Capitolo
7
Si
che la conosci.
E
anche lei conosce te!
Daniel
lo guarda inevitabilmente
sorpreso.
Non
capisce che amicizia possano
avere in comune, che conosca entrambi tanto bene da sentirsi
autorizzata a
entrare nella loro futura intimità a gamba tesa!
Che
si prenda addirittura la
libertà di insultarli e procurargli un lubrificante!!!
Si
muove appena su di lui, agitato
dal pensiero sgradevole.
È
così facendo gli sfiora le
caviglie con un piede, mandandogli l'ennesimo fremito lungo le gambe.
Hema
socchiude gli occhi d'istinto
e ingoia un sospiro inopportuno, mentre un rivolo bollente di desiderio
gli fa
contorcere le viscere suo malgrado.
Cielo,
si rende conto dell'effetto
che gli fa?
A
quanto pare no.
O
si?
Un
angolo della bocca di Daniel si
piega improvvisamente in un sorriso misterioso e il suo sguardo gli
penetra
attraverso la pelle tanto diventa intenso.
Le
iridi chiare ritornano liquide,
si dilatano, mischiandosi a ombre inquietanti che inseguono improvvisi
e
sconosciuti pensieri!
Non
gli importa proprio niente
dell'identità della ficcanaso indiscreta.
È
un argomento che può benissimo
essere rimandato a data da destinarsi.
Ha
altre priorità adesso, quelle no
che non può rinviarle.
La
certezza che non possa neppure
la creatura spaventata e invitante che ha tra le braccia, gli dà le
vertigini.
Gli
prende l'ampolla dalla mano e
la guarda.
Emana
un buon profumo che al
momento non sa identificare, anche se ha la sensazione di conoscerlo.
Dolce,
lievemente talcato.
Gli
fa venire in mente qualcosa di muschiato,
dalla fragranza orientale, persistente, ma discreto.
Gli
piace.
-
È ambra! - Gli svela Hema in un
sussurro caldo a pochi centimetri dalle sue labbra.
Ambra.
Le
lettere gli si disegnano nella
mente intanto che gli occhi tracciano ingolositi il profilo della sua
bocca.
Ecco
perché il senso di
familiarità: somiglia al Prada pur home
che usa da un po’ di anni.
Una
luce consapevole gli soffonde
lo sguardo.
-
Mi sembrava di conoscerlo! –
Mormora, accorciando impercettibilmente la distanza sottile che,
importuna, li
divide.
-
Devo aver detto a Katrina che mi
piaceva il profumo che indossavi, perciò ha preso questa fragranza! -
-
Katrina... La "nostra"
Katrina? -
Un'intuizione
improvvisa.
Hema
annuisce.
Daniel
scuote la testa a sorride.
-
E brava, sempre attenta ai
particolari quella donna: non le sfugge niente! -
-
Anche troppo! -
-
Così ti piace il mio profumo? -
-
Cosa? -
-
Hai detto che ti piace il mio
profumo! -
Perché
glielo chiede?
Con
quel tono sensuale, poi, che
gli fa accapponare la pelle!
Hema
non comprende.
È
ancor meno riesce a decifrare la
strana luce che per un istante, ne è sicuro, gli ha attraversato lo
sguardo.
Il
cuore gli fa il centesimo balzo
nel petto e non può impedire alla gola di contrarsi ancora.
-
Ti... ti dà... fastidio? - Mormora
d'un tratto turbato.
Forse
non avrebbe dovuto
confessarglielo?
Daniel
non sorride più.
Perché?
Scuote
il capo in un gesto di
diniego, lentamente.
Ma
non sorride.
Che
ha detto di male?
Tuttavia
non ha tempo di
inquietarsi: lui annulla la distanza che ancora li separa, cala sulla
sua bocca
schiusa e se ne appropria.
-
A me fa impazzire il tuo! - Gli
sussurra emozionato.
Depone
un piccolo bacio all'angolo.
Con
la punta della lingua delinea
il contorno del labbro superiore.
Gli
bacia l'altro angolo, mandandogli
un sospiro bollente all'interno.
Poi
disegna quello inferiore.
