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Autore: Tresor    26/10/2014    2 recensioni
[Coppia Daniel Feuerriegel/Pana Hema Taylor]
Com’è cominciata quella strana telefonata?
Un nome sul display dello smartphone.
Quattro lettere.
Un nome semplice eppure insolito.
Un saluto altrettanto semplice…
Genere: Erotico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Un po' tutti
Note: Lemon | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo 7

 

 

Si che la conosci.

E anche lei conosce te!

 

Daniel lo guarda inevitabilmente sorpreso.

Non capisce che amicizia possano avere in comune, che conosca entrambi tanto bene da sentirsi autorizzata a entrare nella loro futura intimità a gamba tesa!

Che si prenda addirittura la libertà di insultarli e procurargli un lubrificante!!!

Si muove appena su di lui, agitato dal pensiero sgradevole.

È così facendo gli sfiora le caviglie con un piede, mandandogli l'ennesimo fremito lungo le gambe.

Hema socchiude gli occhi d'istinto e ingoia un sospiro inopportuno, mentre un rivolo bollente di desiderio gli fa contorcere le viscere suo malgrado.

Cielo, si rende conto dell'effetto che gli fa?

A quanto pare no.

 

O si?

 

Un angolo della bocca di Daniel si piega improvvisamente in un sorriso misterioso e il suo sguardo gli penetra attraverso la pelle tanto diventa intenso.

Le iridi chiare ritornano liquide, si dilatano, mischiandosi a ombre inquietanti che inseguono improvvisi e sconosciuti pensieri!

Non gli importa proprio niente dell'identità della ficcanaso indiscreta.

È un argomento che può benissimo essere rimandato a data da destinarsi.

Ha altre priorità adesso, quelle no che non può rinviarle.

La certezza che non possa neppure la creatura spaventata e invitante che ha tra le braccia, gli dà le vertigini.

 

Gli prende l'ampolla dalla mano e la guarda.

Emana un buon profumo che al momento non sa identificare, anche se ha la sensazione di conoscerlo.

Dolce, lievemente talcato.

Gli fa venire in mente qualcosa di muschiato, dalla fragranza orientale, persistente, ma discreto.

Gli piace.

- È ambra! - Gli svela Hema in un sussurro caldo a pochi centimetri dalle sue labbra.

 

Ambra.

 

Le lettere gli si disegnano nella mente intanto che gli occhi tracciano ingolositi il profilo della sua bocca.

Ecco perché il senso di familiarità: somiglia al Prada pur home che usa da un po’ di anni.

Una luce consapevole gli soffonde lo sguardo.

- Mi sembrava di conoscerlo! – Mormora, accorciando impercettibilmente la distanza sottile che, importuna, li divide.

- Devo aver detto a Katrina che mi piaceva il profumo che indossavi, perciò ha preso questa fragranza! -

- Katrina... La "nostra" Katrina? - 

Un'intuizione improvvisa.

Hema annuisce.

Daniel scuote la testa a sorride.

- E brava, sempre attenta ai particolari quella donna: non le sfugge niente! -

- Anche troppo! -

- Così ti piace il mio profumo? -

- Cosa? -

- Hai detto che ti piace il mio profumo! -

Perché glielo chiede?

Con quel tono sensuale, poi, che gli fa accapponare la pelle!

Hema non comprende.

È ancor meno riesce a decifrare la strana luce che per un istante, ne è sicuro, gli ha attraversato lo sguardo.

Il cuore gli fa il centesimo balzo nel petto e non può impedire alla gola di contrarsi ancora.

- Ti... ti dà... fastidio? - Mormora d'un tratto turbato.

Forse non avrebbe dovuto confessarglielo?

Daniel non sorride più.

Perché? 

Scuote il capo in un gesto di diniego, lentamente.

Ma non sorride.

Che ha detto di male?

Tuttavia non ha tempo di inquietarsi: lui annulla la distanza che ancora li separa, cala sulla sua bocca schiusa e se ne appropria.

