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Autore: _Safyra    26/10/2014    2 recensioni
Wanda si era salvata. Adesso era rinchiusa in un altro corpo. Felice. Amata dall'uomo che non aveva mai pensato potesse innamorarsi di lei.
Aveva ricominciato una nuova vita, la sua decima vita, ed era ora di iniziare a godersela. Ad imparare che in quel mondo non esistevano soltanto la compassione, il dolore e l'indulgenza, ma anche il piacere, il desiderio... l'amore di una famiglia, di un uomo.
Non sapeva che là fuori, oltre quelle caverne e quel deserto, c'era un mondo pronto ad accoglierla.
Wanda non sapeva nemmeno di essersi fatta un altro nemico... Ma non c'era fretta. Doveva scoprire molte altre cose oltre a quello.
Dalla storia:
Incrociai lo sguardo di Ian per un interminabile istante. Un istante interrotto da un colpo di scena.
Rimasi impietrita quando vidi esplodere il capannone che avevo di fronte.
Avevo cantato vittoria troppo presto [...]
Avevo promesso. Non lo avrei mai abbandonato.
«Wanda... non c'è più niente da fare, capisci? È andato ormai» singhiozzava Brandt dopo avermi preso il volto fra le mani.
«No» dissi «No. Ian non è morto»
Genere: Avventura, Sentimentale, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ian, Jared, Melanie, Quasi tutti, Viandante
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Up In The Sky - the serie '
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Rivelazioni



Mi sentivo una perfetta estranea sotto lo sguardo vitreo di quella che una volta avevo pensato essere mia amica.

Avrei dovuto sapere che c'era qualcosa che non andava in lei, o almeno sospettarlo dal momento in cui avevo origliato la sua discussione con Liam. Sicuramente era coinvolto anche lui in quella assurda faccenda.

Smisi di respirare quando vidi i due Cercatori, un uomo e una donna, lanciarmi insistenti occhiate da dietro le spalle di una Claire sempre più irriconoscibile, e percepii il sangue defluirmi dalla testa, inoculandomi un terribile senso di nausea che prontamente ignorai.

Rimasi ad osservare attonita Claire mentre apriva la cella, poi la Cercatrice che poco dopo le intimò di togliersi dai piedi con uno sguardo e infine il maschio che avvicinò una sedia accanto al letto su cui ero bloccata non appena entrò nella cella. Ci si sedette, l'ombra di un sorriso a metà tra il gentile e lo spaventoso ad increspargli le labbra.

Poi m'immaginai quello stesso sorriso tra luci soffuse e caffè caldi, tra tavoli di un bar non troppo affollato, vicino ad un bancone accanto a cui io e Melanie eravamo passate con aria anonima. Era quella sera, in quel locale, prima dell'arrivo di Brandt e Ian sulla Mercedes rubata, che lo avevo visto.

«Salve, Viandante.» disse, quasi sottovoce, col tono dolce di chi si sta rivolgendo ad un bambino.

«A giudicare dalla tua espressione, non penso che tu mi conosca come io conosco te.»

Molto probabilmente intuì che dietro al mio sguardo immobile c'era un movimento sconfinato di emozioni, perché subito dopo tentò di schiarirmi un po' le idee.

«Senza dubbio avrai conosciuto la mia compagna. È una Cercatrice anche lei, sai? Ma non è più operativa da molto tempo. A dirla tutta è scomparsa, da due mesi e mezzo.»

Lasciai che lo shock e il panico mi scorressero veloci nelle vene fino a farmele congelare, ma senza darlo a vedere.

«... Ali di Drago.»

Mi resi conto di non aver ascoltato una parola di quello che aveva detto soltanto quando ebbe pronunciato il suo nome. Rimisi a fuoco l'immagine dell'uomo che avevo davanti, sulla trentina – se non di più – i capelli biondo cenere, la pelle diafana, gli occhi grigi.

«È da tanto tempo che aspetto questo momento, sai? Se non fosse stato per Claire molto probabilmente non sarebbe mai arrivato. Devo ricordarmi di ringraziarla.»

«C-che cosa vuoi?» riuscii a dire quando ritrovai il controllo. I suoi cerchi azzurri iniziarono a scrutarmi in silenzio, come divertito, poi tornò serio. Era ovvio ciò che voleva, più che ovvio.

«Oh, non è nulla di che. Vorrei solo che tu mi facessi la cortesia di dirmi dove si trova la mia compagna. So che siete state amiche tanto tempo fa, ma dopo tu hai infranto le regole e... penso che il resto lo sai già.»

«Io e la Cercatrice non siamo mai state amiche.»

