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Autore: Yoan Seiyryu    26/10/2014    1 recensioni
[Sleeping Hook]
Il Tenente Killian Jones ha il compito di scortare Aurora nel Regno del suo futuro sposo, il Principe Filippo. Mancano pochi giorni al diciottesimo compleanno di Aurora e l'unico modo che ha per evitare di soccombere alla maledizione di Malefica è quello di farsi ospitare da Filippo, lì dove la magia non può avere effetto. Le scelte che farà, causate soprattutto dalla conoscenza più profonda del Tenente Jones, la condurranno a diventare quella che sarà La Bella Addormentata. Killian e Aurora si troveranno ad affrontare se stessi e porre a confronto i propri desideri.
(L'arco temporale della storia comprende Killian Jones come Tenente della Pegaso e non ancora come Capitan Hook)
Genere: Generale, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Aurora, Filippo, Killian Jones/Capitan Uncino
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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IV 

Di Incubi e Stelle 






 
La nausea era passata ma al contempo tornata durante le notti a seguire. La vita di mare non era di conforto per chi aveva sempre vissuto negli agi e ritrovarsi su un’imbarcazione, per quanto grande, di determinate dimensioni e sempre a contatto con le medesime persone non resero il viaggio del tutto confortevole. Aurora era abituata a non creare relazioni sociali stabili, tranne che con Merryweather e le sorelle di quest’ultima, aveva sempre evitato di formare rapporti che non avrebbero lasciato il segno.
Le convenzioni sociali erano importanti ma mai ne approfondì qualcuna in particolare.
Il Capitano Liam Jones si era dimostrato colmo di gentilezza e premura nei suoi confronti, sempre attento affinché non le mancasse nulla. Il Tenente, suo fratello, non si comportava al suo medesimo modo. Preferì approcciarsi con lei in modo più naturale e semplice, senza servirsi di maniere eccellenti e un distacco tale da non costruire alcun ponte vero e proprio. Killian Jones si era incuriosito delle ombre che attorniavano Aurora e la curiosità faceva parte della sua natura di marinaio. Se inizialmente provò nei confronti di lei una certa antipatia, tutto scemò quando si ritrovò ad ascoltare le sue confessioni e non la considerò più una fanciulla altezzosa come all’inizio si era mostrata. Era convinto che Aurora non fosse solo una sangue blu.
Non era casuale che spesso i due si ritrovarono a conversare, anche da soli, sul ponte della nave quando il sole era alto nel cielo e sprofondava tra le onde del mare. Durante i pranzi e le cene non si crearono più silenzi di alcun tipo e di questo Merryweather ne fu più che felice. Aurora si convinse di quanto in realtà Killian fosse davvero affascinante, come l’amica le aveva fatto notare. I sorrisi spontanei, la gentilezza simile a quella del fratello e la lealtà che provava nei confronti del proprio Capitano lo rendevano un uomo capace di instillare in lei un sentimento di profonda stima.
Avrebbe considerato Filippo allo stesso modo? Lo aveva incontrato da bambina e allora non ebbe una cattiva impressione di lui, tutt’altro. Eppure non si sarebbe sposata con un bambino, ma con un uomo adulto, cresciuto in un ambiente diverso dal suo e in quel momento gli appariva come un vero e proprio estraneo. Aurora non poteva rifiutare le nozze che erano state prestabilite fin dalla sua nascita ma di certo la curiosità e l’ansia che provava prima di conoscere il futuro sposo erano alte.
Quella notte Aurora non riuscì a prendere sonno a causa dei giri di testa che le impedivano di addormentarsi. Forse non era del tutto un male, poiché non riusciva mai a concedersi sogni tranquilli. Decise di lasciar dormire Merryweather che invece sembrava non provare fastidio dall’oscillazione della nave e si decise a salire sopracoperta, per cambiare aria e assecondare gli insegnamenti del Tenente.
