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Autore: Merthur Pendragon    27/10/2014    1 recensioni
Arthur e Merlin si amano molto e vogliono stare insieme ma per qualche motivo e per qualche scherzo del destino si allontaneranno e qualcosa nella loro relazione cambierà drasticamente.
Quali ostacoli possono superare due persone destinati a stare insieme? Può l’amore bastare?
Tra dolori e difficoltà, amicizia e soprattutto Amore.
Due metà di una stessa medaglia troveranno mai la loro felicità?
Dal Capitolo 1:
-"Merlin, dobbiamo parlare."
-"Finalmente ti sei deciso a dirmi cosa ti sta succedendo?"
[...]
-"Merlin, dobbiamo rompere.”
[...]
-"Perché non ti opponi a lui e gli dici che non andrai? Non vale la pena combattere per me?"
-"Okay, hai ragione: non ne vali la pena!"
[...]
Merlin lasciò l'appartamento di Arthur in uno stato di shock, senza nemmeno far caso a dove stesse andando, al punto che, mentre stava camminando in mezzo alla strada, non si accorse che una macchina stava venendo verso di lui [...]
Genere: Angst, Fluff, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Merlino, Principe Artù, Un po' tutti | Coppie: Merlino/Artù
Note: AU, Traduzione | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: Nessuna stagione
Capitoli:
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After The Break-Up
Chapter 4


 

Sette mesi dopo la rottura

Tutto era finalmente tornato alla normalità: Merlin aveva stabilito una routine caratterizzata da lezioni, studio e lavoro, mentre stava ancora cercando di avere tempo per i suoi amici.
Tre settimane dopo, però, tutto andò al diavolo. Successe una sera, quando Merlin finì il suo turno alla caffetteria. Gwaine era lì ed era in programma che chiudesse lui per la notte. Merlin chiese se voleva che restasse per aiutare, ma quello lo salutò e gli augurò una buona serata.
Era buio fuori, quando uscì. Stava camminando per la strada, quando tutto d'un tratto Mordred apparve fuori dalle ombre, ma Merlin non si accorse di avere qualcosa dietro.
Quello gli disse che lo rivoleva indietro.
"Di che cosa stai parlando? Vattene via e lasciami stare!"
Merlin iniziò ad andarsene, quando Mordred lo attaccò da dietro.
Lo colpì alla testa, di lato, con qualcosa di grande e pesante e l’altro cadde immediatamente al suolo. Quando si ritrovò a terra, sentì una scarpa che toccava il suo stomaco e poi un lato della sua testa. Dopo ciò, tutto divenne nero.

Nel frattempo, Gwaine stava strofinando il bancone, quando guardò verso il basso e si accorse che Merlin aveva dimenticato il cellulare. Visto che se n'era andato solo qualche minuto prima, Gwaine lo afferrò e corse fuori, sperando di raggiungerlo prima che andasse troppo lontano. Mentre stava guardando la strada per cercarlo, scorse qualcuno che sembrava essere stato malmenato. Corse lì il più veloce possibile e vide Mordred che stava prendendo a calci Merlin, a terra privo di sensi e coperto di sangue.
Sbraitò, mentre placcava Mordred per terra. Una volta che lo ebbe bloccato, lo prese a pugni in faccia facendogli perdere i sensi. Poi, balzò verso Merlin, che sembrava morto e iniziò ad urlare aiuto, piegandosi singhiozzando verso di lui. Si raccolse una piccola folla e qualcuno ovviamente doveva aver chiamato il 999 perché presto sentì delle sirene in lontananza.

Tempo qualche minuto e l'ambulanza e la polizia furono lì. C'erano diversi uomini attorno a Mordred per accertarsi che non si svegliasse e cercasse di fuggire. La polizia lo prese e lo trascinò in piedi, facendolo svegliare. Lui guardò giù e vide il corpo immobile di Merlin che veniva curato dai paramedici. Rise solamente e disse: "Se non ti posso avere io, nessuno ti avrà."
I poliziotti lo portarono via e lo fecero entrare in macchina per portarlo in centrale.