Il
ragazzo si spinge contro di lui
istintivo, con il fiato già di nuovo accorciato.
-
Tu... L'odore della tua pelle...
Il sapore della tua bocca... non li ho mai dimenticati! -
Un
languore struggente e doloroso
sferza impietoso ogni recesso del proprio corpo.
Ogni
nervo, muscolo, lembo di
epidermide, tira e si tende di desiderio.
-
Da...nie..el, ... ! - Smozzica le
lettere, Hema.
Le
mutila suo malgrado, travolto
dal significato inedito di quelle parole così intime, sincere.
Nessuno
gli ha mai
detto niente del genere, neppure la sua ragazza.
È
una sensazione talmente
devastante quella che gli si scatena tra il petto e lo stomaco.
Una
scarica elettrica a bassa
frequenza, sotterranea, che gli solleva gli strati di epidermide come
un
terremoto che scuote un terreno fragile, incendiandogli ogni millimetro
a poco
a poco.
Non
ha mai pensato di aver bisogno
di sentirsele dire.
Ha
sempre creduto che le parole, in
certi momenti, è meglio non cercarle.
E
soprattutto non pronunciarle.
Perché
le emozioni sono traditrici
e rubano razionalità e controllo.
Lui
poi non riesce ad esprimerle
senza combinare pasticci.
È
incapace di metterle insieme in
condizioni normali, figurarsi in piena tempesta ormonale come in quel
momento!!!
Eppure
ora che Daniel gliele ha
dedicate.
Che
le ha pronunciate.
Per
lui.
Soltanto
per lui.
Adesso
sa che gli erano necessarie
e che le vuole solo per sé.
E
le desidera soltanto dalla voce
che gliele ha appena sussurrate.
Non
dalla sua ragazza.
Un
brivido gelido gli paralizza per
un attimo la spina dorsale.
Ma
scaccia la brutta sensazione
dalla testa e si abbandona completamente al bacio languido e imperioso
del
compagno.
Gli
getta le braccia al collo,
spingendosi ancor più nella sua bocca, offrendoglisi totalmente.
Daniel
lo solleva dalle lenzuola,
tirandoselo addosso quasi con furia, lo trascina di peso in ginocchio
tra le
sue gambe, le braccia intorno alla sua schiena, le mani che sì
impadroniscono
della sua testa e la guidano secondo il proprio, irrefrenabile bisogno
di
averlo.
È
quasi una lotta, improvvisa,
incontrollabile, quella che si scatena.
Respiri
spezzati.
Lingue
che si intrecciano, avide si
assaggiano, si succhiano, esplorano in profondità, lacerate da una
frenesia folle,
inquieta, necessaria.
Dita
che afferrano capelli.
Tirano
impietose.
Accarezzano
lembi di pelle, che
rabbrividisce e suda.
Percorrono
cieche le pieghe del
corpo, inseguendone curiose i confini e i segreti.
Spandendo
brividi e brividi
violenti, incalzanti.
Quelle
di Hema si impigliano
improvvisamente nell'unico strato di stoffa che come un baluardo
inespugnato,
ancora li separa: i pantaloni del pigiama di Daniel.
Entrambi
consapevoli dell'ostacolo,
si staccano, il fiato corto, l'adrenalina che li incalza e li divora.
Si
guardano e come rispondendo a un
muto sincronismo, Daniel si solleva in ginocchio, allargando un po' le
braccia
per fargli spazio e invitarlo toglierli.
Hema
li afferra sui fianchi.
Esita
un attimo, colto da una fitta
di timore incomprensibile.
Ingoia
un nodo di saliva e
desiderio allo spettacolo dei suoi addominali perfetti che si
contraggono per il
medesimo capriccio.
Sente
improvvisa la voglia di
posarvi le labbra e baciarli.
Assaggiarne
il sapore con la
lingua.
Così
strattona e tira giù il
pigiama smettendo di respirare.
Daniel
lo aiuta a liberarsene,
glielo strappa dalle mani e lo fa volare via attraverso la stanza.
Il
ragazzo solleva gli occhi nei
suoi smarrito.
