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Autore: valetralla    28/10/2014    3 recensioni
...improvvisamente quel succo sulle mani le sembrava bruciare, incollando insieme le dita, impedendo loro di muoversi liberamente. Un odore metallico le raggiunse il naso.
Juno è l'adorata, la docile figlia dell'uomo più potente di Panem, il quale la cresce e la educa per divenire in futuro la sua più forte alleata. E lei ne è felice e onorata. Un viaggio cambierà tutto. Così come l'amore.
Questi personaggi non mi appartengono, ma sono proprietà di Suzanne Collins ; questa storia è stata scritta senza alcuno scopo di lucro.
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Plutarch Heavensbee, Presidente Snow, Seneca Crane, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate
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parade

It's our destiny,
Triumph or agony.
Triumph or Agony - Rhapsody of Fire
 
A giudicare dall'estrema eccitazione che serpeggiava tra gli spalti stra colmi di persone in attesa dell'imminente Sfilata dei Carri, i risultati delle Mietiture sembravano aver soddisfatto ogni singolo cittadino di Capitol City. L'impazienza di poter finalmente ammirare i Tributi di quell'anno era palpabile, così come distintamente udibile: i cori di chi già aveva un favorito tra i ventiquattro fortunati concorrenti si rincorrevano da una parte all'altra della piazza, così come le grida di chi semplicemente riteneva di aver atteso abbastanza per vedere il suo spettacolo. Un intero anno era trascorso dai Giochi precedenti, ed il Tour della Vittoria di Johanna Mason non era stato particolarmente vivace: la perenne espressione corrucciata e furiosa della Vincitrice, così come il poco entusiasmo dimostrato verso il suo Governo, non le avevano permesso di far breccia nel cuore dei Capitolini per bene, i quali fin troppo presto la dimenticarono, smaniosi di un eroe che più aggradasse i loro gusti e aspettative.
Contornato da luci e dai carmini vessilli di Panem, il Palco Presidenziale si ergeva al di sopra di tutta quella ribollente folla, stagliandosi nitido contro il cielo terso. Al suo interno prendeva pigramente posto un piccolo gruppo di alti funzionari e privilegiati, onorati per quell'anno dell'invito ad occupare il punto di osservazione più ambito ed importante, alle spalle dell'uomo che da decenni assicurava al loro paese pace e prosperità. Coriolanus Snow non dava bado agli ospiti ed al loro tedioso chiacchiericcio: regalmente seduto sul severo trono in pietra, le mani guantate saldamente ancorate ai braccioli, osservava il tutto in composto silenzio. La sua totale consapevolezza del significato e del vero scopo dei Giochi li rendevano ai suoi occhi un mero avvenimento politico, un memorandum annuale per l'intera Nazione, perché ricordasse sempre di quanta forza e potenza fosse capace Capitol City. Non ricavava svago da quell'occasione: era importante che tutto filasse liscio. E quell'anno, come nei precedenti, l'organizzazione era impeccabile. Guardando il posto vuoto alla sua destra, un solo pensiero lo preoccupava: dove diavolo era finita sua figlia?
 