"Mettiamolo sulla barella."
"Attenti al collo!"
"Al tre. Uno... due... tre! Sollevate!"
"Muoviamoci!"
I medici dovettero tenere Gwaine distante per poter lavorare su Merlin e lei a malincuore si spostò di  lato, dove rimase in piedi in uno stato di shock. Era coperta dal sangue di Merlin. Sentiva cosa le veniva detto, ma non lo registrava davvero nel suo cervello.

Arrivarono molti altri poliziotti. Un ispettore donna camminò verso di lui, gli accarezzò leggermente il braccio e gli chiese se conoscesse la vittima. Allora, Gwaine si riprese dallo shock e la guardò per un secondo, prima di andare a cercare freneticamente Merlin. L'altra disse che il suo nome era Elena e gli chiese di nuovo se conoscesse la vittima. Le rispose, allora, che Merlin era il suo migliore amico e un fratello, per lui. Elena gli disse che lo avevano portato in ospedale e che poteva seguirla. Poi lo guidò verso la sua auto, dove lo fece entrare, accese le luci e la sirena, dirigendosi verso l'ospedale.

Durante il tragitto, Gwaine le disse che era stato testimone della scena prima di raggiungere Mordred e fermare il suo assalto a Merlin. Poi si abbatté.
"Dovrà stare bene. Deve solo stare bene…" ripeté di continuo, singhiozzando. Una volta arrivati in ospedale, venne detto loro che Merlin era stato portato urgentemente in chirurgia. Almeno era vivo, per quel momento.

Elena chiese a Gwaine chi dovesse contattare e quello le fece i nomi di Gwen e Morgana. Poi trovò il cellulare di Merlin, ancora nella sua tasca e glielo diede.
"I loro numeri sono qui."
Gli chiese anche se ci fosse qualche membro della famiglia che potesse chiamare, ma lui scosse la testa e le disse che Merlin era solo, da quando, recentemente, sua madre era morta, perciò gli unici contatti di emergenza che aveva erano Morgana e Gwen. Loro avrebbero contattato tutti gli altri.
Elena si allontanò per fare le telefonate. Una volta finito, ritornò e si sedette con Gwaine ad aspettare i suoi amici.

Morgana e Leon furono i primi ad arrivare. Corsero dentro e si diressero al banco delle informazioni, chiedendo come stesse Merlin. All'inizio, però, l'infermiera si rifiutò di dare informazioni finché lei non rivelò di essere il contatto di emergenza del ragazzo. Allora, quella le spiegò che era ancora in chirurgia e che ci sarebbe restato probabilmente almeno per le successive ore. Morgana strinse la presa di Leon, che se la avvicinò a sé, mentre singhiozzava forte continuando a dire: "No, no, no!"
Leon non riuscì a trattenere le lacrime che uscivano dai suoi occhi.

Arrivò Gwen con Lance e Percy. Lei stava già piangendo, quando entrò con i due ragazzi a fianco che la sostenevano. Camminò verso gli altri e si accasciò su una sedia di fianco di Morgana, dove si aggrapparono l'una sull'altra. Nel frattempo, Gwaine era inconsolabile e camminava in sala d'attesa in cerca di qualcosa da prendere a pugni e a calci.

