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Autore: ChiaraColfer95    25/10/2014    1 recensioni
Gli Emblem3 sono una famosa band che ha iniziato il suo cammino verso la gloria grazie a XFactor. Chiara è una ragazza come tante, che ha appena finito quell'inferno chiamato liceo. La vita che la aspetta è molto più movimentata di quello che avrebbe mai pensato. E se ci si mette di mezzo il destino, allora anche un cappello può far succedere di tutto.
Spero vi piaccia la mia prima storia sugli Emblem3, che io adoro alla follia.
Non vedo l'ora di sapere cosa ne pensate!
Un bacio,
Chiara
Genere: Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti, Wesley Stromberg
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Quando arriviamo in spiaggia un’ondata di emozioni mi travolge: paura, ansia e agitazione diventano indistinguibili. Improvvisamente ciò che mi sta intorno inizia a girare. Mi sento come sulle montagne russe. Devo solo capire se è una cosa positiva o meno. Mi appoggio a una delle tante palme che costeggiano il parcheggio alla ricerca di un sostegno.
-Hey!- esclama Wes, attirando la mia attenzione –Che succede?-
-Niente, niente, andiamo- rispondo, cercando di riprendermi.
Inspiro ed espiro lentamente e i battiti del cuore rallentano gradualmente.
-Sfaticata, aiutami con le tavole!-
-Pensavo che l’uomo qui fossi tu, o sbaglio? I lavori pesanti toccano a te-
Mi avvicino a Wes e gli do un leggero colpo sulla spalla. Lui mi guarda torvo e serio come non mai esclama, esibendo suoi bicipiti fiero e orgoglioso.: -Io sono un uomo!-. Non posso fare a meno di scoppiare a ridergli in faccia. Wes sembra offeso dalla mia reazione.
-Scusa, scusa!- esclamo tra una risata e l’altra.
Finisce di prendere le nostre cose in macchina e, posandomi il braccio sulle spalle, mi porta verso la spiaggia.

-Non così! Devi mantenere l’equilibrio!-
L’ennesimo rimprovero risuona per la spiaggia di Huntington Beach.
-Non sono capace, Wes. Io rinuncio-.
Sono demoralizzata: era tanto che non mi capitava di surfare e, anche se la prima e l’unica volta è stata piuttosto tragica, non pensavo di essere così male.
-No, no!- continua, nuotando nella mia direzione –Con me non esiste “non posso”!-
-Ti prego, Wes- lo supplico per cercare di convincerlo a rinunciare -Basta surf, facciamo qualcos’altro-
-Qualcos’altro, cosa?-.
Colgo immediatamente un lampo malizioso nel suo sguardo e lo osservo avvicinarsi cautamente.
-No! Non ci pensare nemmeno!-.
In men che non si dica mi afferra per i fianchi e comincia a farmi il solletico. Dio, quanto odio il solletico! A quanto pare il mio corpo è stato geneticamente programmato per avere punti sensibili praticamente ovunque.
-Tregua, ti prego!-
-Torni sulla tavola, allora?-
-No- rispondo imbronciata. Mi allontano nuotando verso il largo.
-Non serve a nulla scappare- afferma Wesley , apparendomi alle spalle.
-Mi hai spaventato, idiota!-
Questa volta è lui a scoppiare a ridere. Scuoto la testa incredula. Questo ragazzo è un mistero, è indecifrabile: proprio quando ti aspetti che faccia qualcosa, fa l’esatto opposto.
-La principessa è una rammollita, è meglio uscire-
-Come scusa? Cosa sarei?-
-Quello che ho appena detto: una femminuccia-
-Non è vero!- esclamo decisa.
-Allora dimostramelo. Sali su quella tavola e fai come ti dico!-
Colta da un lampo d’orgoglio, afferro di slancio la tavola da surf e determinata più che mai ripasso mentalmente le indicazioni di Wesley.
“Piano. Aspetta l’onda e quando sei pronta, alzati. Baricentro. Braccia. Equilibrio.”
Senza neanche capire come mi trovo in piedi sulla tavola, cavalcando l’onda.
-Wohoo!- grida Wesley dalla riva –Adesso esci!-
Le sensazioni che ho provato sono sconvolgenti: libertà, leggerezza e felicità pura. Potrei abituarmi.
-É. Stato. Fantastico!- grido in risposta e lo abbraccio di slancio. Wesley ricambia l’abbraccio, mi stringe forte e mi fa volteggiare.
