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Autore: Aly23_stories    28/10/2014    1 recensioni
E’ passato un anno dalla sconfitta di Sebastian e si avvicina il gennaio ( ricordo che in COHF Jace accenna al fatto che crede di essere nato a gennaio ) del 18° compleanno di Jace. Come tutti sanno dopo aver compiuto 18, alcuni Nephilim, vengono mandati in giro per il mondo in vari istituti a fare esperienza. Anche Jace dovrà partire, per l’Istituto di Roma, trovandosi lontano da Clary che farà di tutto per raggiungerlo. Intanto però il ragazzo farà nuove amicizie e qualcosa cambierà...
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Spero che questa storia vi piaccia. Ho due richieste da farvi però. La prima è: mi consigliate un altro titolo? Come seconda cosa vorrei chiedervi se ci sono altre storie sulla saga “Shadowhunters” con la trama simile. Grazie a tutte quelle persone che leggeranno a storia.
Genere: Dark, Fantasy, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Altri, Clarissa, Jace Lightwood, Magnus Bane, Nuovo personaggio
Note: What if? | Avvertimenti: Spoiler!
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Jace Part
Il ragazzo era ancora in stato di shock mentre preparava meccanicamente la valigia con l’occorrente per partire e non tornare più, a questo punto. Jace sperava vivamente di non dover più tornare indietro per non rivedere più Clary. La sua Clary. Per lei era ovviamente troppo sopportare la sua lontananza ma non era necessario piantarlo in asso frantumandogli il cuore in mille pezzi. Jace non voleva tornare lo stesso di prima, quello di prima non era il vero Jace. Quello che Clary aveva tirato fuori, quasi a forza, era il vero Jace. Il ragazzo era però abbastanza arrabbiato in quel momento anche se consapevole che Clary aveva detto che avrebbe provato a raggiungerlo. Beh e se lui non lo avesse più voluto? Se lui non l’avesse voluta di nuovo con lui dopo quello che gli aveva fatto? Voleva farle credere questo, che era tornato il Jace di una volta. Tutta quella storia era destinata a finire male. Ma il nephilim sapeva a chi poter chiedere aiuto per tenere Clary lontana da lui e attuare il suo “piano”. Che poi consisteva solo nel continuare a vivere senza Clary che era la sua ragione di vita.
Magnus Part
Lo stregone sapeva della partenza di Jace da molto. Brutta storia. Ora il ragazzo era nel suo salotto e gli aveva raccontato di Clary. Bruttissima storia. –Magnus mi devi assolutamente aiutare a convincere Clary che non deve tentare di  venire a Roma con me- continuava a ripetergli. E come mai avrebbe dovuto fare? Quella ragazza era la persona più testarda che avesse mai conosciuto e Jace non voleva davvero lasciarla. –E perché dovrei?- rispose scocciato. –Per Alec -. Magnus rise di gusto. –Alec non c’entra assolutamente nulla in tutta questa storia. Ovvio che verrà a trovarti spesso perché è il tuo parabatai ma io non ti devo alcun favore per lui-. La risposta giunse diretta ed inaspettata –Ti pagherò se necessario ma per tutto il tempo che resterò fuori New York non voglio vederla-. Lo stregone alzò un sopracciglio infastidito da quel capriccio infantile. –No. Risolviti il problema da solo-. Concluse spostandolo di peso fuori dalla porta di casa e sbattendogliela in faccia. In seguito avrebbe capito che gli stava solo facendo un favore. E poi dubitava di poter far cambiare idea a Clary.
Due ore dopo Magnus fu costretto ad interrompere la vista si un’interessantissima Soap Opera di cui non aveva seguito neanche una parte per colpa del Nephilim biondo. Sentì bussare alla porta e pensando fosse lui neanche si alzò ad aprire. Dopo un po’ riconobbe tra i colpi alla porta qualcosa tipo “Sono Alec” più una serie di aggettivi riferiti a Jace. Tre secondi dopo la porta era aperta e Magnus baciava il suo Fiorellino. Qauanto gli era mancato! Entrarono in casa ancora abbracciati poi Alec si scostò leggermente e lo guardò serio negli occhi –Sai per un folle momento ho pensato che potessi acconsentire alla folle richiesta di quel cretino del mio parabatai. Ma è ovvio che sei molto più maturo di lui-. Alec si sedette sul divano e non ricevendo risposta chiese, riferendosi al telefilm –Cosa stavi guardando?- . Non era per niente interessato, era evidente quindi Magnus si limitò a fare spallucce e guardarlo negli occhi. Erano più limpidi del solito e mostravano tutta l’innocenza di Alexander. – Ti amo lo sai vero?- disse così all’ improvviso. –Sì, ma tendo a perdere la memoria. Devi ricordarmelo più spesso– disse Alec – E ti amo anche io-.
