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Autore: clif    27/10/2014    2 recensioni
Questa è la storia di Sherry Birkin, pochi mesi dopo Resident evil 6.
Facciamo che i genitori: William e Annette non fossero morti, e con loro neanche Albert Wesker avesse fatto quella fine?!
Il padre William con Albert pensano al bene dei loro figli, sapendo che Jake e Sherry avevano un
buon rapporto, ma se le situazioni si complicasero, se non andrebbe proprio tutto secondo i piani?
Non vi rimane altro che leggere
Genere: Avventura, Horror, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Albert Wesker, Excella Gionne, Jake Muller, Sherry Birkin, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: Contenuti forti, Triangolo, Violenza
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Il divano in pelle di casa Smith mi abbracciava come nessuno da anni faceva, non riuscivo più a capire né chi ero né tantomeno cosa volessi da me e dagli altri.

“Sherry, allora … sono tutta orecchie.” Si sedette al mio fianco. “All’incirca 6 mesi fa improvvisamente piomba nella mia vita un uomo, lo conosci meglio di me: ha i capelli biondi , splendidi capelli biondi e due fantastici occhi …” Sognavo ad occhi aperti. “So com’è fatto Albert, vai avanti cara.” Accavallò le gambe e si mise un paio di occhiali rossi. “Solo che lui, mio padre e quella , come dire? Cara ragazza di Excella vogliono far tutto per farmi sposare Jake. Io , come una stupida, mi innamoro di Albert.” “Cosa?” Mi interruppe lei stupita. “Mi sono persa molte cose, sì va bene ad Albert non si resiste, ma diavolo … con il padre!” Scosse la testa in segno di disapprovazione. “Lo so, ma lo amo! Che succede che nel frattempo io e Jake andiamo a vivere insieme, ma prima io e Albert … come dire lo abbiamo fatto.” Iniziò a stritolarmi il braccio. “Cosa? Cosa? Aspetta un momento … tu e Albert? Wow cara, tutto mi aspettavo, ma non questo, Albert per quindici anni mi ha scartata e dopo sei mesi ci vai al letto.” Alzò gli occhi al cielo. “Carol, mi dispiace, lo so, sono una stupida! Ma io lo amo e che sia il padre di Jake non me importa nulla.” Mi alzai di scatto e iniziai a camminare per il salone. “Questo è lo spirito giusto ragazza! Non preoccuparti, se Excella combinerà un guaio le darò un pugno.” Si sfregava con enfasi le mani. “Non è lei adesso il problema, il vero problema e che Albert non vuole più vedermi, mi vuole vedere con Jake.” Anche lei si alzò in piedi. “Bhe mia cara, sai quanto bene ti voglio, ma se sei venuta qui per problemi d’amore, poi con Albert! Non posso proprio aiutarti, mi dispiace.” Si girò guardando le valigie. “Affronta la situazione, fatti valere, so che ne sei in grado.” Mi sorrise. Una lacrima scese sul mio volto. “Carol, io … non sono venuta per questo … io … aspetto un bambino.” Tirai su la mia maglietta facendo intravedere quel poco di pancia che mi era venuta. “Oh mio dio!” Esclamò mettendosi le mani tra i capelli. “Chi è il padre?” Mi chiese indicandomi con il dito tremolante. “Non lo so, non lo so Carol, non lo so.” Mi misi a piangere, la cosa più bella della mia vita non poteva trasformarsi nella cosa più brutta.” Sentii le braccia di Carol intorno a me “Resta quanto vuoi cara, ma ricordati che devi saper affrontare il problema e se Excella si intromette ricordati che ci penso io!” Mi fece scappare un risolino, era da tanto che nessuno ci riusciva. “Vieni in cucina, ti offro qualcosa.” Mi prese sottobraccio e mi condusse nella sala vicina.