Raccoglie
un profondo respiro, che
però gli si incastra ostinato nei polmoni.
Ha
come una vertigine davanti al
suo corpo prorompente.
Perché
lo desidera così tanto?
È
il corpo di un uomo quello.
Un
uomo.
Come
lui.
Perché
ne è così affascinato?
Rapito?
Ci
ha perso il sonno a pensarlo.
A
volerlo con ogni fibra del proprio essere.
La
testa se ne è andata per conto suo ... quante volte?
Inseguendo
il profilo perfetto dei suoi muscoli.
Le
curve delle spalle, dei fianchi.
Ogni
volta che lo ha pensato gli si è mozzato il respiro.
Contratta
la gola.
Scombussolato
e disorientato dalla veemenza delle sensazioni che
ha provato.
Niente
di diverso da quel preciso momento.
Anzi.
Adesso
è peggio.
È
tutto più violento.
Ingestibile.
Forte.
Avvolto
e trascinato dalla sua vicinanza reale.
Dal
calore che sprigiona e lo avviluppa anche se gli sta lontano.
Daniel
solleva un braccio verso di lui, annullando la distanza, e
con il dorso della mano gli sfiora la guancia.
Hema
inclina il capo istintivamente.
Le
dita scivolano giù seguendo la linea del collo e lo avviluppano.
Accarezzano
piano la pelle morbida, scatenando gli inevitabili
brividi lungo la spina dorsale.
Daniel
avverte la vibrazione e lo attira verso di sé,
impadronendosi della sua bocca e violandola per un attimo con impeto
violento,
poi sostituendolo con più dolcezza.
Non
può e non vuole essere brusco, anche se la frenesia è sempre
lì, nello stomaco e nella testa, che combatte e scalcia, armata di
tutto punto
come una belva feroce, e non si fa scrupolo di dilaniarlo per prevalere.
Ma
non vuole.
Perciò
lo bacia lento.
S'intrufola
piano e sfiora la sua lingua con la propria, la
sospinge, invitandola, assaggiandola.
Il
languore e il piacere che ne scaturisce lo destabilizza e lo
inebria.
Sente
una dolcezza quasi insensata pervaderlo.
Non
sono soltanto sensi e carne e pelle.
È
qualcos'altro.
Che
va al di là della mera voglia di sesso.
Non
vuole solo averlo.
Qualunque
cosa vorrà dire quella notte.
Vuole
ogni cosa di lui.
Vuole
tutto.
Il
suo corpo e i suoi pensieri.
E
anche le sue paure e i suoi dubbi.
Vuole
tenerlo tra le braccia e cullarlo.
Dargli
piacere.
E
pace.
E
prenderne per sé.
Ma
vuole anche dissipare lo smarrimento e il disappunto che gli
legge negli occhi da quando è arrivato.
Anche
se non sa se ci riuscirà.
È
l'unico pensiero, questo, che pur rimanendo ai margini della propria
mente, gli punge un angolo del cuore.
Hema
si scosta per riprendere fiato e lui glielo concede.
Si
sposta di lato, semina di baci la tempia, lambisce con la punta
della lingua l'orecchio, sugge il lobo morbido.
Insegue
di nuovo la linea del collo che ha sfiorato appena un
attimo prima con le dita, lasciando una scia di saliva che s infiamma e
si gela
al proprio passaggio.
Gli
si muove intorno e si ritrova alle sue spalle.
Sconvolto,
Hema si tende e piega la testa all'indietro.
Trova
sostegno sulla sua spalla, e per qualche momento vi rimane
abbandonato mentre avverte le carezze gentili che le mani di lui gli
lasciano
lungo i fianchi, su per lo stomaco, indugiando sui capezzoli
inturgiditi e
appuntiti come piccoli spilli.
Ah,
gli fa quasi male, tanto è sensibile in quei punti!!
D'impulso
vorrebbe sottrarvisi, turbato dal dolore.
Ma
è così assurdamente piacevole!!!
E
le sue dita sono così delicate e insistenti.
E
sembrano sapere come toccarlo per farlo vibrare in quel modo
terribile.
-
Aaahhhhhh!!! -
Gli
sfugge un sospiro.