Jace Part
La mattina della partenza non era niente di che. Deprimente era una parola che la descriveva a pieno. A salutare Jace c’erano quattro persone: Alec, Izzy, Simon e Magnus. Marise aveva avuto il buon senso di non presentarsi. Clary era scontato non sarebbe venuta a cercarlo quel giorno. Lo aveva già “salutato” il giorno prima. Isabelle era una fontana e singhiozzava sul petto del povero Simon che aveva la tenuta da combattimento tutta fradicia. Che strano vederlo e pensare “Simon è uno shadowhunter”. Comunque Alec non poteva fare a meno di sorridere a Magnus ( e si vedeva che si sentiva in colpa per essere felice in quel momento ) e Magnus guardava male Jace e sorrideva ad Alec in uno strano mix di emozioni. Simon era imbarazzatissimo e sorrideva debolmente accarezzando la testa di Isabelle. Dopo abbracci ( Magnus si era astenuto ) e rassicurazioni Jace pote finalmente attraversare il portale. La solita sensazione e poi atterrò con grazia su una strada davanti al cancello si un Istituto. Era grande circa come quello di New York ma aveva decorazioni molto più esuberanti in stile Barocco e si trovava in un quartiere sporco e dove non si vedeva assolutamente nessuno in giro. Si cominciava bene. Per fortuna Jace sapeva parlare perfettamente l’italiano. Questo gli portò alla memoria il periodo in cui era con Clary e Sebastian a Venezia. Lo cacciò via. Oltrepassò il cancello e si rese solo in quel momento conto delle cinque persone che aveva davanti. Davanti quelli che gli avevano detto di chiamarsi Maurizio e Elena, i direttori dell’Istituto, e dietro due ragazze e un ragazzo.  Una era minuscola e, come se non fosse abbastanza, aveva gli stessi occhi di Clary. Per fortuna aveva i capelli castani e sembrava essere tutt' altro che solare. Vicino a lei l’altra ragazza le aveva messo una mano sulla spalla in modo protettivo. Pensò fossero parabatai ma non vedeva la runa. Comunque gli altri due ragazzi e i direttori dell’Istituto erano praticamente identici. Quelli che ovviamente erano due fratelli avevano i capelli biondi e gli occhi celesti della madre ( che a prima vista sembrava una specie di bambola con la testa troppo grande e troppo truccata ) e la corporatura slanciata del padre. Di tutti gli Istituti del mondo era capitato in quello più noioso probabilmente. Jace avanzò e tese la mano a Maurizio dicendo –Piacere Jace Herondale-. La ragazzina bassa disse sarcastica –Tutto il Mondo delle Ombre sa chi sei-. Jace tornato in modalità so-di-essere-fantastico-e-devo-fartelo-vedere-per-forza rispose –Ovvio senza di me sareste tutti morti- e sorrise alla ragazza. Maurizio non dava cenni di voler rispondere al saluto così Jace abbassò la mano mostrandosi indifferente. –Io sono Maurizio e lei mia moglie Elena- indicò la sottospecie di shadowhunter vicino a lui –Mia figlia Azzurra- e indicò la ragazza bionda che sorrise a Jace –Mio figlio Lucas- indicò il ragazzo biondo ( che aveva si e no 15 anni) – E lei è Allison. Allison accompagna Jace nella sua camera e fagli vedere l’Istituto- . La ragazzina non obbiettò ma era evidentemente scocciata da quel compito. Si girò e senza dire una parola raggiunse le porte dell’Istituto e le aprì.
Allison Part
Sapeva che sarebbe finita così! Se a Maurizio non piaceva una persona faceva in modo di farla stare sempre con Allison, giusto perché i suoi figli erano troppo importanti per stare in compagnia di persone che lui giudicava inadeguate. –Come mai sei qui in Istituto?- le chiese il biondo dietro di lei. –Non lo sanno gli altri e io non vengo certo a dirlo a te!- rispose voltando l’angolo di scatto e infilandosi nella prima porta a destra. –Questa è la tua stanza. Non uscire dall’ Istituto senza permesso o senza avvisare e per il resto fai quello che ti pare. Basta che ti occupi della tua stanza-. Mentre usciva sentì –Non dovevi farmi vedere l’Istituto?-. Bel tentativo . –No chiedi ad Azzurra la trovi in giro-. Chiuse la porta e  si diresse decisa verso l’armeria. Non aveva ne voglia ne tempo di pensare a mostrare l’Istituto a persone nuove. Si guardò intorno e poi aprì una porta nascosta nella parete, giusto per essere sicura di far perdere le sue tracce se l’ospite avesse avuto l’idea di seguirla. Da lì salì delle scale e raggiunse l’armeria. E cominciò ad allenarsi per svuotare la mente dall’ immagine dei suoi genitori e di... Meglio allenarsi. 
   
 
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