

‘Piangere non risolve nulla’ questa era la frase che diceva spesso. Lei non piangeva da molto tempo… in fondo sfogarsi non le avrebbe fatto male, non è uno scandalo farsi sfuggire qualche lacrima!

Posò il suo sguardo distrattamente su di lei, con la mente offuscata da mille pensieri. Fin quando un top non gli arrivò in faccia.

- invece di startene lì a fare miss impalato, perché non mi aiuti a mettere le cose in valigia? – domandò con tono pesante e con aria ‘sfruttatrice’.

- Semmai mr impalato – rispose lui irritato – la valigia te la fai da sola! Non sono mica un tuo schiav…. – si interruppe vedendo lo sguardo della ragazza che non prometteva niente di buono, e intuì subito cosa stava per dire.

- Ma caro, sai che non ti conviene disubbidirmi visto che sono io la chiave principale per la riuscita della tua vacanza - disse con un ghigno dipinto sulle candide labbra.

- Uffa!! Non c’e mai un giorno che non mi minacci! – esclamò mettendosi subito all’opera. In fondo doveva ricambiarla in qualche modo, anche se la stregaccia l’avrebbe costretto a farlo ugualmente in ogni circostanza. Come sempre.

- E poi tesoro mio, tu sei sempre stato il mio schiavetto personale – sorrise mentre, avendo scelto il vestito da indossare, si girò di spalle per metterlo.

Il nasuto avrebbe voluto rispondere alla sua provocazione con qualche battutina tagliente, in modo da farla incavolare. Odiava tantissimo gli appellativi ‘ tesoro’ ‘ caro’ ‘gioia’ o ‘amore’. Non era certo giotto l’orsacchiotto! Ma la sua vacanza dipendeva solo da lei. Purtroppo. A volte si sentiva davvero sfruttato…

- Un momento! Stop stop stoooop!!! – Nami fece cadere a terra gli abiti che aveva in mano da mettere in valigia. L’altro la fissava in attesa di chiarimenti senza pronunciare parola.

- Nojiko non sa niente! Non posso lasciarle a carico tutta la casa per tre mesi! – immediatamente Usop si diede una botta in testa come per darsi del cretino.

- Porca vacca! Mi ero completamente scordato di dirtelo! Nojiko ieri sera, prima di andare alla festa di fine anno, mi ha detto che avrebbe passato la sua vacanza fuori paese, e sarebbe partita proprio ieri alle 11 di notte mentre noi eravamo nel pieno dei balli…

- Ma mi aveva detto che avrebbe passato l’estate in mia compagnia!

- In ogni caso tu oggi parti, io dico che sia meglio il fatto che non ci sia, almeno non passa l’estate sola come i cani.

- E’ vero questo, ma non sa che io oggi parto! Devo assolutamente telefonarla!

- NONONONO! – Nami si voltò verso Usop con sguardo quasi terrorizzato per l’urlo che lui aveva lanciato.

- Emh.. volevo dire, no, no, no! A quest’ora sarà in uno di quei hotel da 50 stelle che riposa dopo aver affrontato un lungo viaggio.. io dico di telefonarla appena arrivati al villaggio. Non ci è rimasto molto tempo.

- O-ok. – prese i vestiti per continuare quello che stava facendo prima – Ma questa faccenda mi puzza. – aggiunse.

- Stamattina ho preso la merda ma non avevo il tempo di pulirmi la scarpa. – continuò con tono secco e serio.

La giovane sprigionò una gran risata, mentre il nasuto la guardava stranito, visto che mentre pronunciava quella frase pensava ad altro. Scoppiò anche lui a ridere, sollevato.

“ per ora sono fuori pericolo” pensò.

15 minuti dopo, Usop era già fuori dalla porta con tutte le valigie a carico, mentre Nami chiudeva per bene l’ultima finestra.

Adocchiò la carta di credito della sorella poggiata sul tavolino in vetro pregiato senza nessuna protezione. Ebbe la tentazione di prenderla; forse la sua non sarebbe bastata per tutto quel tempo. C’erano moltissimi soldi certo, ma aggiungendo tutto lo shopping indispensabile… In fin dei conti Nojiko era una famosissima attrice, grazie a lei avevano potuto comprare quella magnifica villa e condurre una vita lussuosa. Ancora non si spiegava come aveva fatto quell’incapace di sua sorella ad avere così tanto successo. Non aveva niente più di lei dannazione! La invidiava tantissimo, ma anche la stimava.

Le voleva un gran bene.

Si avvicinò alla carta di credito, color fucsia, lucente e nuovissima.

- Ma sì, darò un po’ di questi soldi ai poverelli! – esclamò come se fosse osservata dalla sorella. La prese e se la infilò in tasca senza alcun rimorso.

- Namiiiiiiiii ti muovi?? Possibile che ci voglia tutto sto tempo per tappare una finestra? Tra 33 minuti l’aereo parte! Non aspetta certo i tuoi comodi!