Una volta che si trovò sul ponte si strinse la mantella che aveva portato con sé sulle spalle. Non fece caso ai pochi marinai rimasti di vedetta che consumavano di nascosto la birra avanzata dalla cena, all’insaputa del Capitano che non avrebbe permesso loro di superare il limite. Aurora si accorse troppo tardi, ormai giunta nei pressi della timoneria, che il Tenente Jones si trovava al timone. A quel punto decise di tornare sui suoi passi e fingere di non essersene accorta, ma lui non fu dello stesso avviso.
- La mia compagnia è così sgradevole che preferite fuggire? – le domandò senza mancare di far sorgere un sorriso affilato sulle labbra.
Aurora strinse appena le mani sui lembi dell’abito e si costrinse a voltarsi per guardarlo.
- Non desidero disturbare il vostro lavoro.
- Pessima scusa. Vorreste imparare a condurre una nave? Non che sia tutto qui, ma potreste iniziare a capire qualcosa – le propose facendole segno di avvicinarsi.
A quel punto non poteva tirarsi indietro. Non che fosse lieta di entrare a conoscenza dei segreti nautici ma almeno avrebbe dimenticato, almeno per un po’, la nausea che ogni tanto tornava a farle visita.
Killian si mostrò eloquente nella sua spiegazione ed Aurora non la trovò affatto noiosa, anzi si interessò ulteriormente a quel mondo che non le era mai appartenuto. Lui sembrava amare davvero la vita di mare e un po’ gli invidiava quella passione che trapelava dai suoi occhi quando si immergeva nell’argomento.
- Sono lieto di non avervi annoiato – sorrise alla fine quando andò a riprendere il timone, sfiorandolo appena con le dita – avrei una curiosità da esprimere, ma so che probabilmente vi infastidirà ascoltarla e vi rifiuterete di rispondermi. Non sono affari che mi riguardano, d’altronde.
Aurora sollevò un sopracciglio e si morse appena il labbro inferiore. In quei giorni di navigazione Killian aveva imparato a comprendere la sua natura e le sue reazioni, tanto da prevederne già l’impatto. Nonostante ciò insisteva per sapere di più, per non rimanere escluso da ciò che lei non voleva evidenziare.
- Allora non chiedetemi nulla.
- Sarebbe un peccato – sospirò lui – potreste semplicemente fingere di rispondere ad una domanda posta dalle stelle. Alzate gli occhi e conversate con loro.
Aurora sollevò il capo e si accorse solo in quel momento di quanto il cielo fosse tempestato da mille diamanti che dipingevano la volta infinita, fino a perdersi al di là del mare, lì dove l’orizzonte non aveva mai fine. Era uno spettacolo raro a cui difficilmente avrebbe potuto assistere dalla terraferma. Le acque buie accoglievano le luci soffuse delle stelle che brillavano dall’alto per rischiarare una notte senza luna.
- Non è stata ancora stabilita una data per il vostro matrimonio, allora perché siete in viaggio verso il Regno del Principe Filippo? – alla fine domandò.
Aurora si morse l’interno della guancia e trasse un lungo sospiro.
- Quando siete entrato a far parte della marina reale di mio padre non vi è stato raccontato proprio nulla? Non è nemmeno così strano, in molti hanno paura.
- Paura di cosa? – Killian non riusciva a comprendere quale segreto si celasse dietro una ragazza così giovane.
- La maledizione che Malefica  ha imposto il giorno della mia nascita. Dal vostro sguardo comprendo che conosciate questo nome, sono certa che vi siano giunte delle voci ma che non le abbiate credute reali. Mio padre ha cercato in ogni modo di metterle a tacere, inutilmente – spiegò brevemente.
Killian si ancorò maggiormente al timone ma non smise di guardarla, nonostante lei avesse deciso di rifuggire lo sguardo e concentrarsi sulla volta celeste.
