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Autore: Kyryu    18/10/2008    9 recensioni
Cristina, una cantante lirica diciassettenne, da sempre innamorata del suo amico d'infanzia, quando è in viaggio all'estero scopre della sua relazione con una tipa inaspettata... Intanto, qualcuno la brama nell'ombra....
Genere: Romantico, Erotico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: Lemon | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'DANNATAMENTE DIFFICILE SERIE'
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Epilogo

 

Nella sua prima passione la donna ama il suo amante, in tutte le altre ciò che ama è il suo amore. Il mio amato poeta Lord Byron affermò una realtà sbagliata; non si può relegare il comportamento di tutte le donne, basandosi sul comportamento di una sola.

Tutto ciò che posso dire, in riferimento alla mia vita, è tutto il contrario di questa crudele frase.

Io… posso affermare con certezza, che l’amore che ho provato per Alex è stato semplice amore per l’amore in sé. Adesso, posso dire di amare con tutta me stessa il mio amante. L’amore che mi lega a lui va oltre ogni convenzione, va oltre ogni immaginazione, perché è un amore puro e libero.

Matteo è il mio tutto e sono sicura che neanche nella morte io potrei essere infelice, perché sarà sempre con me. E i ricordi più belli si rifanno vivi, nella mia mente…

Quel giorno, avevamo optato per una passeggiata al parco: fa sempre bene fare una passeggiata a El Retiro. Ero appoggiata alla ringhiera affacciata sul lago. Guardavo le paperelle mangiare le briciole che gli sgretolavo.

- Tesoro…- sentii il suo fiato sul collo e le sue mani cingermi la vita; erano passati circa dieci anni da quando stavamo assieme, ma la mia voglia di lui era sempre rimasta la stessa, come la sua, del resto.

-Dimmi..- risposi, accarezzandogli i morbidi ricci.

-Ehm… Che ne diresti…- si schiarì di nuovo la voce e riprese, sottovoce-… di avere un bambino..?- baciandomi delicatamente il collo. Mi voltai di scatto ed arrossii come un peperone.

-Hey… non ho mica fatto una richiesta indecente! Ti ho solo chiesto…- mi rispose, guardandosi i piedi. – E poi… staresti… così bene con il pancione…- mi disse, ancora, arrossendo vistosamente.

Certe volte sembrava un bambino. Come poteva chiedermi di avere un bambino dopo…??

-Ma scusa… ho già te di cui occuparmi… Prova ad immaginare un altro bambino!!- gli dissi carezzandogli il viso. Sembrava un po’ offeso e poi, si era dimenticato delle altre pesti? Come a spaccare il secondo, ci si presentarono davanti i miei due cuccioli: un bambino di cinque anni con i capelli ricci e i miei stessi occhi e una bambina di quattro anni, la “sua” fotocopia.

- ¿ Mama… ...?- mi chiese il grande, ma neanche mezzo secondo che Matteo l’aveva già preso in braccio, quasi a farlo volare.

-Quante volte ti ho detto che, quando sei con noi, devi parlare in italiano?- Gli chiese il padre, strofinando le nocche sulla sua testa ricciuta.

-Ahi papy…!! Me ne sono dimenticato...- gli rispose il bimbo, chiedendogli di poggiarlo a terra.

Appena messi i piedi a terra, mi raggiunse e mi abbracciò e mi disse:-Mamma… Prima due signori ci hanno chiesto, in italiano:”E i vostri genitori? Vorremmo parlargli…” , ma non sappiamo chi fossero e siamo scappati…-

Due signori? Mi sorse un dubbio. Presi per mano Luca e dissi a Matteo, che teneva in braccio la nostra piccola Giorgia e la faceva addormentare, cantandole una ninna nanna. Quanto erano carini assieme… Ogni volta Giorgia, per dormire, chiedeva a suo padre di cantargli una canzone, soprattutto quelle de “Il Fantasma dell’Opera”, chissà perché….