“Quindi te ora sei incinta e non sai se è del tuo ragazzo o di suo padre? Una cosa è certa, te sei la madre e il vecchio William il nonno.” Cercava di sdrammatizzare, offre nomi una tazza di tè. “Grazie Carol, sì e io non voglio sposarmi, Jake mi piace, ma non me lo sposerò in nessun modo.” Scossi la testa porgendo la tazza fin alle mie labbra. “Potrei nasconderti qui, ma sarebbe inutile e se Albert mi scoprisse sarebbe la fine.” Prese due biscottini e iniziò a sgranocchiare. “Carol, se ti do troppi pensieri forse sarebbe meglio che io me ne torni a casa.” Scattai in piedi. “No Sherry, mi offendo resta qui dai, almeno una notte resta lontana da tutto il tuo dramma, ti vado a  preparare al stanza.” Intraprese un passo svelto verso il corridoio, i suoi capelli di un azzurro acceso erano più lunghi dell’ultima volta, le arrivano fin sotto le spalle ed erano persino legati.

Mi squillò il cellulare

-
 Pronto sono la signorina Birkin chi parla?

- Sherry? Sono Harry, ti sei ripresa dall’incidente?Tutto bene?

- Oh … sì sì , tutto alla grande, sono da un’amica e …

- Ti andrebbe di uscire stasera, io e te? Posso ordinare alla pizzeria vicino al parco … 

- Harry, scusami … lo so sono una stupida, ma io sono fidanzata e non … non posso 

-  … Capisco .. va bene non preoccuparti. 

- Harry, il problema non sei te, sono io, è stato bello quello che è stato, ma noi non possiamo … 

Carol mi tolse il cellulare dalle mani.


“Sei impazzita?” Mi chiese sconcertata. “Vatti a divertire! Digli che puoi e torna giovane come in realtà dovresti essere.” Mi sgridò porgendomi il telefono. “Va bene, hai vinto! Quando fai così ti odio Carol.” Sogghignò e poi mi ridiede il cellulare.

- Harry, va bene, allora alle venti in punto davanti al parco? 

- Perfetto, benissimo, allora ci vediamo dopo … 

Carol mi aveva messo in un bel guaio, ma aveva ragione: Dovevo svagarmi.

 
Indossavo un vestitino fucsia, un fiocchetto per raccogliere i capelli e due tacchi a spillo. Al mio fianco Carol con un paio di occhiali scrutava l’orizzonte in cerca di uomini. “Carol ti prego!” La supplicai io. “Quando arriva?” Impaziente tamburellava sul muretto. “Si gela! Te entra intanto e mi raccomando lontano dal nostro tavolo.” Mi raccomandai io scaldandomi le mani. “Non preoccuparti cara, vi terrò d’occhio senza farmi notare.” Mi preoccupavo eccome! Carol era sempre la solita avrebbe potuto combinare di tutto, camminava ancheggiando e mantenendo in mostra il proprio seno prorompente. Non si smentisce mai!

“Sherry, buonasera.” Piombò Harry facendomi sobbalzare. “Caro, ciao.” Lo salutai, poi mi accompagnò dentro. Ci sedemmo ad un tavolo ad un angolino, ero seduta su un divanetto, niente a che vedere con quello di Carol, nel frattempo la tenevo sotto controllo con la coda dell’occhio: stava sorseggiando il secondo bicchiere di champagne.
“Che mi racconti?” Ruppe il ghiaccio Harry guardandomi negli occhi e porgendomi la birra. “Non bevo, assolutamente, ma in compenso mangio.” Scoppiò in una fragorosa risata, poi si ricompose sistemando i suoi bruni capelli. “Bene, ordiniamo la pizza, intanto dimmi qualche novità.” Chiamò un cameriere. “Non ho nulla di nuovo, tutto come al solito.” Mentii mordendomi le labbra. “Te … come va la vita?” Abbozzai una domanda così solo per respingere le sue. “Tutto alla grande, mi dispiace per la macchina.” Gli venne sul volto un’espressione preoccupata. “No, non fa niente non preoccuparti.” La serata andò avanti con un certo distacco da parte mia e un continuo chiedere da parte sua.

Harry era un ragazzo divertente, ma la mia testa quella sera era altrove, diretta ad un’altra persona, quella persona che mi aveva rifiutata e forse la stessa da cui aspettavo un bambino.

