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Autore: Larry_Fearless    28/10/2014    6 recensioni
[Attenzione: la storia è a Rating arancione, ma questo è relativo solo ad alcuni capitoli.
'It's not easy being a parent' è una raccolta di OS.
#Larry Parents.]
Tratto dalla prima OS:
“Allora, amore, devi andare dalla maestra e devi chiederle se domani vuole venire a cena qui, ok?” chiede Louis mentre abbottona il cappotto alla sua bambina, Sophie. Sophie ha 7 anni, gli occhi azzurri, i capelli biondi (ma tutti sanno che da grande li avrà scuri e ricci come il suo papà) e due papà. Una ragazza ha accettato di portare in grembo il frutto degli spermatozoi di Harry, e sono soddisfatti della bellissima bambina che hanno creato. Louis e Harry sono fidanzati da quindici anni e sposati da otto, un figlio è stata una benedizione per loro due, sorridono molto di più adesso.
“Va bene.” Dice la bambina, Louis le schiocca un bacio sulla guancia. Che poi ha delle guance tenerissime.
“Ciao, papi.” Dice aprendo la porta.
“Woah! Woah! Dove vai?”
“A scuola.” Risponde ovvia indicando il vialetto. Louis avvicina sua figlia al petto e le dice nell’orecchio: “E papà Harry non lo saluti?”
“No.” Dice fredda prima di districarsi dalla sua stretta e correre verso l’autobus.
Genere: Drammatico, Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Harry Styles, Louis Tomlinson, Nuovo personaggio
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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18. Louis PART 3.
 
Sono ormai due anni che Louis ha il cancro, ha perso i capelli tanto tempo fa ed Harry gli ha comprato un cappello a forma di panda che indossa sempre. Ogni tanto racconta sognante a Laila di quanto fossero belli i suoi capelli color caramello, tira fuori una vecchia foto ma la custodisce gelosamente ricordando i migliori anni della sua vita. Ormai quella è la sua camera d’ospedale.. Harry gli porta un libro da leggere quando non ha nulla da fare se non spettegolare con Laila. Quel giorno tocca ad Harry venire a controllarlo per questo è molto felice e non smette di guardare fuori dalla porta ogni volta che passa un medico. Quando però Harry entra dalla porta non gli sorride, non si china a baciarlo sulle labbra e non gli sussurra un ciao innamorato. Gli lancia un’occhiata e afferra la sua cartella sul comodino.
“Ehi, babycakes.” Gli dice piano.
“Ciao, Louis.” Gli risponde assorto nella lettura della cartella.
“Cos’hai fatto oggi?”
“Niente di che.. ho trapiantato un cuore.”
“Davvero? Wow. Salvi sempre più vite.” Cerca di alleggerire la tensione. In realtà dentro è molto ferito, cos’avrà mai fatto per meritarsi quell’atteggiamento?
“Hm.” Dice solamente.
“Cosa c’è?” chiede poi cercando di essere indifferente.
“Niente. Come ti senti oggi, Louis?”
“Io.. Bene, credo.”
“Cosa significa credo?”
“Niente.. Bene.”
“Bene. Passo fra mezz’ora a ricontrollare.” Dice e poi fa per andarsene, ma Louis gli afferra la mano.
“Che ti prende, Harry?”
“Non mi prende niente.” Gli dice calmo. “Ora devo andare.”
“No, tu ora mi dici che ti prende. Che c’è? Ho fatto qualcosa che non va? Non mi sembra di meritare questo comportamento.”
“Tu non hai fatto niente.” Gli dice distaccato. “Vado solo di fretta.” Si libera dalla sua stretta ed esce fuori lasciandosi alle spalle un Louis ferito e arrabbiato.
Harry intanto ha le lacrime agli occhi e corre nel bagno a sciacquarsi il viso. Ma non ha nemmeno finito di sfregarsi il volto che comincia a piangere, la punta del naso arrossata dalle lacrime.