-Te l’avevo detto!- Accenna un sorriso che mi fa sciogliere.
-Sono stata brava eh?-
-Merito del maestro- risponde avvolgendomi nell’asciugamano per asciugarmi.
-Quindi devo supporre che porti a surfare tutte le ragazze che inviti ad uscire?-
-Oh no! Sei la prima ragazza che ha questo onore-
Sorrido, inconsciamente soddisfatta.
-Tu invece? Devo supporre che vai a casa di tutti i ragazzi con cui esci al primo appuntamento?- continua, sedendosi sulla sabbia.
-Oh no- rispondo sedendomi accanto a lui –Solo dei ragazzi molto famosi-
Wesley mi dà una leggera spinta con la spalla. Lo guardo negli occhi, sorrido e poggio la testa sulla sua spalla.
Mi sembra quasi incredibile la semplicità con cui riesca a rapportarmi con Wesley, mi sembra davvero di conoscerlo da sempre e non perché ho seguito gli ultimi anni della sua vita come se fosse la mia. È molto più di questo: sento una connessione inspiegabile. Sembra tutto facile, tutto naturale con lui.
-Posso farti una domanda?-.
È Wesley a rompere il silenzio. Sollevo leggermente la testa e lo guardo di nuovo negli occhi.
-Certo!-
-Se non fossi Wesley Stromberg usciresti con me?- L’insicurezza che si cela dietro questa domanda mi sconvolge.
-Cosa intendi?-
-Se fossi un semplice ragazzo che hai incontrato in spiaggia, in un bar, se fossi uno qualunque…-
-Tu non sei uno qualunque, tu sei Wesley Stromberg, ma non nel senso che intendi tu. Non ha nulla a che fare con la fama, ma con quello che ho davanti e quello che ho davanti mi piace. Per quanto poco posso conoscerti so che sei così, indipendentemente da XFactor. Quindi no, se non fossi te stesso probabilmente non uscirei con te. Per il resto il tuo nome può essere quello che vuoi, non importa-
-Grazie…- Mi passa un braccio sulle spalle e mi abbraccia.
Una piccola scintilla attraversa il suo sguardo.
-Parliamo di cose più allegre- aggiunge, tornando sereno –Parlami di te-
-Cosa vuoi sapere?-
Inizio a giocherellare con il bracciale al polso di Wesley.
-Tutto. La tua famiglia, la tua vita. Sento come se ti conoscessi, ma al tempo stesso non so nulla di te. Tu, invece, sai praticamente tutto.-
-Vero. Non c’è molto da sapere: vivo a Los Angeles , ma sono nata in Italia e ho origini italiane. La mia famiglia è un meraviglioso disastro. Ho un fratello più grande e due genitori fuori di testa, ma nel senso buono del termine.-
La risata di Wesley interrompe il mio flusso di parole.
-Sembra fantastica!-
-A volte si, a volte un po’ meno, ma la famiglia è tutto. Poi, cos’altro? Ho studiato e studierò lingue straniere all’università.  Per il resto tutto normale. Ah, sono appena uscita con il ragazzo che ho sognato per mesi e devo dire che è anche meglio di quello che pensavo-
Alzo lo sguardo e sorrido. L’espressione di Wesley è impagabile.
-Il ragazzo che hai sognato per mesi? Che sogni erano?- Ecco di nuovo spuntare lo sguardo malizioso.
-Wesley Trent Stromberg sei impossibile!-. Scuoto la testa in disapprovazione e rassegnazione.
-Ma sono il ragazzo che hai sognato per mesi- ripete con espressione fiera, alzando le spalle e gonfiando il petto.
-Perchè te l’ho detto?- mi maledico, passandomi una mano sulla fronte.
-Neanche tu sei niente male, comunque.- aggiunge sussurrandomi nell’orecchio.
Lo guardo di sottecchi per capire se mi sta prendendo in giro per l’ennesima volta, ma contrariamente a quanto mi aspettavo, sembra serio. Non riuscirò mai a capirlo, mai.
Mi sdraio sul telo gustandomi gli ultimi raggi del sole. Manca poco al tramonto e questa è l’ora che preferisco per stare in spiaggia. Con la luce crepuscolare tutto ha un aspetto migliore, quasi magico.
Mi volto per controllare ciò che sta facendo Wesley, che, nel frattempo, si è alzato. È in piedi alla ricerca di qualcosa che pare non trovare.
