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Autore: mjstakes    27/10/2014    2 recensioni
'Forse sono io troppo grande per un mondo che a me sta stretto.' - lesse ad alta voce, per poi sorridere con aria soddisfatta.
Calum: Spero di non essere troppo piccolo per te, allora.
Kaylinn: Non credo tu lo sia.
-
Calum: E non c'è cosa più bella che sentirsi apprezzati, credimi.
-
E se fosse lei a rendere forte e sicuro lui?
Genere: Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ashton Irwin, Calum Hood, Luke Hemmings, Michael Clifford
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO 23°.

Calum: E’ incredibile quanto io riesca a perdermi in certe piccolezze, mentre quello che c’è tra te e me è così grande. – si staccò dal mio bacio. – Continuo a ripetermi che dovrei smetterla di prendermela e arrabbiarmi, ma ho la mania di far funzionare tutto questo alla perfezione, non voglio che si ripeti tutto come prima, non posso permettermelo, non me lo perdonerei affatto. – scosse la testa, mentre continuava a fissare un punto indefinito.
Kaylinn: Ricordi quel giorno all’aeroporto? – sorrisi amaramente.

Amaramente, sì, perché si trattava di un momento che avrei voluto rimuovere totalmente, ma sorridevo, perché dopo tutto eravamo ancora lì, e a me non importava niente se non di essere con lui.

Calum: Sì, ed è lì che mi hai fatto capire quanto io sia perfezionista, ma cazzo, è un caso a parte questo, tu Simpson, sei l’eccezione. – iniziò a gesticolare, sembrava quasi perdersi tra le sue parole. – Tu sei l’eccezione perché io voglio che tu mi desideri in questo modo, e io ho bisogno che tu voglia che io rimanga. E’ forse essere egoisti questo, Kaylinn? Perché sento di pretendere tanto, troppo.
Kaylinn: Non è essere egoisti, mi stai solo dicendo che per noi vuoi il meglio, perché questa cosa possa andare avanti. E se devo essere sincera, - lo guardai seria, - credo che tu abbia capito finalmente quel che vuoi veramente, il tuo modo di pensare, agire, sorridere, ecco, sono cambiati, è tutto così d-diverso, ma, così bello, e non posso far altro che esserne felice.
Calum: E sapere che il merito è tuo potrebbe renderti ancora più felice? – lasciò un lieve bacio sulla mia guancia.
Kaylinn: Forse. – e sorrisi, sorrisi perché forse era quella la felicità, allora, quei sorrisi che ti vengono strappati senza che tu possa accorgertene, senza che tu possa realizzare quanto quel momento più unico che raro ti cambierà, e ti cambierà perché la felicità l’hai incontrata in quegli occhi che gridano, che urlano che tu stai rendendo le cose migliori.

-

MICHAEL’S POV.

Ashton: Devo scappare.
Michael: Perché Ash?
Ashton: Mia sorella è sola a casa, e devo tornare prima che i miei lo scoprano.
Luke: Che cattivo esempio dai a tua sorella? – rise contagiando tutti.
Ashton: Zitta checca, tu non devi sopportare una sorella minore, piuttosto, prima che cambi idea, ti serve uno strappo in macchina?
Luke: Era scontato.
Ashton: Allora alza il tuo lurido culo e muoviti.
Michael: Ci vediamo domani. – li accompagnai alla porta.
Luke: Pista da skate alle 16,00, Sum ti va?
Summer: Ehm, cosa? – sembrava come incantata.
Ashton: Se ti va di stare con noi anche domani.
Summer: Oh, beh, se la mettete così per me va benissimo. – sorrise imbarazzata.
Luke: Perfetto, ci si vede.

Solamente in quell’istante mi resi conto di essere rimasto da solo, con Summer.

‘Quale occasione migliore?’ avrebbe pensato il Mickey di sempre, e invece no, Clifford quella sera aveva deciso di fare il pappamolle, di andare in panico, di avvampare improvvisamente, e di rimanere senza parole di fronte a quella ragazza che da pochi mesi a quella parte mi faceva tremare ogni volta.

Michael: A-allora Sum, a che ora torni a casa? – mi bloccai. – Cioè, volevo dire, a che ora devi tornare, non che voglio buttarti fuori casa, ecco, anzi, per me potr .. – mi zittì improvvisamente.
Summer: Tranquillo Mickey, - rise di gusto portando così una mano di fronte alle sue labbra color pesca, - ho afferrato il concetto, - si calmò, - comunque ho inviato un messaggio a mio padre, dovrebbe arrivare, tanto dormo da lui oggi.

Mi fermai istintivamente sulle sue ultime parole.