Ali di Drago sorrise di nuovo, piano, sicuro come era sempre stato da quando aveva messo piede in quella cella.

«Be', io intendo un'amicizia del tutto professionale, Viandante.»

Ignorai ciò che disse, troppo impegnata a mantenere la calma e a non farmi assalire dalla paura. Continuavo a chiedermi se Claire mi avesse davvero presa in giro come pensavo, se fosse davvero alleata con lui, proprio lui, se stavo sognando o quello che mi stava succedendo era tutto reale.

Ma no, non poteva esserlo.

«Mi dispiace, non posso aiutarti.»

Drago in tutta risposta ghignò e per un attimo parve più giovane di quanto già non fosse, più inquietante. Puntellò i gomiti sulle cosce, accorciando la distanza tra i nostri volti, e si guardò le mani con l'ombra di quel sorriso familiare sulle labbra.

«Non mentirmi. Non voglio farti niente di male, Viandante. Desidero solo riavere lei, tutto qui. Non mi sembra tanto difficile da comprendere.»

«Cosa mi fa pensare che tu non stia mentendo?» replicai, acquistando una sicurezza che fino a quel momento non avevo creduto di possedere.

«Potrebbe testimoniarti la mia collega» sbottò, allungando un braccio per indicare la Cercatrice davanti alla cella, prima di inchiodarmi con uno sguardo al limite del gentile «quanta pazienza ho avuto nell'ispezionare ogni punto di quel dannato deserto per trovare almeno il suo corpo.

Ma non è successo, il che mi ha spinto alla conclusione che voi ribelli l'avete catturata. Non ci vuole un genio per capirlo, sai?»

Atono, freddo e brusco, Ali di Drago alzò di qualche ottava la voce. Il suo perdere facilmente le staffe bastò per farmi realizzare che ora avrei dovuto agire con molta cautela.

«Che cosa ci ricaverei io da tutto questo?»

«Credo che ti farebbe piacere rivedere i tuoi amici, o mi sbaglio?» Drago socchiuse le palpebre, riservandomi un'occhiata ammiccante che aveva tutta l'aria di dover riuscire a convincermi.

Non appena lo sentii pronunciare ''amici'' mi ricordai di Jeb, Kyle e Trudy, e un groppone giunse subito ad ostruirmi la gola, seguito seduta stante da un moto di rabbia che mi fece stringere le mani a pugno e serrare la mascella. Chissà quanto c'entravano Drago e Claire nel loro rapimento?

«Non posso fidarmi di te, mi spiace.» dichiarai, forse presa un po' troppo dal dolore e dall'ira per poter ribattere in un altro modo e riflettere cautamente come mi ero promessa di fare.

Il Cercatore, stizzito, si morse il labbro, fissandomi con fare piuttosto nervoso mentre si alzava dalla sedia e raggiungeva il centro della stanza. Si scambiò una rapida occhiata con la donna, poi tornò a guardare me.

«Di solito io non scendo a patti coi trasgressori, Viandante.»

«Con me lo stai facendo.»

«Forse proprio perché si tratta di te

«Io non sono diversa dagli altri.»

«Non voglio aprire un dibattito su questo futile argomento.» ringhiò, appoggiando le mani alla sedia che strinse in maniera quasi spasmodica, forse per scaricare un po' del nervoso che lo stava assalendo.

Lo trucidai con la forza del pensiero, voltandomi a guardare il soffitto che avevo difronte per non concentrare l'attenzione su di lui o sul dolore che iniziavo ad avvertire sui polsi. Pensai a Jeb, Melanie, Ian. Ma più di tutto pensai a Lacey, alla responsabilità che avevo di tenere al sicuro almeno lei e chi era rimasto nelle grotte.

E nonostante sapessi che sarebbe stato difficile proteggere tutti, mi imposi di riuscirci. Lo dovevo ad ognuno di loro, soprattutto a Ian, per il quale ora più che mai provavo uno sconfinato senso di colpa.

«Te lo chiedo un'altra volta: dov'è la Cercatrice?»

«Cercatore, c'è stato un imprevisto.»

Si diede il caso che, o per buona o per cattiva sorte – questo lo avrei constatato solo in seguito – nello stesso momento in cui Ali di Drago mi riproponeva la domanda, la sua collega ricevesse una chiamata urgente da parte di qualcuno e che dovesse inevitabilmente interrompere la nostra conversazione.

Drago si girò verso di lei, poi di nuovo verso di me, io tuttavia non gli prestai la benché minima attenzione: continuai a fissare il soffitto e a sopportare il dolore ai polsi anche quando lui fu costretto ad uscire e a farsi spiegare cosa stava succedendo all'orecchio.