Erano teneri perché erano identici in tutto e per tutto, i gesti e soprattutto lo sguardo furbetto, anche quando organizzavano scherzi.

-Tesoro… Andiamo… Voglio vedere chi sono questi due signori…- ma, tanto sapevo chi erano. Immaginavo già da cinque anni che, prima o poi, sarebbero arrivati.

Luca mi condusse fino all’area del parco giochi e lì li trovammo.

Erano proprio loro. Lasciai Luca a Matteo e mi buttai addosso a mia sorella.

-Cristy.. va bene che sono cinque anni che non ci vediamo… Ma non mi uccidere proprio adesso…- mi disse, provando a staccarsi.

-Anna… mi sei mancata…- le dissi, tenendola solo per le mani.

-Potevi anche venire in Italia…. Non ti costava niente…!- mi disse, ma non sapeva del piccolo divieto che ci eravamo imposti: infatti, Matteo ed io saremmo tornati a Roma solo quando avremmo avuto dei lavori sicuri al 100%; Matteo era un cuoco affermato e lavorava in un albergo di lusso: era (ed è) molto ricercato per i suoi modi raffinati e soprattutto perché sapeva cucinare sia piatti tipici italiani, che piatti tipici spagnoli. Ed io? Bè, avevo il ruolo di soprano all’Opera di Madrid, ma molto spesso mi chiedevano di viaggiare e quindi, non sempre riuscivo a prendere la paga per intero, perché avevo il secondo lavoro di madre e moglie.

Questo piccolo patto è nato quando io e Matteo scappammo da Roma e ci sposammo qui, a Madrid. I suoi non volevano che si sposasse con me, perché non ero di famiglia sostanzialmente ricca, anche se ero la figlia della pittrice che ha dipinto molti dei quadri che si trovano in casa loro, i quali sono anche delle opere di incredibile valore, data la fama di mia madre. Ma Matteo, non volle sentire ragioni: non voleva perdere il suo unico amore e così, decidemmo di viaggiare un po’ per il mondo, con i soldi estratti dal suo conto in banca.

Girammo per un anno, fino a quando non decisi di tornare a Madrid per studiare di nuovo all’Accademia e lui, per fare un corso per chef di prim’ordine. Volete sapere come la presero i miei? Bè, mia madre è sempre la solita e quindi, dopo svariati consigli e piagnistei, disse di godermi il matrimonio e di telefonarle almeno di una volta al mese e, soprattutto, di telefonarle se avessimo avuto bisogno di qualcosa, invece mio padre disse:”AAAAARGHHHHHH!!!! A quell’idiota del tuo ragazzo gli faccio saltare le ossa… Monica! Fai le valige! Torniamo in Italia a spaccare il c**o a quel cretino che vuole portarsi a letto mia figlia, per poi lasciarla a noi, incinta e divorziata…!! NOOO” , ma dopo essersi ripreso e dopo gli schiaffi di mia madre, per farlo tornare in sé, disse:”Bambina mia… la mia piccola Cristina… Cucciolotta… Ti voglio bene, quindi… sii felice con Matteo… Ma se ti dovesse fare qualcosa…. Gli faccio saltare le p***e… Ok? :D”. Veramente un padre hippy, molto deficiente, ma molto tenero e molto papy.

Mi girai verso Marco, ma mi accorsi che non era Marco. Era Dario.

-Hey.. ma… cosa..?- gli chiesi, mentre salutavo Dario baciandolo sulle guance.

-Ehm… - esordì Anna, imbarazzandosi. –Ecco… io e Marco ci siamo lasciati circa… quattro anni fa… perché …. Mi ero innamorata di Dario e lui.. bè.. mi aveva tradito con Roberta… E poi Dario ricambiava da una vita…. E quindi.. eccoci qui…!- e si strinse al braccio di Dario, che la abbracciò da dietro e appoggiò la testa sulla sua.

-In pratica…. Ne sono successe un sacco da quando vi siete rinchiusi nella vostra bolla d’amore…- concluse Dario.