Ogni venti minuti, uno di loro andava al banco delle infermiere per chiedere come stesse Merlin e quella pazientemente ripeteva che era ancora in chirurgia e che il dottore sarebbe uscito per parlare con loro non appena finito.
Due ore dopo, Gwaine era seduto da solo a guardare fuori dalla finestra. Sapevano tutti che cuore gentile avesse quando si trattava di Merlin. Loro due si prendevano in giro e scherzavano fra loro con gli altri, ma tutti sapevano che Gwaine avrebbe ucciso per lui. Se non fosse stato così preoccupato per Merlin, probabilmente avrebbe potuto uccidere Mordred.
Gwen si avvicinò e si sedette a fianco a lui. Poi, mise una mano sul suo ginocchio e lui la guardò con le lacrime agli occhi, che aveva anche lei. Lei lo raggiunse e si abbracciarono. Stettero così, piangendo sulle spalle l'uno dell'altro, per quelle che sembrarono ore, quando, tutto d'un tratto, un dottore arrivò in sala d'attesa chiedendo di parlare con gli amici di Merlin. Andarono tutti in fretta verso lui, che li guidò in una stanza a fianco, così da poter avere un po' di privacy.

"Per prima cosa, Merlin è fortunato ad essere vivo. Con le botte che ha preso, molte persone non ce l'avrebbero nemmeno fatta ad arrivare in ospedale."
Dopo queste parole, tutti guardarono con gratitudine Gwaine.
Il dottore continuò: "Ha un edema nel cervello, che è quello per cui siamo più preoccupati. Lo terremo in terapia intensiva così da poterlo monitorare da vicino. Le prossime quarantotto ore saranno cruciali: abbiamo, infatti, indotto il coma per dare tempo al suo cervello di curarsi e al gonfiore di migliorare. Non sapremo se ci saranno danni cerebrali finché non riprenderà conoscenza. Temo che i suoi timpani siano stati danneggiati, ma non sapremo cosa comporterà esattamente finché non si sveglierà. Ha qualche costola rotta o incrinata, il naso rotto ed è coperto da lividi e lacerazioni. Lo sposteremo a momenti. Una volta che lo avremo sistemato, lo potrete vedere per poco tempo. Lasciate che vi avverta, però: potreste non riconoscerlo con tutti quei lividi e gonfiori. Mi dispiace, ma non posso dirvi qualcosa di più definitivo. Come ho detto, dobbiamo aspettare che si svegli. Adesso...  avete qualche domanda cui posso rispondere?"
Erano tutti scioccati dalle notizie e rimasero lì seduti, storditi. Finalmente, il dottore si alzò per andarsene, dicendo che sarebbe tornato se qualcosa fosse cambiato, ma, nel frattempo, se avessero avuto qualche domanda, avrebbero dovuto farlo sapere alle infermiere, che lo avrebbero contattato.

Gwaine fu il primo a parlare, dopo che l’uscita del dottore. Colpì violentemente con i pugni il tavolo e sbraitò: "Non è giusto! Merlin non merita tutto questo! Non è giusto! Se fossi arrivato lì prima... Non è giusto, non è giusto…"
Le sue parole si fecero sempre più flebili, finché non si fermarono e lui si accasciò. Provarono tutti a consolarlo attraverso le loro lacrime e il dolore.
"Se non fosse per te, Merlin non sarebbe vivo, adesso" disse Lance, provando a rassicurarlo.

Finalmente, dopo due ore, un'infermiera venne da loro dicendo che avevano sistemato Merlin e che era in condizioni critiche, ma stabili. Spiegò che lo potevano vedere, ma: "Solo due persone alla volta e solo per dieci minuti."

Gwen e Morgana furono le prime ad entrare. A prima vista, Morgana boccheggiò, prima di scoppiare in lacrime. Gwen, invece, iniziò a singhiozzare e si precipitò verso di lui, prendendogli la mano. Si sedette su una sedia di fianco a lui e con l'altra mano strofinò il suo braccio dove non aveva lividi. Non poteva nemmeno vedere i suoi capelli perché la sua testa era avvolta dalle garze. Respirò profondamente e si sforzò di smettere di piangere perché voleva essere forte per Merlin.
Morgana, invece, si ricompose abbastanza da poter camminare fino all'altro lato del letto e tenere l'altra mano di Merlin. Lei e Gwen si guardarono con totale incredulità. Gli parlarono anche per qualche minuto, prima che l'infermiera entrasse dicendo loro che erano passati dieci minuti. Entrambe si piegarono e gli diedero un bacio sulla guancia, prima di uscire.

