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Autore: Sarugaki145    27/10/2014    2 recensioni
[Spoiler!Mockingjay]
Dal testo:
A quanto pareva Peeta era riuscito a portare un po’ di gioia con il suo arrivo.
Katniss ispirò a fondo l’aria fresca e proseguì verso il prato, con una nuova consapevolezza.
La primavera del Distretto 12 era veramente arrivata.
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Gale Hawthorne, Johanna Mason, Katniss Everdeen, Peeta Mellark
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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And if I open my heart to you
And show you my weak side,
What would you do?
Capitolo 6
Bisogna saper rischiare la paura come la morte,
Il vero coraggio è in questo rischio.

 
- Georges Bernanos
 
I primi raggi di un sole mattutino timido e tiepido filtravano dalle tende della casa, mentre un coro di uccellini cinguettava dando il benvenuto al nuovo giorno.
-Buongiorno Haymitch! Ti ho portato il pane caldo per colazione!-
Salutò con la solita allegria il ragazzo del pane appoggiando un cestino con dentro due pagnotte ancora fumanti sul tavolo in mogano del salotto, mentre osservava l’ormai familiare immagine del mentore addormentato sul divano completamente ubriaco, con stretto in pugno il solito coltello.
-Hai per caso visto Katniss?-
Domandò dopo aver cortesemente svegliato l’uomo, mentre buttava le bottiglie vuote in un sacco della spazzatura e metteva nel lavello i bicchieri sparsi per la cucina.
La voce di Peeta era allegra, ma lasciava trasparire una leggera ansia.
-Chi?-
Biascicò Haymitch ancora troppo addormentato per capire cosa stesse accadendo attorno a lui.
Il ragazzo non si accorse della semi incoscienza in cui vegetava ancora l’uomo e proseguì assorto:
-Katniss. Sono un po’ preoccupato. Non è tornata a casa ieri dopo la caccia, anche se l’hanno vista tornare in paese. Non capisco dove possa essere, ieri l’ho cercata ovunque anche con Johanna, che voleva salutarla. Sae la Zozza mi ha detto che sicuramente sarà nascosta in qualche armadio, ma non riesco a stare tranquillo.-
Haymitch scoppiò in una risata aspra e rispose:
-Ti preoccupi sempre troppo per lei. Vai in camera di sopra.-
Mormorò prima di addentare uno dei panini portati da Peeta, lasciando il ragazzo confuso.
Dopo aver osservato Haymitch per qualche secondo interrogativamente, il più giovane dei due salì le scale, chiedendosi cosa avesse potuto combinare l’altro anche al piano di sopra, che di solito usava veramente pochissimo.
Entrò nella camera da letto del mentore e avvolta in una coperta dormiva beatamente Katniss, con i capelli scompigliati sul cuscino e il volto stranamente rilassato.
Peeta la osservò per qualche momento, li sdraiata, terribilmente indifesa, una preda così facile, mentre il sole accarezzava gentile i suoi tratti resi più duri da tutte le esperienze vissute.
Il ragazzo iniziò a tremare, mentre le sue iridi chiare diventavano due pozze nere.
Era il momento perfetto per poterla eliminare.
Mosse un passo in avanti, ma dentro di lui si stava consumando una lotta interiore, che lo bloccò nuovamente.
Quando riuscì a muovere un altro passo nella sua direzione la voce del suo mentore alle sue spalle lo fece sobbalzare.
-Ieri si è ubriacata, non pensavo che un corpicino del genere riuscisse a sopportare tanto alcool prima di cedere.-
Haymitch osservava tranquillo le spalle di Peeta, che continuamente venivano scosse da tremiti.
-Tu non le farai del male Peeta, devi crederci te per primo.-
Affermò serio, vedendo il corpo di fronte a lui irrigidirsi.
-Lei me l’ha detto, che gli manchi. Che vorrebbe dormire con te, ma tu non vuoi perché hai paura di farle del male, che non la tocchi mai, che mantieni sempre le distanze.-
Peeta si girò e nei suoi occhi Haymitch lesse la sofferenza di quel momento di lotta interiore. Il depistaggio subito dava ancora i suoi problemi, ma il ragazzo lottava con tutte le sue forze.
-Portala a casa in braccio.-
Ordinò Haymitch non appena le iridi del biondo tornarono azzurre.
-Non posso. Se la tocco rischio di farle del male.-
Rispose subito Peeta, mentre bloccava il tremore al braccio sinistro stringendolo con l’altra mano.
-E se non la tocchi non risolverai mai il tuo problema. Lei ha cieca fiducia in te e nella tua guarigione.-
-Ma Haymitch..-
Cercò di giustificarsi Peeta, ma Haymitch si avviò verso la porta.
-Portala a casa, se no finirà come me.-
