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Autore: Midori No Esupuri    28/10/2014    2 recensioni
[WARNING: MORMOR/MORMORSTAN]
L'evoluzione del rapporto tra l'ex colonnello Sebastian Moran e il consulente criminale Jim Moriarty tramite messaggi.
(11.19) Mi sta assumendo come killer?
(11.20) Esattamente. JM

[...]
(11.24) Stia tranquillo, la sua ferita all’occhio non sarà un problema. So che possiede un conto bancario, mi occuperò di versarle la somma necessaria al costoso intervento che deve sostenere per recuperare la vista. JM
(11.26) Perché?
(11.26) Gliel’ho detto. Mi serve un collaboratore. JM

Nota: Capitoli comprensivi di messaggi e parte narrativa.
Genere: Angst, Comico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Jim, Moriarty, Mary, Morstan, Sebastian, Moran, Sebastian, Moran
Note: Lemon, Missing Moments | Avvertimenti: Triangolo
Capitoli:
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#8: Sprechi
 
Venerdì 17 gennaio
 
Venne svegliato da un fracasso assordante proveniente da chissà dove, saltò in piedi e afferrò la pistola da sotto il cuscino, muovendosi verso la porta e aprendola nella luce chiara e aranciata dell’alba. Si era fatto improvvisamente silenzio, Sebastian continuò a muoversi guardingo e a far guizzare gli occhi da una parte all’altra del corridoio, spiando nelle stanze vuote; si sentiva un po’ come un poliziotto in uno di quei vecchi film che guardava da bambino. Scese le scale della villa, lucide al punto da generare un suo riflesso distorto, e raggiunse l’ampio ingresso.
Nessuno.
Continuò a guardarsi intorno, le mani strette attorno al calcio della sua fedele compagna di avventure, una beretta 92 parabellum, rigorosamente nera e lucida, finchè un altro rumore si fece sentire dalla cucina. Sebastian, addestrato a muoversi senza fare il minimo rumore, si appiattì contro il muro accanto all’arco della cucina e scattò sotto di esso, puntando la pistola contro una figura ai fornelli.
-Beccato!- annunciò con un ghigno. La figura si voltò.
-Che cazzo stai facendo, Sebby?!- sbottò Jim, con in mano una tazza in ceramica blu. Il cecchino abbassò la pistola.
-No, che cazzo stai facendo tu.- rispose, adirato.
-Io ti ospito in casa mia e tu mi punti una pistola alle spalle? Devo insegnarti più di quanto pensassi.
Il moro scosse la testa e iniziò ad aprire cassetti e sportelli vari, alla ricerca di qualcosa.
-Credevo ci fosse un ladro, che ne so. Ho sentito un casino.
-Stavo cercando di preparare il the, razza di idiota.
-All’alba?- chiese Sebastian scettico, sedendosi al tavolino. La sedia fredda in acciaio gli ghiacciò le gambe muscolose, ma non ci badò troppo.
-Oh, non venire a criticare i miei orari, adesso! Mi hai puntato una pistola alle spalle!
-E che c’entra? Credevo fosse un ladro!
-Sì, in cucina. Per piacere, Sebby. Piuttosto, svegliati.- proferì il criminale, posando davanti al biondo una tazzina verde con del liquido scuro.
-Mi hai preparato il caffè?
-Non ringraziarmi, mi stavo annoiando.
Il cecchino scosse il capo e portò alle labbra la tazzina, ma bastò un sorso di quel liquido per costringerlo a sputare tutto e a tossire come un dannato.
-Ma che cazzo è? E’ salato!
-Salato?- chiese Jim, come se cadesse dalle nuvole. -Come può essere salato? Ci ho messo lo zu… Oh… Oh.- aggiunse, portandosi innocentemente una mano alla bocca.
-Credo di aver sbagliato barattolino…
-Vedi che li ho tutti i motivi per puntarti una pistola alle spalle?- sbottò il cecchino, di malumore già per il semplice fatto di essere stato svegliato. -Dio, che schifo... Non voglio nemmeno sapere cosa combinerai per fare il thè.
-Piantala di fare il saputello, e vai ad aprire la porta.
-Guarda che nessuno ha…
Venne zittito dal trillo del campanello, alzò gli occhi al cielo e fece per avviarsi al portone, ma Jim lo fermò per un braccio.
-Che c’è, ora?
-Non puoi aprire la porta conciato così, distogli l’attenzione da me.- spiegò il criminale, lisciandosi il bavero della giacca con una mano. -Va’ a metterti qualcosa, non è decente girare in boxer mentre c’è un cliente.
-Ma sono le sei e mezzo del mattino!
-Il lavoro non ha orari, Sebby. Ora sparisci.
Sempre gentile, eh?” pensò il cecchino, salendo le scale fino alla propria camera ed entrando nella stanza. Sorrise nel vedere il suo perfetto ordine, afferrò un paio di pantaloni militari e una maglietta verdastra e li indossò, riponendo infine la pistola al suo posto sotto il cuscino. Si sentiva più tranquillo tenendola a portata di mano, da un momento all’altro sarebbe potuto accadere qualcosa, e lui voleva essere sempre pronto ad ogni emergenza. Rimase nella stanza fino a quando Jim non lo avvisò della fine del colloquio con il cliente.
 
(7.40) Porta fuori la cliente, mettiamo in pratica le tue buone maniere. JM
 
(07.40) Ok.
 