Michael: Oggi?
Summer: Sì beh, i miei hanno divorziato ormai da anni. – disse come abituata a quell’idea.
Michael: Dici sul serio? Anche i miei, sai? – la raggiunsi in salotto, sedendomi al suo fianco, mentre lei pareva sempre più incuriosita.
Summer: Non ne sapevo niente, e da quando? Se posso sapere ovviamente. – sembrava a suo agio, a parlarne, e finalmente anche io.
Michael: Da quando avevo cinque anni circa, ma mio padre vive a Melbourne ora, non lo vedo mai, sono sempre solo con mia madre.
Summer: Anche io vivo con mia madre, ma certi giorni posso dormire da lui, i rapporti tra i miei non sono mai migliorati. – abbassò lo sguardo.
Michael: In fin dei conti devi imparare solo a conviverci, io non ci penso più di tanto. – feci spallucce.
Summer: Non ho mai avuto qualcuno con cui poterne parlare.
Michael: Bene, eccomi. – sorrise, dolcemente.

Sembrava sentirsi capita per una volta, e forse anche io, solo che non avrei mai pensato sarebbe diventato quello il nostro argomento in comune, ma di certo non avrebbe fatto male, a nessuno dei due.

-

KAYLINN'S POV.

Ashton: Eddai Kaylinn, ridammi lo skate!
Kaylinn: Ritenta e sarai fortunato Irwin. – proseguii sulla rampa.

Anche quel pomeriggio ci trovavamo come di abitudine alla pista, che ormai chiamavamo ‘Royal’, idea mia, dato che era quello il nome che io e le mie amiche davamo al nostro posto di ritrovo in Italia.

Ashton: Luke dille qualcosa. – urlò come un bambino.
Luke: Amico io ho il mio di skate, non è colpa mia se Kaylinn riesce sempre a fregarti, è troppo intelligente. – rise.
Kaylinn: Grazie Lukey. – lo ringraziai in lontananza, mentre provavo ad aiutare di nuovo Sebastian e Matt con il loro video per il contest di skate.
Summer: KK, come hai imparato a fare tutte queste cose?
Kaylinn: Mia sorella, mio zio, i miei amici, e ovviamente talento naturale. – dissi dandomi delle arie in modo ironico.

X: Sei sempre la solita eh. – sentii una leggera risata alle mie spalle.

Mi voltai di scatto, portando una mano poco sopra degli occhi, troppo accecati dal sole di quella strana giornata d’inverno.
Giusto pochi secondi per mettere a fuoco la sua figura, che non potei fare altro che correrle incontro.

Kaylinn: Hil, tu adesso mi spieghi che ci fai qui! – le saltai letteralmente addosso.
Ilaria: Sono qui solo per te, tu pensa quanto sono gentile. – rise al suo solito modo goffo, non me lo ero scordato mica.
Kaylinn: Okay, ora dimmi perché sei qui veramente. – risi anche io.
Ilaria: Sai che mia madre non mi avrebbe mai lasciato fare l’intero anno all’estero, ma mio fratello è riuscito a convincerla per almeno i sei mesi, e perché non venire dalla mia australiana preferita! – mi abbracciò nuovamente.
Kaylinn: Io l’ho sempre detto che tuo fratello è un grande, dovrò ringraziarlo troppe volte ormai.

Improvvisamente mi ricordai dei ragazzi, che avevano facce curiose quanto sconvolte, dato che non avevamo fatto altro che parlare italiano, la nostra lingua madre oltre tutto.

Kaylinn: Oh scusate, - la presi per un braccio trascinandola con me, - questa è Ilaria, viene dalla mia stessa città, è la mia amica di sempre. – la guardai per poi sorriderle.
Ilaria: Ciao a tutti. – si accompagnò con un cenno di mano, in fondo Hil non era mai stata così timida.

I ragazzi ricambiarono, anche se parevano più scombussolati di me.

Kaylinn: Sì, sono un po’ sconvolti, - risi guardandola nuovamente, - ma anche io, - le diedi un colpo sulla spalla, - potevi avvisarmi che venivi, mi sarei preparata mentalmente!
Ilaria: Sorpresa! – rise divertita. – Quindi siete voi gli amici di cui mi parlava tanto Kaylinn.
Luke: Ehi ragazzi, siamo famosi. – disse emozionato al suo solito e stupido modo.
Kaylinn: Piccola eccezione, lei è la nuova entrata, Summer, - la indicai, - Ilaria, Ilaria, Summer.
Summer: Uo, non pensavo di essere del club!
Michael: Ragazzi siamo sicuri che a Summer faccia bene stare con noi? Le sue frasi iniziano ad avere un tocco alla Luke, non va bene, no no. – scoppiammo letteralmente a ridere.
Luke: Sei solo invidioso del mio umorismo, non un’arte la mia, in effetti.
Calum: Sì Luke, l’arte degli stupidi, - lo spinse leggermente, - comunque io sono Calum, il ragazzo di Kay. – porse la mano a Hil.

Scossi la testa divertita, Calum amava sempre far sapere a tutti della nostra relazione, anche se in questo caso Ilaria ne era già a conoscenza, grazie a me.