Concluse duro il mentore uscendo dalla stanza, lasciando il ragazzo del pane nuovamente in lotta con se stesso.
Peeta non poteva farcela, lui doveva farcela.
Non doveva far del male a Katniss, nonostante le ombre continuassero ad urlargli di farlo.
Haymitch aveva fiducia in lui, sapeva che poteva farcela e anche Katniss ci credeva.
Non riusciva a capire perché avesse fatto una cosa tanto stupida come ubriacarsi. Era riuscita fino a quel giorno a sfuggire comunque dai suoi problemi, perché quindi il giorno prima aveva bevuto con Haymitch?
Cosa l’aveva spinta a farlo?
Distratto da quel pensiero si avvicinò a lei e l’avvicinò a se, facendola scivolare sulle lenzuola in seta del letto.
Non appena arrivò al bordo la issò sulle braccia, accorgendosi che era molto più leggera di quanto avesse immaginato.
Era notevolmente dimagrita, questo l’aveva costatato vedendola, ma ora che l’aveva in braccio si rese conto di quanto fosse fragile e indifesa; nonostante tutto in quel momento Peeta non ebbe nessun cedimento.
Come avrebbe anche solo potuto pensare di far male a quel corpicino?
Uscì dalla stanza facendo chiudere dietro si se la porta con un piede e scese le scale con circospezione, stando ben attento a non cadere.
Non salutò Haymitch, ma quello non se la prese.
Scoppiò a ridere e svuotò un altro bicchiere quando vide passare i due ragazzi, mentre gli occhi celesti di Peeta erano come ipnotizzati a guardare il viso angelico di Katniss.
Il ragazzo del pane arrivò fino alla casa dell’amica e vi entrò, lasciandola poi sul suo letto.
Lui si accomodò su una sedia ai piedi del letto e mentre la osservava affascinato sprofondò a dormire, esausto dopo una notte totalmente insonne per la preoccupazione di non trovarla.
Katniss si svegliò dopo circa un’ora, tenendosi la testa, che scoppiava per il troppo alcool ingerito il giorno prima.
Subito cercò di capire dove si trovasse e si calmò riconoscendo la sua stanza.
Sussultò spaventata però quando il ricordo del giorno prima, di lei e Haymitch che bevevano tra le lacrime, si impossessò della sua mente.
Non capiva come fosse riuscita ad arrivare fin li, ma quando cercò di alzarsi vide Peeta, profondamente addormentato sulla sedia.
I suoi riccioli biondi cadevano leggeri sulle palpebre chiuse, mentre le labbra, leggermente aperte, si muovevano impercettibilmente, emettendo un filo di fiato.
E per la prima volta il cuore di Katniss ammise che quello di fronte a lei era veramente un bel ragazzo. Capiva come mai Capital City impazzisse per lui e anche perché molte ragazze lo guardassero giusto un momento in più quando passava, ma non capiva perché non l’avesse mai ammesso fino a quel giorno.
Stava avvicinandosi a lui, ma quando arrivò quasi a sfiorare il suo viso, il ragazzo aprì gli occhi e bloccò la mano di Katniss, mentre il panico avvampava nei suoi occhi.
-Peeta..-
Mormorò la ragazza vedendo le iridi del ragazzo nere, mentre spaventose la osservavano e stringevano il polso della ragazza.
Lui si alzò in piedi, mostrando come avesse ancora la forza di un tempo e bloccò Katniss anche con l’altra mano.
La ragazza voleva urlare, ma in quel momento la gola si era fatta arida e la consapevolezza che nessuno l’avrebbe sentita si faceva largo in lei.
Guardò quindi gli occhi del ragazzo, alla ricerca del ragazzo del pane.
Lui si bloccò quando quegli occhi grigi iniziarono a fissarlo intensamente, cominciando a tremare. Lasciò il braccio di Katniss e si accasciò in un angolo, stringendo i pugni con forza, conficcando le unghie nella carne.
La ragazza era rimasta inerme a guardare Peeta, mentre un senso di malessere si faceva largo in lei.
-Vai via.-
Sibilò Peeta in preda a delle convulsioni, ma Katniss rimase immobile.
-No Peeta. Io resto qui con te perché tu non mi farai del male.-
Affermò lei seria, ma appena concluse la frase si tappò la bocca con una mano e corse in bagno, dove si piegò sul water vomitando.
La ragazza rimase in quella posizione per qualche minuto, finché non esaurì tutto quello che aveva ingerito la notte prima.
Era stata una stupida a bere di nuovo, ben sapendo come sarebbe stato il post sbronza.
Si alzò per lavare la faccia e quando alzò gli occhi dall’asciugamano intravide la figura di Peeta alle sue spalle.
-Hey Peeta!-
Salutò lei con l’aria più allegra che riuscì a trovare, nella speranza di uscire da quella situazione imbarazzante.
-Scusa per essere impazzito.-
Affermò lui tetro, abbassando gli occhi.