George Smith esce proprio in quel momento dal bagno dopo aver svuotato la vescica e vede il suo idolo piangere, le dita strette attorno al bordo del lavandino talmente strette che le nocche sono sbiancate.
“Santo Cielo..” lo sente mormorare. “Sono una merda. Sono una merda di medico, sono una merda di padre, sono una merda di amico sono una merda di marito.” Sospira e si asciuga le lacrime con il dorso delle mani. Alza il viso verso lo specchio: i suoi occhi sono arrossati, le occhiaie evidenti, un capello argentato già gli riga i ricci tirati all’indietro. Ma poi nota qualcos’altro, un ragazzo lo guarda senza intervenire. Probabilmente ha sentito tutto ciò che ha detto e prova compassione per lui; adesso capisce cosa provava Louis quando non voleva che nessuno lo aiutasse. Sapeva che nessuno di loro lo avrebbe più guardato allo stesso modo, lo avrebbero guardato con compassione ed è sicuramente un sentimento sgradevole.
“Ciao, Smith.”
“Cosa succede, dottor Styles? Sa che può dirmi tutto.. Se è per suo marito ho notato un piccolo progresso con la chemio..”
“Non è per Lou. O almeno non completamente.”
“Allora cosa?”
“Oggi.. Oggi ho ucciso tre persone. Non ho trapiantato bene un cuore. Secondo ho sbagliato i calcoli, ho inserito una dose in più di morfina ad un uomo che è morto. Terzo ho.. ho lasciato che Lily morisse, oggi. Stavamo parlando e lei.. e lei si è irrigidita. Mi ha detto che Louis era bellissimo e che si vedeva che ci amavamo e poi.. Poi mi ha detto che ero come il papà che non aveva mai avuto. E poi.. e poi è morta. Tutto perché quei tre erano i pazienti che di più avevano contatti emotivi con me. Così.. Così sono andato da Louis e l’ho trattato malissimo perché ho pensato.. che se solo non avessi lasciato entrare i sentimenti lui non avrebbe corso nessun rischio ma.. Ma ora ho pensato che forse l’ho ferito più facendo questo che uccidendolo perché ci tenevo. E lui mi ha chiesto cosa succedesse e.. E io gli ho detto che andavo di fretta ma.. Ma avrei dovuto sedermi accanto a lui, baciarlo, accarezzargli il viso e dirgli che Lily è morta, avrei dovuto raccontargli come mi sento, parlare con lui e dirgli che lo amo visto che non passa ora, minuto, secondo che passo con lui in cui non glielo dica. Ora più che mai sento il bisogno di dirglielo, perché ho pensato.. che se un giorno Louis morirà non so come farò senza la sua voce morbida che mi dice ti amo non so come farò senza quegli occhi azzurri che mi dicono ti amo anche loro, non so come farò senza quelle labbra. Louis è la mia linfa vitale, non potete togliermelo. Ma forse.. forse dovrei scusarmi. Certo, ovvio che dovrei. Grazie, grazie, grazie, grazie, grazie, grazie, grazie, grazie. Mi hai davvero illuminato Smith. Grazie.” Gli sorride e sguscia fuori dal bagno lasciandosi alle spalle un George Smith sconvolto e sbigottito. Ma a lui non interessa, attraversa i corridoi, le stanze, non si ferma ad ascoltare nessuno e fa una ‘sgommata’ davanti alla porta della camera di Louis. Prende un bel respiro e poi entra. Sfoggia un sorriso e poi si chiude la porta alle spalle.
“Ciao.” Mormora. Louis –che sta leggendo un libro, gli occhiali con la montatura marrone sulla punta del naso –alza per un momento lo sguardo per rivolgergli un sorriso timido prima di ritornare al suo libro.
“Tutto bene, sweetcheeks?” gli chiede dolcemente.
“Più o meno.”
“Okay.” Dice piano poi si siede al bordo del letto e sbircia il libro che sta leggendo. “Per l’ennesima volta Guerra e Pace di Tolstoj.” Constata con un sorriso.