Arrivò il conto. “Pago io.” Prese il portafogli. “No dai, ci penso io.” Lo fermai io. “Volevo dirvi signori che il conto è già stato pagato.” Ci informò il cameriere, vidi Carol salutarmi con la mano, mentre prendeva la sua borsetta e usciva dal locale. “Vieni, ti accompagno a casa.” Mi prese lui sottobraccio. “Grazie, sei proprio un gentiluomo.” Mi accompagnò fino ad un dondolo sul retro della pizzeria. “Sherry, io devo parlarti seriamente.” Iniziò a stringermi la mano. “So che te hai già un fidanzato, una tua vita, ma io ti amo …”. “Harry, ti prego, non … noi non possiamo.” Avvicinò le sue labbra alle mie.

In quello momento mi apparve lui in mente, all’orizzonte immobile come una statua greca, il mantello fluttuava leggiadro nell’aria e gli occhiali gli davano il solito senso aristocratico.

“Harry no!” Gridai spingendolo e facendolo cadere a terra. “Scusami, ma io non ti amo, io amo un altro uomo.” Mi alzai di scatto. “Molto interessante.” Mi voltai e alle mie spalle vidi la solita fanatica smorfiosa Excella. “Vado in un luogo per plebei e ovviamente trovo te. Prima te la fai con Albert e ora anche questo ragazzotto da quattro soldi, ma non ti stanchi a tradire il povero Jake?” Estrasse dalla borsetta un lucida labbra che iniziò a mettersi per darsi delle arie. “Stai zitta! Io amo solo Albert, sai benissimo che non amo Jake.” Mi giustificai io. “Non lo avevi dimenticato?! Bhe forse no!” Mi tappai la bocca, ma ormai lo avevo detto, avevo ammesso un’altra volta ad Excella di amare Albert, avevo fatto lo sbaglio più grande della mia vita. “Cara Sherry, chissà se il tuo paparino lo verrà mai a sapere.” Mi scrutava divertita. Se non fosse stato per i due colossi che le coprivano le spalle le avrei dato un pugno già da molto. “Chi si rivede, la cara e vecchia Excella.” Apparve Carol al mio fianco sistemandosi i capelli. “Carol, ancora tu, ma non hai proprio intenzione di sparire?” Chiese seccata. “Forse no … ora ti consiglierei, da care amiche che siamo di sparire se non vuoi un bel segno sulla tua faccia.” Le sorrise Carol. “Te vuoi darmi ordini? Misera villana, non ti è mai andata giù che Albert non ti ha voluto e mai ti vorrà, mi dispiace, ma …” Excella si voltò divertita, poi fece un cenno ai due bodyguard. “Ti odio, ti ho sempre odiata.” Carol manteneva un sorriso a trentadue denti, il più ipocrita che abbia mai visto, dopo quello di Albert che mi faceva la ramanzina davanti a mio padre.

Uno dei due colossi andò contro Carol. “Sherry attenta.” Davanti a me si parò Harry con il naso sanguinante cercando di proteggermi. “Carol, no!” Gridai io. La ragazza dai capelli azzurri saltò e sferrò un calcio sul mento all’uomo facendolo volare contro l’altro. In men che non si dica erano entrambi al tappeto. “Mi sottovaluti vecchia, sai che so fare questo e altro.” Si ricompose Carol. “Certo piccolina, ma ricordatevi tutte e due che non finirà qui questa storia, soprattutto te.” Indicandomi, anche Excella sorrideva, le due non si sopportavano affatto, ma cercavano di controllarsi per mantenere una certa dignità.

“Andiamo Sherry, vieni da me, per stanotte dormi da me, poi vedremo.” Mi prese in braccio Carol. “Buonanotte Sherry, arri vederla signorina e complimenti.” Tremava Harry. “Chiamami Carol, piacere so il tuo nome.” Ammiccò lei, poi iniziò a dirigersi verso la macchina. Mi scaricò sul sedile vicino al guidatore e mise in moto.

 

Angolo autore


Spero che anche questo capitolo vi piaccia e se volete sapere tutto su Carol leggete la storia “Carol Smith” di mio fratello, che però è nel mio account ^-^
Un’altra storia interessante d’avventura: “L’ultimo sopravvissuto”.

 
Ciao ciao e alla prossima

 
Clif

  
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