Matteo si avvicinò e salutò Dario e Anna solo con un bacio sulla guancia perché teneva in braccio Giorgia.

-E questa?- chiese Anna, stupendosi.

-Ehm… E’ colpa sua..!- dissi, indicando Matteo.

-hey… E’ nostra figlia… perché… non sapevate di Giorgia?- chiese Matteo, sussurrando.

-Veramente non ne sapevamo niente… possiamo presentarci ai bambini, adesso?- mi chiese Anna, leggermente arrabbiata.

-Va bene.. Matteo… Sveglia Giorgia… ma piano, piano… sennò piange…- gli dissi.

La bimba si svegliò piano, piano, trovandosi davanti agli occhi i due sconosciuti. Si spaventò e nascose il viso nel petto del padre.

- Ciao…Non siamo degli estranei…. Lo sai che sono la sorella di mamma? Sono la zia Anna… E lui è lo zio Dario…- Anna ci sapeva fare con i bimbi. Infatti, Giorgia la guardò e disse, con la sua solita parlata sveglia:

-Non le asshomigli proprio per niente….-

Ridemmo tutti quanti. Luca si avvicinò a Dario, che lo prese in braccio.

-Zio Dario… ma tu sei sposato con zia Anna?- chiese, senza peli sulla lingua.

Io e Matteo lo fissammo e dicemmo, assieme:- Non sono domande da fare, Luca..!-

-No, no… veramente… Anna ed io siamo sposati da… circa due giorni e siamo venuti a trovarvi e siamo in luna di miele qui, in Spagna…- disse Dario, stupendoci tantissimo.

-Oddio… e non ci avete nemmeno invitato…!!- dissi ad Anna, con rimprovero.

-Se è per quello, nemmeno voi! Siete scappati e non ci avete detto più niente… Siete spariti…- rispose alla mia provocazione Anna.

Matteo si mise in mezzo e disse:- E’ inutile litigare…. Tanto è stato tutto fatto, no? Ora… come stanno gli altri?-

Dario si tenne in braccio Luca, si sedette sul prato e disse:- Accomodatevi… perché ne avremo delle belle…-

Così ci raccontò di come si sciolse il gruppo: Dario lasciò Giulia per stare e sposarsi con Anna; dopo il tradimento di Marco, Cesare l’ammazzò di colpi e lasciò Roberta. Diana trovò l’amore con Cesare, che si sarebbero sposati tra un paio di mesi e avevano chiesto a me e a Matteo (mandandoci Dario e Anna come messaggeri), di diventare i loro testimoni di nozze. E Mario rimase l’unico distaccato della cricca, come al solito, “L’emarginato”.

E Alex? Bè, dopo quella passata di colpi, decise di non farsi più vedere dagli altri, scappando a Milano dove era diventato un venditore di automobili.

Quella sera, dopo aver messo a nanna i due piccoli mostriciattoli e dopo aver salutato per bene Dario e Anna, che sarebbero ripartiti il giorno dopo alla volta di Toledo, ci ritrovammo sdraiati in camera da letto. Io ero girata di lato e lui mi abbracciava da dietro, baciandomi il collo.

-Tesoro… ci pensi? In otto anni, la nostra vita è cambiata totalmente.- gli dissi, carezzandogli le mani strette sul mio ventre; al buio della stanza, vidi le nostre fedi luccicare.

-Sì… Ma.. io volevo chiederti un’altra cosa…- mi disse, baciandomi un po’ più insistentemente.

-Cosa?- gli chiesi, non capendo le sue intenzioni: sapeva nascondere le sue richieste, ma quando non ce la faceva più, non riusciva a trattenersi. Ma quella volta non me ne accorsi proprio per niente.

-Bè… non è proprio fattibile la proposta di questo pomeriggio??- mi chiese, sussurrandomi all’orecchio.

