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Autore: Dark_soul    19/10/2008    5 recensioni
Nami era preoccupata. Erano giorni ormai che stavano navigando verso l’Isola Orange, e ancora, orizzonte dopo orizzonte, non si vedeva altro che mare, infinito. L’acqua potabile non mancava, e così anche il cibo, eppure lei non smetteva di torcersi le mani, ansiosa di arrivare.
Una FF avventurosa, nata per dare inizio a quella che mi sembra la coppia più bella: NamixZoro. Buona lettura!
Genere: Azione, Avventura, Comico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nami, Roronoa Zoro, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Nami era preoccupata. Erano giorni ormai che stavano navigando verso l’Isola Orange, e ancora, orizzonte dopo orizzonte, non si vedeva altro che mare, infinito. Certo, l’acqua potabile non mancava, e così anche il cibo, eppure lei non smetteva di torcersi le mani, ansiosa di arrivare.

Anche quel giorno si trovava a prua col cannocchiale a spiare insistentemente l’orizzonte, alla ricerca di un qualche cambiamento.
Zoro, come al solito, aveva finito il  suo allenamento e si era seduto all’ombra del parapetto, a dormicchiare. Lo spadaccino socchiuse gli occhi e osservò la figura tesa di Nami, le mani strette attorno al cannocchiale. Per lui un’isola valeva l’altra, ma era decisamente insolito che la navigatrice fosse così agitata per così poco, anche se forse, il motivo si poteva indovinare.

“Nami – la chiamò Zoro, annoiato – anche se stai lì tutto il giorno, l’isola non compare per magia. E’ inutile che tu sia così ansiosa. Quando arriveremo, arriveremo.”
La ragazza abbassò il cannocchiale, stringendolo con rabbia, volgendosi poi verso il suo compagno: “Vuoi parlare di cosa sia inutile? E’ inutile che tu stia lì senza fare qualcosa!”
”Non c’è niente da fare.”

Nami si accigliò, ma non rispose. Gli lanciò in grembo il cannocchiale e scese le scale, dirigendosi verso i suoi mandarini. Salì sulla prua, avvicinandosi lentamente agli alberi di Bellmer, mentre sul suo volto apparve una tristezza improvvisa.
I mandarini non erano più le piante sane che avevano iniziato il viaggio con lei: al posto delle foglie verdi e lucenti, c’erano poche foglioline verdognole e arricciate, mentre i frutti dolci e succosi di un tempo non erano altro che piccole protuberanze rinsecchite. Gli alberi della sua terra natia, a cui era tanto affezionata, stavano morendo. La causa sembrava una malattia contratta nell’ultima isola che avevano visitato, anche se a dire la verità non avevano un aspetto sano da ben prima.

La ragazza prese tra le mani una foglia, che si staccò dal ramo con facilità, e se la rigirò tra le mani, incapace di accettare che i mandarini stessero morendo. Solo nella prossima isola poteva trovare il rimedio per quella improvvisa e letale malattia, eppure, il vento sembrava prenderli in giro, e la meta appariva più che mai lontana.
All’improvviso un braccio apparve sul parapetto sul quale si era appoggiata,e con il dito indice della mano le indicava la prua.
Nami sorpresa alzò lo sguardo e vide Nico Robin sorriderle dall’alto della coffa, indicandole un punto all’orizzonte. La navigatrice seguì la direzione con gli occhi, e rimase di sasso. Non ci poteva credere, era davvero …

“Terra!” gridò Rubber, saltando sopra la polena allungandosi con le braccia, “ed è davvero, tutta, arancione!”
“Davvero! Tutta arancione!” esclamò Chopper, meravigliato, raggiungendo insieme a Usopp il capitano sulla prua.
“Pensa a quanti mostri ci saranno lì. – riflettè Usopp, alzando le braccia e mimando i movimenti di un grosso pallone – Giganteschi meloni con quattro braccia e quattro gambe, che poi si ritirano per attaccare rotolando per terra. E poi omoni che …”  E il cecchino continuò a raccontare, mimando a gesti creature spaventose, portando Chopper allo sgomento.

Sanji intanto uscì dalla cucina, e si accese una sigaretta in tutta tranquillità, osservando dall’alto il teatrino che Usopp aveva messo su per impressionare il medico e il capitano. Poi alzò lo sguardo, e sbuffando una nuvoletta di fumo, vide la figura tesa di Nami sul parapetto superiore, intenta ad osservare l’isola.