“Già.” Risponde lui.
“Louis.. Posso parlarti?” Louis sospira e mette un segno nel volume.
“Dimmi. Ma per favore.. cerca di non ferirmi, va bene? Non ho voglia di piangere.”
“No, te lo prometto. Io ti amo e tu lo sai. Non dipende da te ciò che è successo prima e mi dispiace se mi sono comportato così. Sono successe delle cose in queste ore che mi hanno fatto pensare che non devo coinvolgere sentimenti ed è per questo che ho pensato che se ti avessi ignorato forse avrei potuto..”
“Harry, amore, cosa succede?”
“E’ che.. Lily è morta.” Il cuore di Louis fa un tuffo prima di ricominciare a battere.
“E..”
“E stava parlando con me.” Lo completa Harry.
“No, Harry. Piccolo, lo so cosa stai pensando e la risposta è no. Non è colpa tua, come potrebbe? Era uno stupido tumore, non potevi sapere cosa fare. Non ci pensare nemmeno.” Gli prende la mano e la incrocia con la sua, poi ne bacia il dorso più volte con dolcezza.
“Dici?”
“Dico. Non preoccuparti, amore, io sto benone.”
“Mi dispiace se stamattina ti ho trattato così. Ricominciamo?”
“Vuoi ricominciare da quando sei entrato la prima volta in questa stanza da stamattina?”
“Sì.”
“Bene.” Ridacchia e fa finta di non vederlo mentre lui esce fuori e rientra un secondo dopo. Gli sorride mentre cammina verso il letto poi si china e lo bacia dolcemente sulle labbra. Si staccano ed Harry gli sussurra sulle labbra un “Ciao.” Innamorato.
“Ciao, piccolo.” Louis sfrega il naso contro il suo e poi gli fa spazio nel letto. Harry sorride e afferra la cartella, poi si mette appoggiato con le spalle al cuscino, il braccio che sfrega contro quello di Louis e scorre con la penna le varie colonne.
“Come vanno gli esercizi di memoria?” chiede accarezzando il lobo dell’orecchio appena sotto il cappello a forma di panda.
“Non saprei.” Dice con un alzata di spalle.
“Proviamo?”
“Sì.” Dice non particolarmente entusiasta.
“Autori o cantanti?”
“Aiuto. Uhm.. Autori.”
“Dal più facile al più difficile: Harry Potter.”
“Rowling.”
“La casa degli spiriti.”
“Allende.”
“L’amico ritrovato?”
“Uhlman.”
“Il piccolo Principe?”
“Ma questa è difficile! Uffa.. uhm, Antoine De Saint qualcosa.”
“Va bene. Posso accettarla. Sodoma e Gomorra?”
“Marcel Proust.”
“Le mie prigioni?”
“Silvio Pellico.”
“Bravissimo, amore mio. E invece come va con il piano? Sai che ti aiuta.”
“Ma non mi va. Non posso suonare.. che so, il tuo cazzo?”
“Il mio cazzo?” Harry alza un sopracciglio ridacchiando.
“Sì, il tuo cazzo. Sempre meglio che stare qui dentro.” Vedendo che Harry non risponde lo prende per un consenso e comincia a slacciare la cintura di pelle.
“No, no. Louis!” sibila, gli blocca le mani e lo guarda negli occhi. “Non ora, non qui.”
“E allora quando?” chiede. “Credi che non sappia che starò qui per tutta la vita? Vuoi negarmi il sesso? Vuoi negarti di fare l’amore con me?”
“Non starai qui tutta la vita e poi.. se proprio vuoi succhiarmi il cazzo ti conviene farlo quando smonto.” E notando la sua espressione corrucciata gli prende il mento nella mano e bacia delicatamente le sue labbra sottili. “Non fare i capricci, Boo.” Poi lo bacia all’angolo della bocca prima di staccarsi piano.
“Ti amo tantissimo, babycakes.”