-Tesoro… Come faremo? Avremo bisogno di un’altra casa… A tre piani, dato che già in questa che è a due piani ci stiamo stretti…!- gli chiesi, sperando che non si facesse venire in mente strane idee. Si voltò dietro e prese qualcosa dal comodino e me lo porse. Accesi la luce e lessi che era il contratto di una nuova casa. A tre piani. In centro. Accanto al parco di El Retiro.

-Voilà… abbiamo guadagnato così tanti soldi, che alla fine siamo riusciti a comprarla… e’ quella che volevi quando siamo arrivati qui circa sei anni fa… e ora? Che mi dici? Ti posso assicurare che ce ne possono stare circa altri tre… quindi, non preoccuparti di un parto gemellare… Ce la potremmo cavare benissimo….- mi disse, voltandomi e sistemandosi sopra di me. Ero sorpreso dalla sua intraprendenza.

-mmm… Secondo me è solo perché vuoi farlo, non per averne un altro…- gli dissi, ma mi bloccò la bocca con un bacio persuasivo.

-No… io... vorrei vederti di nuovo con il pancione, avere un altro bambino.. che somigli a te e poi… eri bellissima… ed eri… estremamente eccitante…- mi disse, baciandomi il collo.

-Certo che lo ero… Era tutta colpa tua… Lo sai come son fatta… Una volta incinta posso chiedere tutto… anche di farlo… a tutte le ore…- gli dissi, sussurrandolo.

-Infatti ne sarei molto contento…- disse, strappandomi un sorriso.

Così, gli concessi quella piccola follia e per quanto folle, diede vita ad un nuovo esserino.

Anche se non avevo premeditato seriamente ad una coppia di gemelli!

Così… nove mesi dopo, con immensa gioia di Matteo che correva eccitato da una parte all’altra della sala d’attesa con Luca e Giorgia, e con immenso dolore per me, nacquero Daniele e Samantha, la mia fotocopia.

Matteo era felice… anzi, felicissimo. Non mi lasciò mai un attimo e teneva d’occhio i due piccoli di casa Dorotei. Luca e Giorgia erano felicissimi della loro nascita. Sarebbero stati dei fratelli maggiori formidabili.  

E ora, Matteo ed io, viviamo felici nel nostro piccolo mondo, in questa bellissima città, con i nostri piccoli bambini, che riempiono la nostra vita, fino all’ultimo. L’amore… è unico e non bisogna mai lasciare che qualcuno lo distrugga con le sue parole. Basta semplicemente aprirgli il cuore e farlo entrare. Cosa posso dire? Il suo motto non è “soddisfatti o rimborsati”. Il suo motto è: basta crederci veramente.     

  

 

FINE
L'angolo dell'Autrice...
Bè... cosa dire?? Questa storia è nata un pomeriggio di una noiosa serata di quest'estate... L'avevo già messa su internet, in un altro sito, ma mi hanno detto di metterla anche qui perchè, secondo molte persone, meritava veramente di essere messa su questo sito ed io non posso che essere d'accordo.
Sono felice che vi sia piaciuta... Sono proprio felice e soprattutto le vostre recensioni sono sempre una gioia immensa... Mi fanno capire che brutta, brutta, come pensavo fosse, effettivamente non lo è.
Quindi... Non scendo nei ringraziamenti particolari perchè rischierei di annoiarvi... Ma... Vorrei dirvi GRAZIE per aver sprecato un po' del vostro prezioso tempo a leggere questa storia.
Vi chiederete...: ma ci sarà un continuo?
Risposta... Bè... io, per scelta personale, non vorrei rovinare questo scritto facendo un continuo (perché, ammettiamolo, i continui sono quasi sempre delle delusioni), ma sto scrivendo una storia che si basa sulla storia dei figli più grandi, quindi di Luca e Giorgia....l'ho appena cominciata a scrivere... appena sarà pronta, la metterò anche qui. 
Grazie, grazie, grazie, grazie, grazie, grazie, grazie..!!
 
A presto....!!!
 
Vostra.... Miky!  
 
 
 
 
  
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