Leon e Percy furono la coppia successiva. Dieci minuti dopo, riapparvero in sala d'attesa con un aspetto peggio rispetto a prima di entrare.

Poi, finalmente entrarono Lance e Gwaine, che si prepararono a vedere qualcosa di orribile, viste le reazioni dei loro amici. Lance andò immediatamente verso Merlin, iniziando a parlare con lui, mentre Gwaine rimase lontano. Stava trattenendosi per non vomitare a quella vista. Pochi minuti dopo, riuscì a stare di fianco al letto di Merlin e Lance se ne andò, sapendo che voleva restare qualche momento da solo.

"Mi dispiace così tanto, Merlin... Se fossi stato più veloce, se solo avessi accettato il tuo aiuto per chiudere la caffetteria quando ti sei offerto. Devi guarire! Sei il migliore amico che io abbia e ho bisogno di te..."
Le lacrime iniziarono a rigare il suo volto. Si sedette su una sedia vicino a letto e tenne la mano di Merlin come se la sua vita dipendesse da ciò.
L'infermiera gli diede altri cinque minuti, prima di chiedergli di uscire.

Ormai erano le sei del mattino. Era stato detto loro che non avrebbero potuto vedere Merlin fino a mezzogiorno, quindi sarebbero dovuti andare a casa a riposare un po’.
Con riluttanza, se ne andarono tutti, ma non prima di aver ricontrollato i numeri di telefono dati da Gwen e Morgana e l'infermiera promise che avrebbero fatto sapere se ci fossero stati cambiamenti nelle condizioni di Merlin.
Leon tornò a casa con Morgana, mentre Gwaine, Percy e Lance tornarono all'appartamento di Gwen e Merlin, che era più vicino all'ospedale.

Per mezzogiorno, erano tutti di nuovo in sala d'attesa e il dottore uscì per dare loro qualche aggiornamento sui progressi di Merlin.
"Il gonfiore sul cervello si sta sgonfiando e sembra, dalle analisi, che non ci saranno danni permanenti, ma non lo sapremo con certezza finché non si sveglierà."

*

"Arthur, - Dio mi aiuti! - se non rispondi alla mia telefonata, giuro che con te ho chiuso!"

Arthur premette il bottone per cancellare il messaggio di quella pazza di sua sorella senza nemmeno ascoltarlo, seduto sul bancone del bar a perdere tempo. Non aveva nessun amico, lì. Tutti in ufficio lo conoscevano come l'asino privilegiato, figlio del proprietario della compagnia e lui non faceva niente per far loro cambiare idea. Non gli importava. Era vivo, ma non stava di certo vivendo. Tutto ciò che voleva era Merlin e pensava soltanto a lui.
“Che cosa starà facendo, adesso? E' felice? Avrà trovato qualcun altro?” Questi pensieri si rimescolavano nella testa di Arthur.
Il lavoro non aveva aiutato, stare in una nuova città neanche e  anche i pochi appuntamenti che aveva avuto, con ragazzi magri, alti e con i capelli neri, non  avevano aiutato a dimenticare Merlin. Anzi, lo avevano solo fatto sentire colpevole, come se lo avesse tradito. L'unico sollievo che trovava era l'alcool, ma era soltanto temporaneo.
Finalmente, il barista lo fece uscire e chiamò un taxi perché lo portasse a casa.