“Anche io ti amo tantissimo, sweetcheeks.” Poi se lo tira in braccio con qualche protesta e gli fa allacciare gambe e braccia attorno a lui in modo da essere invaso da Louis. In tutti i sensi. Louis nelle orecchie sentendo la sua risata armoniosa, Louis nei suoi occhi quando guarda i tatuaggi fatti solo per loro, Louis nel suo naso quando inspira il suo odore dolce, Louis nella sua bocca quando lo bacia e quando gli sussurra un ti amo, Louis nella sua mente in ogni momento della giornata, Louis nel suo cuore sempre e per sempre. Louis mentre lo tocca sul collo nudo, mentre le sue dita fredde tracciano il profilo della colonna vertebrale, Louis mentre si baciano, Louis mentre sobbalza quando Sophie entra, Louis mentre ride per la brusca interruzione, Louis che allarga le braccia e fa stendere Sophie fra loro due, Louis che li guarda innamorato mentre loro parlano. Louis, Louis, Louis e solo e unicamente Louis.
“Com’è andato il primo esame?”
“Bene, ho preso 30 e lode.” Louis e Harry le fanno un applauso ed Harry, istintivamente porta una mano oltre la sua spalla per stringere i capelli morbidi di suo marito ma si blocca quando Louis si ritrae con un gemito stringendo il cappello sulla testa.
“Papà.. Papà toglilo.” Gli dice semplicemente Sophie. Louis chiude gli occhi e poi si mette a sedere girando la testa, anche se non lo vede in volto Harry sa che nei suoi occhi si stanno formando tante goccioline salate.
“Soph, amore, perché non andiamo a prendere un caffè? O un cappuccino, se ti va. O ancora un tè. Sì?”
“Sì. Andiamo.” Dice intelligentemente. Fa in modo da non guardare Louis quando esce seguita da Harry, quest’ultimo si ferma un minuto ad osservare una lacrima solitaria scendere sulla guancia del suo uomo prima di sussurrare un semplice: “Sei bellissimo, Louis.” Poi raggiunge Sophie e rimangono seduti, lei sulle gambe di lui, per un po’ sulle poltrone della sala d’attesa, aspettando che Louis si calmi, ma stanno ancora coccolandosi sulla poltroncina che è proprio lui che si avvicina a loro. Il camice è aperto sul didietro facendo vedere le mutande con la firma di Harry sulla chiappa sinistra, gli occhi sono stanchi ma le sue mani stanno disperatamente cercando quelle di Harry pur senza muoversi mentre le sue braccia vorrebbero solo avvolgere il corpicino di Sophie ma è troppo debole per farlo, è magrissimo ora e le nausee sono ritornate. A volte si sente come se a nessuno importasse di lui ma poi guarda Harry e le lacrime scompaiono rimpiazzate da un sorriso e la voglia irrefrenabile di baciarlo.
“Su, su e via. Ti porterò con me.” Recita Louis. Harry rimane a guardarlo e si perde nei suoi occhi: com’è possibile che dopo tanti anni se lo ricordi ancora? Ma la verità è che Louis ci pensa sempre, in questo periodo più che mai, alle parole che ha rivolto ad Harry quando l’ha trovato nel bagno della scuola a piangere e tagliarsi non se le scorderà mai. Ed Harry l’aveva guardato con quegli occhioni verdi e lucidi, le labbra gli tremavano, il cuore era a pezzi, quelle parole furono come dei cerotti per lui. Quando si erano fidanzati Harry ci pensava sempre e a volte si domandava se Louis non lo stesse prendendo in giro. Poi era quasi svenuto dalla felicità quando lui gli aveva chiesto di sposarlo. E ora eccoli lì: a guardarsi a vicenda negli occhi, ad amarsi e ricordare quello squallido bagno e i loro occhi che si incontravano davvero per la prima volta.
“Louis io..”
“Shh, non dire niente. Solo.. Baciami, stupido! (preso da: Now kiss me you fool. )” Ed Harry si alza e lo bacia, in mezzo al corridoio, noncurante del fatto che tantissimi suoi pazienti lo stanno guardando sconvolti e quando si staccano Sophie si unisce all’abbraccio.