La navigatrice in quel momento cominciò a dare gli ordini di manovra. “Usopp, fai cambio con Robin e Sali sulla coffa. Con i tuoi occhiali riesci a vedere con più nitidezza. Zoro, Sanji, Rubber e Chopper, voi  andate ai remi: voglio approdare prima di sera. Nico Robin, tu per favore vai al timone: correggi la rotta di un quarto a est.”

Il cuoco vide con la coda dell’occhio Nico Robin scendere con un balzo dalle sartie, e atterrare accanto a lui.
“Robin! Quale splendida visione! Vuoi bere qualcosa? Thè? Caffè? O forse preferisci fare uno spuntino?” disse entusiasta Sanji, avvicinandosi alla donna con uno sguardo premuroso.
“No, ti ringrazio Sanji. Credo che adesso dovremmo prepararci per lo sbarco sull’isola.” Gli rispose Nico Robin, con un dolce sorriso.
“Hai ragione come sempre mia adorata.”
“Speriamo solo che Nami trovi quello che cerca.” Disse Nico Robin, lanciando un’occhiata alla navigatrice.
Sanji, cambiò di colpo atteggiamento, accompagnando la donna al ponte inferiore. Si tolse la sigaretta dalla bocca, ed espirò un’altra boccata di fumo. “Lo spero anche io. Quei mandarini sono troppo importanti per lei.”

Intanto la voce potente di Nami si fece sentire una seconda volta: “SUBITO!”
“Agli ordini mia dolce Nami!” esclamò il cuoco, lanciando dolci sguardi amorosi, per poi correre ad afferrare un remo ai lati del ponte.>Zoro però aveva fatto come se niente fosse e aveva continuato a dormire sulla prua, ignaro, o forse fregandosene, del trambusto che c’era tutto intorno. Un improvviso e alquanto doloroso colpo in testa, lo svegliò, lanciando una mezza imprecazione.
“Zoro! – esclamò Nami, furente – alzati e vai ad aiutare Sanji.”
Zoro risentito e massaggiandosi la testa, si sporse di lato e vide Rubber e Chopper da una parte con un remo, mentre il cuoco dall’altra parte con l’altro, mentre remava a doppia velocità, nel desiderio di compiacere la sua divina Navigatrice, dedicandole dolci parole d’amore.

“A me pare che se la cavi benissimo anche da solo.” Sbuffò Zoro, chiudendo ancora gli occhi.
Un secondo colpo, più forte del primo, si abbattè sulla sua testa, facendolo imprecare di nuovo. “Ma che vuoi ancora?” disse a denti stretti.
Nami lo guardò fisso negli occhi: “Avanti, scansafatiche!”

Zoro si tenne con la mano destra la testa, e si alzò in piede svogliato, scendendo poi sul punte inferiore.
“Che cosa vuoi, testa di insalata? Non vedi che sto già facendo io?” lo accolse Sanji, con un’occhiata di risentimento.
“Parla con la tua dolce dea, è stata lei che mi ha mandato qui. Penserà forse che tu non sia capace, sopracciglio arricciato?” lo stuzzicò Zoro, afferrando anche lui il remo.

“Non osare ripeterlo, spadaccino da quattro soldi. Sei tu che te ne stavi a dormire fino ad un attimo fa.”
“Bah. Almeno io conservo ancora la mia dignità.”
“Cosa vorresti dire, marino che non sei altro?”
Zoro non fece a tempo a rispondere che ricevette un terzo pugno sulla testa, mentre Sanji incassava il suo primo.
“Invece di litigare, remate!” esclamò Nami, allontanandosi furente verso il ponte superiore.
“Subito, luce dei miei occhi!” le rispose Sanji, lanciando un’occhiata di sfida allo spadaccino, che sbuffò e cominciò a remare.

L’isola si avvicinava sempre più, e ormai era solo questione di poche ore prima dell’entrata in porto.
Nami intanto stringeva ancora nel pugno la fogliolina di mandarino, mentre scrutava con attenzione la terra arancione dove stavano per approdare.

 

 

 

Salve! Grazie per aver letto questo primo capitolo! E' la mia prima FF su One Piece, e naturalmente non poteva non incentrarsi su Nami e Zoro, coppia che adoro. Ok, lo so, non ci sono ancora molti elementi che facciano pensare a una storia tra quei due, ma datemi tempo e leggerete nel prossimo capitolo! Grazie! ;)

  
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