Poco distante dall'ingresso al palco, celata dall'enorme mole di un'imponente colonna in pietra, Juno finiva placidamente la propria sigaretta: nel momento in cui tutti sgomitavano per riuscire ad accaparrarsi l'attenzione del Presidente o sedere per primi ai propri posti, era riuscita senza farsi notare a separarsi dal gruppo e nascondersi in quella piccola zona in ombra.
- Solo cinque minuti Miss Snow...- le aveva intimato quel Capitano dei Pacificatori a cui, dopo averla seguita nel viaggio per i Distretti, era stato affidato il comando della sua scorta personale. Juno aveva l'impressione che l'uomo mal sopportasse il nuovo incarico: in fondo, ricordava quante volte in quei mesi lontana da casa fosse riuscita a farlo preoccupare, spaventare ed arrabbiare. Tuttavia, stavano riuscendo a trovare un certo equilibrio.
Osservando le volute di fumo volteggiare e disperdersi al proprio soffio, si appoggiò con noncuranza alla colonna: il tocco freddo del marmo, facilmente percepibile attraverso il tessuto leggero della camicetta, era un balsamo per la calura di quel giorno. Non aveva fretta di comparire a fianco del padre: il caldo, la confusione e l'occasione la opprimevano. Alla sua innata avversione per i Giochi, in quell' Edizione si aggiungeva anche il fatto che fosse la prima diretta da Seneca: le aspettative erano altissime, da parte di tutti. Giudicare e commentare erano specialità di Capitol City, ed ascoltando le parole dei propri ospiti non aveva potuto evitare di provare una certa preoccupazione per l'uomo verso il quale provava così tanto attaccamento. La sera prima, in video-chiamata, le era parso tranquillo e disinvolto, ma avevano evitato di parlare degli Hunger Games e di quello che sarebbe successo il giorno successivo. Lo facevano spesso, da quando le cose tra di loro si erano palesate: era come se inconsciamente, nel privato, si spogliassero completamente dei propri ruoli, accantonando gli obblighi ed i pesi che questi portavano con sé.
- Andrà tutto bene. - gli aveva detto prima di chiudere la conversazione, unico e pacato accenno all'evento del giorno successivo. E così voleva che fosse: che andasse tutto bene e che finisse in fretta.
- Fumare è una pessima abitudine, specialmente quando ci si vuole nascondere: il fumo rivela sempre la nostra posizione!
La voce di Plutarch Heavensbee la raggiunse dal lato opposto della colonna. Juno, inclinandosi leggermente, si sporse quel tanto che le permetteva di guardare il proprio interlocutore in faccia.
- Ho assicurato a suo padre che sarei riuscito a portarla a posto in pochi minuti, Miss Snow. E le consiglio di farlo, se non vuole essere raggiunta da una squadra di Pacificatori! - aggiunse divertito.
Incurante del ricco pavimento cesellato di rocce pregiate, con un leggero colpo del dito Juno lasciò cadere la cenere della sigaretta a terra.
- Non vorrà davvero far iniziare la Sfilata con ritardo! La carriera di Seneca potrebbe seriamente soffrirne: con talmente tante cose a cui pensare, un imprevisto di questo genere...
- La carriera di Seneca andrà alla grande.- rispose la ragazza, mentre usciva completamente dall'ombra della colonna. - E sono sicura che quest'anno farà una gran figura agli occhi di tutti.
L'uomo la scrutò per un momento, un ghigno sornione ad incrinargli le labbra.
- È sorprendente come cambino le situazioni in questa città: al suo ritorno mi era parso di capire non provasse una particolare affezione verso i Giochi e chi li dirige.
Sbuffando un mezzo sorriso ed alzando per un attimo gli occhi verso il soffitto, Juno rispose:
- Non ho cambiato idea riguardo agli Hunger Games...
- Le sue frequentazioni suggerirebbero il contrario.
Spense quello che rimaneva della sua sigaretta schiacciandolo sotto il tacco, prima di avvicinarsi all'uomo che le stava di fronte. Quelli non erano affari suoi: sembrava provasse un insano piacere nel farla sentire a disagio, e questa situazione iniziava ad irritarla.
- Esattamente cosa vuoi che faccia? Cosa ti aspetti da me, che emani un editto in grado di cancellare questa stupida ricorrenza?
Sorrideva mentre pronunciava quelle parole, ma la risposta che ricevette la spiazzò.
- Perché no?
Il sorriso le si congelò in volto, lasciando spazio ad un'espressione di puro stupore e smarrimento: il solo suggerire un'azione di quel tipo poteva portare all'accusa di alto tradimento.
- Per l'amor di Dio, Plutarch: sei tu stesso uno Stratega...
- Se è quello che Panem vuole, perché no? - continuò il suo interlocutore, incurante delle ultime parole di Juno, la quale non riusciva ancora a capacitarsi della direzione che quella conversazione stava prendendo.
- Sicuramente non la Panem che conta...- rispose quasi in un sussurro, abbassando gli occhi a terra. Nessuno tra le persone che frequentavano i corridoi dei palazzi del Governo avrebbero mai approvato un cambio di rotta così drastico: gran parte dell'Impero di Capitol City poggiava le sue fondamenta sui Giochi. Juno non era sicura di voler dare uno scossone così forte alla Potenza di cui ella stessa faceva parte.
- Tu hai visto.- Plutarch le poggiò una mano sulla spalla, prima di continuare a parlare lentamente in direzione del suo orecchio.- Hai visto come è la situazione nei Distretti: persino in quelli più fedeli al Governo Centrale si percepisce nient'altro che risentimento nei confronti della Capitale. Hai visto come la paura e la fame siano ciò che li mantiene mansueti. Hai visto come gli sguardi che ti rivolgevano non fossero di ammirazione, ma di odio...
Si liberò della stretta dell'uomo alla spalla: certo che lo aveva notato. E tutto quello l'aveva ferita moltissimo.
- Potrei farti arrestare. Ora.
- Sì, ma non lo farai.
Per qualche istante si fissarono intensamente negli occhi. Allargando le braccia, un triste sorriso in volto, Juno rispose:
- Guardami Plutarch: che potere credi che abbia? Io stessa faccio parte di questo circo. Come credi possa farmarlo da sola?
Mentre si lasciava guidare verso il palco dalla mano dello Stratega che ora poggiava delicatamente sulla sua schiena, si sentì rispondere:
- Bambina, non devi essere da sola per forza...
 