*

Merlin rimase ricoverato poco, se così si può dire di uno che è stato incosciente per tre giorni. L'edema nel suo cervello si era sgonfiato e sembrò che non ci fossero danni permanenti. Anche il gonfiore in faccia iniziò a migliorare e i lividi a scolorirsi fin dal momento in cui si svegliò.
Quando aprì gli occhi per la prima volta, si innervosì, cercando di capire dove fosse. Era così luminoso e silenzioso. Una volta che vide tutti i muri bianchi e i macchinari, gli venne in mente: era stato aggredito e ora si trovava in ospedale. Si accorse di un'infermiera che usciva dalla stanza, ritornando poi con un uomo in camice bianco. Doveva essere il dottore.
"Ciao, Merlin. È bello vederti sveglio. Come ti senti?"
Merlin lo guardò per un secondo. "Cosa sta succedendo? Non riesco a sentirla. Perché non riesco a sentirla?" Stava iniziando ad andare in panico. Con l'istinto, cercò le sue orecchie, ma non riuscì a toccarle perché gran parte della sua testa era coperta da bendaggi o qualcosa di simile.
L'infermiera prese dalla tasca un piccolo quaderno e lo diede, insieme ad una penna, al dottore, che lo prese velocemente e le disse di vedere se c’erano i suoi amici, se sì, di farli entrare.

Il dottore mise una mano sulla spalla di Merlin, cercando di calmarlo. Scrisse: "Ciao Merlin. Sono il Dottor Mercer. Sai dove ti trovi?"
Merlin annuì: "in ospedale."
"Molto bene. Adesso, tu sai perché sei qui?"
"Mordred mi ha colpito con qualcosa. Non ricordo molto dopo quello. Perché non riesco a sentire?" Tastò di nuovo cosa c’era avvolto intorno alla sua testa. "Può togliere queste cose? Non riesco a sentire niente con questo sulle orecchie."

Proprio in quel momento, entrarono Gwen, Morgana e Gwaine. Lui li guardò, rivolgendo loro un piccolo sorriso. Sembravano tutti esausti, ma gli rivolsero un sorriso ancora più grande. Gwen e Morgana andarono vicino a lui, dandogli un bacio sulla guancia, prima di indietreggiare lasciando che Gwaine camminasse verso di lui. I suoi occhi iniziarono a lacrimare, scosse la testa e gli sorrise.
"Ben tornato, amico! Ci sei mancato.”
"Mi spiace, non riesco a sentirti con la testa avvolta così."
I tre amici guardarono il dottore, che scrisse: "Sii paziente, mentre ti togliamo le bende dalla testa. Così possiamo dare un'occhiata alle tue orecchie. Ok?"
Merlin annuì e guardò le facce preoccupate dei suoi amici. Pensò gli stessero nascondendo qualcosa.

Una volta che la sua testa fu liberata, il dottore guardò le sue orecchie con uno strumento, per poi schioccare le dita accanto a ogni orecchio. Merlin non reagì. Poi guardò verso i suoi amici scuotendo la sua testa.
A Gwen crollò la testa giusto mentre stava coprendo la sua faccia con le sue mani, provando a nascondere le lacrime. Morgana sembrava truce e Gwaine chiuse gli occhi e scosse la testa.
"Che c'è? Perché non riesco a sentire?" A quel punto, stava iniziando a delirare.
Il dottor Mercer iniziò a scrivere: "Mi dispiace, Merlin. I tuoi timpani sono severamente danneggiati per via delle botte che hai ricevuto alla testa."
Mostrò a Merlin il quadernino, prima di riprenderlo e continuare: "Non c'era niente che potevamo fare."
Di nuovo, lo mostrò a Merlin: "Mi dispiace ma hai perso permanentemente l'udito."
"Sordo… sono… sordo?" Con queste parole guardò i suoi amici, sperando che il dottore si sbagliasse, ma lo sguardo nei loro volti fu la conferma che non voleva. Gwen andò verso lui, si piegò e lo abbracciò.
Dopo che Gwen lo lasciò, Merlin mise i palmi delle mani sugli occhi e chiese se poteva essere lasciato solo per un momento. Quando tolse le mani, annuirono tutti, inclusi il dottore e l'infermiera. Uscirono tutti tranne Gwaine, che si avvicinò e rivolse a Merlin un piccolo sorriso.
"Andrà tutto bene" scrisse sul quaderno che aveva usato il dottore, dandogli poi una carezza gentile sulla spalla prima di girarsi ed uscire.