È
un altro si aggiunge, più lungo e profondo quando sente la
lingua impertinente tratteggiare il solco della spina dorsale.
Sussulta
bruscamente.
La
pelle gli si raggrinzisce di gelo per il tremolio che lo frusta.
Il
piacere che prova sotto quel gesto lo costringe a piegarsi di
lato e a scivolare lungo disteso sulle lenzuola sfatte.
La
testa affonda nei cuscini che incontra e le braccia si
puntellano per non crollare.
Inarca
la schiena offrendosi così inconsapevolmente al compagno
che non lo lascia.
Che
si piega su di lui e non interrompe la tortura a cui lo sta
sottoponendo, assaggiando la sua pelle sudata un millimetro per volta.
Che
indugia nella curva dell'osso sacro, e continua a scendere
verso un percorso sempre più sensibile e proibito.
È
qui che le mani di Daniel avvolgono i suoi fianchi inquieti fino
a coprire ognuna i glutei.
Li
stringono piano e li trattengono quando provano a tendersi per
l'emozione.
La
lingua disegna piccoli cerchi umidi e si insinua tra essi.
Vi
preme il volto per qualche momento, come a volersi concedere
una pausa dalla tensione che lo sta aggredendo senza riguardo.
Ispira
profondamente mentre le lunghe dita si contraggono
autonome.
Ha
un buon odore, Hema, di bagnoschiuma, di fresco e caldo.
E
di sé.
Lo
fa impazzire di desiderio.
Vuole
sentire il suo sapore.
Assaggiare
quella parte così intima e delicata e sensibile.
E
lo fa, senza preavviso, lasciando che la lingua si insinui nel
solco e lecchi timidamente la piccola, magica, misteriosa rosa che
custodisce.
Il
ragazzo scatta come folgorato, affondando ancora di più il viso
nei cuscini.
Soffocandovi
un grido di pura e incontrollata eccitazione.
È
così facendo si spinge contro di lui e la sua carezza, che si fa
immediatamente più indiscreta.
Sente
distintamente i cerchi che la sua lingua gli disegnano
intorno, risvegliando brutale ogni terminazione nervosa.
È
così intensa la sensazione da stordirlo e confonderlo.
Il
cuore e il sangue impazziscono, e il ronzio furibondo nelle
orecchie diventa frastornante!
Istanti
o un tempo infinito, è solo la perdita di nozione di tempo
a sovrastarlo, mentre si perde nelle sensazioni che prova.
Mentre
percepisce il momento in cui la lingua si insinua ed entra
in lui.
Come
i muscoli si contraggono e si rilassano intorno ad essa in un
ritmo proprio e dissociato dalla propria volontà, facendole spazio,
concedendole l'accesso come se non avesse fatto altro fino a quel
momento.
E
all'improvviso non gli basta più avere solo quel piccolo muscolo
sfacciato che lo viola.
Vuole
di più.
Quel
"di più" cui ha anelato nei suoi sogni e nelle sue
fantasie più oscene, rifuggendo dal confessarlo a se stesso,
sconcertato e
scandalizzato.
Come
se gli avesse letto nel pensiero, o semplicemente
condividendo la sua folle, irrefrenabile smania, Daniel cerca e trova
il
flaconcino di olio essenziale tra le pieghe delle lenzuola, lo apre
alla cieca
e fa scorrere qualche goccia tra le dita.
Che
si impregnano del liquido profumato e scivoloso.
Pur
a malincuore si allontana da lui.
Hema
viene aggredito d'un tratto da una sgradevole sensazione di
abbandono appena la bocca si stacca da sé.
Tuttavia
non ha il tempo di protestare il proprio disappunto, che
sente tutto il corpo di Daniel percorrere il proprio dal basso in alto,
fino a
ritrovarselo completamente addosso, le labbra che si attaccano al suo
collo e
lo rapiscono, regalandogli mille baci.
Soggiogato
e distratto, appena realizza la spinta prudente e lenta
delle dita di lui che gli entrano dentro, giocando con i muscoli che
automaticamente si contraggono intorno ad esse, e si lasciano
massaggiare
arrendevoli in quei cerchi concentrici sconcertanti.