«Ci vediamo dopo.» disse poi Drago prima di aprire la porta e uscire.

Provai disperatamente a liberarmi dei lacci che mi tenevano bloccata, una, due, tre volte. Ora che ebbi la sensazione di averli allentati tuttavia mi immobilizzai, perché sentii entrare qualcuno.

Sospirai, distendendo le mani per non tenermi troppo in tensione, e osservai con la punta dell'occhio Claire intanto che si appoggiava al muro difronte alle sbarre e si metteva a braccia conserte col capo chino.

Restammo zitte per non so quanto tempo, minuti, forse ore, fatto sta che nel lungo periodo di tempo in cui ci crogiolammo nei nostri pensieri, io non smisi di chiedermi perché. Poi, senza neanche accorgermene, mi feci scappare dalla bocca un gemito di dolore a causa della pressione che avevo esercitato coi lacci sulla pelle, e fu così che Claire ebbe il coraggio di alzare lo sguardo dalla punta delle sue scarpe.

«Ti fanno male?»

Mormorò vicino alle sbarre.

«No, sto bene.» fu la risposta perentoria che le diedi prima di girare la testa verso il muro ed allontanarmi almeno con lo sguardo da lei. Mi sentivo offesa, illusa, tradita. Ed era ovvio che il piano per farmi catturare era stato ben premeditato, motivo per cui ero decisa a non considerarla minimamente.

Claire senza dubbio avvertì il distacco della mia voce, perché sospirò con fare frustrato.

«Posso slegarli se vuoi.»

Per quanto la mia testardaggine volesse avere la meglio su tutto, non potei fare niente per fermarla quando la sentii aprire la cella e venire a liberarmi, se non cercare di trattenerla con le parole.

«Ho detto che sto bene.»

«Lascia che ti aiuti.» ormai li stava slegando.

Rimasi in silenzio ad aspettare che finisse, contraendo la mascella non appena percepii le sue dita sfiorarmi piano i polsi prima di allontanarsi. Subito mi portai le mani al petto, massaggiandomi la parte arrossata. Claire mi guardò e giurai di poter scorgere della compassione nei suoi occhi verdi.

«Non cercare neanche per sogno di compatirmi.» dissi una volta che lei tornò al suo posto, distante e con lo sguardo rivolto altrove.

«Senti, W...»

«Lo sai cos'è che più mi dà più sui nervi? Che tu mi abbia fatto credere di essermi amica. Hai mentito, hai mentito a tutti, vendendomi ai nostri più acerrimi nemici senza pensarci due volte. Evidentemente ce l'hai proprio per vizio pugnalare le persone alle spalle.» sbottai, interrompendola proprio ora che si era decisa a parlare. Ma chi se ne importava, ormai lì la buona educazione e il rispetto non si conoscevano più, tanto valeva comportarsi da stronze in maniera equa.

«Credimi, non ho mai avuto intenzione di ferirti, Wanda. Io... noi...»

«Smettila, Claire.»

«No» replicò lei «fammi spiegare. E non pensare che abbiamo fatto questo con cattive intenzioni... Io non ho mai voluto fare tanto male...»

«Eppure...»

«Eppure sì, l'ho fatto. Ma non perché lo volevo io, Wanda. Perché lo voleva lui

Alzai gli occhi su di lei e corrugai la fronte, perplessa. Che cosa stava cercando di dirmi Claire? Voleva giustificarsi? Chiedermi scusa? Passare per la vittima invece della colpevole?

«Mi stai prendendo in giro?»

«No, non ti sto prendendo in giro. Sto cercando di spiegarti perché non ho avuto scelta.»

I lineamenti duri, lo sguardo spiritato, le narici dilatate. Era la prima volta che la vedevo così, con l'aria di chi si sentiva in dovere di difendersi perché non aveva fatto niente – anche se la realtà dei fatti raccontava tutta un'altra storia.

«Sono tutta orecchi.» replicai, scettica.

Claire si appoggiò alle sbarre alle sue spalle, mettendosi a braccia conserte. «Non lo faccio perché mi piace, Wanda, ma perché come tu devi proteggere le persone che ami, anche io devo proteggere le mie.»

«Ah, sì? È diventata una guerra anche tra alleati adesso? Facciamo la selezione naturale tra chi può sopravvivere e chi no pensando prima a noi stessi e poi agli altri? Oh, scusa se non me ne ero accorta, Claire. Io credevo in un mondo migliore, ma a quanto pare è peggio di quanto potessi immaginare. E qu...»

«Ho una figlia, Wanda!»