- A me fa impazzire il tuo! - Gli sussurra emozionato.

Depone un piccolo bacio all'angolo.

Con la punta della lingua delinea il contorno del labbro superiore.

Gli bacia l'altro angolo, mandandogli un sospiro bollente all'interno.

Poi disegna quello inferiore.

Il ragazzo si spinge contro di lui istintivo, con il fiato già di nuovo accorciato.

- Tu... L'odore della tua pelle... Il sapore della tua bocca... non li ho mai dimenticati! -

Un languore struggente e doloroso sferza impietoso ogni recesso del proprio corpo.

Ogni nervo, muscolo, lembo di epidermide, tira e si tende di desiderio.

- Da...nie..el, ... ! - Smozzica le lettere, Hema.

Le mutila suo malgrado, travolto dal significato inedito di quelle parole così intime, sincere.

Nessuno gli ha mai detto niente del genere, neppure la sua ragazza.

È una sensazione talmente devastante quella che gli si scatena tra il petto e lo stomaco.

Una scarica elettrica a bassa frequenza, sotterranea, che gli solleva gli strati di epidermide come un terremoto che scuote un terreno fragile, incendiandogli ogni millimetro a poco a poco.

Non ha mai pensato di aver bisogno di sentirsele dire.

Ha sempre creduto che le parole, in certi momenti, è meglio non cercarle.

E soprattutto non pronunciarle.

Perché le emozioni sono traditrici e rubano razionalità e controllo.

Lui poi non riesce ad esprimerle senza combinare pasticci.

È incapace di metterle insieme in condizioni normali, figurarsi in piena tempesta ormonale come in quel momento!!!

Eppure ora che Daniel gliele ha dedicate.

Che le ha pronunciate.

Per lui.

Soltanto per lui.

Adesso sa che gli erano necessarie e che le vuole solo per sé.

E le desidera soltanto dalla voce che gliele ha appena sussurrate.

Non dalla sua ragazza.

 

Un brivido gelido gli paralizza per un attimo la spina dorsale.

Ma scaccia la brutta sensazione dalla testa e si abbandona completamente al bacio languido e imperioso del compagno.

Gli getta le braccia al collo, spingendosi ancor più nella sua bocca, offrendoglisi totalmente.

Daniel lo solleva dalle lenzuola, tirandoselo addosso quasi con furia, lo trascina di peso in ginocchio tra le sue gambe, le braccia intorno alla sua schiena, le mani che sì impadroniscono della sua testa e la guidano secondo il proprio, irrefrenabile bisogno di averlo.

È quasi una lotta, improvvisa, incontrollabile, quella che si scatena.

Respiri spezzati.

Lingue che si intrecciano, avide si assaggiano, si succhiano, esplorano in profondità, lacerate da una frenesia folle, inquieta, necessaria.

Dita che afferrano capelli.

Tirano impietose.

Accarezzano lembi di pelle, che rabbrividisce e suda.

Percorrono cieche le pieghe del corpo, inseguendone curiose i confini e i segreti.

Spandendo brividi e brividi violenti, incalzanti.

Quelle di Hema si impigliano improvvisamente nell'unico strato di stoffa che come un baluardo inespugnato, ancora li separa: i pantaloni del pigiama di Daniel.

Entrambi consapevoli dell'ostacolo, si staccano, il fiato corto, l'adrenalina che li incalza e li divora.

Si guardano e come rispondendo a un muto sincronismo, Daniel si solleva in ginocchio, allargando un po' le braccia per fargli spazio e invitarlo toglierli.

Hema li afferra sui fianchi.

Esita un attimo, colto da una fitta di timore incomprensibile.

Ingoia un nodo di saliva e desiderio allo spettacolo dei suoi addominali perfetti che si contraggono per il medesimo capriccio.

Sente improvvisa la voglia di posarvi le labbra e baciarli.

Assaggiarne il sapore con la lingua.

Così strattona e tira giù il pigiama smettendo di respirare.