*

Le ferite di Merlin si rimarginarono lentamente. Fu spostato dalla terapia intensiva in una stanza normale. Le infermiere lo facevano camminare qua e là diverse volte al giorno. Iniziò anche a lavorare con una specialista del linguaggio dei segni fornita dall'ospedale per diverse ore al giorno, che gli diede molti materiali con cui poteva esercitarsi quando non era con lui.

Merlin insistette parecchio con i suoi amici per farli tornare in classe. Sapeva che tutti loro avevano perso una settimana di lezioni a causa sua. Continuarono ad andare in ospedale a trovarlo ogni volta che non avevano lezioni o il lavoro. Scoprirono che, piuttosto che scrivere note su un foglio, messaggiare era più veloce e più facile.

*

Tre lunghe settimane dopo, Merlin poté uscire finalmente dall'ospedale. Aveva già imparato come mimare l'alfabeto e molte parole comuni e frasi. Era un bel inizio, ma sapeva di avere ancora molta strada da fare.

Gwaine venne a prenderlo e lo accompagnò al suo appartamento. Dopo averlo accompagnato, lo guardò con una faccia triste.
Merlin gli prese le mani e gli disse che stava bene perché sapeva che Gwaine si sentiva ancora preoccupato e turbato nei suoi confronti.
"Mi dispiace così tanto, Merlin. Se fossi arrivato più velocemente, niente di tutto questo sarebbe successo. Per favore, perdonami..."
Tutto questo era scritto in un foglietto che Gwaine tirò fuori dalla sua giacca.
Merlin guardò il foglietto. Non poteva credere a ciò che aveva letto. "Gwaine, smettila di fare lo stupido! Se non fosse stato per te, sarei morto. Mi hai salvato la vita e non te ne sarò mai grato abbastanza…"
Lui guardò Merlin, scosse la testa, sorrise e lo raggiunse per dargli un abbraccio, piagnucolando: "Lo hai già fatto Merlin, lo hai già fatto…"

*

Da quando era uscito dall'ospedale, Merlin aveva continuato a lavorare con la sua specialista del linguaggio dei segni e, secondo lei, lui stava imparando più velocemente di qualsiasi altra persona con cui avesse mai lavorato.
Morgana, invece, assunse un insegnante privato perché insegnasse a lei, Gwen, Lance, Leon, Gwaine e Percy come parlare coi segni. Si incontravano con l'insegnante tre volte alla settimana. Quando Merlin lo scoprì, era a dir poco incredulo e, ogni volta che li ringraziava, loro rispondevano solamente che erano grati di averlo ancora tra loro e che era il minimo che potessero fare.

*

Un nuovo semestre stava per iniziare e Merlin voleva tornare a lezione, visto che era indietro di un semestre. Si accorse che non avrebbe più potuto insegnare in una classe normale, quindi andò a parlare con un consulente dell’università per vedere che cosa avrebbe potuto fare per poter diventare insegnante in una scuola per bambini sordi. L'incontro era stato eccessivamente lungo: primo, perché il consulente dovette comunicare con lui scrivendo ogni cosa e secondo, perché avrebbero dovuto programmare le sue lezioni prima dell'inizio del semestre. Alla fine, era esausto, ma veramente contento, sapendo che avrebbe potuto fare ciò che aveva sempre voluto: l'insegnante.

*

Quando la mamma di Merlin morì, la sua piccola polizza assicurativa andò a lui. Nonostante non fosse così tanto, lui aveva sempre voluto metterli da parte. Ora, però, il denaro dell'assicurazione era abbastanza per pagare l’ affitto, il cibo e il resto della sua retta, quindi lo usò per quello. Dopo aver rimosso questo peso dalle sue spalle, poté finalmente dedicarsi ai suoi studi.

  
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