Raccontare della maledizione fu per Aurora difficile ma al contempo riuscì a trattenere la sofferenza che per anni si era portata dietro, senza mai porre alcuna lamentela. Aveva accettato il proprio destino privandosi di speranze reali. Spiegò di come Malefica la maledì e che il giorno del suo diciottesimo compleanno sarebbe caduta in un sonno eterno, pungendosi con la punta di un arcolaio. Re Stefano aveva provveduto a far bruciare tutti gli arcolai del Regno ma conosceva sin troppo bene la magia oscura di Malefica per credere che un’azione simile sarebbe bastata. Per questo motivo i suoi genitori decisero di affrontare quel lungo viaggio in mare che risultò disastroso, per cercare un mago più potente di Malefica che annullasse la maledizione del sonno. Quel mago non fu mai raggiunto e la conseguenza fu solo la morte di sua madre. Per questo motivo Aurora si dette la colpa di ciò che accadde in quella notte.
Killian ascoltò con attenzione e soffocò un brusco respiro.
- Il Regno del Principe Filippo è immune alla magia, è l’unico luogo dove Malefica non potrà raggiungermi. Per questo il nostro matrimonio è stato stabilito durante l’infanzia, per assicurare la mia futura salvezza. La data delle nozze non è stata ancora decisa ma il giorno del mio diciottesimo compleanno si avvicina e mi rifugerò lì.
Lui ascoltò con attenzione e strinse appena il pugno della mano. Killian non era ingenuo e sapeva bene quanto fosse importante contrarre un buon matrimonio, soprattutto per chi indossava una corona. Provò una certa tristezza, però, nel sapere che Aurora era costretta a sposare uno sconosciuto pur di mettersi in salvo. Lui che avrebbe potuto fare? Nulla, se non accompagnarla nel nuovo Regno e fare in modo che si trovasse a suo agio prima di ripartire e far ritorno verso casa.
- Vi portate dietro un peso non da poco – non sapeva bene cosa rispondere di fronte a quel racconto che lo aveva toccato.
Aurora annuì appena.
- Il sonno eterno equivale come a morire.
- Non esiste un modo per spezzare la maledizione, se dovesse abbattersi su di voi?
- Il bacio del vero amore – sorrise lei – ma chi potrebbe innamorarsi mai di una donna che sa di dover dormire per sempre? Inoltre non ho nemmeno un carattere così amabile da generare un sentimento così profondo.
Killian aggrottò le sopracciglia.
- Il Principe Filippo potrebbe amarvi.
- O forse no.
- La maledizione non vi colpirà, ne sono certo.
Aurora si adombrò in viso.
- Come potete dirlo?
- Sarete al sicuro dal vostro futuro sposo.
- Vi preoccupate della mia incolumità come se vi importasse davvero.
Killian trasse un respiro profondo.
- Vi reputo ormai un’amica, nonostante io sappia che tale considerazione vi turberà non essendo appartenenti allo stesso lignaggio.
Aurora non seppe cosa dire e per un attimo tutte le sue difese furono abbattute.
- E’ così infatti.
Killian sorrise appena, ne era piuttosto certo.
- Di cosa avete più paura?
- Di sognare per sempre. Ogni volta che mi addormento sono avvolta da incubi e il sonno invece di ristorarmi, mi debilita. L’idea di dover affrontare un’eternità così mi spaventa oltremodo – sussurrò lei in una confessione che non pensava di fare proprio a lui.
- Dovreste imparare a dormire guardando le stelle – consigliò Killian sollevando la testa per indicarle.
Le strappò un sorriso che non sarebbe stato adatto a circostanze così malinconiche. Killian, pur sapendo la verità, non la guardò con commiserazione né con un briciolo di compassione. Non la giudicò sfortunata e non la considerò vittima in balia degli eventi. Per la prima volta Aurora si sentì davvero al sicuro, come se nulla di male potesse raggiungerla.
Le stelle quella notte avevano preso a brillare con ostinazione e per una volta il sonno che ne sarebbe seguito non sarebbe stato affatto costellato da incubi. 







NdA: 

Ed ecco qui il quarto capitolo! 
Spero che la storia continui a piacere e che non vi annoi troppo ^*^ come sempre ringrazio chi continua a seguire. Alla prossima! 
   
 
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