La Sfilata dei Carri fu ciò di più spettacolare la Capitale e la Direzione dei Giochi potessero offrire: ogni singola coppia di Tributi sembrava entusiasmare la folla in maniera maggiore rispetto a chi li aveva appena preceduti; ai loro saluti il pubblico rispondeva con assordanti boati di approvazione, riconoscendo già tra quel gruppo di coraggiosi eroi il favorito per cui fare il tifo durante l'intera competizione. Certo, quello che poteva essere il più quotato all'inizio non era detto mantenesse il suo status lungo tutto il corso della manifestazione: la fedeltà dei Capitolini era così volubile...
A Plutarch Heavensbee, seduto anch'egli al proprio posto sul Palco Presidenziale, lo spettacolo in corso interessava poco. Stava osservando Juno, comodamente sistematasi a fianco del padre: la giovane donna sfoggiava un radioso sorriso mentre con la mano salutava i Tributi che le sfilavano ai piedi. Sembrava a proprio agio nei suoi panni di fedelissima all'autorità del Presidente: tutti si aspettavano seguisse le orme del padre, e fino a quel momento la propria vita non si era mai scostata dal canovaccio preparatole.
Il viaggio tra i Distretti fu un'occasione importante per far conoscere quello che in futuro poteva essere il nuovo volto di Panem; e per Plutarch un'opportunità imperdibile di guadagnare una potentissima alleata. Era stata Galatea Snow a suggerirgli di puntare su di lei: Tea e Plutarch condividevano la stessa idea di una Panem più democratica, e per quanto la paura di ripercussioni verso il marito e la figlia la escludessero dal vero e proprio attivismo,supportava moralmente qualunque iniziativa potesse portare a quel risultato.
Stava lavorando all'organizzazione delle tappe del tour quando la donna si presentò al proprio ufficio al Ministero delle Comunicazioni.
- Juno è una buona persona.- gli aveva detto. – Possiede ancora una coscienza: non lasciare che la trasformino in una di loro.
Se Juno fosse stata davvero la buona persona che la sorella celebrava, perché allora non far maturare in lei tutti quei dubbi che una coscienza ancora integra potevano suggerire? Aveva contatti in tutti i Distretti: potevano aiutarlo mostrandole un fuori programma qui, raccontandole un aneddoto là...
Sapeva di aver fatto un buon lavoro: riusciva a vederne i risultati anche in quel preciso istante. Juno poteva sorridere e sventolare elegantemente la mano come le avevano insegnato in tutti quegli anni, ma non poteva nascondere, non a lui, quello che realmente provava. Era chiaro, lo si leggeva negli occhi: quando non catturati dall'obiettivo di una cinepresa, esprimevano incertezza, disgusto e paura. Era riuscito ad instillare in lei il seme del dubbio: ora aveva solo bisogno di crescere.
Una sola cosa non aveva previsto: tra tutti i damerini presenti a Capitol City non avrebbe certo mai immaginato che Miss Snow perdesse la testa proprio per il Capo Stratega. Sarebbe stato a vedere a cosa questa relazione avrebbe portato.
 

-_-_-_-_-_-_-
Writer's corner

Devo dire la verità, questo capitolo non mi soddisfa appieno. Ho aspettato un po' a pubblicare, sperando di trovare il modo migliore di sistemare quel brodo di idee che affollano la mia testolina, ma più ci rimuginavo sopra peggio mi sembrava di fare. Quindi, per quanto lo consideri ancora in fase beta, eccovi il nuovo capitolo della mia long! :) Dopo il romanticismo (che ho visto essere stato apprezzato, grazie!), torniamo a tediarci con argomenti più seri e una rivelazione "scioccante"...
Grazie a tutti coloro che passeranno di qua! Un abbraccio!
  
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