L’interpellata uscì rapidamente fuori e chiuse la porta enorme. Si diresse verso l’amico impaziente con grande velocità, portandosi dietro la mini bag che conteneva il cellulare ( e nient’altro visto che era proprio mini ). Uscì in parte la carta di credito dalla tasca mentre correva.

“ ma quali poverelli!” pensò sorridendo e rimettendo la carta al suo posto, visto che Usop poteva accorgersene ed approfittarne.

-13 minuti alla partenza dell’aereo diretto alla crystal coast. Si prega i gentili signori di depositare i bagagli e prendere postazioni sul veicolo. Si ricorda di non portare animali nello spazio riservato ai passeggeri…[bla, bla, bla]

- mancano13 minuti! Presto troviamo Robin, deve essere qui da qualche parte! – ormai arrivati all’aeroporto, i due stavano organizzandosi sul da farsi. Mancava molto poco alla partenza, e ancora dovevano ritirare il biglietto, depositare i bagagli e in più trovare Robin. Non erano nemmeno sicuri che li avrebbero fatti passare, visto il ritardo.

- USOP SEI VERAMENTE UN IDIOTA! ANCORA DEVI FARE IL BIGLIETTO? SECONDO ME TU STAI MALE SUL SERIO! HAI PRENOTATO DA 4 MESI E IL BIGLIETTO?? DOVE L’HAI LASCIATO? TI PARE CHE CI FANNO VIAGGIARE A CASO?

- Nami ti calmi? Ci stanno guardando tutti.. – sussurrò lui imbarazzato. Dopo la sfuriata di Nami, tutta la folla si era allontanata e zittita. I due si trovavano al centro dell’attenzione. Qualcuno si lasciò sfuggire un ‘ che gente maleducata’ e altri ‘ cose da pazzi’.

- ok. Calma.- riprese fiato, poi aggiunse - Allora Usop, mentre io telefono a Robin e prendo i biglietti, tu ti porti tutta sta roba e la depositi. Ma dobbiamo essere veloci, ci restano solo 10 minuti… E voi che cosa avete da guardare? Andatevene e non rompete! – disse infuriata rivolgendosi alla folla.

La gente ricominciò a chiacchierare e a continuare ciò che stava facendo prima, forse anche un po’ terrorizzati dalla ragazza.

Usop cercava di prendere tutti i bagagli ma senza successo. Ce n’erano sei di Nami più grandi di lui; almeno prima si era sprecata a portarne uno, altrimenti poteva vedere il suo amico schiacciato dalle valigie. Vedendo un uomo arrivare, cominciò ad agitare le braccia.

- ehi ! Mi scusi! Lei è l’addetto alle valigie? Per favore le prenda velocemente.

- no emh.. veramente..

- VELOCEMENTE! – l’uomo, piuttosto bassino con i baffi alla Hitler, intimorito prese tutto e cominciò a camminare.

- però che forza questo tizio. Anche se è basso poverino- Immediatamente quello si girò con occhi assatanati. Questa volta fu Usop ad intimorirsi.

- Amico, stavo scherzando ;) – fece l’occhiolino mentre 80 gocce di sudore gli cadevano dalla faccia.

Intanto..

- Robin ma si può sapere dove cavolo sei? È un ora che ti cerchiamo!

- Sono dentro l’aereo, non potevo certo aspettarvi a vita, visto che non arrivavate!

- Signorina…

- Un attimo lei, signora! Emh.. cosa?

- Sono dentro l’aereo!

- 5 minuti al decollo, si prega i gentili signori di allacciare le cinture.

- Signorina….

- Signora può aspettare un minuto per favore? Robin..

- Signorina sta per partire l’aereo, lo vuole questo biglietto o no? Se non si sbriga la lasciano fuor…- alzò leggermente il tono della voce per farsi ascoltare, ma fu interrotta bruscamente

- HO DETTO UN ATTIMO SANTO DIO! Robin ci vediamo dentro io devo andare a cercare quell’incapace!- chiuse il telefono in faccia all’amica e tolse i biglietti dalle mani della segretaria.

- Arrivederci.- si allontanò velocemente lasciando la segretaria stranita per il suo comportamento non molto garbato.

Continua ;)

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NOTE DELL'AUTRICE

innanzi tutto ringrazio con tutto il cuore tutti quelli che hanno letto fin qui. questa è la mia prima ff quindi perdonatemi se ho fatto errori di punteggiatura. non sono molto brava con l'html quindi niente sgridate! mi rendo conto che è una storia abbastanza stupida, ma ci tenevo a pubblicarla, visto che è la prima senza parolaccie e cose insensate! le altre che ho scritto sono comiche ma onestamente mi vergogno pubblicarle XD credo che scriverò un altro capitolo prima o poi ( dove incontreranno altri pg di op! ) però se non vi piace preferisco incominciarne una tutta nuova u.u

lasciatemi commenti, magari con consigli per migliorare il mio modo di scrivere.

baci la regina di rufy :**
  
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