Uscì dalla sua camera e si diresse verso lo studio, gli anfibi strascicavano sul pavimento lucido della villa ma per lui era normale, aveva sempre camminato in quel modo, dall’addestramento militare. Aprì la porta dello studio e gli si presentò davanti una bellissima donna mora, appena riccioluta, con degli occhi intensi e molto chiari. Da subito pensò che non l’avrebbe portata solo fuori dalla villa, ma si costrinse a non esplodere in un commento del genere sotto lo sguardo di Jim, attento ad ogni sua mossa.
-Prego, la accompagno di sotto.- biascicò invece, esibendo un sorriso falso, Jim non obiettò alcunché e li lasciò andare. Sebastian soffriva internamente per l’idea di dover far strada a quella donna, avrebbe preferito poterle stare alle spalle per ovvi motivi, e tirò un sospiro di sollievo quando chiuse il portone alle spalle di quella cliente tanto sensuale.
-Devo fare altro?- chiese a voce alta, per farsi sentire da Jim.
-No, sei libero ora. Io vado a farmi un bagno!
Sebastian decise di occupare il tempo a pulire la pistola e la sua stanza, dedicandosi poi al resto della villa: Jim era decisamente disordinato, aveva lasciato nel lavello della cucina le stoviglie di una settimana e numerosi post-it occupavano la parete sopra il camino del salotto, tra i tanti impegni compariva il portare in lavanderia otto completi Westwood. Il cecchino staccò qualche foglietto, magari per passare la giornata avrebbe sbrigato qualche commissione.
-Ti va bene se mi occupo io di queste co…?- chiese al criminale, raggiungendolo nel bagno. -Quelle sono bolle di sapone?
Jim era immerso in tutto il suo fisico magro nella grande vasca in ceramica, circondato da bolle di sapone, e stringeva tra le mani una barchetta di plastica.
-Ma che cazzo…?- sussurrò il cecchino, sconvolto.
-Fuori!- sbottò Jim, minacciando di tirargli addosso un flacone di shampoo piuttosto voluminoso.
-Ok, ok.
Sebastian chiuse la porta e corse giù per le scale, si permise di ridere solo dopo aver chiuso il portone della villa ed essere arrivato fuori. Non ci poteva credere, Jim era un criminale – a quanto diceva – e faceva il bagno con le bolle di sapone e le barchette di plastica? Oh, quella scena se la sarebbe ricordata per anni, se lo sentiva. Diversi minuti più tardi, si immerse nelle commissioni.
 
(13.20) Dimentica quello che hai visto. JM
 
(13.22) Ma dai, perché? Un trentenne che fa il bagno con i giocattoli, che c’è di più tenero?
 
(13.25) Ti uccido con la tua stessa pistola, se non la finisci. JM
 
(13.30) Oh, che sorpresa. Credevo ne avessi una giocattolo.
 
(13.34) Come siamo spiritosi. Piuttosto, sei stato bravo con la cliente. JM
 
(13.42) Fammi indovinare: verrà a premiarmi personalmente.
 
(13.54) Perché mai dovrebbe punirti personalmente? JM
 
(13.56) Non pensarci neanche, stupido idiota, maschilista e dannato porco! JM
 
(14.06) Che vuoi? Sono un uomo e, se ti fosse sfuggito, quella aveva un culo da paura. Ho bisogno di una sveltina ogni tanto, eh! Ho passato tre anni in Afghanistan!
 
(14.12) Sebastian. JM
 
(14.15) Sì, boss?
 
(14.30) E’ lesbica. JM
 
Sebastian si fermò nel bel mezzo del reparto frigo del supermercato e lasciò andare un’imprecazione piuttosto volgare, spaventando un paio di vecchiette di passaggio.
 
(14.34) Cazzo. Questo sì che è uno spreco.
 
(14.50) Insegnarti le buone maniere è uno spreco, maledizione. Muoviti, torna a casa. Altra lezione. JM
 
Il cecchino sospirò, doveva proprio sottostare alle lezioni di bon ton del suo capo? Scosse la testa, l’omosessualità di quella donna era stata davvero una nota dolente nella sua giornata.
 
(14.53) Ti darò io un premio, se farai il bravo. JM
 
Un criminale che dava premi? Piuttosto insolito… Ma Sebastian si sbrigò con le commissioni da fare, per tornare a casa e scoprire cosa aveva in serbo per lui il suo boss.

 
•Nota dell'autrice~
Il periodo pre-Lucca comics mi occupa un sacco di tempo, uniamoci il fatto che ho iniziato Doctor Who (finally!) e che mi sono messa in testa di realizzare millemila progetti (tra cui la traduzione di A fish called Greg, una delle MyStrade più carine che abbia mai letto)... E non sono scuse, ve lo assicuro ç_ç La verità è che voglio sempre fare troppe cose, così tante che alla fine non mi basterebbe un giorno di 124 ore per farle tutte senza impazzire. Detto questo, mi scuso e ringrazio al tempo stesso chiunque continui a seguire le mie storie nonostante i ritardi, i problemi, le mancanze di connessione eccetera. Prima o poi mi verrete a cercare a casa, me lo sento. Sono piuttosto di fretta oggi, come sempre, quindi vi dico solo che ci leggiamo al prossimo capitolo e che vi adoro, tutti quanti!
Midori No Esupuri~
  
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