Daniel lo aiuta a liberarsene, glielo strappa dalle mani e lo fa volare via attraverso la stanza.

Il ragazzo solleva gli occhi nei suoi smarrito.

Raccoglie un profondo respiro, che però gli si incastra ostinato nei polmoni.

Ha come una vertigine davanti al suo corpo prorompente.

 

Perché lo desidera così tanto?

È il corpo di un uomo quello.

Un uomo.

Come lui.

Perché ne è così affascinato?

Rapito?

Ci ha perso il sonno a pensarlo.

A volerlo con ogni fibra del proprio essere.

La testa se ne è andata per conto suo ... quante volte?

Inseguendo il profilo perfetto dei suoi muscoli.

Le curve delle spalle, dei fianchi.

Ogni volta che lo ha pensato gli si è mozzato il respiro.

Contratta la gola.

Scombussolato e disorientato dalla veemenza delle sensazioni che ha provato.

 

Niente di diverso da quel preciso momento.

Anzi.

Adesso è peggio.

È tutto più violento.

Ingestibile.

Forte.

Avvolto e trascinato dalla sua vicinanza reale.

Dal calore che sprigiona e lo avviluppa anche se gli sta lontano.

 

Daniel solleva un braccio verso di lui, annullando la distanza, e con il dorso della mano gli sfiora la guancia.

Hema inclina il capo istintivamente.

Le dita scivolano giù seguendo la linea del collo e lo avviluppano.

Accarezzano piano la pelle morbida, scatenando gli inevitabili brividi lungo la spina dorsale.

Daniel avverte la vibrazione e lo attira verso di sé, impadronendosi della sua bocca e violandola per un attimo con impeto violento, poi sostituendolo con più dolcezza.

Non può e non vuole essere brusco, anche se la frenesia è sempre lì, nello stomaco e nella testa, che combatte e scalcia, armata di tutto punto come una belva feroce, e non si fa scrupolo di dilaniarlo per prevalere.

Ma non vuole.

Perciò lo bacia lento.

S'intrufola piano e sfiora la sua lingua con la propria, la sospinge, invitandola, assaggiandola.

Il languore e il piacere che ne scaturisce lo destabilizza e lo inebria.

Sente una dolcezza quasi insensata pervaderlo.

Non sono soltanto sensi e carne e pelle.

È qualcos'altro.

Che va al di là della mera voglia di sesso.

Non vuole solo averlo.

Qualunque cosa vorrà dire quella notte.

Vuole ogni cosa di lui.

Vuole tutto.

Il suo corpo e i suoi pensieri.

E anche le sue paure e i suoi dubbi.

Vuole tenerlo tra le braccia e cullarlo.

Dargli piacere.

E pace.

E prenderne per sé.

Ma vuole anche dissipare lo smarrimento e il disappunto che gli legge negli occhi da quando è arrivato.

Anche se non sa se ci riuscirà.

È l'unico pensiero, questo, che pur rimanendo ai margini della propria mente, gli punge un angolo del cuore.

Hema si scosta per riprendere fiato e lui glielo concede.

Si sposta di lato, semina di baci la tempia, lambisce con la punta della lingua l'orecchio, sugge il lobo morbido.

Insegue di nuovo la linea del collo che ha sfiorato appena un attimo prima con le dita, lasciando una scia di saliva che s infiamma e si gela al proprio passaggio.

Gli si muove intorno e si ritrova alle sue spalle.

Sconvolto, Hema si tende e piega la testa all'indietro.

Trova sostegno sulla sua spalla, e per qualche momento vi rimane abbandonato mentre avverte le carezze gentili che le mani di lui gli lasciano lungo i fianchi, su per lo stomaco, indugiando sui capezzoli inturgiditi e appuntiti come piccoli spilli.

Ah, gli fa quasi male, tanto è sensibile in quei punti!!

D'impulso vorrebbe sottrarvisi, turbato dal dolore.

Ma è così assurdamente piacevole!!!

E le sue dita sono così delicate e insistenti.