“Ti voglio bene, principessa.” Le dice baciandole la fronte, il mento, il naso, le guance e le labbra solo una volta.
“Anche io te ne voglio, papi.” Lo abbraccia stretto, stringendo fra le dita il suo camice.
“Io vado a finire il giro, quando ho finito il turno vengo da te.” Sussurra intanto Harry all’orecchio di Louis. “Ci vediamo fra un po’ sweetcheeks.”
“A dopo, Sunshine.”
 
             ***
E Sophie ha appena passato l’esame. Corre all’ospedale dai suoi genitori e li trova stesi sul lettino di papà Louis, quest’ultimo sta accarezzando i ricci ribelli sulla nuca di papà Harry, appoggiato sul suo petto. Papà Harry si è addormentato, non indossa il camice ma un jeans nero attillato con una maglia di papà Louis con su scritto: LOVE WILL TEAR US APART. Sono tenerissimi lì, stesi sul letto, si appoggia anche lei sul materasso e papà Louis la accoglie con un bacio sul dorso della mano.
“Come va, oggi?”
“Peggio di ieri, meglio di domani.” Risponde solamente.
“Hai finito di leggere il libro che ti ho portato? Me lo fece leggere Jess il giorno dopo aver..” si ferma a disagio.
“Capisco.” La interrompe Louis. “Non mi arrabbio sai se mi dici che ti ha sverginata. Anne avrebbe già dovuto uccidermi, altrimenti. Tu sei innamorata di Jess e lui è innamorato di te. Cosa c’è di male?”
“Grazie papà, sei il migliore.” Dice piano.
“Ora dammi un bacio, piccina.” Sporge la guancia nel momento esatto in cui Harry dischiude gli occhi e alza leggermente il capo.
“Ehi, buongiorno babycakes.” Lo saluta, Harry lo guarda assonnato prima di sporgersi e baciarlo sulle labbra delicatamente.
“Ciao, Boo.”
“Ho appena passato l’esame.” Annuncia felice Sophie.
“Che bello! Quanto hai preso?” chiede ancora assonnato Harry.
“Ventinove. Anche se avrei preferito trenta.”
“Non fa niente. Ti rifarai la prossima volta.”
“Papà io e papà Harry volevamo farti una sorpresa, ci stai?” chiede.
“Certo, vai.” Sophie esce fuori e rientra con Lottie, Fizzie, Daisy, Phoebe e Gemma.
“Pensavo che vi avrebbe fatto piacere vederle visto che tu sei qui da un anno e più e che papà Harry è sempre accanto a te.”
“Sì, hai fatto proprio bene stellina.” Stellina. Stellina. Stellina. Per la prima volta dopo anni Sophie si ricorda perché suo padre le affibbiò quel nomignolo. Da piccola a Sophie piaceva la luna, e quando fecero lo spettacolo a scuola lei ci rimase male perché non le avevano affidato la parte della luna. Quando tornò a casa piangendo papà Louis la abbracciò stretto stretto e la consolò dicendo: “Tu sei bellissima, Sophie. E questa bambina che ha fatto la luna non sarà mai più splendente di te. Ricordalo. Ma se per te è importante essere splendente, beh.. puoi esserlo. Puoi sempre essere una stella. E in particolare sarai sempre la mia stellina, la mia luce. Ti amo tanto tanto stellina.” E ora in quella stanza d’ospedale lo ricorda dopo tanti anni e si sente fortunata ad avere un papà così.

Ehi, gente, volevo solo ringraziarvi tutti e invitarvi a non abbandonarmi. Soprattutto Harrys_bravery che io amavo :c ma che non mi risponde perché Louis ha il tumore.
Volevo dedicare il capitolo ai miei amori: Fed, Federica la banana storta, Martina, e Ilaria il mio biscotto.
Kisses, love and gay sex

 
  
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