Just human.
“But I’m only human and I bleed when I fall down.
I’m only human and I crash and I break down
Your words in my head, knives in my heart”.
Vi sono
giorni che non dovrebbero mai arrivare ma, inevitabilmente, presentano la resa
dei conti e nessun sortilegio potrà impedir loro di realizzarsi.
È uno di quei giorni a Storybrooke, un mattino soleggiato che si cela oltre una
coltre di nubi: sono le certezze che crollano come fantasiosi castelli in aria
o, forse, le dita che lasciano andare una presa che non le è mai appartenuta
davvero.
«Non è mai stato… reale?».
È rabbia quella che infiamma nel suo petto, è una lacrima a farsi strada sugli
zigomi ed è la confusione, pari alla logorante debolezza interiore, ad
attraversarle la mente: è la pungente, affilata e sgradita sensazione di impotenza
di fronte ad un fatto compiuto. Quanto più Rumpelstiltskin avanza in sua
direzione, tanto più lei indietreggia e non sa neppure ove trova la forza, si
tratta probabilmente di un riflesso. Perché quel che Belle ha davanti a sé,
realizza infine, è una pia illusione: un fantasioso ritratto di un lieto fine
mai giunto a destinazione, manipolato e rivestito di inconsistente felicità.
Dovrebbe intavolare una discussione, ma le parole periscono sulla punta delle
labbra prima che possa dar loro una forma. Anche le lacrime, la rabbia e il
dolore sono come in bilico tra la terraferma e l’orlo di un precipizio: sarà
sempre così in fondo, no?
“I can take so much, ‘till I’ve had enough.
‘cause I’m only human”.
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Brevissima flashfic, mi
è venuta di getto pensando a quando il momentaccio arriverà. Mi chiedo
anche se gli autori lo tratteranno adeguatamente e con tutta probabilità scriverò
un’altra storia al riguardo in futuro. La canzone, però, mi ha ricordato
terribilmente Belle – e, lo so, agli autori importa meno di zero ma in questo
personaggio ci vedrò sempre più di quel che lasciano trasparire –, il testo in
questione è: “Human”, di Christina Perri.
Grazie per aver letto!