E sembrano sapere come toccarlo per farlo vibrare in quel modo terribile.

- Aaahhhhhh!!! -

Gli sfugge un sospiro.

È un altro si aggiunge, più lungo e profondo quando sente la lingua impertinente tratteggiare il solco della spina dorsale.

Sussulta bruscamente.

La pelle gli si raggrinzisce di gelo per il tremolio che lo frusta.

Il piacere che prova sotto quel gesto lo costringe a piegarsi di lato e a scivolare lungo disteso sulle lenzuola sfatte.

La testa affonda nei cuscini che incontra e le braccia si puntellano per non crollare.

Inarca la schiena offrendosi così inconsapevolmente al compagno che non lo lascia.

Che si piega su di lui e non interrompe la tortura a cui lo sta sottoponendo, assaggiando la sua pelle sudata un millimetro per volta.

Che indugia nella curva dell'osso sacro, e continua a scendere verso un percorso sempre più sensibile e proibito.

È qui che le mani di Daniel avvolgono i suoi fianchi inquieti fino a coprire ognuna i glutei.

Li stringono piano e li trattengono quando provano a tendersi per l'emozione.

La lingua disegna piccoli cerchi umidi e si insinua tra essi.

Vi preme il volto per qualche momento, come a volersi concedere una pausa dalla tensione che lo sta aggredendo senza riguardo.

Ispira profondamente mentre le lunghe dita si contraggono autonome.

Ha un buon odore, Hema, di bagnoschiuma, di fresco e caldo.

E di sé.

Lo fa impazzire di desiderio.

Vuole sentire il suo sapore.

Assaggiare quella parte così intima e delicata e sensibile.

E lo fa, senza preavviso, lasciando che la lingua si insinui nel solco e lecchi timidamente la piccola, magica, misteriosa rosa che custodisce.

Il ragazzo scatta come folgorato, affondando ancora di più il viso nei cuscini.

Soffocandovi un grido di pura e incontrollata eccitazione.

È così facendo si spinge contro di lui e la sua carezza, che si fa immediatamente più indiscreta.

Sente distintamente i cerchi che la sua lingua gli disegnano intorno, risvegliando brutale ogni terminazione nervosa.

È così intensa la sensazione da stordirlo e confonderlo.

Il cuore e il sangue impazziscono, e il ronzio furibondo nelle orecchie diventa frastornante!

Istanti o un tempo infinito, è solo la perdita di nozione di tempo a sovrastarlo, mentre si perde nelle sensazioni che prova.

Mentre percepisce il momento in cui la lingua si insinua ed entra in lui.

Come i muscoli si contraggono e si rilassano intorno ad essa in un ritmo proprio e dissociato dalla propria volontà, facendole spazio, concedendole l'accesso come se non avesse fatto altro fino a quel momento.

E all'improvviso non gli basta più avere solo quel piccolo muscolo sfacciato che lo viola.

Vuole di più.

Quel "di più" cui ha anelato nei suoi sogni e nelle sue fantasie più oscene, rifuggendo dal confessarlo a se stesso, sconcertato e scandalizzato.

 

Come se gli avesse letto nel pensiero, o semplicemente condividendo la sua folle, irrefrenabile smania, Daniel cerca e trova il flaconcino di olio essenziale tra le pieghe delle lenzuola, lo apre alla cieca e fa scorrere qualche goccia tra le dita.

Che si impregnano del liquido profumato e scivoloso.

Pur a malincuore si allontana da lui.

Hema viene aggredito d'un tratto da una sgradevole sensazione di abbandono appena la bocca si stacca da sé.

Tuttavia non ha il tempo di protestare il proprio disappunto, che sente tutto il corpo di Daniel percorrere il proprio dal basso in alto, fino a ritrovarselo completamente addosso, le labbra che si attaccano al suo collo e lo rapiscono, regalandogli mille baci.