Ilaria: Sì, lo so, - rise leggermente, - è un piacere, - portò lo sguardo nuovamente sui ragazzi, assumendo un’aria pensierosa, - quindi se tu sei Calum, tu Luke, e tu Summer, voi due siete Michael e Ashton, vero?
Ashton: Iniziamo bene allora, solitamente il mio nome non se lo ricorda nessuno, io sono Ashton, chiamami pure Ash.
Michael: E io sono Michael, tu invece ti fai chiamare Hil, giusto?
Ilaria: In realtà l’ha inventato Kaylinn questo soprannome, come io ho inventato KK, se è così che ancora si fa chiamare. – rise a quel ricordo.
Kaylinn: Certo, nome d’arte. – risi.
Luke: Ma come mai sei qui? Scusa la sfacciataggine, ma prima non ho capito niente di quel che avete detto. – disse riferendosi all’italiano.
Ilaria: La nostra scuola permette di passare l’anno scolastico all’estero, o per l’intero anno, o per sei mesi, e io ho scelto la seconda opzione, o meglio, mia madre ha scelto. – sorrise imbarazzata.
Kaylinn: E dove ti sei sistemata?
Ilaria: Questo è il problema, ancora non sono maggiorenne, non posso né affittare né comprare qualcosa di mio, e i miei genitori hanno voluto evitare la scelta della casa famiglia, dati i ricordi dell’Inghilterra.
Kaylinn: Come potrei dimenticarmelo, risi, - e perché non resti da me scusa?
Ilaria: Fai sul serio?
Kaylinn: Ti sembro una che scherza?
Ilaria: Sì. – disse dopo averci pensato su.

I ragazzi risero insieme a me.

Kaylinn: Beh, questa volta sono seria, vieni da me, ti prego, ti prego, ti prego. – la supplicai.

Hil guardò i ragazzi, per poi tornare a me.

Ilaria: E va bene. – sospirò.
Summer: Evvai, un nuovo membro del club. – scherzò Sum.
Calum: Esatto, perché mi dispiace, ma ormai non hai scampo, sarai costretta a divertirti con la nostra Gang.
Ashton: Tranquilla, non siamo cattivi noi.
Kaylinn: E’ appena arrivata e già la spaventate, andateci piano.

-

Ilaria: No, aspetta, questa è casa tua?
Kaylinn: Sì amica. – risposi per l’abitudine.
Ilaria: Cazzo. – disse senza pensarci su.
Kaylinn: E se ti dicessi che hai addirittura una camera tutta tua? Ce ne erano due, io ho scelto quella con il bagno però. – salii le scale.
Ilaria: Direi che prevedo sei bellissimi mesi. – si buttò sul letto ancora privo di coperte.
Kaylinn: Con dei ragazzi come quelli poi, - sorrisi portandole delle lenzuola lavate, - non puoi non divertirti.
Ilaria: Ehy Kay, come sono?
Kaylinn: Chi? – chiesi mentre pensavo a prepararle il letto.
Ilaria: Beh, loro, i tuoi amici. – disse seria.

Mi fermai, e mi sedetti di fianco a lei.

Kaylinn: Sono quello che ho sempre sognato Hil, con loro va tutto così bene, che poi ci fai l’abitudine a divertirti, a non stare in pensiero, ad essere come vorresti essere, è tutto così semplice e spontaneo, come lo abbiamo sempre sognato. Sum da come avrai capito ha iniziato ad uscire con noi da poco, da quando Claire e Rory, non so se ricordi, te ne avevo parlato, se ne sono andate. E poi sì, - mi fermai, - c’è lui, c’è Calum.
Ilaria: L’hai trovato? – si stese sul materasso, iniziando a fissare il soffitto.

Seguii il suo esempio.

Kaylinn: Sì Hil, l’ho trovato. Ti ricordi quando mi chiedevi se mai avremmo trovato le giuste persone? Io credo di esserne certa, questa volta. Calum è semplicemente Calum, è tutto così bello, così, nuovo, ma sorprendente. – sorrisi.

Non avevo altra scelta che raccontarle tutto, dal primo momento all’ultimo. In fondo era questo che facevo con lei, raccontarle ogni minima cosa a modo mio, in quel modo che solo lei poteva percepire. E così feci.

Ilaria: Veramente in questi pochi mesi è successo tutto questo?

Annuii, incredula, perché nemmeno io ci potevo credere a dire il vero, nemmeno io mi ero resa conto dei tanti momenti passati in quella città, dai periodi bui, a quelli bellissimi, che avrei voluto non finissero mai.

Kaylinn: Questa città ormai mi appartiene, e te lo dimostrerò, cercherò di farti vivere al meglio questi sei mesi, ci tengo. Voglio farti sentire come me, voglio farti provare tutte queste cose nuove, voglio farti conoscere tutte queste persone, non te ne pentirai.
Ilaria: Ne sono sicura.
  
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