Sbottò di punto in bianco, quasi urlando, senza preamboli né premesse, così da gettarmi addosso una cosa del tutto inaspettata che sapeva un po' come una secchiata d'acqua gelida. Socchiusi la bocca, smettendo subito di parlare per elaborare le cinque parole che aveva appena pronunciato e capire se stesse scherzando o facesse sul serio.

«T-tu... cosa?» balbettai, sbattendo piano le palpebre per la sorpresa.

«Ho una figlia, Wanda. Ed è per lei che faccio questo lavoraccio.»

Continuai a lanciare occhiate sconvolte a Claire senza dire una parola. Ero scioccata.

«Lo so che è difficile da credere. Ma la realtà dei fatti è così e non si può cambiare purtroppo.»

Corrugai la fronte, confusa ulteriormente da quel "purtroppo". «Perché dici così?»

«Perché è terribile vivere con la consapevolezza di aver dato alla luce un figlio da due anni ma di non poterlo vedere crescere, dato che dei dannati Cercatori te lo tengono lontano per poterti minacciare.»

Claire tirò su col naso e si asciugò velocemente la guancia su cui era scivolata in silenzio una lacrima, distogliendo l'attenzione da me ad un punto indefinito davanti a sé.

Paradossalmente fui colpita da un fiotto di compassione mentre rielaboravo la notizia appena appresa e cercavo di riprendermi dallo shock.

Ero davvero senza parole. Claire aveva una figlia per cui lottava ogni giorno e per di più non poteva starle accanto. Se mi fossi trovata in altre circostanze forse le avrei detto che mi dispiaceva, che non avrei voluto urtare la sua sensibilità, ma in quel momento ero travolta da un mare di emozioni contrastanti che non riuscivo a condensare in nient'altro se non che in rabbia.

Rabbia per Claire, per me stessa, per tutto.

Rabbia per aver detto a Ian di prenderci una pausa.

Rabbia per essere stata amica di sporchi doppiogiochisti.

Rabbia per essere qui.

«Come si chiama?» sussurrai, non vedendo in quale altro modo potessi renderla partecipe della mia non troppa solidarietà.

«Rachel. Si chiama Rachel.»

«Quando... quando ti sei alleata coi Cercatori?»

Claire si sistemò una ciocca dietro l'orecchio, sospirando.

«Non mi sono mai alleata con loro. Sono stata costretta a farlo quando ci hanno catturato e...»

Claire si interruppe nel momento in cui sentì la porta aprirsi all'improvviso, girandosi di scatto per vedere chi stesse entrando prima di uscire dalla cella e farsi scoprire dalla Cercatrice.

«Cosa stavi facendo lì dentro?» le domandò l'aliena, indurendo i lineamenti del viso in un'espressione severa.

«Controllavo.»

«Nessuno ti ha dato il permesso.» la incalzò l'altra, acida, lanciandole un'occhiata torva prima di voltarsi verso di me e fare altrettanto, quindi strappò di mano le chiavi della cella a Claire.

«Mi avevate detto che potevo vederla, dov'è?» chiese quest'ultima mentre la Cercatrice riapriva le sbarre e io stringevo spasmodicamente la coperta marrone del letto perché no, non avevo la più pallida idea di dove mi avrebbe portata e non lo volevo nemmeno sapere.

«Questo devi chiederlo al Cercatore quando sarà tornato.» le rispose la donna intanto che si avvicinava a me e mi prendeva per un braccio nel tentativo di trascinarmi fuori di lì.

«Dove mi state portando?»

Strattonai la Cercatrice, trucidandola con lo sguardo. Lei in tutta risposta mi regalò un sorriso di plastica, come per riuscire meglio nella sua impresa di assoggettarmi.

«In un posto più sicuro.»

«Evita di farmi il sorrisino che usate prima di uccidere le persone. Con me non attacca.»

A quelle parole si tolse dalla faccia quell'espressione da ebete che tanto mi disgustava, sostituendola con una leggermente sorpresa. Claire nel frattempo aveva assistito alla scena in silenzio e a braccia conserte, coi denti che mordicchiavano nervosamente il labbro inferiore.

Chissà cosa pensava in quel momento, mentre io stavo ancora elaborando quello che mi aveva detto poco prima e la dannata Cercatrice tentava di portarmi via?

«Se fai come ti dice non ti succederà niente.» mi assicurò Claire quando vide che proprio non ne volevo sapere di alzarmi dal letto e uscire.

Le lanciai uno sguardo inquieto, poi mi tirai su senza troppi complimenti. La donna a quel punto le fece un cenno.

«Vai a chiamare gli altri. Vogliamo la massima sicurezza durante il trasferimento.»