Soggiogato e distratto, appena realizza la spinta prudente e lenta delle dita di lui che gli entrano dentro, giocando con i muscoli che automaticamente si contraggono intorno ad esse, e si lasciano massaggiare arrendevoli in quei cerchi concentrici sconcertanti.

- Rilassati! -

Sembra che gli venga suggerito nell'orecchio dalla voce di Daniel, roca e bassa.

È trasfigurata dall'emozione e terribilmente inquietante.

Hema rabbrividisce al suo suono e obbedisce istintivamente al comando.

Non vuole altro in quel momento incredibile che lasciarsi andare e concedergli ogni cosa.

Anzi, gli va incontro e lo asseconda come se il corpo conoscesse da sé ciò che, è sicuro, se si fermasse a riflettere, la sua mente non saprebbe.

D'un tratto la sua schiena si piega all'indietro in un arco teso nel momento in cui percepisce che non sono più le lunghe dita di Daniel a possederlo, ma è la sua eccitazione, dura, imperiosa e ingombrante che sta premendo tra le sue cosce per farsi strada.

Fa pressione sulle braccia e si solleva dai cuscini.

Si sente inquieto, il respiro gli esce dai polmoni a singhiozzi spezzettati, il ventre gli si contrae spasmodico e un unico pensiero gli invade la testa, violento e sfrenato: offrirglisi e accoglierlo.

Adesso.

Adesso.

Oohhhhhh!!!!

Spalanca gli occhi tra le poche luci della stanza quando la punta gli scivola tra le natiche, trovando la strada nella sua piccola apertura, e vi affonda di qualche centimetro.

E’ una sensazione così singolare.

Calda.

Umida.

Invadente, ma dolce.

Piacevole.

Furiosamente allettante.

E’ anche dolore.

Ma è stranamente una sensazione sfumata, indefinita come un sogno.

In quel momento due istinti si scontrano e si contraddicono: quello di sottrarsi all'intrusione e quello di spingersi verso di essa con forza.

È una lotta che lo aggredisce, disorientandolo.

Daniel si ferma, però, respirando affrettato nel suo orecchio.

Lo bacia appena sotto il lobo e vi struscia il naso contro.

Gli passa un braccio intorno ai fianchi e apre la mano sul suo ventre agitato, premendolo contro di sé con dolcezza.

- Fermami, non voglio farti male! -

Hema trova il coraggio di girarsi verso di lui e incontra il suo sguardo: preoccupazione e desiderio sono un misto di ombre che gli entrano nel cuore prim'ancora che il suo sesso pulsante.

È sincero quando gli dice quelle parole, lo sa.

E tutta l'inquietudine scompare magicamente.

Lo bacia sulla bocca, ingoiando il suo fiato bollente.

Fiducioso reclina il capo sulla sua spalla e si lascia andare.

- Non farlo, ti prego! -

È un sussurro quello che riesce ad articolare mentre tremando si spinge contro di lui.

Lo accoglie, tutto, dentro di sé, facendosi invadere completamente le viscere.

Un abisso improvvisamente si spalanca nel suo corpo e nella sua testa.

Una voragine infinita segue la percezione, non solo fisica, di essere totalmente riempito.

E nel momento in cui, dopo un istante di immobilismo, Daniel imprime il primo movimento dei fianchi per assestargli una delicatissima spinta, una scarica di adrenalina potente e devastante si propaga dal centro della loro unione in ogni direzione, facendo impazzire il mondo intorno.

Hema artiglia le lenzuola, quasi strappandole.

Apre la bocca, non sa se per rubare l'aria che di colpo gli manca o se per gridare il proprio, furente piacere.

Daniel lo guarda affascinato.

Si muove lentamente, obbedendo a un puro istinto, ingoia la sensazione meravigliosa e sconosciuta di sentire i suoi muscoli che lo stringono e lo trattengono, assecondandolo e assorbendolo.

Gioia ed esaltazione.

Euforia e dolcezza.

Contrazioni scivolose e morbide come non ne ha mai provate nella sua vita.

E caldo.

E sudore.

Brucianti.