-Non dire sciocchezze! Scusami te per le condizioni in cui mi hai trovato.-
Ribatté lei sicura, alzando e lavandosi la faccia con dell’acqua fresca per rimettersi.
-No, veramente. Non dovresti più rivolgermi la parola.-
Concluse lui mentre Katniss si asciugava la faccia. Gli occhi della ragazza fiammeggiarono guardandolo, quindi ringhiò:
-Smettila Peeta! Facciamo che mi aspetti giù che mi faccio una doccia e poi facciamo colazione insieme come sempre?-
Propose infine, addolcendo il tono e toccando la mano di Peeta, che non la ritrasse immediatamente.
-Sicura?-
Chiese lui, alzando gli occhi azzurri e incontrando quelli grigi di lei.
-Sicurissima!-
Chiarì lei sorridendo. Peeta impiegò un attimo per uscire dalla stanza, ma poi, sembrando convincersene, uscì dal bagno lasciando sola la ragazza.
Katniss sospirò a fondo quando il ragazzo chiuse la porta alle sue spalle, ancora spaventata per l’attacco avuto poco prima dell’amico. Non voleva che lui si sentisse in colpa nei suoi confronti, lui che era l’unico con la pazienza di stare dietro a tutti i suoi sbalzi d’umore.
Il disagio per la sua assurda gelosia del giorno prima ancora la tormentava, ma non vedendo in giro Johanna il suo senso di angoscia si stava pian piano calmando.
Dopo una lunga e rilassante doccia Katniss scese le scale con calma, visto che ancora non poteva giurare di avere la piena padronanza delle sue gambe, sentendosi troppo debole a causa di tutto l’alcool ingerito il giorno prima. Subito la investì un odore dolciastro, che lei amava particolarmente.
Sulla tavola due grosse tazze di cioccolata l’aspettavano, mentre Peeta indaffarato sistemava la tavola per la colazione.
-Cioccolata?-
Chiese Katniss entusiasta, accomodandosi a tavola con l’acquolina in bocca, sentendosi una bambina di fronte ad un immenso regalo.
I due iniziarono a sorseggiare la cioccolata in silenzio, mentre i fantasmi di quanto successo prima ancora aleggiavano tra loro.
-Come mai ieri Johanna era qui?-
Chiese Katniss con disinvoltura, immergendo un altro cucchiaio in quel liquido marrone, con l’intenzione di smorzare l’atmosfera pesante.
-Ah già! Mi sono dimenticato di dirtelo alla fine! Johanna è venuta per portare un messaggio della presidentessa Paylor!-
-Cosa vuole?-
Domandò Katniss sinceramente curiosa. Quella donna le piaceva moltissimo, non solo per il loro incontro all’ospedale durante una guerra, ma anche come aveva preso in mano le cose lasciate a metà dalla Coin e le aveva sistemate.
Era una presidentessa carismatica e pragmatica, che aveva senza dubbio a cuore in primis i distretti più in difficoltà e si stava adoperando per loro, quindi Katniss non poteva far altro che apprezzarla a pieno.
-C’è bisogno della nostra presenza ad una cena con i nuovi rappresentanti del governo, per mostrare a Panem che hanno l’approvazione dei vincitori ancora in vita.-
Spiegò Peeta diligentemente.
-Io sono una pazza, non è un bene mettermi in una stanza con un presidente! Potrei ucciderlo!-
Ricordò Katniss specchiandosi nel cucchiaio appena svuotato da quel magico liquido marrone, ma alzò gli occhi quando Peeta scoppiò a ridere sinceramente divertito.
-Vogliono mostrare a Panem anche i tuoi miglioramenti. Per far vedere che stai bene.-
Spiegò il biondo dedicandole un sorriso incoraggiante.
-Non lo so Peeta.-
Temporeggiò la ragazza, per poi chiedere:
-Haymitch cos’ha detto?-
Peeta sorrise, avendo previsto che Katniss gli avrebbe posto quella domanda, quindi rispose:
-Verrà perché ci sarà un sacco di liquore.-
Scherzò lui facendo spuntare un sorriso sulle labbra dell’amica.
-Dai Katniss, non è di sicuro la fine del mondo! Sarà una bella gita da fare!-
La ragazza sospirò a fondo, quindi ci pensò su per qualche altro secondo, infine concesse:
-Va bene, ma non ti assicuro nulla.-
Peeta sorrise soddisfatto pulendo la sua tazza di cioccolata, guardando contento Katniss.
Sarebbe riuscito a farla tornare quella di un tempo, facendo scomparire tutti i suoi fantasmi, ne era pienamente fiducioso, e avrebbe iniziato da Capital City.
-To be continued.
 
 
 
 
*Angolo dell’autrice*
Ehilà!
Mi scuso per il ritardo dell’aggiornamento, ma ho avuto un weekend inaspettatamente pieno!
Ringrazio tutti quelli che hanno recensito, mi fa veramente piacere il fatto che apprezziate la storia, vuol dire tanto per me, perché ci ho lavorato veramente tanto!
Un abbraccio a tutti!
Saru

 
  
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