Claire asserì e andò via. Intanto, la Cercatrice tirò fuori dalla tasca della sua divisa un laccio nero, mi prese le mani e circondò i polsi, stringendo un po', quindi mi spinse fuori.

Quando sorpassai la porta mi ritrovai in un corridoio lungo, lunghissimo, e bianco, proprio come la cella da cui ero appena uscita. C'era silenzio dietro le porte che oltrepassavamo, non un'anima che ci incontrasse lungo il percorso.

L'odore però era rivoltante: sapeva di disinfettante e candeggina, ed era così forte che per poco non vomitai sulle belle scarpe della Cercatrice.

Finalmente arrivammo in fondo al corridoio, dove si trovava una porta di ferro, senza serratura. Accanto, nel muro, lo schermo di un marchingegno diceva ''inserire password''.

Prima di digitarla la donna guardò fuori, oltre uno dei due quadrati in vetro da cui mi tenne severamente lontana, poi cliccò sul schermo e la porta si aprì.

La luce del sole era quasi accecante – ero rimasta incosciente per così tanto tempo? - i raggi rimbalzavo sulla sabbia del deserto, infastidendo le retine. Improvvisamente percepii più di una mano stringermi le braccia, più voci e più rumori.

Macchine, persone, un elicottero.

Saranno stati quattro o cinque i Cercatori che mi scortarono attraverso quello che parve essere quasi un campo militare, uno mi aveva posato la mano sulla testa per tenermela bassa, di modo che non potessi vedere altro se non che i miei piedi calpestare la sabbia.

«È tutto pronto?»

«Sì, vi sta aspettando.»

«Ha risolto la questione di prima?»

«Stanno ancora cercando.»

All'orecchio mi giungevano anche queste frasi senza senso, pronunciate un po' così dalle anime che mi circondavano. Poi tutto un tratto, sentii un'altra voce.

Era un po' più lontana rispetto al gruppo in cui mi trovavo, ma comunque nei paraggi.

«Wanda!»

Scattai immediatamente verso la direzione da cui provenne quell'urlo, chiedendomi se fosse veramente di chi pensavo oppure no.

«Wanda!»

«Ian...? Ian!»

Era ad una ventina di metri da me, due uomini muscolosi tentavano di immobilizzarlo senza riuscirci. Non appena gli risposi iniziò a dimenarsi nella vana speranza di potermi raggiungere, e la stessa cosa feci io.

«Muoviti.» mi sibilò la Cercatrice, spingendomi con forza.

«No. Ian!»

«Wanda, sta tranquilla!»

Gridò, poi mi sorrise. Fu un sorriso amaro, disperato. Un sorriso che riuscì a regalarmi un po' di luce in quel tunnel buio dove mi trovavo adesso.

Gli occhi azzurri fissi sui miei, i capelli mossi dal vento, la maglietta sporca o di sangue o di sabbia, il viso contratto in una smorfia di sofferenza.

«Portatelo via.»

«No, NO!»

«Wanda, andrà tutto bene. Tornerò a prenderti, te lo prometto!» disse prima che i Cercatori mi trascinassero di peso sul furgone che ci aspettava poco più in là, ostruendomi la vista.

Ian, no, per favore per favore. Due lacrime iniziarono a rigarmi in silenzio le guance, riaprendo una ferita che avevo sperato di non dover rimarginare proprio ora.

Lasciatemi andare da lui, vi prego. Per favore.

«Fermatela.»

Wanda, andrà tutto bene. Tornerò a prenderti, te lo prometto.

Te lo prometto.



Spazio autore:



Nooo, ma ho pubblicato veramente???

Mi congratulo con me stessa.

Perdonatemi, ma tra una cosa e l'altra negli ultimi due mesi ho dovuto affrontare periodi un po' no che mi hanno fatto perdere l'ispirazione. Di per sé anche le scene stesse che dovevo mettere per iscritto non erano tanto facili da elaborare, perciò... sì, insomma, ho avuto qualche problema.

Ma spero che alla fine sia valsa comunque la pena aspettare per così tanto tempo, o no? Ceh, avete scoperto il grande enigma, gente, quello attorno a cui è ruotato ogni capitolo di questa storia *^*

Siete ''contente''? Vi aspettavate una cosa del genere oppure pensavate a tutt'altra cosa?

Ditemi, ditemi!

Prima di andare ci tengo a ringraziare come sempre tutti coloro che seguono/preferiscono/ricordano la storia. Siete sempre di più ragazzi, e avete pazienza anche se la vostra Sha ogni tanto fa ritardi madornali!!!

Ma dove li trovo lettori come voi? <3

Grazie ancora, per tutto.

Sha <3

   
 
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