È pelle che si incendia e si dilata e si restringe.

Cerca la sua bocca e la trova subito, disponibile, affamata quanto è più della propria.

Vi si fonde in un bacio umido, fatto di labbra, di lingue, di morsi che non fanno male, e che moltiplicano l'eccitazione incontrollata che sta montando dentro come un'onda.

La mano che ha tenuto fino a quel momento sul suo ventre, avvolge il suo membro in una voluttuosa, morbida e indiscreta masturbazione, infiammando ulteriormente i sensi.

 

Quanto può far impazzire un momento simile?

Quest'universo sconosciuto e tremendo che si è spalancato, ingoiando la realtà, sempre più fumosa e distante.

Oscuro, eppure luminoso, di cui non hanno avuto coscienza fino a questo istante.

Che si espande ogni attimo di più nei corpi e nelle anime, e li sta conducendo, lento e inesorabile, a perdersi e a fondersi come non avrebbero mai osato pensare.

Non è solo carne e sesso.

Lo sanno entrambi.

È consapevolezza di spiriti che si sono cercati prima ancora di capirlo.

Il cui trovarsi è sgomento e confusione.

Ma potrebbe essere anche la realizzazione di un sogno che non sapevano di avere.

 

- Dan....iel...!!!! -

- ... Si, amore!? -

Sussurri affrettati si perdono in respiri scomposti.

Le bocche si dividono, avide di ossigeno che non trovano.

Hema rovescia la testa all'indietro, poggia la nuca sulla sua spalla in cerca di sostegno al proprio corpo squassato da un tremore sempre più insostenibile.

Annaspa e miagola e singhiozza per gli spasmi sempre più violenti.

Daniel lo morde alla base del collo, chiude i denti sulla sua pelle madida di sudore, la segna e la sugge in sincrono con le spinte.

Ruota i fianchi alla ricerca di un'altra inclinazione nell'anfratto strettissimo che lo stringe, sprofonda e spinge ancora, facendolo urlare e ruggendo egli stesso la propria follia.

In un impeto frenetico si tira su e se lo solleva in grembo di peso.

Sta per perdere il controllo, lo avverte prepotente, mentre lo imprigiona circondandogli il busto con il braccio libero, schiena contro petto.

L'altra mano continua a tormentargli inesorabile il membro rigido e congestionato, pompando a ritmo con le loro spinte.

Il ragazzo tenta di raggiungerlo e posarvi la propria mano, non capisce se per contribuire o se per fermare l'ondata di piacere che gli arriva da quella direzione e si somma a tutto il resto, facendolo andare fuori di testa.

Ma Daniel gliela sospinge via con uno schiaffo poco gentile, quasi rabbioso, e riprende a masturbarlo, premendo i suoi testicoli gonfi e doloranti, infilando ovunque le dita.

È insistente e delicato al tempo stesso.

Sembra conoscere ogni sfumatura per farlo godere anche se lui non ê in grado di suggerirgli nulla, sempre più perso.

Così non osa più intromettersi e solleva le braccia, allacciandogliele intorno al collo e stringendoglisi addosso.

Lo segue nei movimenti che ora sono sempre più rapidi man mano che l'acme sale e si propaga ingestibile. 

Chiude gli occhi e si lascia travolgere dal fiume di sensazioni che gli giungono ovunque incessanti.

Lo sta trascinando con sé sull'orlo di un precipizio senza ritorno.

È lí, sul bordo di un baratro profondo, inevitabile, che lo condurrà a una morte lenta e fantastica.

Lo sente.

Mentre annaspa insieme a lui.

Mentre ogni singola cellula vibra e si frantuma ed esplode.

Mentre ogni tendine, muscolo, lembo di pelle si allunga, si tende e si spezza.

Mentre un unico grido riempie di schegge impazzite lo spazio e il silenzio intorno.

E ogni cosa diventa una sola, rovente, lancinante pulsazione bianco latte.

E acceca e uccide!

All'infinito.

   
 
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