-
Rilassati! -
Sembra
che gli venga suggerito nell'orecchio dalla voce di Daniel,
roca e bassa.
È
trasfigurata dall'emozione e terribilmente inquietante.
Hema
rabbrividisce al suo suono e obbedisce istintivamente al
comando.
Non
vuole altro in quel momento incredibile che lasciarsi andare e
concedergli ogni cosa.
Anzi,
gli va incontro e lo asseconda come se il corpo conoscesse
da sé ciò che, è sicuro, se si fermasse a riflettere, la sua mente non
saprebbe.
D'un
tratto la sua schiena si piega all'indietro in un arco teso
nel momento in cui percepisce che non sono più le lunghe dita di Daniel
a
possederlo, ma è la sua eccitazione, dura, imperiosa e ingombrante che
sta
premendo tra le sue cosce per farsi strada.
Fa
pressione sulle braccia e si solleva dai cuscini.
Si
sente inquieto, il respiro gli esce dai polmoni a singhiozzi
spezzettati, il ventre gli si contrae spasmodico e un unico pensiero
gli invade
la testa, violento e sfrenato: offrirglisi e accoglierlo.
Adesso.
Adesso.
Oohhhhhh!!!!
Spalanca
gli occhi tra le poche luci della stanza quando la punta
gli scivola tra le natiche, trovando la strada nella sua piccola
apertura, e vi
affonda di qualche centimetro.
E’
una sensazione così singolare.
Calda.
Umida.
Invadente,
ma dolce.
Piacevole.
Furiosamente
allettante.
E’
anche dolore.
Ma
è stranamente una sensazione sfumata, indefinita come un sogno.
In
quel momento due istinti si scontrano e si contraddicono:
quello di sottrarsi all'intrusione e quello di spingersi verso di essa
con
forza.
È
una lotta che lo aggredisce, disorientandolo.
Daniel
si ferma, però, respirando affrettato nel suo orecchio.
Lo
bacia appena sotto il lobo e vi struscia il naso contro.
Gli
passa un braccio intorno ai fianchi e apre la mano sul suo
ventre agitato, premendolo contro di sé con dolcezza.
-
Fermami, non voglio farti male! -
Hema
trova il coraggio di girarsi verso di lui e incontra il suo
sguardo: preoccupazione e desiderio sono un misto di ombre che gli
entrano nel
cuore prim'ancora che il suo sesso pulsante.
È
sincero quando gli dice quelle parole, lo sa.
E
tutta l'inquietudine scompare magicamente.
Lo
bacia sulla bocca, ingoiando il suo fiato bollente.
Fiducioso
reclina il capo sulla sua spalla e si lascia andare.
-
Non farlo, ti prego! -
È
un sussurro quello che riesce ad articolare mentre tremando si
spinge contro di lui.
Lo
accoglie, tutto, dentro di sé, facendosi invadere completamente
le viscere.
Un
abisso improvvisamente si spalanca nel suo corpo e nella sua
testa.
Una
voragine infinita segue la percezione, non solo fisica, di
essere totalmente riempito.
E
nel momento in cui, dopo un istante di immobilismo, Daniel
imprime il primo movimento dei fianchi per assestargli
una delicatissima
spinta, una scarica di adrenalina potente e devastante si propaga dal
centro
della loro unione in ogni direzione, facendo impazzire il mondo intorno.
Hema
artiglia le lenzuola, quasi strappandole.
Apre
la bocca, non sa se per rubare l'aria che di colpo gli manca
o se per gridare il proprio, furente piacere.
Daniel
lo guarda affascinato.
Si
muove lentamente, obbedendo a un puro istinto, ingoia la
sensazione meravigliosa e sconosciuta di sentire i suoi muscoli che lo
stringono e lo trattengono, assecondandolo e assorbendolo.
Gioia
ed esaltazione.
Euforia
e dolcezza.
Contrazioni
scivolose e morbide come non ne ha mai provate nella
sua vita.
E
caldo.
E
sudore.
Brucianti.
È
pelle che si incendia e si dilata e si restringe.