-Hai visto le chiavi della mia auto?- chiede preoccupato.
-Le hai messe nella mia borsa quando siamo entrati in acqua. “Questioni di sicurezza” cito testualmente-
-Vero, mi ero dimenticato!-
Lo osservo frugare nella mia borsa. All’improvviso si ferma e con espressione stupita afferra un oggetto.
-E questo?-
Metto a fuoco ciò che tiene in mano: una copia di “Nothing To Lose”. Mi ero completamente dimenticata di averlo in borsa.
Viola dall’imbarazzo rispondo a bassa voce: -Non dovrebbe essere lì, di solito lo tengo in macchina. Mi fa compagnia , mi fa sentire meno sola- In questo momento vorrei seppellirmi.
-Qual è la tua canzone preferita?-
-Oh, non puoi chiedermi di scegliere- rispondo quasi sconvolta.
-Oh, si che posso. Non è difficile, la canzone che più senti tua. Deve essercene una che senti più speciale delle altre-
“Certo che c’è! Diglielo!”
-In assoluto o dell’album?-
-Ho ragione, lo sapevo! In assoluto…-
-Curious- sussurro imbarazzata.
 -Fantastico!- esclama con un sorriso enorme stampato in faccia.
La sua reazione mi fa rasserenare un po’, ma sono afflitta da un conflitto interiore.
-In realtà…- aggiungo, colta da un lampo di coraggio.
Mi pento subito del gesto e resto in silenzio.
-Cosa? Puoi dirmelo, lo sai.-
-Ecco, in realtà è un po’ più che la mia canzone preferita. Un paio di anni fa è venuta a mancare mia nonna. Da quel momento la mia vita è entrato in un tunnel senza uscita. Non la chiamerei proprio depressione, ma ho vissuto una fase molto triste. Non riuscivo ad andare avanti, non riuscivo a lasciarla andare. I miei genitori hanno cercato in tutti i modi di aiutarmi, ma non c’è stato niente da fare. Un giorno qualunque tutto è cambiato. È stato quando ho ascoltato “Curious” per la prima volta che ho capito, ho capito che lei non avrebbe mai voluto vedermi così. Una frase in particolare mi è da sempre rimasta impressa, letteralmente. C’è un motivo se ho indossato una maglia sopra il bikini per fare surf-
Gli occhi di Wesley sono leggermente lucidi, sembrano brillare.
-In effetti mi sembrava un po’ strano. Hai un corpo fantastico, perché nasconderlo?- chiede, sempre più curioso.
Sorvolo sul complimento e tento di spiegarmi: -La verità è che mi vergognavo e non perché ho insicurezze riguardo il mio corpo. Semplicemente non volevo sembrare una matta-
Wesley non riesce a capire, perciò piuttosto che parlare preferisco mostrargli ciò di cui sto parlando.
Sollevo il lembo sinistro della maglia fino all’altezza delle costole dove una scritta è impressa sulla mia pelle.
- When you lose what you love remember to stay strong, look out the window and remember life goes on- sussurra, passando un dito leggero sulla scritta.
Alza lo sguardo verso di me e sorride.
-Nascondevi questo? È meraviglioso e non perché sono parole di una mia canzone, lo dico sul serio. E non mi sembri assolutamente folle-
-Mi sembra di averla sempre con me così- aggiungo sorridendo leggermente.
-Mi piace- afferma, continuando a sfiorarlo. Mi afferra, poi, la mano e sorridendomi mi dice: - Lo sapevo che eri speciale. Ti va di sentire “Curious” dal vivo? Ho la chitarra nell’auto..-
-Si, per favore-!- esclamo entusiasta ed emozionata.
Si alza e si dirige verso la macchina. Mi sembra di essermi liberata di un enorme peso.
Improvvisamente, provo una nuova e strana sensazione all’altezza dello stomaco. Ci vogliono pochi secondi prima che riconosca di cosa si tratta: farfalle.
“Oh no!”


Buonasera a tutti! Sono tornata con un nuovo capitolo. Oggi avevo poco da fare e l'ispirazione era tanta perciò mi sono messa a scrivere e ho pensato: perchè non pubblicare un nuovo capitolo nel frattempo? Perciò eccolo qui! Spero vi piaccia e ringrazio davvero tanto tutti coloro che leggono, seguono, recensiscono e apprezzano la mia storia. Grazie davvero!
A presto!
Un bacio, Chiara :*

 
  
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