Cerca
la sua bocca e la trova subito, disponibile, affamata quanto
è più della propria.
Vi
si fonde in un bacio umido, fatto di labbra, di lingue, di
morsi che non fanno male, e che moltiplicano l'eccitazione
incontrollata che
sta montando dentro come un'onda.
La
mano che ha tenuto fino a quel momento sul suo ventre, avvolge
il suo membro in una voluttuosa, morbida e indiscreta masturbazione,
infiammando
ulteriormente i sensi.
Quanto
può far impazzire un momento simile?
Quest'universo
sconosciuto e tremendo che si è spalancato,
ingoiando la realtà, sempre più fumosa e distante.
Oscuro,
eppure luminoso, di cui non hanno avuto coscienza fino a
questo istante.
Che
si espande ogni attimo di più nei corpi e nelle anime, e li
sta conducendo, lento e inesorabile, a perdersi e a fondersi come non
avrebbero
mai osato pensare.
Non
è solo carne e sesso.
Lo
sanno entrambi.
È
consapevolezza di spiriti che si sono cercati prima ancora di
capirlo.
Il
cui trovarsi è sgomento e confusione.
Ma
potrebbe essere anche la realizzazione di un sogno che non
sapevano di avere.
-
Dan....iel...!!!! -
-
...
Si, amore!? -
Sussurri
affrettati si perdono in respiri scomposti.
Le
bocche si dividono, avide di ossigeno che non trovano.
Hema
rovescia la testa all'indietro, poggia la nuca sulla sua spalla in
cerca di
sostegno al proprio corpo squassato da un tremore sempre più
insostenibile.
Annaspa
e miagola e singhiozza per gli spasmi sempre più violenti.
Daniel
lo morde alla base del collo, chiude i denti sulla sua pelle madida di
sudore,
la segna e la sugge in sincrono con le spinte.
Ruota
i fianchi alla ricerca di un'altra inclinazione nell'anfratto
strettissimo che
lo stringe, sprofonda e spinge ancora, facendolo urlare e ruggendo egli
stesso
la propria follia.
In
un
impeto frenetico si tira su e se lo solleva in grembo di peso.
Sta
per perdere il controllo, lo avverte prepotente, mentre lo imprigiona
circondandogli il busto con il braccio libero, schiena contro petto.
L'altra
mano continua a tormentargli inesorabile il membro rigido e
congestionato,
pompando a ritmo con le loro spinte.
Il
ragazzo tenta di raggiungerlo e posarvi la propria mano, non capisce se
per
contribuire o se per fermare l'ondata di piacere che gli arriva da
quella
direzione e si somma a tutto il resto, facendolo andare fuori di testa.
Ma
Daniel gliela sospinge via con uno schiaffo poco gentile, quasi
rabbioso, e
riprende a masturbarlo, premendo i suoi testicoli gonfi e doloranti,
infilando
ovunque le dita.
È
insistente e delicato al tempo stesso.
Sembra
conoscere ogni sfumatura per farlo godere anche se lui non ê in grado
di
suggerirgli nulla, sempre più perso.
Così
non osa più intromettersi e solleva le braccia, allacciandogliele
intorno al
collo e stringendoglisi addosso.
Lo
segue nei movimenti che ora sono sempre più rapidi man mano che l'acme
sale e si
propaga ingestibile.
Chiude
gli occhi e si lascia travolgere dal fiume di sensazioni che gli
giungono
ovunque incessanti.
Lo
sta
trascinando con sé sull'orlo di un precipizio senza ritorno.
È
lí,
sul bordo di un baratro profondo, inevitabile, che lo condurrà a una
morte
lenta e fantastica.
Lo
sente.
Mentre
annaspa insieme a lui.
Mentre
ogni singola cellula vibra e si frantuma ed esplode.
Mentre
ogni tendine, muscolo, lembo di pelle si allunga, si tende e si spezza.
Mentre
un unico grido riempie di schegge impazzite lo spazio e il silenzio
intorno.
E
ogni
cosa diventa una sola, rovente, lancinante pulsazione bianco latte.
E
acceca e uccide!
All'infinito.